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Mensile Anno XVIII N.104 Settembre 2021 www.casantica.net
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Samassi (SU)
San Martino al Tagliamento (P
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DUE SUITE IN BARCHESSA
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Sommario
EDITORIALE
0 Tesori abbandonati: Buonasera dottori
'_8 Le Stagioni dell’antico:
Chiaramente pietra
24 Samassi (SU)
La Sardegna di Duilio
46 Modica(RG)
La casa nella roccia
Mirano (VE)
Due suite in barchessa
88 Suggerimenti:
Illuminare al naturale
Vivere una passione
volte mi dicono: “Sei fortunate perche tu vivi la tua passione”, riferendosi alia mia passione per il “mondo di
CasAntica”. Gia, ora la chiamo cosi. Un tempo avrei detto: “Ho la passione per le case ristr utt и rate con materia I i edili di recupero antichi”. Prima di fin ire la frase, perd, I’altro se n’era gia andato dalla noia. In effetti, quella delle “case ristrutturate con materia I i
ecc.”era la traccia nata dall’amore per la pietra. Le passioni non sono piani di vita statici, sono emozioni che quasi sempre evolvono e prendono strade che non possiamo prevedere.
Quella passione per “le case ristrutturate ecc.” nel tempo, ha preso tante piccole diramazioni, tante “mini-passioni”: un certo tipo di arredo, un certo tipo di giar-dino, alcuni materiali da costruzione... Le passioni non rappresentano nem-
meno un destino preciso che occupa tutto Io spazio, tutte le nostre risorse ed energie. Possiamo coltivare piu pas-sioni contemporaneamente, riguardo a temi anche molto distant! fra loro, e ognuna di queste evo -vera e ci portera in territori per noi ancora sconosciuti. Qualcuna perfino si esaurira proprio come pud capitare a un amore. Ma tutto quello di cui abbiamo goduto, tutto cib che ci ha nutrito durante
)
la luna di miele, contribuira a rendere la nostra vita vivace e piena; saremo pronti ad aprirci a nuove sperimenta-zioni о a dedicarci ancor piu intensa-mente alle altre passioni che gia colti-viamo. Le migliori alleate delle nostre passioni sono la curiosita, Lazione, la sperimentazione e I’apertura mentale. Da non disperdere mail
Stefano Trentini direttore editoriale
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// Recupero e servito: Magie di un’estate fa
9 8 San Martino al Tagliamento (PN)
Il castello del vino
114 Material! della tradizione: Ballando in fienile
119 Oltre confine:
Qualita senza frontiere
123 Materiali eterni:
Sua maesta il grassello
228 LAImanacco di Barba пега
13 0 Even ti, Fiere, Merca tini
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casAntica
Settembre 2021 - Anno XVIII - Numero 104
ISSN: 1824-3932
Registrazione presso il Tribunale di Ferrara n. 6/2004 del 27/05/04
Direttore responsabile: Daniele Cafieri
Editing: 33 com
Direttore editoriale: Stefano Trentini
Coordinamento redazionale:
Adamo Antonellini e Antonio Bianchi
Redazione
Tel. 0532 1716868
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Segreteria di redazione
E-mail: segreteria.redazione@33com.it
Progetto grafico e impaginazione: Gianni Dall'Osso
Elaborazione immagini: Simone Nocetti
Hanno collaborate a questo numero:
Luca M. Barani, Francesco Bizzuni, Pia Fanciulli, Giacomo Sabatini, Federica Tarroni, Ennia Visentin
Copertina: foto Max Salani
Le foto di questo numero sono di Federico Limongelli, Rossana Piras (per gentile concessione di Bon Ton Sri, Samassi SU); Max Salani; Lorena Terenghi; Archivio Lacole Casa Italiana, Pistrino (PG); Archivio Marseglia Calce Sri, Carovigno (BR); Archivio Teak Furniture, Fodenza (PR); Archivio CasAntica & GiardinAntico
I documenti ricevuti e non richiesti (testi, foto, disegni), in copia о in originale, non saranno restituiti. Le immagini e i testi inviati, non richiesti dalla redazione, saranno pubblicati a discrezione dell'editore. I lettori che inviano spontaneamente alia redazione testi e immagini ne autorizzano senza risen/e la pubblicazione gratuita e ne garantiscono la paternita e assenza di diritti di terzi.
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QUESTO CASANTICA
DI ANTONIO BIANCHI
II mondo del recupero ha numerosi volti. Ci sono costruzioni antiche filologicamente restaurate. Ci sono quelle piu semplicemente ristrutturate. Quelle edificate ex novo con materiali antichi. Quelle realizzate con materiali naturali e con metodi costruttivi attinti dal passato. Questo CasAntica fa tesoro di tante accezioni diverse del concetto di recupero. La panoramica spazia fra una costruzione siciliana minuziosamente restaurata assecondando i criteri piu condivisi del buon recupero; una dimora sarda costruita in anni sorprendentemente recenti ma rivisitata con materiali antichi e travolgente creativita; un “castello del vino” friulano edificato con materiali naturali (non antichi ma, in compenso, senza tempo) e metodi costruttivi attinti dai modelli del passato. C’e un’ulteriore testimonianza ancor piu protesa al futuro. Ci riferiamo a un’antica barchessa veneta rimasta praticamente inviolata, recuperata senza cancellare in alcun modo i segni del tempo. I “difetti” piu evidenti, quelli che nel recente passato si consideravano inaccettabili, concorrono a delineare un’atmosfera antica di straordinaria potenza. Ad armonizzare il tutto ci sono ricercatezze sopraffine e un uso consapevolissimo della luce. Gli addetti ai lavori Io sanno bene: la disposizione dei corpi illuminanti e importante per qualsiasi dimora. Ma nell’ambito dell’antico acquisisce un significato ancor piu importante. Consente di salvaguardare il preesistente, accendendolo di una sincerita e di una poesia che le ristrutturazioni piu ortodosse (quelle che cancellano le rughe) non hanno piu.
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TESORI ABBANDONATI
A CURA DI ADAMO ANTONELLINI - FOTO DI FEDERICO LIMONGELLI (UTESORIABBANDONATI)
TRA LE CASE RURALI, UNAVILLA. DOVE Ё SCESA PER SEMPRE LA NOTTE
Buonasera dottori
Sono pochi e confusi gli indizi che i nostri fidati esploratori urbani hanno potato raccogliere in questa affascinante dimora sperduta nella pianura padana, ormai fatiscente e sommersa dalla vegetazione. Insieme a labili tracce di storia e di vita, rivela perd insolite soluzioni architettoniche e successivi interventi di riorganizzazione degli spazi. Talora sorprendenti
a famiglia che origina-riamente la abitava e che, con ogni probabi-__ lita, la fece costruire nel corso dell’Ottocento, teneva le redini di un’estesa e ricca azienda agricola. Incredibil-mente, non si conosce quasi altro della storia di questa abitazione, abbandonata e sperduta nell’immensa realta rurale che la circonda, quel tessuto padano che cela tanti dei “tesori abbandonati” che
10 CasAntica
La villa ottocentesca presenta i segni di restyling ante litteram, essendo avvenuti in tempi tutt’altro che recenti. Risultato deH’accorpamento di due stanze al primo piano originariamente in uso alia servitu, in particolare, questo suggestivo open space, dove i volumi sono scanditi dalle armoniose curve degli archi, e dominate da un inatteso soffitto a cupola, con un affresco celestiale che fa capolino tra i mattoni sdentati.
I curatori del progetto “Tesori abbandonati”, su Facebook e Instagram, documentano da anni le rovine che il territorio nazionale cela nei suoi angoli piu appartati. Ma talvolta anche in bella vista. Edifici ormai decaduti, taluni fatiscenti, nei quali il tempo si e fermato, ma che continuano a raccontare la storia dei luoghi e di chi li ha vissuti. E che spesso sono ancora colmi di ricordi. 0, meglio, lo sarebbero, se non fossero stati depredati, finanche dei loro elementi architettonici, di ornamenti, fregi e affreschi. Ed e in ragione di cid, che di tutti, о quasi, i monumenti che hanno magistralmente immortalato, riuscendo con i loro scatti a catturarne I’anima, il nome e la localita non vengono rivelati.
raccontiamo su queste pagine, grazie alia collaborazione degli “esploratori urbani” - ed extraurbani - titolari dell’omo-nimo progetto.
I pochi indizi sono ben na-scosti fra quel che resta del mobilio e di cid che ancora contiene, nelle decorazioni, nei documenti sparsi fra le sale e i salottini. Quello piu chiaro, I’unico indizio a rivela-re Io status di diversi membri della famiglia, si legge sulie
CasAntica 11
TESORI ABBANDONATI
Sul pavimento del piano terra e nei cassetti dei mobili, a centinaia, documenti databili fra gli anni Cinquanta e Settanta. E a rimpiazzare le mattonelle, unico indizio in grado di rivelare lo status di diversi membri della famiglia, buste indirizzate a “dottori”: di nome diverso, ma dal medesimo cognome. Le ultime tracce di vita, riviste e calendari che risalgono ai primi anni Novanta. Un attimo prima dell’abbandono e del declino.
tante buste che rimpiazzano le mattonelie al piano terra: sono indirizzate a “dottori” di nome diverso, ma dal medesimo cognome.
Altre tracce, significative, sono offerte dagli interventi di riorganizzazione degli spazi che si possono cogliere con una certa immediatezza: restyling ante litteram, essendo avvenuti in tempi tutt’altro che recenti, e a loro modo sorprendenti. Cosi come le
originarie e original! soluzioni architettoniche che distinguo-no questa villa dalle circostan-ti, classiche case rurali. Anche perche queste ultime sono ancora tutte abitate. Case sparse, comunque non troppo vicine, che da qui appaiano si-milmente taciturne. Ma che ce la fanno sentire un po’ meno isolata, meno sola.
La costruzione, ormai som-mersa d a Ila vegetazione, si intravede appena dall’argi-
12 CasAntica
Nei dettagli la differenza.
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ne di un canale che serpeggia nella pianura. E, da fuori, sem-bra avere mantenuto salda la sua struttura. Basta perd varcare la soglia per renders! conto di come il tempo e la natura, dopo I’abbandono, ne abbiano ormai preso il pieno possesso. Nonostante tutto, о quasi, sia crollato, si riesce ancora a leggere come in origine I’edificio fosse ripartito in due zone distinte, come quasi sempre accade per le
abitazioni di impronta rurale: una padronale, ricca, ampia e sfarzosa; una per il personale di servizio, piu umile e scialba. Le pareti, certamente affre-scate in origine, si presentano ora per Io piu coperte da una carta da parati coloratissima, indicativo di quella che fu I’ultima ristrutturazione e del periodo a cui risale: la secon-da meta del secolo scorso, quando questi interventi erano di moda, ed era usanza
diffusa che ogni elemento decorative superfluo venisse rimpiazzato con addobbi piu semplici. A salvarsi, cosi da giungere miracolosamente quasi intatto fino a oggi, solo I’affresco del grande corrido-io al primo piano - grazie, si pud ritenere, alia sua buona fattura. Un che di prodigioso, come la lucidatrice degli anni Cinquanta in bilico da chissa quanto tempo nel salone adiacente, su una trave che
sorregge un frammento della pavimentazione - ad ecce-zione di questo, interamente crollata. E, nondimeno, il fatto che il “tesoro” non sia stato in questi anni completamente depredato, come avviene regolarmente per la gran parte dei suoi simili, conservando ancora le porte originali, tanti oggetti che avremmo potuto ritrovare in mercatini vintage о di modernariato, e numerosi mobili, grandi specchi, letti,
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Tra i gioielli che cela questo luogo, una Fiat 500 Topolino, parcheggiata nel granaio insieme a tanti mobili, ammassati in ogni dove: probabilmente gli eredi, durante I’ultima ristrutturazione, tentarono di spostarne qui, dalle stanze, quanti piu possibile. Un’autentica eccezione, il fatto che il “tesoro” non sia stato in questi anni completamente depredato, come avviene regolarmente per la gran parte dei suoi simili, conservando ancora tanti elementi: oltre al mobilio, porte e finestre original!, tanti piccoli oggetti della quotidianita.
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armadi e cassettiere. Elements, questi, che contribuiscono a contendere le idee circa le vicende della famiglia dei dottori. Troviamo infatti pezzi dell’Ottocento e del prime Novecento, come le poltrone del salottino al piano terra e i guardaroba della stanza al prime piano, accanto a elementi decisamente piu recent!, in prevalenza degli anni Cinquanta. Ё facile immagi-nare che gli eredi, durante la ristrutturazione, tentarono di spostare quanti piu mobili possibile nel granaio adia-cente alia villa - dove e ancora parcheggiato una Fiat 500 Topolino - ma molti di questi erano troppo ingombranti о situati in stanze in cui attuare manovre del genere risultava decisamente complicato. Tra gli ambienti della casa, particolarmente degna di nota e la camera del primo
piano sul versante laterale: dall’accorpamento di due stanze, in passato in uso alia servitu, e nato un open space davvero particolare e suggestive, dipinto di un caldo giallo crema e suddiviso in-ternamente dalle armoniose curve degli archi. Un tiepido abbraccio malinconico sul letto in ferro battuto, davanti alia finestra, dove e appog-giata una tenda finemente ricamata, sempre solleticata dal vento, con un baule coImo di coperte nella porzione piu interna, dominata da un inatteso soffitto a cupola, ormai irreversibilmente compromesso. Un affresco piuttosto grossolano vi fa ca-polino tra i mattoni sdentati, con il cielo terso a illuminarla e i cherubini a rendere ancora piu tenero I’insieme. Prima che la notte la colori, per sempre, di buio.
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LE STAGIONI DELL'ANTICO
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Chiaramente pietra
Per realizzare un vialetto, per creare un salotto anche nell’outdoor, per decorare
il bordo piscina. Traverti no, pietra di Prun о Beola Fava He, Biancone di Trani о Pietra di Luserna. Di taglio regolare о per posature “a opera incerta”. Ma sempre materiali antichi di recupero, con le patine naturali e le irregolarita che ne costituiscono i tratti distintivi
Quante qualita, la nostra amata pietra. Eco-compa-tibile per natura, di forte potenziale espressivo e intense impatto sensoria-le, rappresenta la soluzione ideale, sul piano estetico quanto su quello funzionale, per un ventaglio infinito di applicazioni, tanto nell’ambito della ristrutturazione, quanto in quello della decorazione.
E infinite sono le varieta tra cui selezionare quella pi и congeniale in relazione alle diverse esigenze, al gusto, alia necessita di integrare armoniosamente gli interventi con Io spazio circostante о al rispetto imprescindibile che e necessario osservare nell’am-bito di un restauro. In questo universo, la pietra “chiara” rappresenta a sua volta una galassia da esplorare, per la
UN’OPERA INCERTA
Cosi come peril tipo di materiale, per forme e misure, anche per la posatura esiste un’infinita di variabili. L’esempio di questo pavimento in pietra antica rientra nella tipologia di struttura a “opera incerta”, tipica dei cortili di casali della Toscana.
ricchezza e la complessita dei materiali che rientrano in questa sfera, certamente quella in cima alle classifiche delle preferenze nell’ambito della pavimentazione in pietra naturale, tanto per gli interni
quanto per esterni e giardini. Ё in particolare in virtu della sua innata solidita e all’ele-vata resistenza agli agenti atmosferici, agli sbalzi di temperatura e ai fenomeni di erosione, che la pietra si



ф DENTROOFUORI
La pietra “chiara” rappresenta un’autentica galassia da esplorare, per la ricchezza e la complessita dei materiali che rientrano in questa sfera: e certamente quella in cima alle classifiche delle preferenze nell’ambito della pavimentazione^irfpietr^jiatu rale, tanto per gli interni auanto oeresterni e eicTrdini. Nelorimo
interni quanto peresterni e gicTrdini caso, la tipologia e piu omogenea nei colon e nella levigatura data da anni e anni di calpestio, mentre quella peresterni, anche se in origine si tratta dello stesso materiale, risulta lievemente piu “ruvida”, in quanto assoggettata nei secoli agli agenti atmosferici.

LE STAGIONI DELL'ANTICO
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Per realizzare questo pavimento in pietra antica, una tra le tante soluzioni che si possono ammirare nei giardini della Casa Italiana di Lacole, a Pistrino di Citerna (PG), sono state utilizzate lastre con misure di dimensioni medio-grandi, ma non uniformi.
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adatta con facilita all’impiego per pavimentazioni esterne, con risultati esteticamentee funzionalmente impeccabili. Pud essere utilizzata per realizzare un vialetto, per lastricare I’angolo di un’area verde e creare anche neWoutdoor uno spazio abitabile, perdecorare il bordo piscina. E I’elenco potrebbe continuare a lungo. Impermeabile, antiscivolo, an-tigelivo e resistenti ai carichi, il travertino risponde a tutte queste caratteristiche ed e tra le soluzioni ideali perterrazzi, giardini, vialetti carrabili, scale e cortili. Ma nel macrocosmo delle pietre “chiare”, diceva-mo, la possibilita di scelta e infinita: pietra di Prun о Beola Favalle, Biancone di Trani о Pietra di Luserna, e chi piu ne ha piu ne metta. Poi, di taglio
regolare о per posature “a opera incerta” in misura appena piu grande di comuni piastrelie о in lastre di grande formate e di alto spessore, basole, cordoli, cigli. Parliamo sempre, perd, di pietre antiche di recupero, con le patine naturali che le contraddistinguono, con le i rregola rita che ne costituiscono gli incantevoli e irripetibili tratti distintivi. Ne abbiamo ammira-to uno stupendo campionario negli oltretremila metri qua-drati dello showroom di Lacole - Casa Italiana di Pistrino di Citerna (PG), dove la nostra rubrica, trova ogni volta spunti di ispirazione sempre nuovi. Ordinati in bancali о gia posati, questi materiali sono stati recu-perati da palazzi, ville, strade e piazze, presentano superfici di straordinaria bellezza e
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Per questa pavimentazione, le lastre di pietra chiara antica sono state abbinate a mattoni di recupero, tagliati a meta e montati sul lato, per costa. Ё solo una delle infinite geometrie e degli abbinamenti che si possono realizzare con questi materiali di recupero pervalorizzare giardino, zona piscina, solarium о living.
UNA PIAZZA IN GIARDINO □
Ordinati in bancali, come nei caso di questa foto, о gia posati, i materiali in esposizione sono stati recuperati da palazzi e ville, cortili, lastricati e piazze. Presentano superfici di straordinaria bellezza e suggeriscono tante diverse soluzioni: perun camminamento, ad esempio, come potrebbero ispirare queste antiche pietre di recupero dallo spessore molto alto, in quanto originariamente posate direttamente suIla terra.
suggeriscono tante diverse soluzioni. Perun camminamento, ad esempio, quindi per la valorizzazione di uno spazio verde, ecco i grandi lastroni, magari da abbinare a vecchi mattoni. Per una sorta di grande tappeto, elementi posati in modo sfalsato possono creare un motivo originale e di grande impatto visivo. Contrariamente all’equi librio dato da pietre disposte perfet-tamente distanziate, meglio se di diverse forme, cosi da creare
un disegno che sia ornamento. Oppure in modo elegantemen-te lineare, con listoni incasto-nati nell’erba о nella ghiaia, percondurre a quello che e un vero e proprio salotto all’aper-to, naturalmente pavimentato in pietra, alia zona piscina, al solarium о al living.
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Lui e Duilio Tatti, antiquario, restauratore, artista del recupero e anima di Bon Ton Sri. Una costruzione recente trasfigurata dai materiali antichi e da una travolgente creativita. “Ci sono molti emblemi della tradizione ma non la definirei una dimora tipicamente sarda”. “Qui, ho avuto modo di esprimere liberamente, come in un bel gioco, la mia creativita”. Gli ambienti pullulano di accorgimenti inediti e di soluzioni mai viste, tutti da esplorare. “Soprattutto e una casa che evoca amabilita. Qui si vive bene. C’e energia. C’e armonia”
di Antonio Bianchi - foto di Rossana Piras e Favole Videography (per gentile concessione di Bon Ton Sri, Samassi)
C’e una zona relax all’aperto, comunicante con il salone. Colpisce la seduta in cemento colorato, con intriganti curvature, adagiata su una base di pietre dipinte di bianco. Il muro di cinta e scandito da finestre, con inflssi di un tenue grigio-azzurro. “Ё un colore della tradizione”, ci ha raccontato Duilio.
Ci sono abitazioni che scopriamo per puro caso. Come la dimora che vi raccontiamo in queste pagine. L’abbiamo individuata grazie a Bon Ton di Samassi, nella provincia del Sud Sardegna, un’azienda che rappresenta un riferimento imprescindibile per gli appassionati d’antico, quello della tradizione sarda ma non solo. Qualche mese fa, gli amici di Bon Ton ci hanno inviato in visione alcune foto di loro lavori. E fra quegli scatti e apparsa una dimora plena di so-luzioni inedite e imprevedibili, rivelatrici di un vivido culto per i materiali di recupero e di una rara capacita di trasfigurare i materiali della tradizione in soluzioni progettuali personalissime. Solo in un secondo tempo abbiamo scoperto trattarsi proprio della dimora di Duilio Tatti, Г anima di Bon Ton. Un addetto ai lavori dalla
creativita sorprendente e dal campo d’azione alquanto articolato: Duilio e antiquario, restau-ratore, artista del recupero, cultore dei materiali della tradizione regionale. “Perche tutto e nato dall’amore per la mia Sardegna’".
La sua folgorazione per 1’antico risale a circa 35 anni fa, pungolata da una vecchia porticina da stalla poi trasformata in mobile. Da quel primo lavoro, per Duilio, i materiali della tradizione sono diventati un lavoro, condotto con entu-siasmo, caparbieta, ricerche appassionanti e incontri magici. “C’e una figura che deflnirei un maestro. Ё Lello Porru, di Sanluru, scultore, pittore, artista della ceramica. Una figura schiva, di poche parole, che preferisce esprimersi con le proprie opere”.
Duilio ama tutti i materiali della tradizione. Li ha esplorati a fondo e sa coglierne Lessenza piu
26 CasAntica

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profonda. C’e un’altra passione di cui ci ha par-lato: “Sono diplomato in medicina tradizionale cinese. Pratico il cosiddetto Qi Gong, che abbrac-cia meditazione, benessere psicoflsico, energia interiore... ”. Si tratta di un’annotazione interes-sante: “Anche i materiali naturali svolgono un ruolo fondamentale, specie se utilizzati congiun-tamente. Un’energia che ho sperimentato perso-nalmente e che mi ha avvicinato sempre piii al concetto di armonia, una mia esigenza vitale”. La casa di Duilio si trova a Samassi, in campa-
La cucina e stata oggetto di una progettazione meticolosa, al milli-metro. Il cromatismo delle piastrelie in cotto smaltato trova corri-spondenza negli intarsi delle antine sottostanti. In posizione angolare c’e un volume sormontato
da una sorta di cupola. “Mi piaceva inserire questo elemento ton-deggiante, in cemento. Ho puntato a ridurregli spigoli e a promuovere, ove possibile, forme piii sinuose. Vale anche per I’angolo fra piano cottu-ra e lavello, realizzato in
cemento lisciato”.
Il piano cottura e scan-dito dalle antine dipinte di una vecchia cucina economica. “Ё il regalo di due amici di Vercelli, Antonia e Mauro. Colla-borando alia loro casa di Carloforte e nata una bella amicizia”.
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Il soggiorno e I’ambiente pili articolato. Una varieta che sembrerebbe scaturita dall’unione
di piii ambienti, se non fosse che la costruzione e recentissima. Questo salone si articola in
num er os i settori tutti meritevoli di disamina. L’angolo bar e cinto dalla sommita di un cancello dell’Ottocento: “Me lo ha fornito un amico architetto, Marco’’.
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gna. “Ё un luogo ammantato di silenzio e rac-coglimento. Si scorgono solo poche abitazioni in lontananza. Qui ho la possibility di vivere ritmi un po’meno frenetici e di concedermi attivita per me importantissime, a cominciare dalla сига dell’or to”.
La costruzione non ha una lunga storia. Risale a quindici anni fa. In compenso, sono senza tempo la creativita, la manualita e i material! utilizzati.
“Qui, ho avuto modo di esprimere a briglia sciolta la mia creativita, concedendomi quegli
accorgimenti e quegli sperimentalismi che non sempre ho la possibility di attuare altrove”. Una creativita che lambisce la genialita, sospingen-dosi in soluzioni mai viste, originalissime e di sorprendente efficacia.
Una dimora piena di accorgimenti da addetti ai lavori. Ma - soprattutto - una vera dimora fami-liare, amata, vissuta, sedimentata di quotidiani-ta. Qui, Duilio abita con la moglie Maria Assun-ta e con le figlie Verdiana e lanira. Una famiglia intimamente legata al mondo del recupero. “Maria Assunta e il mio braccio destro. Verdiana
Sulla parete che cinge I’angolo camino si staglia una flnestrella. “L'ho incorniciata con pietre trouatefuori casa”. Ё rivolta a ouest. E al tramonto proietta suggestivi giochi di luce sul camino. “Ё una cornice in trachite. Risale a meta Ottocento e proviene da Busachi”
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Un settore del salone cattura I’attenzione per la luminosita. Ce una scaletta a pioli tra-sformata in punto luce (“Proviene da Ghilarza e ha una bizzarra curva-tura: e stata realizzata con legno fresco e i pioli sono stati inseriti solo dopo la stagionatura”). Sullo sfondo, un curioso volume angolare. La parte inferiore e cinta
da antine del ‘600 trova-te a Furtei. Sopra, c’e una flnestrella. Si direbbe comunicante con I’ester-no. In realta, il vetro opa-lino occulta un punto luce artificiale. Nel vano sovrastante, gallinelle benauguranti illuminate in controluce. Un abbi-namento che ben rivela la modulazione ragio-natissima - e sempre diversa - delle luci.
ha un fortissimo senso estetico. lanira e talmente innamorata del mondo delle case e dei materiali tipici da essersi laureata in Architettura. Ё lei che mi coadiuva pergli aspetti strutturali e proget-tuali”. In questa casa abitano anche i nipotini di Duilio: “Con noi ci sono Tommaso e Mia, i figli di Verdiana. Li considero i miei due gioiellini, i miei amori”, ci ha raccontato con orgoglio.
La chiave di lettura di questi ambienti? “Direi lamabilita, larmonia, I’abbracciofamiliare. Questa e una casa dove si sta bene, dove ci si sente a proprio agio. Tutto e all’insegna della massima vivibilita. Il salone per esempio e grande espazioso e miei nipotini possono tranquilla-mente entrare con le loro biciclette. In altre case sarebbe impensabile”.
La costruzione e di circa 200 m2 e si articola su due livelli, con una grande zona giorno di 140 m2 e una zona notte di circa 60 m2. In fase di costruzione abbiamo fatto tesoro degli scarti di una cava di Nureci, il paesino in cui ё nato il papa di Duilio. “Si chiamava Antonio. La mamma, invece, Rita”.
La casa e ricca di riferimenti alia cultura locale, anche se non pub definirsi una casa tipica-mente sarda. Fra gli emblemi della Sardegna si scorgono numerosi canisteddus (canestri e cestini realizzati in culmi di grano e, talvolta, con inserti in tessuto), pallineddas (cestini), sciveddas (contenitori in terracotta utilizzati per preparare la fregola)... In cucina, su una mensola, si scorgono le caratteristiche brocche
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a due manici che le donne sarde portavano in testa per trasportare 1’acqua. E ci sono le galli-nelle in ceramica, considerate di buon auspicio. Duilio ci ha raccontato di amarle tantissimo e di averle collocate un po’ dappertutto. Nel salone, per esempio, valorizzano piccoli angoli in con-troluce. Questi riferimenti alia tradizione sarda sono utilizzati come piccoli guizzi. Per il resto, la dimora si sospinge in seduzioni del tutto inedite e in angoli funzionali che strizzano Focchio ai materiali del passato adattati a una vivibilita contemporanea. “A cominciare dall’angolo bar, scaturito dalla sommita di un cancello dell’Ot-
tocento che mi e state fornito da un amico archi-tetto, Marco. Ne hofatte strategicamente tesoro, utilizzandolo per cingere una nicchia opportu-namente bombata per dare maggiore profondita. La soluzionegli e piaciuta tantissimo”.
Nella progettazione degli interni, c’e chi parte dalla collocazione dei mobili piu grandi, chi comincia dai colori delle pared, chi si basa su dettagli piu minuti... Duilio ci ha raccontato che la sua casa ha preso forma a cominciare dagli infissi: ‘A Ghilarza ho trouato alcune porte e porticine del ‘600, in castagno, appartenenti a una medesima casa. E ho cominciato proprio da
A ridosso della rampa di scale, si ammira un mobile con cassetti e antine bianche. Ё un vecchio banco da falegname riuisitato da Duilio. Un altro curioso mobile si ammira difianco al camino. Si tratta di
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un vecchio banco di ferramenta, trovato in un magazzino. Ha una struttura in legno naturale, cassetti dipinti e antine di protezione, anticamente munite di lucchetti, per impedire I’apertura dei cassetti.
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La balaustra del soppalco e scandita da sinuosi elementi lignei tinti di bianco. “Si tratta
di ginepro marino, profumatissimo”, ci ha raccontato Duilio. Per incrementarne
la sicurezza, questi elementi lignei sono raccordati da bar re d’acciaio.
queste, adattandole ai varchi. Una, per esempio, in una camera da letto, una seconda in un ba-gno, una terza nella lavanderia... ”.
Dopo la formulazione del percorso, la creativita di Duilio ha potato dispiegarsi su tutti i fronti. A livello strutturale, vale la репа soffermarsi sul pavimento composito del soggiorno, scaturito assemblando cotto antico dal cromatismo e dalla conformazione mista, cementine e - in corrispondenza del camino - il lastricato di una chiesa sconsacrata (“Si tratta di una chiesa dei dintorni di Iglesias. Alcune porzioni di questo lastricato, opportunamente ritagliate, sono state riutilizzate in cucina”). Molto interessante an-che il soffitto del salone, in incannucciato. “Si tratta di una tecnica chiamata Orriu, diffusissi-ma nel territorio di Oristano”. Sempre a livello strutturale, ci sono anche soluzioni all’insegna della bizzaria: ё il caso di una colonna inglobata in una giara a ridosso di una bizzarra finestrella trapezoidale, con bordo in pietra, affacciata sul camino. Per non parlare di uno straordinario bagno, con boiserie realizzata con gli elementi
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di una serranda ottocentesca, lasciata in patina, incastonati alle pareti...
Quanto piu lo sguardo indugia in profondita, tanto piu emergono le sottigliezze di Duilio. Pensiamo ai sottili raccordi cromatici e formali che caratterizzano tutti gli ambienti dal piu spiccato carattere decorativo. A cominciare dai bagni e dalla cucina, in cui il cromatismo delle piastrelie in cotto smaltato (“Alcune recuperate a Cagliari Castello”), e richiamato, a intarsio, nelle antine sottostanti.
Ancor piu sorprendente la meditatissima ge-stione delle luci. “Nel salone, peresempio, ci sono otto tipologie di luce tutte diverse, che, inte-
ragendo contribuiscono a esaltare latmosfera di ogni scorcio”. C’e una finestra, cinta da un vetro opalino, che diffonde la luce di un corpo illu-minante sul retro. Questa luce diffusa dialoga, a contrasto, con anfore e gallinelle gialle bene-auguranti in controluce. Altri curiosi corpi illu-minanti caratterizzano I’angolo bar e una delle pareti laterali, su cui si ammirano tre cornici. Solo una volta accese si scopre la loro funzione. Insomma: una casa che racconta Duilio e la sua incredibile creativita: a livello strutturale, a livello di arredi (con alcuni mobili tradizionali rivisitati e aggiornati con vivida personalita), a livello cromatico e compositive e a livello di
La camera padronale si caratterizza per una testiera virtuale sormontata da una nicchia, una presenza che, con la finestra lignea e il bizzarro comodino realizzato con un an for a sarda, accende d’antico I’intero ambiente.
In questa pagina, il bagno della camera padronale, realizzato con vecchie cementine. Nella pagina a flanco, la cameretta dei bambini. La tastiera in legno e percorsa da cuori bian-chi. Nelle altre foto, il sorprendente bagno della camera di Verdiana, bordato con elementi
lignei di una serranda dell’Ottocento in patina originale. Osservando le foto sembrerebbero esse-re dipinti. In realta, sono affondati nelle pared. La specchiera, collocata in una cornice dipinta e con angoli smussad, ri-chiama cromadcamen-te le cementine colorate del pavimento.
illuminazione e - dunque - d’atmosfera.
Duilio ha tante idee per il future. “Penso che una casa non possa definirsi mai conclusa. Ё desdnata a cambiare, a mutare, a riempirsi di nuove idee...”. Cambiamo, evolviamo, siamo in costante divenire. “Gli ambiend dovrebbero mutare con noi. Anche queste considerazioni rien-trano appieno nel concetto di armonia”.
Per Duilio, restaurare bene significa ridare vita a ogni singolo pezzo antico senza storpiarlo, salvaguardandone Г anima. Una considerazione che ha interiorizzato spaziando su tanti fronti: si e occupato di case vacanza, di allestimenti museografici, di strutture ricettive... “Amofarmi
guidare dai materiali della tradizione. Per me e importante che tutto cib che appardene alia cul-tura sarda rimanga nella nostra cultura. Le case chefanno tesoro dei materiali autoctoni evocano sempre una percezione di armonia”. Il dialogo con i committenti? “Ё sempre sdmolante. Spesso nascono bellissimi dialoghi e mi danno carta bianca. Certo, non e sempre facile superarsi e sorprendere. Talvolta, lavorando a un progetto, fadco a prendere sonno. Ma ho imparato afar tesoro degli stimoli, sempre diversi, forniti dai padroni di casa. Conoscendoli, ascoltandoli, en-trando in empada, la creativita prende sempre la direzione giusta”.
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Un terzo bagno, stupendo, si caratterizza per il lauello di ruvida pietra. Si tratta di un abbeveratoio, sormontato da
una cornice uerde incastonata in un tavolato tinteggiato di bianco. Si ammirano scalette a pioli sbiancate. Le pared sono percorse da uno
strepitoso bordo lineare di ceramiche fiorate ritagliate a quadradni e affondate nello spessore della parete. L’effetto e rinvigorito da inserd dipind.
Per i suoi lavori, Duilio si awale di giovani e bra-vi artigiani. “C e Duilio detto Willy, mio nipote, che si occupa dei lavori di falegnameria. E ce Nicola, che si occupa delle riflniture. Per lavoro, sono spesso in viaggio per la mia Sardegna. Oltre a Samassi, Bon Ton ha un punto vendita anche a Carloforte. E devo dire che mi manca un po il laboratorio. Perfortuna ci sono Willy e Nicola. Lavoriamo insieme ormai da tand anni e ci ca-piamo al volo”.
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MODICA (RG), IL RECUPERO DI UNA “GROTTA VESTITA” CON MlLLENNI DI STORIA
LA CASA NELLA ROCCIA
di Adamo Antonellini - foto per gentile concessione di Fiammetta Neri
Piu che una ristrutturazione - scrupolosa e intelligente, rigorosa e creativa - un’operazione di salvaguardia di un eccezionale frammento di patrimonio. Che sembra aver dato il via alia rinascita di un intero, storico quartiere, il Cartellone, che dall’alto domina tutta la citta. E che e la Vigata della fiction “Il commissario Montalbano”. 0, almeno, una delle Vigata, citta diffusa ormai per antonomasia. Fuori dal set, la vera storia ce la racconta Fiammetta, che dopo questa prima esperienza ha deciso di bissare, recuperando anche un “nido” nelle immediate vicinanze.
A disposizione dei turisti che desiderano trascorrere una vacanza in questo gioiello della Sicilia
Il Cartellone, che flno al Quattrocento era il quartiere ebraico - detto anche “d’Oriente”, e che dagli anni Settanta del secolo scorso ha iniziato progressivamente a spopolarsi - era flno a pochi anni fa uno dei piit degradati della citta. Ma e anche quello che ne
offre il panorama piu spettacolare, con il duomo di San Giorgio e la basilica di San Pietro a specchiarsi in bella vista, cosi come tante altre merauiglie di quella che, non a caso, e chiamata anche “la citta delle 100 chiese”. Qui, infatti, dietro unafacciata
spesso anonima, le case rivelano il piu autentico signiflcato del termine “antico”e celano, al loro interno, un ver о tesoro. Ё il caso di questa “grotta vestita”, che Fiammetta ha acquistato nel 2015 e di cui ha curato la ristrutturazione nei minimi dettagli.
ud bastare talvolta un piccolo gesto, niente di ciamoroso о sensazionale, per cambiare il corso della storia. Magari non quella dell’umanita, ma
certamente quella di un luogo о di una comunita. “Ogni gesto e un evento”, affermava d’altronde (giustamente) 1’illuminato filosofo e scrittore tedesco Walter Benjamin, che con le sue tesi sulla filosofia dell’estetica, poco meno di un secolo fa, ha marcato la storia della percezione del gusto e del bello.
E potrebbe proprio essere uno di quei “piccoli gesti”, quello che Fiammetta ha messo a segno qui, nel cuore antico di Modica. РегсЬё non si tratta solo e “semplicemente” di una ristrutturazione - scrupolosa e intelligente, rigorosa e crea-tiva allo stesso tempo. Perche non si tratta solo di
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un’operazione di salvaguardia e recupero di un inestimabile, eccezionale frammento di patrimo-nio -ede proprio dell’Umanita che parliamo, in questo caso, essendo ufficialmente la citta iblea nella lista Unesco gia dal 2002. Perche, su tutto, il risultato finale - o, meglio, I’inizio - che ne e sca-turito, rappresenta Fespressione autentica di una nuova vita. Ma non solo per 1’antica dimora che vi stiamo per raccontare, una tipica, meravigliosa “grotta vestita” che dal Cartellone domina tutta la citta. Perche, come un seme che sta germoglian-do, ha iniziato a contagiare il quartiere, a stimo-lare altri interventi di recupero, ma soprattutto a riaccenderne 1’anima, nel segno della rinascita culturale e artistica, a offrire prospettive, in termini di attrattivita, quindi di sviluppo turistico, e non solo. Insomma, sembra proprio Finizio di
Quelle che oggi sono stanze, erano ieri singoli “appartamenti”, in cui vivevano intere, poverissime famiglie. Almeno fino ai primi dell’Ottocento, quando qualcuno inizid a renderle comunicanti. Erano forse ifalegnami di quartiere che per tre generazioni hanno abitato questa “grotta vestita”, prima che venisse abbandonata a se stessa.
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una rivoluzione gentile quello a cui stiamo assi-stendo, fortunati testimoni. E in fondo, perchb non crederci?
Fiammetta ё geometra appassionata. In pri-mis, da sempre, di storiche dimore da scoprire e ristrutturare. Dalia capitale, dove e nata, si e trasferita in provincia, dove il marito e titolare di una storica farmacia. E sono state proprio le origini siciliane del consorte a far scattare la scintilla, quelFamore per Fisola - Modica, in particolare - che da meta delle vacanze si e trasformata presto nella sua seconda casa. Ma mica una casa qualsiasi.
In uno dei sobborghi piii degradati della citta - ma anche quello che ne offre il panorama piii spettacolare, affacciato direttamente sui quartie-ri nobili, con il duomo di San Giorgio e la basilica di San Pietro a specchiarsi in bella vista, cost come tante altre meraviglie di quella che, non a caso, e chiamata anche “la citta delle 100 chie-se” - Fiammetta, nel 2015, acquista quello che
era poco piii di un rudere. Che celava perb, al suo interno, un vero tesoro. Dietro una facciata spesso anonima, infatti, le case di quello che era fino al Quattrocento il quartiere ebraico - detto anche “d’Oriente”, e che dagli anni Settanta del secolo scorso ha iniziato progressivamente a spo-polarsi - rivelano il piii autentico significato del termine “antico”. Perche qui, a Modica, antico vuol dire neolitico, 1’ultimo dei tre periodi della preistoria che costituiscono 1’Eta della pietra, quello che va piii о meno dal 10.000 al 3.500 avanti Cristo.
Non sappiamo se la grotta che custodisce, in-torno alia quale si sono sviluppate nei secoli altre minuscole unita abitative, poi assemblate in qualche modo fino a presentarsi nella con-figurazione attuale, fosse abitata anche a quel tempo. Ma sul fatto che in quel cuore di pietra qualcuno ci vivesse gia un paio di millenni fa, almeno, ci si pub tranquillamente scommettere. A quello che rappresenta il nucleo originale,
Fiammetta ha sfruttato la sua creativita per personalizzare gli ambienti con estrema attenzione, e renderli funzionali. Ecco allora I’antica scala da mugnaio peraccedere al piano superiore, su cui sono installate, a mo’di ringhiera, le cerniere originarie delle porte e delle vecchie flnestre della casa.
oltre che 1’elemento massimamente caratteriz-zante di questa casa, le diverse aggiunte sono awenute in tempi diversi. Secoli diversi. Quelle che oggi sono stanze, erano ieri singoli “appar-tamenti”, in cui vivevano intere, poverissime famiglie. Almeno fino ai primi dell’Ottocento, quando qualcuno inizib a renderle comunican-ti. Erano forse i falegnami di quartiere che per
tre generazioni hanno abitato questa “grotta vestita” - come le chiamano qui - prima che venisse abbandonata a se stessa. Fiammetta ne ha recuperato le tracce qua e la, e in particolare in quella che era una sorta di soffitta, utilizzata come deposito: alcuni attrezzi del mestiere e tre vecchie sedie fanno parte oggi degli arredi. “Sono oggetti che, cost come la roccia, racconta-
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Alla grotta, che rappresenta il nucleo originale della primordiale abitazione, oltre che I’elemento massimamente
caratterizzante della casa, le diverse aggiunte sono avvenute in secoli diversi. “Per il suo ripristino ho usato solo e semplicemente
delle spazzole vegetali”, racconta Fiammetta. “Dove Fambiente respira, non occorre un trattamento di altro genere.
Per “inventare” la
testata del letto, Fiammetta ha utilizzato bordure settecentesche di aiuole, provenienti dai giardini di Ragusa. Ed e sempre dai rivenditori dei
dintorni che sono stati recuperati gli oggetti e gli arredi, le cementine e gli altri elementi architettonici e decorativi, di cui la casa e ricchissima.
no la storia del luogo, la vita passata di questa casa e di chi I’ha abitata - ci dice Fiammetta - e per me e importante che si possano vedere e sentire”. Cancellarne le tracce sarebbe un vero delitto: come non essere d’accordo con lei, che questa filosofia l’ha applicata scrupolosamente anche in tutti gli interventi di recupero. A partire dalla pietra della grotta. “C’e chi non si efatto scrupoli a utilizzare I’idropulitrice о prodotti chimici al fine di sbiancarla. Io ho usato solo e semplicemente delle spazzole vegetali: dove Гат-biente respira, come in cucina, non occorre un trattamento di altro genere”. Lo stesso vale per gli elementi della struttura muraria - per lo piii
in pietra di Comiso, roccia di calcare dalla grana compatta, ma anche tufo, in alcune zone - che, laddove ё stato necessario ripristinare о inte-grare, si e proweduto a trovare presso la vicina Cava di Pietra Franco.
I pavimenti, posati ex novo, sono stati realiz-zati appositamente in pietra modicana da un marmista locale. Ed e sempre dai rivenditori dei dintorni che sono stati recuperati gli oggetti e gli arredi, le cementine e gli altri elementi archi-tettonici e decorativi, di cui la casa e ricchissi-ma. Ё il caso dei mattoni di Caltagirone e delle maioliche utilizzate per il tappetino d’ingresso e, in cucina, per il rivestimento del piano cottu-
ra. Alla rigorosa attenzione per il ripristino degli intonaci e dei diversi element! strutturali, cosi come per valorizzare al massimo la grotta nella sua splendida, naturale essenza - nella sala da bagno e in camera da letto, in particolare, come si pud ammirare - Fiammetta ha unito la sua creativita per personalizzare gli ambienti con estrema attenzione, e renderli funzionali. Ecco allora 1’antica scala da mugnaio per accedere al piano superiore, su cui sono installate, a mo’ di ringhiera, le cerniere originarie delle porte e delle vecchie finestre della casa. Per lavandini e lavabi, la scelta e ricaduta su antichi abbevera-toi di animali da cortile, levigati solo all’interno
Ricauato dal tetto, un balcone panoramico consente I’affaccio sulla citta. Che, per chi non lo sapesse, e anche Vigata, la citta di Montalbano. O, almeno, una parte di questa: seppure immaginaria, Vigata esiste infatti nelle strade di Modica, Scicli,
Is pica e degli altri comuni in provincia di Ragusa. Come una citta diffusa, molteplice. Al momento di scegliere i luoghi dove ambientare la fiction, e quindi ricostruire il paese di Montalbano, il regista Alberto Sironi e lo sceneggiatore Luciano
Riccieri sono rimasti incantati dalle sue bellezze barocche e dalla splendida luce che la illumina. Mod ica co n trib и isce cosi alia costruzione delHmmaginaria Vigata rendendola reale, in numerosi ep iso di.
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per ragioni igieniche e per rendere agevole lo scarico, ed esternamente soltanto ripuliti. Per la testata del letto, bordure settecentesche di aiuole, provenienti dai giardini di Ragusa, di cui presentano lo stemma.
Al piano superiore, il solaio conserva i legni originali e lo spazio e stato sfruttato con grande intelligenza. Alle pared, le antiche tavole che venivano usate come red per i letd. Ricavato dal tetto, un balcone panoramico consente 1’af-faccio sulla citta. Salendo ancora, in una sorta di torretta che sovrasta la casa, lo studio-atelier dove Fiammetta lavora e dipinge i suoi splendi-di acquerelli.
Un lavoro, nell’insieme, quanto mai armonico e
suggestivo. Ed estremamente impegnativo, per la particolare collocazione della casa, per il neces-sario rispetto delle norme e dei vincoli in materia di recupero conservativo. Siamo, insomma, di fronte ad uno di quei casi in cui e servita “quella pacata ma sovrumana determinazione di cui solo certe donne sono a volte capaci”, per citare il maestro Camilleri. E non a caso. Perch6, per chi non lo sapesse, Modica ё anche Vigata, la citta della fiction “Il commissario Montalbano”. O, almeno, una parte di questa: seppure immaginaria, Vigata esiste infatti nelle strade di Modica, Scicli, Ispica e degli altri comuni in provincia di Ragusa. Come una citta diffusa, molteplice. Al momento di sce-gliere i luoghi dove ambientare la fiction, e quindi
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Abbarbicata alia roccia tra due cave naturali a cui deve la sua peculiare struttura urbana (e la distinzione in Modica alta e Modica bassa) I’antica capitale della Contea di Modica contribuisce alia cultura architettonica dell’eta tardo-barocca soprattutto con il Duomo di San Giorgio e la chiesa di San Pietro. La seen ograftca faccia ta
di San Giorgio, con il partito centrale che si trasforma in tor re campanaria, e un esempio di soluzione costruttiva originale adottata da Rosario Gagliardi (progettista anche del duomo di Ragusa Ibla) ma richiama al tempo stesso unafervida circolazione di idee e modelli diffusi nell’Europa Settentrionale.
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ricostruire il paese di Montalbano, il regista Alberto Sironi e lo sceneggiatore Luciano Riccieri sono rimasti incantati dalle sue bellezze barocche e dalla splendida luce che la illumina. Modica contribuisce cosi alia costruzione delHmmagina-ria Vigata rendendola reale, in numerosi episodi. Il commissario piu volte gravitera intorno al Liceo Tommaso Campailla, soprattutto negli episodi “La Pista di sabbia”, quando i corridoi e le aule del Convitto diventano gli uffici del giudice Sconda-miglio, e in “Salvo Amato, Livia mia”, quando nei
С’ё un alt го “nido”, poco distante dalla “grotta vestita” che in tempi recenti Fiammetta ha deciso di acquistare e di riportare a nuoua vita. Non c’e la grotta - che qui e un segno distintivo - ma il fascino e il medesimo. Cosi come la qualita degli interventi e degli dementi che la
abitano. Dai pavimenti in graniglia di marmo alle cementine recuperate durante la ristrutturazione, dai muri in pietra di Modica riportati alia luce come da tradizione agli intonaci esterni plurisecolari, lasciati nella loro piena integrita, ai raffinati lavelli in pietra. Difronte, lo
stesso,straordinario panorama, che si pub ammirare anche dalle flnestre e dai balconi. Intorno, un quartiere che pare voler rinascere. Dove nei vicoli antichi si accendono altri cantieri. Dove altri artisti e artigiani stanno pensando di aprire i loro atelier e le loro botteghe.
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monumental! corridoi viene ambientato 1’archi-vio comunale di Vigata. Poco distante, nei bassi del Palazzo della Cultura, il Commissario arre-stera Francesco Bellavia esponente della famiglia mafiosa dei Cuffaro. Altre scene sono girate sul corso Umberto I e in molte viuzze adiacenti, tra queste via Guerrazzi, via Moncada e via Maggiore Bruno. E in uno dei palazzi 11 intorno e stata ambientata la memorabile scena dell’episodio “Un covo di vipere”, in cui Montalbano disturba il dottore durante un’abbondante colazione con gli
immancabili cannoli siciliani.
Un luogo dawero magico, Modica, “citta presepe” per lo spettacolo che offrono le sue case arrampi-cate sulla roccia. Tanto da spingere Fiammetta a fare il bis. C’e un altro “nido”, infatti, poco distante, che in tempi recenti ha deciso di acquistare e di riportare a nuova vita. Non c’e la grotta - che qui e un segno distintivo - ma il fascino e il mede-simo. Cosi come la qualita degli interventi che ha realizzato e degli elementi che vi ha integrato. Dai pavimenti in graniglia di marmo alle cementine
Le case che Fiammetta ha recuperate a Modica si possono afflttare per breui vacanze grazie alia rete Wonderful Italy,
cheha I'obiettivodi supportare lo sviluppo del turismo in aree meno note d'Italia, offrendo ospitalita in
dimore scelte, esperienze turistiche autentiche, secondo i piu alti standard professionali di accoglienza
recuperate durante la ristrutturazione, dai muri in pietra di Modica riportati alia luce come da tradizione agli intonaci plurisecolari, lasciati nella loro piena integrita, ai raffinati lavelli in pietra. Di fronte, lo stesso straordinario panorama, che si pud ammirare anche dalle finestre e dai balconi del “nido”. Tutt’intorno, un quartiere che pare dawero voler rinascere. Dove nei vicoli antichi si accendono altri cantieri. Dove altri artisti e arti-giani stanno pensando di aprire i loro atelier e le loro botteghe. Grazie anche a Fiammetta e al suo magnifico esempio.
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Ricordate le tende di lusso e il grande porticato.di cui vi ayevamo parlato su CasAntica 66?
. 'in questi sei anni si sono aggiunte alcune novita. Aromihciare dal pergolato e dalle due suite: Rosso Tiziano e Verde Laguna, al primo piano, negli antichi ambienti domestici del fattore.
Un recupero che prefigura le direzioni del futuro e insegna a cogliere I’essenza dell’antico, che si nutre anche di “imperfezioni”. Per fame tesoro bastano la luce e un tocco d’eleganza
di Antonio Bianchi - foto di Max Salani
Il perno architettonico del Glamping Canonici di San Marco e una barchessa del ‘600, parte di una straordinaria e curatissima corte contadina legata allafamiglia di Alessandro. Il connubio fra le ricercatezze “cosmopolite” del glamping e il contesto impregnate di una tipicita laboriosa e senza tempo e la chiave di letturafondamentale di questo scorcio unico.
Nel tripudio di aggettivi qualificativi che caratterizza le riviste di settore, si corre il rischio di generare confu-sione. Molti pensano che, raccon-tando una casa, i giudizi estetici rappresentino la conquista suprema. In realta, ci sono recuperi molto piii che belli о bellissimi. Sono quelli che comunicano a un livello piii profondo, che con-sentono di maturate consapevolezze minuziose e di prefigurare le direzioni future del nostro campo d’azione.
Non sono moltissime le case realmente capaci di “insegnare” a osservare Гantico. Vale per certi seriosi restauri conservativi (definizione di cui troppi fanno vanto, confondendo il concetto di “restauro” con quello, ben piii arbitrario, di “ri-strutturazione”). Ma vale anche per il recupero che vi raccontiamo in queste pagine, forse trop-po estetizzante, raffinato ed elegante per essere considerato anche tanto autorevole e profondo dal punto di vista architettonico-conservativo.
Eppure cosi e. Dietro 1’incantevole approccio estetico si scorgono accorgimenti conservativi esemplari, cosi ben condotti da rivelarsi istrut-tivi anche per i luminari piii duri e puri del restauro architettonico.
Si tratta del Glamping Canonici di San Marco, a Mirano (VE). I nostri affezionati hanno gia avuto modo di pregustarlo sulle pagine di Ca-sAntica 66. Il termine “glamping”, scrivevamo in quell’occasione, ё una contrazione di “glamour” e “camping” e identifica una sorta di campeggio a cinque stelle. Una formula ospitale che taluni fanno discendere dai resort di lusso africani e che abbraccia ecologia e design, natura e lusso, tende dagli interni elegantissimi immerse in fascinosi contesti en plein air.
Il Glamping Canonici di San Marco (uww. glampingcanonici.com) e scaturito dall’entu-siasmo e dalla sintonia di una doppia coppia di amici: Emanuela e Federico, Monica e Alessandro, quattro figure che definiremmo eccezionali
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Era una semplice parete che ospitaua una vasca. “Infuturo, e destinata a diuentare un fresco pergolato”, ci avevano raccontato Emanuela e Monica
in occasione della prima visita. E cost e stato. In questo spazio fresco e ombreggiato - con affaccio sulla strepitosa corte - e possibile degustare
vini locali efantastici aperitiui, preparati dal giovanissimo e brillante Riccardo.
Curiosita: “I tavoli provengono da Bali e, in origine, erano
quadrati. Abbiamo detto al nostro bravissimo falegname: ‘Franco, pensaci tu. E lui li hafatti rotondi, seruendosi di legno di recupero”. Tutt’intorno,
originali pezzi del passato, selezionati con gusto e creativita. Ё il caso dell’antica inferriata di un balconcino trasformata in tavolo.
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Altri scorci della Pergola, punteggiata di tavolini e di flnezze da interno che riconfigurano I’atmosfera en plein air. Lefascinazioni mutano costantemente,
cosi come il paesaggio. Ogni periodo dell’anno offre spunti diversi ma altrettanto entusiasmanti. “Marzo e ottobre sono i mesi forse piii affascinanti e da scoprire. Anche
I’allestimento asseconda queste metamorfosi stagionali. A ottobre, per esempio, diamo grande risalto alle zucche”, ci hanno raccontato Emanuela e Monica.
e con cui, sin dal primo incontro, abbiamo spe-rimentato una gioiosa empatia e una profonda ammirazione. Si tratta di veri e propri pionieri: sono stati loro i primi, in Italia, a tentare questa formula ospitale oggi sempre piii in auge. L’idea ha preso forma da un unica tenda nel giardino della casa di Emanuela e Federico, in via Canonici. Quel поте ё rimasto, anche se il glamping si e trasferito in via Accoppe Fratte, a ridosso di un’incantevole proprieta rurale da sempre le-gata alia famiglia di Alessandro. E questa stretta interrelazione con la dimensione architettonica vernacolare rappresenta la peculiarita dei Canonici di San Marco. Il connubio fra le lussuo-sissime tende, ammantate di esclusivita e di
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seduzioni estetiche geograficamente lontane, e il contesto rurale, profumato di storia locale e di tipicita, si traduce in termini sorprendenti. Una prerogativa che non e certo di tutti i glamping, di norma estranei a considerazioni riguardanti I’architettura e, ancor di piu, il restauro.
Da tempo desideravamo tornare a Mirano. Nel 2015, in occasione della prima visita, ci eravamo limitati a una panoramica complessiva, senza poterci concedere la profondita d’indagine che ogni singolo ambiente avrebbe meritato. Perche 1’antico si esplora al microscopio. Quanto piu lo sguardo si fa minuzioso tanto piu si coglie 1’es-senza del buon recupero. Ma non solo: il Glamping Canonici di San Marco e un work in pro-
I nostri affezionati ricor-dano certamente il grande portico della barchessa, percorso da un colossale tavolo, realizzato ad hoc, lungo ben sei metri e mezzo. I vecchi pavi-menti in cemento sono start mantenuti. Altri appassionati, in поте dell’antico a tutti i costi, li avrebbero sostituiti con una pauimentazione “estranea” piu vissuta. In questo caso, invece, tutto e rimasto inalterato, ingentilito e trasflgurato da decori bianchi, rea-lizzati a stencil da Ema-nuela e Monica.
gress, un contesto in costante metamorfosi. E nel corso di questi sei anni sono stati creati nuo-vi scorci che meritavano di essere documentati. A cominciare dalla Pergola, spazio in cui servire gli aperitivi e vini locali. E, soprattutto le due suite al piano superiore della barchessa, due autentici gioielli di recupero e creativita. Le barchesse - come mold sanno, ma vale la репа ricordarlo - evocano una ruralita tipica-mente settentrionale e, in particolare, veneta. Si tratta di quei corpi dalla conformazione mar-catamente orizzontale, disposti lateralmente rispetto alle dimore padronali. Nelle barchesse trovavano posto gli alloggi dei contadini, le stalle, i magazzini, i depositi, gli ambienti di servizio... Mentre altre strutture rurali non sono mai state contemplate dai manuali di storia dell’architettura, le barchesse hanno conosciuto grande fortuna grazie ad Andrea Palladio, che, nelle sue straordinarie ville venete, si e misurato
con svariate tipologie di barchesse (allineate, curvate, raccordate su un lato о su entrambi i lati della costruzione padronale...). Palladio ne ha tracciato anche importanti considerazioni costruttive, come nel caso dell’orientamento: le barchesse, in particolare quelle che ospitavano il fienile, dovevano essere esposte a sud per scongiurare ristagni di umidita, fermentazione e rischi di autocombustione.
In occasione del primo incontro, Alessandro ci aveva raccontato che la barchessa dei Cano-nici di San Marco e stata abitata sino ad anni recenti. Qui si trovavano gli alloggi di due о tre famiglie contadine. “Nel 2006, un piccolo incendio ha mutato il corso - ci ha raccontato - E si e delineata I’idea di cambiare la desti-nazione d’uso” Trasformarla in un ristorante? Creare dei piccoli appartamenti? E perche non ricreare qui il glamping di Emanuela e Federico, amici di lunga data di Monica e
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Il portico e stato ampliato e riformulato rispetto alia nostra prima visita. Le sorprese sono tante. Le teniamo in serbo per un seruizio futuro. Alessandro ci ha raccontato che la barchessa e stata utilizzata sino ai primi anni del 2000. Qui si trouavano anche gli alloggi di due о tre famiglie contadine. “Nel 2006, un piccolo incendio ha mutato il corso. E si e delineata bidea di cambiare la destinazione d’uso”.
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Alessandro? Ai tempi era una singola tenda, ma richiestissima, in particolare dagli stra-nieri. In questo nuovo contesto sarebbe stato possibile creare altre tende, incorniciate dai meravigliosi scorci natural! dislocati intorno alia corte: il frutteto secolare, il tunnel di can-ne di bambii, la distesa di campi di grano...
UN RESTAURO
PROTESO AL FUTURO
La barchessa dei Canonici di San Marco risale al ‘600 ed e stata oggetto di un restauro esemplare. Aspetto peculiare: Emanuela, Monica, Alessandro e Federico hanno preso compiutamente le redini del progetto, occupandosi in prima persona di tutti gli aspetti, senza interferenze di sorta. Una considerazione niente affatto scon-tata, considerando che altri appassionati, alle
prese con un lavoro tanto articolato, devono tassativamente scontrarsi con le mille questioni burocratiche, con progettisti non sempre in sintonia con le proprie esigenze, con artigiani disabituati a dialogare con 1’antico, con interior designer dalle direzioni estetiche non sempre somiglianti ai desideri dei committenti... Facile lasciarsi scoraggiare. E ancor piii facile, fra tante mansion! cui dare ordine, dissolvere la coralita progettuale. Non cosi per Emanuela, awocato, che ha potuto prendere consapevolmente le redini degli aspetti burocratici; per Monica, stilista di moda, portavoce di finissime consa-pevolezze creative ed estetiche; per Alessandro, ingegnere civile, che ha curato in prima persona tutti gli aspetti strutturali; per Federico, titolare di due negozi di tatuaggi, ruolo lavorativo che, sulla carta, si direbbe il meno vicino al mondo
Nella pagina a sinistra alcuni dettagli della scala che conduce al primo piano della barchessa. La scala e in legno. Decorazioni e corrimano sono rimasti invariati. Negli ambienti che compongono le due suite, in origine, abitava unafamiglia contadina. Il tetto ha previsto alcuni interventi strutturali. Il pavimento era in tavolato di legno. Nella foto sopra, uno scorcio della suite Rosso Veneziano.
La suite Rosso Veneziano ha, naturalmente, un corrispettivo cromatico nel pavimento rosso. La camera si affaccia sul portico. Il letto, sormontato da una capriata originale
d’epoca, si caratterizza per la sorprendente testata: e la schiena di un armadio, scandita da una collezione di applique in ceramica, cristallo eferro. Il letto poggia su vasi di rame capovolti. La
suite comprende anche una seconda camera e questo letto pub essere trasformato in tavolo (“Come supporto utilizziamo basamenti di vecchie macchine per cucire”, ci ha raccontato Emanuela).

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del recupero architettonico. Eppure, conoscen-dolo, e inevitabile scorgerne la vocazione di entusiasta ispiratore di direzioni progettuali desuete... Con loro abbiamo respirato una bellissima sensazione di amicizia, di armonia e di complementarieta. Quattro amici in grado di collaborare nell’accezione piii profonda, di fornire singolarmente apporti miratissimi, ca-paci di tradurre le rispettive personality senza invasioni di campo, come in un perfetto gioco a incastri.
“Abbiamo fatto tesoro del preesistente, senza spo-stare una pietra - ci ha raccontato Alessandro -Anche gli inflssi sono tutti originali. Lunico in-tervento inuasivo riguarda la sostituzione di un paio di travi, quelle che erano state danneggiate dall’incendio”. Un risultato che inorgoglirebbe anche i piii puntigliosi luminari del restauro
conservativo. E poi c’e il ruolo di Emanuela e Monica. Il loro tocco si caratterizza per una finezza, una classe e un culto dei particolari del tutto inedito e, in alcuni casi, addirittura geniale. “Fra noi c’e complicity feeling, sintonia, flducia...”. Il loro e un dialogo costante, giocoso, entusiasta.
Il recupero di questa barchessa e quanto di piii rigoroso si possa immaginare. Lo si pub sintetizzare in un termine: “conservazione”. Un approccio in controtendenza rispetto ad altre metodologie confuse con il recupero architettonico ma che, di fatto, lo contraddicono. Pen-siamo alle vecchie case abbattute e ricostruite pezzo per pezzo: sono realizzate con materiali antichi ma non si discostano concettualmente dalle dimore nuove di zecca. Pensiamo anche alle tante costruzioni non demolite ma rivisitate
Nella suite Rosso Veneziano, alcune porte vetrate provenienti da Bali sono diventate una splendida credenza a muro, con sor-prendente illuminazione interna. In questa credenza hanno trovato posto piatti, bicchieri, zuppiere e altri emblemi di quoti-dianita domestica, fra cui una serie di originalissi-me caraffe con vetrofor-giato direttamente su un basamento di legno (“Anche queste prouengono da Bali”, ci ha raccontato Emanuela).
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strutturalmente con mano pesante, per asse-condare (talvolta, piu del dovuto) le esigenze abitative della contemporaneity.
Nel caso di questa barchessa, nulla e stato toccato e quel che ё stato fatto e all’insegna dell’invisibilita. Fateci caso: le pareti faccia vista e gli intonaci distaccati sono rimasti coraggio-samente tali e quali. Senza interferenze ne con-dizionamenti da parte di addetti ai lavori meno dotti, che avrebbero caldeggiato una sabbiatura (leziosamente) uniforme o, per contro, il rifaci-mento ex-novo di intonaci (ortodossi e perfetta-mente livellati, in barba ai metodi del passato). Eppure le imperfezioni, le rughe e le lacune di superficie non sono “difetti” Al contrario, sono
questi “difetti” che incarnano 1’essenza del passato nell’accezione piu pura e potente, destina-ta a rimanere per sempre tale anche agli occhi delle generazioni future. Ben altra cosa sono i difetti ricreati artificialmente (come nel caso dell’antico ricostruito mattone dopo mattone) о cancellati (come nel caso delle abitazioni anti-che adattate con mano pesante ai criteri abitati-vi della contemporaneity).
La lezione, in questa barchessa, si dipana in profondita. Perche questo contesto inviolate e trasfigurato dall’elemento d’arredo piu impor-tante: la luce. Anche i muri piu sinceramente vissuti, quelli che taluni considererebbero inac-cettabilmente “troppo antichi”, si tramutano
Il bagno della suite Rosso Veneziano e un capola-voro. L’ambiente, elegan-tissimo, e introdotto da un gioco di tavole lignee vissutissime. Il lavello e in pietra onice. Regna uriat-mosfera non dissimile dai bagni che caratterizzano le tende del glamping vero e proprio, spesso caratteriz-zati da materiali geografl-camente lontani. Il piatto doccia in pietra пега, per esempio, proviene da Bali.
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Le emozionanti ruvidita “maschili” degli elementi strutturali dialogano con tessuti e cenni di de-licatezza “femminile” La formulazione scenogra-flca e addirittura spetta-colare: la parete difondo, interamente scandita da pannelli vetrati, crea un sorprendente effetto di prolungamento spaziale. Come se I’ambiente pro-seguisse alle spalie della doccia.
magicamente se rivisitati con le luci giuste. E il risultato - per quanto possa sembrare incredi-bile - si rivela spesso piii elegante di qualsiasi addomesticamento estetico. Ё tutta questione di atmosfere, di modulazioni di luce, di angoli valorizzati e altri minimizzati e di elementi d’arredo scelti con gusto appropriato.
Non si tratta di annotazioni di poco conto. Il futuro delle case antiche e strettamente in-trecciato al riutilizzo strategico e consapevole delle vere tracce del passato, non alia loro rielaborazione bugiarda. Vale in ambito dome-stico come in ogni settore: avete fatto caso che le pubblicita piii chic, dagli oggetti di design alle automobili, sono spesso ambientate su
fondali rugosi, pareti di fabbriche dismesse, muri scrostati, trame di mattoni vissutissime... L’antico inviolato e una delle tendenze piii tambureggiate, eppure, paradossalmente, tanti appassionati di case preferiscono ricorrere ai metodi “edulcorati” in voga qualche anno fa. Forse consigliati da progettisti digiuni d’antico e da imprese edili incapaci di disancorarsi dagli automatism! e dalla standardizzazione delle procedure in auge.
ALLA SCOPERTA DELLE SUITE Questi caratteri si evincono soprattutto nel grande portico della barchessa, dove i giochi di luce (a testimonianza che e proprio la luce la
Un piccolo sbilanciamento pud tradursi in genialita. Se la schiena e diventata la testiera, I'armadio vero e proprio ha offerto I’opportunita di creare un corridoio virtuale che separa il bagno e una seconda, inaspettata, cameretta, con due
letti da una piazza e mezzo. Malgrado la curiosa conformazione, eforse l’ambiente piu arch itettonicamen te ortodosso (nel senso di affine agli ambienti antichi dell ’immaginario collettivo) dell’intero percorso.
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chiave di lettura fondamentale in tema di inter-ni) concorrono anche alia creazione di settori virtuali.
Gli ambienti che compongono le due suite sono stati trasfigurati con un approccio piii architettonico, ma sempre tenuto saldamente sotto controllo, senza mai oltrepassare il segno.
Le camere sorgono al primo piano. In origine, erano gli ambienti domestic! della famiglia del fattore. A livello strutturale e stato necessario qualche intervento al tetto. L’unica manomis-sione riguarda i pavimenti. Quelli originali erano in tavolato di legno.
Certo la presenza di questi ambienti “in mura-tura” airinterno di un glamping crea una sorta di corto circuito. “Ineuitabilmente, i nostri ospiti ci conoscono per le tende e ci scelgono soprat-tutto per questo - ci ha raccontato Emanuela - Quando raccontiamo che esistono anche due suite all’interno della barchessa, rimangono
sottilmente spiazzati. Poi, dopo averle ammira-te, ne sono piacevolmente colpiti e incuriositi. Sono state realizzate nel 2016. Per i loro nomi ci siamo ispirati alia zona: Verde Laguna e Rosso Veneziano” Entrambe le suite si caratterizzano per i pavimenti in cemento resina, una verde, una rossa. Ed entrambe sono rinate facendo tesoro delle pareti original!, in particolare le piu antiche, che non sono state intaccate in alcun modo: “ Lavо randо a questi ambienti abbiamo mantenuto intatto tutto quanto possibile. Come per il resto della barchessa, ci siamo lasciati gui-dare dalla struttura”. Senza manomissioni ne forzature.
Uno degli aspetti piu sorprendenti del lavoro svolto da Emanuela e Monica - due figure che definiremmo geniali e che tanto potrebbero insegnare anche agli addetti ai lavori - consiste nel gioco di sbilanciamenti ragionati. Pren-diamo il grande armadio-testiera della suite Rosso Veneziano. Altri lo avrebbero collocato con il prospetto frontale in bella vista. Chi altri avrebbe avuto Fidea di capovolgerlo, regalando il massimo risalto alia schiena dell’armadio? La personality, la creativita e 1’eleganza vivono di questi paradossali tocchi. Ё sufficiente sbilan-ciare un elemento - uno solo, con misura - per mutare la consuetudine in unicita.
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La seconda suite, piii piccina rispetto a Rosso Veneziano, e stata ribattezzata Verde Laguna. “L’ambiente ricorda la vicina Venezia con il verde della Laguna e Гого dei suoi antichi palazzi”, si legge
sul sito web www.
glampingcanonici.
com. La camera vera e propria e dominata da un letto matrimoniale in ferr о battuto con corona a baldacchino, da cornici dorate e da un appendi abiti in stile Orient Express.
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UN GLAMPING
IN COSTANTE DIVENIRE
Tanti pensano all’arredamento in termini in-gessati, definitivi, vincolanti e privi di fantasia. Emanuela e Monica, al contrario, incarnano il gusto per le sottigliezze in costante metamor-fosi e in gioiosa evoluzione. Basta un piccolo tocco, un lieve sbilanciamento ragionato, un ab-binamento impensato... “Un dettaglio elegante, scelto con gusto, trasflguraanche lambientepiu povero e austero”, ci ha raccontato Monica. Fra i collaboratori fondamentali, ci hanno menzionato Franco, il falegname. “Lo definirei il nostro personaggio forte - ha aggiunto Emanuela - Ё lui, con la sua manualita eccelsa, che da forma alle modiflche che noi preflguriamo. Per esempio, nella Pergola i tauoli, provenienti
da Bali, erano quadrati. Abbiamo detto a Franco: ‘Pensaci tu’. E lui li ha realizzati rotondi, serven-dosi di legno uecchio”.
Un’altra figura degna di menzione e Loris: “Ё Гиото dell’azienda agricola. Ё lui che сига Гог to e i campi... Al momenta del check out, offriamo ai nostri ospiti una borsa di paglia con prodotti stagionali - ci ha raccontato Emanuela - Poi ci sono persone che collaborano con noi a livello affettivo. Penso a veri e propri amici come Pa-trizio, che ha il pollice verde e che si occupa dei giardini”.
Ci sono anche nuove idee dedicate agli ospiti: “Ё il caso dello ‘chic picnic’, che ha conquistato tanti ospiti. Proponiamo loro un cesto confezionato in modo molto particolare, con prodotti nostri e di aziende locali. Per la preparazione dei cesti,
Alle spalle della camera vera e propria, si apre lo straordinario bagno della suite Verde Laguna. Ancor piu di “bagno”, sarebbe opportune deflnirlo “salotto da bagno”, con vasca retro, un mobile adattato a lauabo e - soprattutto - un divanetto da lettura che regala unfascino peculiare - e insolitamente multifunzionale - a questo incantevole ambiente.
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La chiave di lettura fondamentale di questi ambienti dall’appa-renza ricercatissima e, in realta, la misura: protagonista assoluto
e il dialogofra uerde, le fascinazioni tattili del bianco (quello della parete intona-cata e quello del legno tinteggiato) e il legno
(quello dello stupendo soffitto trabeato e degli elementi d’arredo).
Una lezione d’antico, di buon recupero e di eleganza.
ci aiuta Virginia, che definiamo la nostra fatina dello chic picnic”.
E ci sono tanti spazi nuovi: alcuni splendidi an-goli salotto realizzati nel portico della barchessa e due tende nuove di zecca. Gli stimoli sono cosi numerosi ed entusiasmanti che abbiamo pensato di tenerli da parte per un ulteriore grande servizio dedicato al futuro del Glamping Canonici di San Marco e alle tante idee di due due nuove collaboratrici d’eccezione: Matilde (la figlia di Emanuela e Federico) e Cecilia (la primogenita di Monica e Alessandro).
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SUGGERIMENTI
A CURA DI LUCA M. BARANI - FOTO ARCHIVIO GIARDINO ANTICO

SEQUENZE LINEARI
Una soluzione di grande efficacia, sia durante il giorno sia durante
la sera. In piena luce diurna appare come una gioiosa sequenza
di lanterne colorate. Dopo il tramonto si trasforma in un vivido angolo luce dal forte andamento orizzontale.
S SILHOUETTE DI LUCE
Negli interni, la zona pranzo presuppone sempre un punto luce sospeso in posizione centrale. Lo si pud creare anche all’aperto, con la consapevolezza che il lampadario non apportera un sufficiente flusso di luce. Che dovra essere integrate con candele sul tavolo.
Di giorno, nessuno se ne accorge. Dopo il calardel sole, invece, diventa una presenza fondamentale. Parliamo della luce. In queste giornate settembrine, sempre piu brevi ma ancora intensa-mente profumate d’estate, la presenza di corpi illuminanti e condizione fondamentale per vivere I’esterno casa nelle ore piu fresche e godibili.
L’argomento e particolarmen-te interessante e articolato. Ne avevamo parlato qualche numero fa, soffermandoci so-prattutto suIla luce artificiale. In quell’occasione, avevamo posto I’accento sui punti luce fissi, quelli legati all’architet-tura e ai percorsi del giardino,
PER ACCENDERE L’ATMOSFERA DI UN GIARDINO BY NIGHT
llluminare al naturale
Mentre le luci artificial! svolgono un ruolo soprattutto funzionale, quelle “natureli” accendono di suggestion! i nostri angoli verdi. Pensiamo alia poesia incantatrice di candele, fiaccole, lanterne... La collocazione dei corpi illuminanti e una vera e propria “arte”. Tutto dipende dall’effetto scenografico che intendiamo ricreare
quasi sempre predisposti con luci artificiali. Ma esistono anche punti luce semi-fissi (legati alia vegetazione) e in punti luce spostabili e riposizionabill Insomma: parliamo di lanterne, di candele, di fiaccole e - in generate - di luci in grado di creare suggestion! precluse
a quatsiasi lampadina. Ed e proprio su questo campo d’a-zione tutto “al naturale” che abbiamo deciso di concentrarci stavolta.
In tema di luci semi-fisse о riposizionabili, e fondamentale individuare la collocazione giusta. Che non e mai uguale
a se stessa e che dovrebbe essere modulata sulla base dell’atmosfera che intendiamo creare. Una festa serale con tanti invitati presuppone un approccio diverso da una chiacchierata al chiardi luna fra amici che, a sua volta, e altra cosa rispetto a una
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□ LAMPADARIO EN PLEIN AIR
Una soluzione affine a “Silhouette di luce”. Se non fosse che, in virtu del cromatismo chiaro e della conformazione, questo lampadario con candele diventa presenza “luminosa” e non piu solamente “illuminante”.
□ COMPOSIZIONI DI CANDELE
Durante il giorno e un’immacolata sequenza di candele. La sera diventa una soluzione per creare una suggestiva luce d’ambiente in posizione periferica.
□	COMBINAZIONI ARMONICHE
A colpo d’occhio si scorge solo la lanterna che sovrasta il tavolo. Ma osservando meglio, si scoprono le candele sul ripiano, una lanterna angolare e tante piccole lanterne appese al pannello ligneo. Questo angolo contiene tutte le combinazioni di luce che servono, quelle dirette, quelle decentrate e quelle ambientali. Una polifonia che rivela la grande consapevolezza dei proprietari in tema di illuminazione.
□	COMPOSIZIONIILLUMINANTI
Le candele vanno ben oltre la funzione illuminante serale. Anche in luce diurna offrono I’occasione per creare suggestive composizioni, giocando con la grana e le texture dei candelieri. A proposito: non tutti sanno che il candeliere sostiene un’unica candela, mentre il candelabro si estende in piu bracci.
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SUGGERIMENTI
□ PERCORSI DI LUCE
Durante il giorno, la conformazione di un giardino si delinea visivamente da se. La sera, invece, e fondamentale rimarcare percorsi e ostacoli con strategici accorgimenti. Funzionali. Eppurdi grande atmosfera.
□ VASETTI DI LUCE
Ё una delle soluzioni piu ricorrenti ed efficaci peraccendere la vegetazione con intriganti tocchi di luce: vasetti di vetro appesi ai rami, muniti di candela, creano una diffusa e morbida luce ambientale. Un’idea giocosa per una festa serale con bambini о adolescenti? L’utilizzo di vasetti colorati.
LANTERNE SOSPESE
Lanterne di recupero e lanterne nuove di zecca. Non e indispensabile puntare a tutti i costi sul fascino dell’antico. La sera, la luce prende il sopravvento. Certo, i corpi illuminanti pieni di storia contribuiscono a impreziosire i nostri angoli verdi soprattutto in orario diurno.
□ STELI LUMINOSI
Una lanterna sospesa su un sinuoso supporto. Una soluzione che ben esemplifica I’importanza della riposizionabilita delle luci naturali. Spostandole, I’atmosfera pud essere modulata sino a trovare I’atmosfera ottimale.
romantica cenetta tra inna-morati. Insomma: i percorsi di luce assecondano geometrie situazionali precise.
Per una festa serale in giardino, e bene formulare singoli angoli dedicati, rimarcando con le luci la conformazione del percorso. Ci sara un settore dedicato al cuore della festa (buffet, bevande ecc...), un angolo piu raccolto per chi
desidera chiacchierare, un set-tore colorato, ben illuminato e protetto dedicato ai bambini. Diverso il caso di una serata sotto il portico in compagnia di familiari e amici. In questo caso, le luci central! dovreb-bero regalare equa visibility a tutti. Importante, in questo caso, ricorrere anche a luci ambientali circoscritte, come se ci si trovasse all’intemo di
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□ SCENA E SFONDO
lln singolo punto luce non fa mai la differenza. Le fonti luminose dovrebbero essere sempre formulate in relazioni dinamiche. Magari con un punto luce che individui il cuore della “scena” (il tavolo, in questo caso) e un second© che alluda atmosfericamente al fondale (in questo contesto specifico, I’albero).
□ VERTICI VIRTUALI
Una grande lanterna a pavimento, da riempire con sequenze di candele. Alla sera, soluzioni di questo tipo aiutano a delineare virtuali “stanze chiuse” anche nella dimensione en plein air.
un salotto, evitando di esten-dere inutilmente i confini. Espediente che pud essere risolto collocando candele, lampade о anche Citronelle in corrispondenza degli angoli del portico, del pergolato о del gazebo.
Infine, per una cenetta intima sono sufficient! una о piu candele ravvicinate. Sconsi-gliato rimarcare i confini con
luci diffuse d’ambiente, che richiamerebbero I’attenzione sul contesto. Una candela a centro tavola e piu che suffi-ciente a creare quell’intimita. Aspetto da tenere sempre in seria considerazioni: c’e luce e luce. Alcune creano un caldo effetto di raccoglimento, altre provocano una sensazione di disagio e provvi sori eta.
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□ TETE-A-TETE IN GIARDINO
Per una cenetta fra innamorati sono sufficient! una о piu candele ravvicinate. Non c’e bisogno di rimarcare I’attenzione sul contesto con luci d’ambiente. I piccioncini amano isolarsi dal mondo.
□ E FESTA IN GIARDINO
Per una festa serale, e bene rimarcare con le luci la conformazione del giardino, magari prevedendo settori diversi: uno peril buffet, uno piu raccolto per chi desidera chiacchierare e magari, anche un angolo dedicate ai piu piccini.
lorazioni: le luci a nota gialla о calda tendono a essere recepi-te come piu dolci e amabili; al contrario, quelle a nota bianca о fredda (ricordate I’effetto neon?) sono recepite come esclusivamente funzionali e sottilmente spoetizzanti. Ma e
possibile mitigare questi effetti con paralumi о sequenze di luci naturali strategicamente collocate: una disposizione ragionata e un’intensita ben modulata possono riconfigu-rare poeticamente anche il contesto piu vincolante.
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IL RECUPERO ESERVITO
A CURA DI FRANCESCO BIZZUNI
FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DI BARBARA BOCEDI
diallegria”, racconta Barbara. “Per celebrare San Rocco, il
patrono del piccolo borgo, i preporotivi iniziavano molti giorni prima. Cera da scegliere
I’abito buono, per cominciare, e I и ci da re i gioielli di fomiglia. Poi, a I Id I ba del fatidico gio mo, in cucina iniziavano i grandi preporotivi. Le candide zup-piere di mia nonna parevano
impazienti di accogliere quel ben di Dio. II forno a legna sfornova eserciti di buslonei,
ciambelline elegantemente
inf Hate con lo spa go, in attesa
di immergersi in scodelle spu-meggianti di molvosio. Cop-poni arrosto, ravioli di bra so to
TRADIZIONI, ATMOSFERE, ANTICHI SAPORI. Ё TUTTO IN TAVOLA
Magie di un’estate fa
Le campane di San Rocco suonano a festa nel piccolo borgo del piacentino. E nella corte il profumo dei tortelli “con la coda” riempie
I’aria. I ricordi del passato per ispirare una poetica mise en place
tuffati in brodi opulenti, tortelli “con la coda ” ripieni di ricotta freschissimo ed erbette: quon-do, in fine, ci si accomodava al
tovolaccio in legno, tutto dive ntava poesia. Arrivata la sera, qualcuno losciava la corte per
recorsi in paese: lo bolero era un oppuntamento immoncobile. Ci si accontentavo di poco in quel
piccolo mondo antico, il tempo
E stati lontane, ricordi pieni di emozione, pensando alle lunghe , passeggiate notturne con nonna Cetta, in attesa del-e stelle cadenti. Siamo sulie colline piacentine, un luogo che risultera familiare ai lettori piu affezionati. Cosi come la gentile padrona di casa,
Barbara Bocedi, che di quella storica dimora di campagna ci ha raccontato su queste pagine la stupenda trasfor-mazione nella suite di charme ribattezzata Cucuti. Tra le sue passioni abbiamo scoperto anche quella per la tavola, che Barbara ama apparecchiare con I’eleganza e la creativita
che le sono proprie. E dove i sapori di ieri tornano a vivere. Dei suoi ricordi, della poesia e dei profumi che sprigionano, non potevamo a Hora non ap-profittarne per questa speciale rubrica. “Ad agosto, qua nd о era bambino, le giornate di festa erano tante e in quei gior-ni la piccolo corte di riempiva
era prezioso e gli si portova rispetto, la comunita era unito.
In realtd, penso che quel poco
fosse uno grande ricchezza.
Che oggi, almeno per quanto mi riguarda, riempie Idnimo di nostalgia”.
Ё a quei ricordi che si ispira la
mise en place che Barbara ci
presenta in questo numero.
“Amo molto apparecchiare le
tavole - ci dice - e ritengo sia una forma di amore verso noi stessi e verso i nostri commensal/'. Non seguo mai regole fisse: trovo che la bellezza sia ovungue e non nel rispetto delle regole tradizionali”.
Negli anni, Barbara ha colle-zionato ceramiche francesi di fine ‘800 e primi ‘900, posate in argento, tovaglioli in lino con monogram ma. “II fascino dell’antico, la storia segreta di un oggetto appartenuto a chissa guale famiglia - aggiun-ge - e come una storia segreta da raccontare in una tavola dei giorni nostri. E adoro utiliz-zare elementi naturali, quelli che la campagna mi offre nella stagione: basta guardorsi intorno, avere un po’di fantasia e accostare icolori”. Ecco a Hora H centrotavola con piccoli frutti acerbi: cachi, prugne, noci, minuscoli e deliziosi fichi che spuntano con il loro ramo con-torto. “Trovo che il verde doni sempre un tocco di eleganza alie tavole”, conclude. “Per seguire la tonalitd del centrotavola ho abbinato dei piatti di fine ‘800 di Giens France. E non ho usato tovaglia, in quanto il vecchio tavolo, con i segni del tempo e i chiodi piantati da chi lo ha creato e amato, con la sua storia nascosta nelle fess и re, regala secondo me un fascino unico all’insieme”. E non po-tremmo essere oiu d’accordo.
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I turtei cu la cua (i tortelli con la coda)
“Ricordo tavolate di gialie sfoglie di pasta fresca nella nostra cucina”, racconta Barbara. “Sapeva di buono, pareva dare con-forto agli animi quel profumo. Ricordo con emozione mia Nonna Cetta china sull’asa (asse della pasta) intenta ad intrecciare questi piccoli capolavori. Glielo aveva insegnato sua madre: era importante essere una brava cuoca, questo le avrebbe facilitato il compito di trovare marito. In realta tanta era la sua bellezza che Reno, mio Nonno, appena la vide non la lascid piu.
I “turtei” erano sempre presenti per le feste comandate, era un piatto importante, che proprio non poteva mancare. Accom-pagnati da burro e salvia о da un opulento sugo di funghi, allietavano le tavolate nella Corte”.
Ecco quindi la ricetta originale di nonna Concetta dei tipici “turtei cu la cua”, documentati dal 1700. “Per me il ricordo di quella donna meravigliosa chefu mia Nonna Cetta”.
Dopo avere preparato I’impasto per la sfoglia con 5 hg di farina bianca, 3 uova, un pizzico di sale, acqua tiepida q.b. e un cuc-chiaio di olio buono, lo mettiamo a riposo per circa mezz’ora. Nel frattempo si lessano circa 3 hg di spinaci о biete (la nonna soleva usare anche le ortiche, raccolte la mattina prestissimo con la prima rugiada).
Dopo averli scolati, strizzati e tritati finemente, si versano in una zuppiera con 6 hg di ricotta e 3 hg di parmigiano stagionato, 3 uova intere, sale e un poco di noce moscata.
Si amalgama il tutto sino a ottenere un impasto consistente. L’impasto messo a riposo viene ripreso e si inizia a tirare una sfoglia sottile della larghezza di 8-10 cm, poi la si taglia per ottenere tanti rombi.
Si mette un po’ di ripieno in ogni rombo, posandolo sul palmo della mano sinistra e, partendo dall’angolo esterno, con I’indice e il pollice della destra, prendendo un po’ di pasta da un lato e dall’aItro, si chiude il tortello a treccia.
Si continue cosi fino a esaurimento della sfoglia e del ripieno, ripo-nendo delicatamente i tortelli sulla spianatoia spruzzata di farina. Infine si lessano per pochi minuti in abbondante acqua salata. Come vengono a galla, si scolano per bene e si condiscono con burro, in cui avremo sfrigolato qualche foglia di salvia e grana grattugiato.
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La mise en place e ispirata aU’album dei ricordi d’infanzia di Barbara Bocedi. La storica dimora di campagna di Vicobarone, sulie colline piacentine, che spesso a quel tempo, d’estate, vestiva i panni della festa, si chiama oggi Cucuti, ed e I’originalissima, splendida suite di charme che abbiamo raccontato sul numero 95 di CasAntica.
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SAN MARTINO AL TAGLIAMENTO (PN): IL VINO, LATRADIZIONE E LA CONTEMPORANEITA
In visita alia Cantina Pitars, una sorta di struttura fortificata, luogo simbolo di una famiglia da sempre legata al mondo dell’enologia. Si tratta dei Pittaro; in dialetto locale i Pitars. .//’ Ad accoglierci c’era Nicola: “Questo e uno dei piu grandi progetti in bioedilizia del Friuli”, v
Tutto riconduce alia tipfcita, alia cultura e alia storia del territorio, solcato dal Tagliamento:-, la conformazione architettonica, i grandi varchi affacciati sul paesaggio, i materiali edili...
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Il castello del vino e una gigantesca opera in bioedilizia, alimen-tata dafonti energeti-che rinnovabili. “Tutto e realizzato con materiali naturali: legno, travi lamellari, ferro, pietra... Iriferimenti alia tradizione si sospingono in profon-dita: le opere in ferro battuto ripropongono stilemi decorativi ispirati al Castello di Valvasone, che sorge a pochi chilometri, in uno dei borghi piu belli dTtalia”, ci ha raccontato Nicola Pittaro. Conforma-zione architettonica, paesaggio, materiali edili... Tutto ricon-duce alia tipicita, alia territorialita, alia storia del Friuli.
Tra il mondo del recupero architet-tonico e quello del vino esistono strettissimi legami tutti da esplo-rare. Le tipologie costruttive che, piii di altre, fanno tesoro dello spirito sotteso a CasAntica sono innanzitutto le cantine. Alla base c’e la medesima passione per la tipicita, c’e lo stesso rispetto per il passato e ci sono genealogie mnemoniche e affettive interessan-tissime. РегсИё Г arte del vino si tramanda di generazione in generazione. I grandi maestri sono spesso i padri e i nonni che, a loro volta, hanno imparato i segreti della viticoltura dai loro papa e dai loro nonni. E cosi via, a ritroso. Quasi tutti i giovani viticoltori e produttori di vino hanno maturato questa loro passione da giovani, bazzicando le antiche cantine di famiglia. E, nel creare le proprie nuove cantine,
il ricordo di quegli ambienti rappresenta un le-game affettivo imprescindibile e irrinunciabile. Certo: anche il mondo del vino ha conosciu-to un’inevitabile evoluzione. E cosi anche gli ambienti ad esso associati: ai materiali rugosi della tradizione talvolta subentrano quelli indu-striali, levigatissimi, lontani dalla tradizione e infinitamente meno affascinanti. In compenso, nelle cantine, il pragmatismo non e mai stato scalzato dalle mode e dai condizionamenti estetici che hanno accompagnato 1’evoluzione delle case. Insomma: le cantine sono da sempre regno di un’operosita disgiunta da qualsiasi vez-zo. Mirano alia sostanza, non all’apparenza. E, in questo senso, hanno salvaguardato il legame con il passato. Talvolta nel segno della massi-ma continuita, altre volte ponendo a raffronto 1’antico con qualche accorgimento di gusto
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contemporaneo.
Uno dei contesti legati al vino che meglio sinte-tizza il dialogo fra tradizione e contemporaneity si trova a San Martino al Tagliamento (PN). Ё la Cantina Pitars, una costruzione recentissima ma realizzata nel culto dei materiali senza tempo. Una tenuta maestosa, circondata dal verde e incastonata fra i vigneti. Da lontano si direbbe risalente a un passato imprecisato, scandita da una volumetria articolatissima e sormontata da una torretta centrale. Awicinandosi ci si rende conto che i varchi vetrati sono decisamente troppo ampi e le pareti esterne troppo lineari per risalire a un’epoca remota. Eppure il fascino che esprime questa costruzione e realmente senza tempo. L’abbiamo scoperta grazie a una meravigliosa addetta ai lavori, nonche cara arnica, friulana. Lei e Ennia Visentin, pittrice, decoratrice, docente, artista nell’accezione piu ampia... Una figura di straordinario talento, at-tentissima ai linguaggi della tradizione. Ё lei che si e occupata delle decorazioni parietali di questa costruzione, da taluni ribattezzata ‘77 castello del vino”. Un progetto ambizioso e interessan-tissimo, fra Laltro ambientato in una regione italiana - il Friuli Venezia Giulia - che vanta una tradizione enologica addirittura gloriosa. Questa struttura appartiene a una delle grandi famiglie friulane legate al mondo del vino: i Pittaro. In dialetto, i Pitars. “Le prime tracce del legame tra il uino, la vite, le terre delle Grave del Friuli e la nostra famiglia risalgono al 1644", si
legge sul sito www.pitars.it. Una tradizione che si e tramandata di padre in figlio. “Nei primi del Novecento Romano Pittaro, esperto vignaiolo, impiantb nelle proprie campagne il Merlot, viti-gno importato in Friuli dalla Francia nel 1880. Fu perb il figlio Angelo Pittaro, dopo quindici anni in Venezuela, a costruire nel 1968 uriazien-da vinicola moderna, la Cantina San Martino, dove vinificare anche vini bianchi, allora protagonist! della produzione enologica friulana. In seguito la Cantina San Martino prese il поте Pitars, il cognome di famiglia nel dialetto locale. Cognome che, nel nostro marchio, si accompa-gna ancora al biancospino, una pianta schietta ma elegante che un tempo segnava i confini tra i campi”.
Al pianterreno si aprono ambienti dall’atmosfera piit raccolta, fra cui una sala degustazioni con camino dove i Pitars, in occasione della nostra visita, ci hanno fatto trovare una tavola apparecchiata con alcuni dei loro vini. Il pianterreno e pavimentato con pietra fiammata di Torreano, delta anche pietra piasentina.
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Poi, ad Angelo, si sono aggiunti i figli Loris, Bruno, Mauro e Paolo. E oggi la tradizione di fami-glia e ormai alia quarta generazione, quella di Nicola e Stefano (i figli di Bruno), Alessandro (il figlio di Paolo), Jessica e Judy (le figlie di Loris). Ad accoglierci c’era Nicola Pittaro. Si occupa dei mercati esteri e di comunicazione. Ci ha rac-contano di papa Bruno (“Un innovatore. Ha tra-sformato uriazienda familiare in uriazienda che guarda al mondo, basti dire che esportiamo in 34 paesi”), di Stefano (“Mio fratello ha uiaggiato tanto, lavorando per an gruppo di rilevanza in-ternazionale nell’ambito dell’enologia. Hafatto tesoro di quanto appreso nei suoi viaggi adat-tando le sue scoperte alia cultura friulana”) e di Alessandro (“Mio cugino si occupa della сига dei vigneti e di tutti gli aspetti agronomici, insieme a Paolo, suo padre, nonche mio zio”).
I vigneti della Cantina Pitars si estendono in diverse zone. Le varieta sono distribuite in base alle caratteristiche dei vari suoli: da San Martino al Tagliamento e Rivolto provengono le uve destinate ai vini bianchi; a Passariano si coltivano le uve per i rossi. Il fiore aH’occhiello e probabil-mente il Sauvignon Blanc, che ha conquistato la Medaglia d’Oro al Concours Mondiale du Sauvignon 2019. “Ё un Sauvignon unico, molto profu-mato, che trae il meglio dalle peculiarita del nostro terreno - ci ha raccontato Nicola - Siamo sul
greto dell’ultimo flume selvaggio d’Europa, largo piit di due chilometri e padrone delle pianure” Ё la cosiddetta zona Doc Friuli Grave. Le Grave sono i sedimenti dei ciottoli erosi dalle acque portati a valle dal Tagliamento. “Ё un terreno magro e ricco di sassi, tra mare e montagna, con escursioni termiche marcate e una ventilazione peculiare. Tutti caratteri che ci consentono vini minerali di grande qualita e personalita”. Questo lato del Tagliamento conta numerosi castelli. Non e un caso che per questa costruzio-ne evochi una struttura fortificata. La confor-mazione allude ai trascorsi storici del territorio. Esternamente. E anche internamente: in queste sale e possibile godere multisensorialmente dei vini dei Pitars, contemplando le vigne e abbrac-ciando il paesaggio da cui sono scaturiti. L’opera e stata ultimata nel 2007: “Se ne e oc-cupato un pool di architetti e addetti ai lavori”,
La spettacolare scala a doppia elica, in abete spazzolato, conduce ai due piani superiori. Sia dal basso che dall’alto, lo sguardo e costantemente attratto dallo spettacolare gioco di rampe e dalla geometria di travi che si intersecano imprevedibilmente.
Alcuni scorci del primo piano. La particolare conformazione e i materiali utilizzati hanno un corrispettivo anche a livello sonoro. Questi ambienti si caratterizzano per I’ottima acustica. Il
castello del vino ospita concerti di musica da camera. La rassegna s’intitola Enoarmonie e, nel corso delle varie edizioni, ha ospitato le esibizioni di solisti e formazioni cameristiche.
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ci ha raccontato Nicola. Con criteri alquanto interessanti: “Questo e uno dei progetti in bio-edilizia piu grandi del Friuli. Tutto e realizzato con materiali naturali: legno, traui lamellari, ferro battuto (con motivi decorativi ispirati al Castello di Valvasone), pietra e materiale isolan-te. Anche le decorazioni sono realizzate con terre naturali. Scelte che si traducono in sostenibilita e benessere”.
Conformazione architettonica, paesaggio, materiali naturali о di recupero... Tutto riconduce alia tipicita, alia territorialita, alia storia del Friuli. Al pianterreno ci si occupa di accoglienza e vendita dei vini. Alle spalle di questo grande ambiente, si aprono settori piti raccolti, fra cui una sala con camino. Il pianterreno ё pavimen-tato con pietra fiammata di Torreano, detta an
che piasentina.
Una spettacolare scala a doppia elica, in abete spazzolato, conduce ai due piani superiori. Sia dal basso che dall’alto, lo sguardo ё costante-mente calamitato dallo spettacolare gioco di rampe e dalla geometria di travi che si interse-cano imprevedibilmente.
Un percorso in crescendo, evocatore di un sapo-re d’esclusivita. Il primo piano ё il piu composite e articolato: il corpo della scala delinea tante salette autonome, seppur comunicanti come open space, tutte da scoprire. Alcune si aprono a terrazza sugli ambienti sottostanti, in un gioco di prospettive costantemente cangianti.
Salendo ulteriormente, si raggiunge la sommi-ta della torretta, dove si trova un’incantevole sala cinta da ampie vetrate e sormontata da
CasAntica 109
Salendo ulteriormente, si raggiunge la torret-ta. La sommita ospita un’incantevole sala cinta da ampie vetrate, con un bellissimo sof-fitto ligneo decora to. Un luogo destinato a riunioni, a incontri speciali e a degustazio-ni dull’atmosfera stra-ordinariamente sug-
gestiva. La struttura fa tesoro del cromatismo dei materiali naturali e della serrata compe-netrazione fra esterni e interni affidata alle ampie vetrate. Unica divagazione cromati-ca: le pareti, realizzate dalla nostra arnica En-nia Visentin con calce e terre naturali.
I materiali naturali sono protagonisti assoluti. Le opere in ferro recano motiui decorativi ispirati alia storia locale, in particolare al Castello di Valvasone. Dalle finestre si ammirano filari di vite. “Lo sguardo lambisce San Daniele del Friuli, patria del celeberrimo prosciutto, le cui caratteristiche, come i nostri uini,fanno tesoro delle peculiaria di questo territorio”, ci ha raccontato Nicola.
un soffitto ligneo minuziosamente decorato. Qui regna un grandissimo senso d’intimita che convive con un effetto en plein air a 360°. Un luogo destinato a riunioni, a incontri spe-ciali e a degustazioni dall’atmosfera intima e suggestiva. “Lo sguardo lambisce San Daniele del Friuli, patria del celeberrimo prosciutto, le cui caratteristiche, come nel caso del vino, fanno tesoro dei tratti distintivi di questo territorio, che riceve influssi sia dalla montagna che dal mare”, ci ha raccontato Nicola.
La struttura fa tesoro del cromatismo dei materiali naturali e della serrata compenetrazione fra esterni e interni affidata alle ampie vetrate. Uni-ca divagazione decorativa: i motivi a scacchiera delle pareti interne, opera di Ennia Visentin, stilema ricorrente in altre strutture friulane che abbiamo visitato (tanti nostri affezionati ricor-deranno La Brunelde e la Torre del Grifone di Loris Clocchiatti). “Rappresentano una citazione
delle nostre antiche tradizioni costruttive, in particolar modo quelle riferibili al medioevo - ci ha raccontato Nicola Pittaro - Nello stesso tempo, questi scacchi rappresentano virtualmente un omaggio al mondo del vino, quello bianco e quello rosso”.
Gli ambienti superiori sono richiestissimi per degustazioni, feste private, incontri, esposizioni e - in particolare - come location di matrimoni. Ed e bellissimo scoprire che questi ambienti, dall’ot-tima acustica, ospitano concerti di musica da camera. La rassegna s’intitola Enoarmonie. Negli anni ha ospitato pregevoli solisti e formazioni cameristiche. “Questi appuntamenti sonofor-mulati come vere e proprie sinestesie fra la grande musica e i vini della nostra azienda”. I vari brani sono intercalati da degustazioni. “L’enorelatore di turno scegliegli abbinamenti fra scelte musicali e vini”, ci ha raccontato Nicola. Un intreccio parti-colarmente intrigante e sfizioso.
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MATERIAL! DELLATRADIZIONE
DI LUCA MARIA BARAN! - FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DI ANTICA FORNACE CARRARO, PIOVE DI SACCO (PD)
Esiste sempre un’inti-ma somiglianza fra una casa e chi la abi-, ta. Ma, in alcuni casi, questo legame si dispiega con profondita rara, pervissuto, personality e passioni. Come quella per la musica e il ballo. Vale piu che mai perquesta costruzione di Ponte di Piave (TV). Qui abitano Patrizia e Luca. II loro incontro e scaturito proprio dal comune amore per ballo. Basti dire che, insieme, formano una affiatatissima coppia di classe internazionale di danze standard, specialita che abbraccia cinque tipologie di ba Hi: valzer
PONTE DI PIAVE (TV), UNA DIMORA A TEMPO DI MUSICA
Ballando in fienile
Una tipica costruzione rurale risalente al primo Novecento. Per qualche anno e stata osteria. Ё la casa di Patrizia e Luca, una coppia innamorata della musica e, in particolare, del ballo. II fienile e diventato la loro personalissima balera domestica. A presentarceli sono stati gli amici dell’Antica Fornace Carraro. I pavimenti in cotto e in pastellone veneziano sono opera loro
inglese, tango, valzer Viennese, slow fox e quickstep. “Abbiamo iniziato 12-13 anni fa - ci ha raccontato Luca - e ottenuto tante belle soddisfa-
zioni. Nel 2013, per esempio, abbiamo conquistato il titolo di Campioni italiani di ballo da sola, disciplina che compren-de valzer lento, tango e fox
trot. Abbiamo partecipato a numerose altre gore. L’ultima, particolarmente prestigiosa, a Foligno, in occasione dei Campionati assoluti. Era il 20
Per il piano terra, si e puntato su tavelle realizzate a mano da Antica Fornace Carraro, nel pieno rispetto delle pavimentazioni originali di cui si sono mantenuti i formati, le misure e i colon.
Il piano superiore si caratterizza per I’eleganza del pastellone, utilizzato nella bellissima biblioteca - che si affaccia come una terrazza sul salone d’ingresso al pianterreno nella stanza da letto, nella zona guardaroba a specchi e nel bagno padronale.
febbraio 2020. Proprio alia vigilia del prime lockdown”. Fra i sogni condivisi di Patrizia e Luca c’era una casa che as-secondasse il loro gusto per le
atmosfere domestiche senza tempo, con ambienti in cui dar libero sfogo alia loro comune passione per il ballo e, in generale, per la musica. “Suono
la chitarra classica - ci ha rac-contato Luca - Sono arrivato al quinto anno di conservato-rio. Ho studiato a Torino e ad Alessandria. Amo misurarmi con an repertorio classico. Ho un debole per la musica antica, per liuto, nelle trascrizioni per chitarra”.
La loro dimora, risalente al primo Novecento, si caratterizza esternamente per I’incan-tevole linearita. “Ё nata come
costruzione contadina ma per un certo periodo e stata anche osteria - ci ha raccontato Luca - Ё stata abitoto sino ad anni recenti, seppur limitatamente ad alcuni ambienti”. Sia gli esterni che gli interni necessi-tavano di un meticoloso intervene di recupero. Patrizia e Luca si sono affidati all’amico geometra Franco Da Re Gam-beroni, di Cordignano (TV), che ha predisposto un incan-
CasAntica 115
MATERIAL! DELLA TRADIZIONE
Sono stati gli amici dell’Antica Fornace Carraro di Piove di Sacco (PD) a presentarci Patrizia e Luca: “Insieme formano una bellissima coppia - ci hanno raccontato - Sono entrambi innamorati dei materiali della tradizione e molto attenti alia qualita. Dal nostro dialogo e nata una bella amicizia”
tevole progetto che fa tesoro dei materiali della tradizione. I lavori sono stati affidati alllmpresa Edile Zanchetta (www. impresazanchetta. com) di San Vendemiano (TV). “Ё stato un intervento piutto-sto complesso - ci ha rivelato Luca - Questa costruzione, su due piani, era ridotta male. Per esempio, era priva di fon-
damenta. Sono stati effettuati
tutti gli interventi del caso. E oggi e diventata una caso di classeA2, autonoma dal pan
to di vista energetico”.
Patrizia e Luca hanno parteci-pato attivamente al progetto, dialogando tanto e creando insieme le atmosfere. Insom
ma: affiatati in pista ma anche in casa. “Sembra un gioco di
parole ma e davvero co si” ha commentato Luca.
Per la ricostruzione, sono stati utilizzati materiali tipici. A cominciare dalle travature in legno e dai pavimenti in cotto fatto a mano e in pastellone veneziano, opera dell’Antica Fornace Carraro (www.anticafornacecarraro.com) di Ar-zerello di Piove di Sacco (PD). Quello relativo ai pavimenti e un lavoro davvero articolato e degno di nota. II pianterreno si caratterizza per I’utilizzo di tavelle dal fascino senza tempo che ricreano - performati,
misure e colori - le pavimenta-zioni originali. Al piano superior, si e puntato sull’eleganza del pastellone veneziano, con la sua caratteristica colorazione calda e uniforme e la super-ficie liscia e levigata, quasi si trattasse di stucco о di marmo. II vecchio fienile, infine, e di-ventato un ambiente lumino-so e suggestive, anche in virtu della presenza di intriganti finestre arcuate, originaria-mente utilizzate per riporre il fieno. Ё qui che e stata realiz-zata la sala da ballo di Patrizia e Luca.
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Etnico? Una parola che dice tutto e dice niente. Che si tratti di , cucina, monili, arte о arredamento, parliamo infatti di qualcosa che, semplice-mente, “e propria di un popolo”, percitare Treccani. Etnici, allora, lo sono il sushigiappo-nese al pari della bogno cauda piemontese, una maschera dell’Africa equatoriale in legno intagliato cosi come una stola peruviana.
Nel gioco dei sinonini e dei contrari, etnico e considerato allora, spesso, qualcosa di puramente esotico, quando non addirittura eccentrico о bizzarro, specie nell’ambito dell’arredamento e dell’ogget-tistica per la casa: qualcosa di stravagante, insomma, in virtu di una sorta di ostentata origi-nalita e con un’accezione non
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Oltre le mode, oltre le banalita, oltre i confini. Per arredare con gusto e originalita, mobili e complement! di altre culture e di epoche lontane stimolano da sempre la creativita dei professionisti del settore.
Per chi desidera farlo in autonomia, per vestire la propria dimora, e importante affidarsi a rivenditori di comprovata esperienza e affidabilita
propriamente positive. Ma etnico e anche e soprattutto quanto di prezioso e autenti-co, ricercato, unico, scaturisce dalla storia e da Ila cultura di una civilta, dal sapere di un popolo, dallo stile, dalle tecniche e dalla manualita che i suoi migliori artigiani hanno saputo esprimere nei secoli. Ed e proprio nel campo
dell’arredamento che cid pud risultare piu evidente.
Lo sanno bene i professionisti del settore, arredatori e interior designer, che non possono certo permettersi di improvvisare interventi etnici un tanto al chilo, ad esempio negli hotel e negli showroom che sono chiamati ad allestire, ambienti che spesso
segnano le nuove tendenze del vestire la casa. E allo stesso modo, con lo stesso approccio, pub farlo chi, in perfetta autonomia, decide di armare gli ambienti della propria dimora. Anche perche, a supportare questo percorso, c’e chi pub offrire un contribu-to fondamentale. Nella carta d’identita deve presentare
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OLTRE CONFINE
Le credenze cinesi di fine ‘800 in lacca nera presentano spesso elementi della calligrafia cinese, i kanji, che esprimono frasi di buon auspicio. Il mobile in lacca rossa del primo ‘900 su cui e raffigurato il mitico cane cinese e che ancora presenta tutti i segni del tempo, in basso, proviene dai confini con la Mongolia. Accanto, Buddha birmani in pietra, laccati in oro, di provenienza Mandalay Myanmar, inizio ‘800.
segni particolari molto precisi: un’ampia gamma di proposte, un’alta preparazione culturale e tecnica, una consolidata esperienza sul campo: all’an-data, quindi all’origine, cosi come al ritorno, laddove cioe
le possibili soluzioni dovranno essere collocate, magari con la necessita di piccoli - о grandi -adattamenti.
Se per interventi di questa natura la bussola punta a oriente, e in particolare verso
La libreria in teak indonesiano (in basso) era in origine un “toko kabinet”, ovvero un espositore da negozio. I vasi al suo interno sono in terracotta e provengono dai villaggi Dayak della foresta del Borneo indonesiano.
Teak Furniture (ww.teakfurniture.it) ha sede a Fidenza (PR), dove si trova il magazzino con vendita diretta. Lo showroom di mobili e antiquariato e in via Sostegno 15 a Brescia.
la Cina, I’lndia e il sud-est asiatico, Teak Furniture rientra perfettamente in questo stretto novero. Antonio e Simone, i due fratelli che guidano I’attivita di importa-zione diretta - oggi alia soglia dei trent’anni - di mobili e anti-quariato da quell’affascinante angolo del pianeta, presenta-no le loro proposte nel grande magazzino con vendita diretta a Fidenza, nella provincia parmense, e nello showroom a due piani di Brescia, a ridosso del centra storico. Ma li abbia-mo incontrati spesso, in questi anni, anche alle manifestazio-ni piu importanti del settore, dal Mercanteinfiera di Parma a Modenantiquaria. Normal-mente, erano appena atterrati о in procinto di partire. Ё Antonio, in particolare, che da decenni muove dall’ltalia alia ricerca dei migliori articoli da importare. Ma all’aereo-porto, con un biglietto per (’Indonesia, stavolta abbiamo
dei mobili e dei complement!
di orredo. Nel corso degli anni
abbiamo stabilito nei diversi
paesi una fitta rete di contatti, tra antiquari e raccoglitori, che ci indirizzano anche a visitare
direttamente gli outentici
luoghi di origine, dai villaggi
alle nobili case private, alia
scoperta di piccoli e grondi tesori da importare”. Ё questa
la chiave che gli consente di offrire tante proposte, tanti pezzi unici e non ripetibili, pre-ziosi e di qualita, per fattura e materiali. Le lacche, le finiture,
piccoli dettagli come i chiodi di legno con cui sono assem-blati lo rivelano chiaramente
anche agli occhi dei profani. Non meno importante, per I’acquirente finale, il servizio che viene offerto in termini
di restauro conservativo e
incontrato Simone, che in Teak Furniture e responsabile, tra I’altro, dei restuari. do e mio frate Ho - racconta - ci осей pi a-mo direttamente della ricerca
di adattamento, quando necessario, rispetto alia configurazione originate di taluni mobili. “Sono interventi che eseguiamo cercondo di montenere quanto piu possi-bile I’integrita del prod otto”, aggiunge Simone. “In tanti anni di attivita abbiamo avuto la fortune di trattore pezzi davvero notevoli e di rare bellezza. E abbiamo assistito a cambiomenti epocali. Anche nel nostro settore, dove e
finalmente cresciuto I a consa-pevolezza in merito allo qualita e al valore di questi oggetti. Ma non solo da noi, tant’e che diventa sempre piu com pl i-cato acquistare quelli piu pregiati, per I’alto costo che viene richiesto gia all’origine”. Una testimonianza in piu, ad attestare che non parliamo di etnico, ma di autentiche opere d’arte. In grado di ar-monizzarsi e valorizzare ogni contesto abitativo.
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MATERIAL! ETERNI
A CURA DI ADAMO ANTONELLINI
FOTO PER GENTILE CONCESSIONE DI MARSEGLIA CALCE SRL - CAROVIGNO (BR)
Dall’antico Egitto ai giorni nostri, pas-sando per la civilta babilonese, I’antica
Grecia e I’lmpero romano -Bisanzio com preso - c’e un filo che lega la storia del costruire: la storia dell’uomo, potremmo tranquillamente affermare. Un filo tutt’altro che invisibile, tant’e che sono migliaia, in ogni angolo del pianeta, le tracce che Io certificano. Sono i monumenti storici piu important! e not i - quelli che rientra-no a pieno titolo nel Patrimonio dell’Umanita - cosi come le semplici testimonianze dei piu antichi insediamenti abitativi. Han no attraversato i millenni. E non potremmo ammirarli, oggi, taluni pressoche indenni, se a legarli - nelpiu autentico senso del termine - non fosse stato quel “filo” che rientra di diritto
UTILIZZATO DA MILLENNI, Ё IL LEGANTE ECOLOGICO PER ECCELLENZA Sua maesta, il grassello
C’e calce e calce: e questo I’affascinante universe che abbiamo deciso di esplorare e di raccontare dando vita a questa rubrica. Partendo da lontano, dalle origini. Perche “il mondo e stato costruito a grassello di calce”, come afferma Claudio Macri, un’autorita nel settore del restauro dei beni culturali, che abbiamo intervistato per farci raccontare passato, presente (e future) di questo strardinario materiale
tra lefondamentali scoperte dell’uomo. Frutto di ingegno, certo, ma indubbiamente anche di misteriose e magiche alchimie, la calce rivestiva le pareti delle case di un villaggio della Palestina risalente a oltre 14 mila anni fa, come e stato documentato. Oggi tiene per-fettamente in piedi la piramide di Cheope, le mura di Gerico
e il Colosseo. Ed e I’impre-scindibile materiale - ottenuto per cottura a temperatura elevate di pietra calcarea a altri materia li contenenti carbonate di colcio - di uso comune, oggi come allora, nell’ambito della costruzione, della decorazione edel restauro.
Ma c’e calce e calce, ed e questo affascinante universo che
abbiamo deciso di esplorare e di raccontare dando vita a questa rubrica. Partendo da lontano, dalle origini. Che, paradossalmente, rappresen-tano quanto di piu attuale possa esserci. “II mondo e stato costruito a grassello di calce”, non esita ad affermare Claudio Macri, restaura to re dei beni culturali e autentica autorita
Bianco come il latte, il grassello si presenta a grana extrafine, denso e cremoso come il burro: rideale perapplicazioni di finiture estetiche nel settore architettonico, storico-artistico, archeologico. Dalia scelta delle pure pietre calcaree, al ciclo della cottura a legna, sino alia sua stagionatura e cura in vasca, la Marseglia Calce di Carovigno (BR) e una delle pochissime aziende in Europa che produce grassello rigorosamente nei metodi tradizionali.
CasAntica 123
MATERIAL! ETERNI
La metodologia tradizionale per la prduzione del grassello prevede, in primo luogo, I’utilizzo di pure crista Hi ne pietre calcaree. Quindi, una lunga graduale cottura a legna a bassa temperatura, tra gli 850 e i 900 gradi circa, tale da cuocere le pietre in modo uniforme.
nel settore - ambito nel quale ha rivestito anche important! incarichi istituzionoli a livello nazionale - svelando cosi, da subito, qual e, nell’universo calce, il materiale piu nobile, naturale, resistente, duratu-ro. L’originale, sarebbe forse giusto dire. Immodificabile, per composizione cosi come per procedimento di produzione, e immortale, come testimonia-no quei monumenti millenari gia citati, dove la calce, anzi, meglio, il grassello utilizzato in fase di costruzione non ha mai smesso di vivere e di respirare. E, non meno importante, per-che rappresenta ancora oggi la prima scelta per interventi di recupero monumentale, edile storico, decorazioni e rifiniture di pregio.
Perfarci raccontare passato e presente del grassello di calce, Claudio Macri ci ha accompa-
gnato negli stabilimenti della Marseglia Calce di Carovigno, in provincia di Brindisi, dove svolge una preziosa attivita di consulenza. “Dalia scelta delle
pure pietre calcaree, al ciclo della cottura a legna, sino alia
sua stogionatura e сига in vo-sca, il grassello viene prodotto rigorosamente nei metodi tradi-zionoli”, ci racconta, facendoci
toccare con mano il materiale
piu pregiato di questa produzione: bianco come il latte, per la sua stagionatura di oltre 300 giorni si presenta a grana extrafine, denso e cremoso come il burro, I’ideale per applicazioni di finiture estetiche nel settore
a rc h i tetto n i co, sto ri co-а rti sti co, archeologico.
Legante ecologico, con straor-dinaria aderenza alle superfici, con la sua qualita porosa tra-spirante e deumidificante, il grassello conferisce alle zone
sottostanti e alle maltine un controllo uniforme dell’umidita
interna, con buona coibenza
termica, resistenza al gelo e ai
fattori inquinanti. “Una volta applicato - spiega Macri - ga-
rantisce di non genera re riten-
zioni di aequo, di non causore Io perdita per infrollimento ed erosione delle maltine e del co
lore misceiato, о di sviluppare nel tempo quelle antiestetiche alterazioni cromatiche bian-castre, che involiderebbero i lavori di restauro conservative
eseguiti”.
Ma facciamo un passo indietro.
Come si produce I’autentica
crema di grassello? “In primo luogo - continua Macri - utiliz-zando pure cristalline pietre
calcaree. Quindi, con una lunga
graduale cottura a legna a
bassa temperatura, tra gli 850 e i 900 gradi circa, tale da cuocere le pietre in modo uniforme.
E cib e possibile, qui, grazie alle particolari caratteristiche dell’altoforno a botte con ti-roggio naturale, che scongiuro anomalie quali i residui “di grani crudi”. Una volte ottenute le preziose zolle vive, I’ossido di calce, dopo una fase di spegni-mento che richiede altrettanta сига, inizio Io stagionatura in vasca, con acqua, perperiodi variabili da 3 a 10 mesi, in base alia tipologia di prodotto che si vuole ottenere, al fine dei diver-si utilizzi possibili”. Raggiunta la maturazione desiderata - quelli piu “giovani”siprestano anche per essere colorati con terre о pigmenti natureli - il grassello e insaccato senza aggiunta di acqua. E, in busta, pud rima-nere fino a oltre 30 anni, senza perdere lesue qualita. Diversamente dal grassello di produzione industriale, ecco quindi un prodotto con straor-
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Una volte ottenute le zolle vive, inizia la stagionatura in vasca, con acqua, per periodi variabili da 3 a 10 mesi, in base alia tipologia di prodotto che si vuole ottenere, al fine dei diversi utilizzi possibili. Nella confezione finale, in busta, al termine del lungo processo produttivo, pud rimanere fino a oltre 30 anni, senza perdere le sue qualita.
Le Bottcghc Artigianc Arti c Mcsticri Zardini di Cortina, nel cuorc delle Dolomiti, producono e installano le stufe in ccramica ad accumulo che bruciano il pellet senza I’uso della corrcntc elettriea con una combustionc pirolitica e un processo di gassificazionc complete.
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dinarie caratteristiche in plasti-cita, densita, adesivita, sempre morbido e omogeneo. “Per queste qualita - conclude Macri - I’impasto delle malte storiche che si possono ottenere, senza dover aggiungere cementi a resine, garantisce Io realizzazione di robusti in ton a ci e intonachini che attraversano il tempo, risul-tando deumidificantiper mura-ture amide anche alia presenza di ve li d’a cq и a, res is tenti a He aggressioni climatiche in zone marine come in alta montagna, come evidenziato da millenni nel costruito storico”.
Nel campo della ristrutturazio-ne e il legante per eccellenza, per confezionare in cantiere malte storiche ed ecologiche, per rincocciature murarie, per intonaci tradizionali colorati a vario spessore, intonachini, paste e pitture pertinte murali, per realizzare decorazioni a rilievo e lisci, perstucchi, finto marmo, stuccature. Viene ino-tre utilizzato nel restauro conservative di affreschi e dipinti murali, stucchi, cornici, decori. In archeologia, pertessiture parietali, ripristini e stilata mu-raria, scialbi e velature.
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Feste d’Italia
Nel bellissimo arcipelago to-scano, tra acque cristalli ne e tra-
monti mozzafiato, I’appunta-mento e il 15 settembre all’I-sola del Giglio. Ё qui infatti che si celebra sul finire dell’e-state la tradizionale Festa di
San Mamiliano dei Turchi, una giornata di festeggiamenti per ricordare quando, nel lon-tano 1799, gli abitanti dell’i-sola riuscirono a respingere dopo una dura lotta I’assalto dei pirati tunisini, grazie alia santa protezione del patrono. Da allora, ogni anno, a Giglio
Castello, una Santa Messa celebrata in forma solenne ricorda I’evento, accompa-gnata dall’esposizione delle reliquie del Santo e delle armi sottratte agli invasori saraceni. Ma allo storico avvenimento la comunita dedica anche una suggestiva processione scan-
dita dalla banda musicale e dalla luminaria allestita lungo le mura del borgo antico. Lo stesso giorno viene organiz-zato un divertente palio degli asini, mentre la piazza e le vie del centro sono animate da un vivace mercato dell’anti-quariato.
Tradizione in casa
Tra gli arredi e sicuramente il materiale piu diffuso, da sempre. Ma il legno, materia viva al punto di reagire anche ai mutamenti del meteo, necessita periodica-
mente di qualche accortezza. In particolare deve essere nutrito e protetto dai tarli. Come? Con le cere. In commercio se ne trovano di vari tipi, diversi I’uno dall’altro sia per lesostanze contenutesia
peril colore, da sceglierecon attenzione perevitaredanni irrime-
diabili. Alcune poi contengono sostanze tossiche. La cosa miglio-re sara allora preparare in casa una cera partendo da quella d’api, che e salutare e adatta alia maggior parte dei legni. Un’operazio-ne semplice che si fa aggiungendo e mescolando bene 80 g di trementina a 120 gdi purissima cera d’api, chesettembre dona insieme al prezioso miele. Se poi vogliamo anche che abbia un piacevole profumo, bastera unire una decina di gocce di un olio essenziale a scelta tra quelli con funzione antitarlo (cipresso, tuja, ginepro). Si applica la cera con un pennello, si lascia asciugare, poi si lucida. Importante e anche lo straccio chesi usa. Da evitare quelli di microfibra, I’ideale sara invece una morbidissima flanel-
la. Su mobili rustici non bisogna dimenticaredi passareanche I’intemo con la cera per proteggerli meglio dalle tarme.
Parola di Galateo
Si torna a scuola, riprende a pieno ritmo il lavoro. Finite le vacanze I’ Italia riparte e I’ufficio torna a essere il luo-
•-/.v.7g0 jove sj trascorre piu tempo che a casa. Per questo e importante dare il proprio contributo a renderlo sereno e piacevole. Salutare ogni volta che si arriva e si va via, о la prima volta che ci si incontra, sara un buon inizio. E quando arriva un ospite, meglio alzarsi persalutarlo. II galateo raccomanda inoltre la pun-tualita. Avere la fama di chi non e mai puntuale e come avere la fama di uno su cui non si pud contare. Se poi per qualche motivo capita di essere in ritardo, mai dimenticarsi di chiamare chi ci aspetta perdirgli in quanto tempo si prevededi arrivare. Altra regola da tenere bene a mente e saper parlare in modo corretto e comprensibile nellesituazioni piu diverse: in una riunione, in una conferenza о semplicemente davanti a una tazza di caffe. Potreb-be aiutarci I’essere sintetici, esporre anche i concetti piu difficili con semplicita e parlare sempre con cognizione di causa. E poi non si parla solo con le parole, ma con tutto il corpo. E saper parlare comprende anche saper starezitti e non interrompere gli
altri. Fissato I’obiettivo о le finalita dell’incontro, I’etichetta vuole che tutti coloro che vi parteciperanno ne siano informati in modo adeguato: con un ordine del giorno, oltre a data, ora e luogo della convocazione. Quanto al venerdi, meglio evitare: si potrebbero trovare partedpanti piuttosto... distratti!
Consigli dal Feng Shui
Ancora qualche giorno da trascorrere all’aperto, poi la casa tornera il luogo degli incontri e della vita familia-re. Sara quindi il salotto, I’ambiente che piu di ogni
altro accogliera i momenti di relax, a richiedere qualche attenzione. Perche anche la forma dovrebbe essere tale da trasmet-
tere a chi la abita tranquillita e serenita. Ricordiamo quindi che un ambiente quadrato о rettangolare ispira pace e tranquillita, mentre un luogo dagli spazi irregolari potrebbe compromettere I’armonia necessaria a renderlo confortevole. Le irregolarita nella distribuzione spaziale dovranno pertanto essere smussate tramite I’uso di specchi, luci e piante. Poi il colore, о i colon. Andranno calibrati suIla base delle esigenze di chi dovra usufru-irne, facendo sempre attenzione al particolare valore simbolico che ricoprono nelle teorie feng shui, senza tuttavia stravolgere i nostri gusti personal!. Per andare sul sicuro, meglio utilizzare tinte universalmente considerate portatrici di felicita, prosperity e buona fortuna. Come il rosso, che non a caso viene utilizzato dalle donne cinesi per confezionare I’abito da sposa.
Dispensa di stagione
Nei mesi in cui il sole cocente si trasforma in energia piccante, e tempo di raccogliere e preparare i pepe-roncini per le prossime stagioni - operazioni da com-
piere rigorosamente con la fase di Luna calante, репа la non riuscita di una buona conservazione. Ecco la ricetta. Prendere
500 g di peperoncini tondi, togliere il picciolo, scavarli e svuo-tarli. Portare a ebollizione 250 ml di acqua e 250 ml di aceto con un pizzico di sale, e scottarvi i peperoncini per 3-4 minuti. Metterli a scolare e farli asciugare per una notte. Preparare il ripieno frullando insieme per5 secondi tonno, capped e ac-ciughe. Riempirvi i peperoncini che poi si metteranno in un vaso a chiusura ermetica ricoperti di olio extravergine d’oliva. Se ben conservati dureranno anche un anno.
EVENTI, FIERE E MERCATINI
PERSEGNALARE LEVOSTRE INIZIATIVE: REDAZIONE@33COM.IT
ATTENZIONE: PER ESIGENZE DI TIPOGRAFIA E DISTRIBUZIONE Cl Ё POSSIBILE PUBBLICARE SOLO LE SEGNALAZIONIINVIATE ALMENO TRE MESI PRIMA DELLO SVOLGIMENTO DELL’EVENTO
M
algrado gli slittamenti, le proroghe e le cancellazioni impreviste, non abbiamo voluto rinunciare a questo nostro appuntamento, che e un servizio ai nostri
affezionati e che ci consente di dare visibility all’impegno
di tante figure (enti organizzatori, espositori, raccoglitori di
materiali di recupero, meravigliosi artigiani desiderosi di mostrare i loro nuovi lavori e guardare al futuro). La periodicita di CasAntica ci consente solo di redigere un calendario di massima. Invitiamo tutti i nostri lettori a verificare sui siti web eventuali aggiornamenti sulie date di svolgimento.
Milano al centro del mondo dal 5 al 10 settembre
DA SUPERSALONE A FUORISALONE
Salone Internazionale del Mobile, in programma quest’anno dal 5 al 10 settembre a Fiera Milano Rho, e un palcoscenico che da sem-pre coniuga business e cultu-ra, facendo la storia del design e dell’arredo di ieri, oggi e domani. E che si presenta al mondo con un’offerta di prodotti di altissima qualita, all’insegna dell’innovazione. Milano torna cosi protagoni-
sta suIla scena internazionale e presenta in questa edi-zione “Supersalone”, evento speciale aperto non solo agli operatori ma anche al grande pubblico. Tutt’intorno, FuoriSalone, I’insieme degli eventi distribuiti in diverse zone della citta, in calendario nelle stesse date. (Foto Luca Fiammenghi) www.salonemilano.it www.fuorisalone.it
Gli altri appuntamenti
Alla Fiera del Levante di Bari, dal 1° al 3 settembre, “Restauro in Tour”, edizione 2021 del Salone Internazionale del Restauro, il piu importante evento dedicato all’economia, conservazione, tecnologie e valorizzazione dei Beni culturali e ambientali. Ё
possibile registrars! peressere aggiornati sul programma e ricevere il biglietto-invito per accederealla manifestazione, ai link di seguito indicati.
www.salonedelrestauro.com www.restorationweek.it
Fino al 19 settembre negli spazi rigenerati di Manifattura Tabacchi, a Firenze Botanica Temporanea, I’arte dei Giar-
dini Invisibili, una mostra-laboratorio ispirata al princi-pio di rigenerazione dolce, a basso impatto ambientale. Un giardino aperto al pubblico che offre occasion! esperien-ziali di conoscenza dei ritmi naturali e della biodiversita. www.manifatturatabacchi.com
Nella valie del Casentino,
a Stia, dal 2 al 5 settembre,
Mostre, dimostrazioni, visite guidate. A Venezia
LA SETTIMANA DEL VETRO
Il festival internazionale The Venice Glass Week, giunto alia sua quinta edizione, si terra a Venezia, Murano e Mestre dal 4 al 12 settembre.
All’insegna di #VivaVetrol, oltre al ciclo di dialoghi online, Conversations on Glass by Apice, che pongono al centro del dibattito internazionale la riflessione sul “fare” vetro oggi, il programma prevede visite guidate e appuntamenti per bambini. Tra i centri nevralgici della manifestazione ci sara The Venice Glass Week HUB all’lstituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti nella sede di Palazzo
Loredan, che anche per questa edizione ospi-tera una selezione di opere di artisti nazionali e internazionali, insieme ai progetti di quindi-ci giovani artisti e designers under 35.
www.theveniceglassweek.com
XXIV Biennale Europea d’Arte Fabbrile, appuntamento imperdibile per gli appas-sionati di forgiatura, d’arte e arredamento, con numerosi maestri artigiani.
www.biennaleartefabbrile.it
I Murabilia, mostra mercato del giardinaggio di qualita, e in programma il 3,4 e 5 settembre presso le mura di Lucca. Espositori vivaisti specializzati e un notevole programma culturale, botanico e orticolo, con mostre tematiche, convegni, laboratori.
www.murabilia.com
Dal 9 al 12 settembre, la Fiera di Bologna ospita la 33ma edizione di Sana - Salone Internazionale del Biologico e del Naturale. Da scoprire, insieme ad alimentazione e benessere, prodotti naturali e a basso impatto ambientale per la casa. www.sana.it
Nel lo splendido scenario
130 CasAntica
In un nuovo padiglione, finiture di design
A BOLOGNA Ё CERSAIE
Cersaie 2021, il Salone Inter-nazionale della Ceramica per I’Architettura e dell’Arredoba-gno occupera dal 27 settembre al 1° ottobre prossimi, i 15 padiglioni del Quartiere Fieristico di BolognaFiere, dove saranno presenti circa 600 espositori, il 41% dei quali esteri, per presentare i nuovi prodotti di tendenza e confrontarsi sulie future collaborazioni. Novita di questa edizione, la Contract
del parco botanico di Giarre prosegue fino a dicembre la terza edizione del Radicepura Garden Festival, evento internazionale dedicate al garden design e all’architettura del paesaggio del Mediterraneo. www.radicepurafestival.com
Dal 5 all’ 8 settembre,
A Longarone (BL) dal 30
ARREDAMONTIN
Arredamont, mostra dell’arre-dare in montagna, costituisce un evento unico nel panorama fieristico nazionale, presen-tando una rete specializzata di piccole e medie imprese, pre-
Hall dedica i 10.000 mq del Padiglione 18 a spazio d’incontro fra domanda e offerta del contract interna-zionale e alcuni dei piu pre-stigiosi studi di architettura internazionali. Al centro, Archincontract, una piazza che si caratterizza per la progettazione di qualita nei diversi ambiti del Real Estate realizzata da dieci studi di architettura di valore internazionale. Intorno, gli spazi espositivi di primarie aziende attive nel campo delle cucine, finiture da in-terno ed esterno, illumino-tecnica e domotica, design outodooretecnologie per il wellness, i nuovi settori espositivi che Cersaie propone ai visitatori. www.cersaie.it
presso fieramilanocity, HOMI, I’evento fieristico dedicate a complement! d’arredo, accessory decorazioni, oggetti per la tavola, tessili, essenze e profumazioni che caratteriz-zano gli spazi del vivere con-temporaneo e i nuovi scenari dell’abitare. Focus 2021: la sostenibilita, la creativita del
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Fornitura, posa e trattamento di antichi pavimenti in cotto e pietra. Ampia selezione di materiale edile in cotto antico di recupero
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47042 Sala di Cesenatico (FC)
Cell. 339 3419835
albertodomenichini@yahoo.it
www.antichedemolizioni.it
EVENTI, FIERE E MERCATINI
A Guastalla, mostra-mercato il 25 e 26 settembre
PIANTE E ANIMALI PERDUTI
РРЛ^ГГЕ ANIMALI PERDUTI
riuso, i prodotti eco-friendly. www.homimilano.com
Dal 9 al 13 settembre, a Paris Nord Villepinte, in sinergia con la Paris Design Week, torna Maison & Objet, il grande evento dedicate ai professionisti del lifestyle in tutte le sue espressioni. Deco-razione, design, arredamento, accessori, tessuti, fragranze, particoli per la tavola e molto altro. Ogni edizione, a meta tra il mondo del business e della creativita, mostra soluzioni progettuali ai visitatori di tutto il mondo in cerca di originalita ed e caratterizata da tre aree tematiche: maison, ovvero
Il Festival del Disegno, a
Nel Parco del Castello di Masino a Caravino (TO)
TRE GIORNI PER IL GIARDINO
Dal 22 al 24 ottobre, il FAI -Fondo per Ambiente Italiano propone nel grande Parco del Castello di Masino a Caravino (TO) I’edizione autunnale della Tre giorni perilgiardi-no, storica mostra mercato di fiori, piante e idee per il giardino, I’orto e il frutteto. Oltre a passeggiare tra gli stand, il pubblico potra
Il 25 e 26 settembre, Guastalla (RE) ospita la ventiquattresima edizione di Piante e animali perduti, mostra mer-cato di varieta tradizionali di frutti, fiori, ortaggi, sementi e razze di animali rura-li, prodotti eno-gastronomici, biologici, tipici e dimenticati. Tanti gli ospiti, le animazioni e gli incontri in programma. pianteanimaliperduti.it
casa e decorazione d’interni; objet, che si incentra sul pro-dotto; influences, incentrata sui trend del mercato.
www.maison-objet.com
Dal 9 al 26 settembre, a Bergamo Alta, I Maestri del Paesaggio - Landscape Festival, con le star del giar-dinaggio, paesaggisti interna-zionali e Green Square, rilet-tura in chiave green di Piazza Vecchia, per “immaginare ambienti piu naturali”. II ricco calendario di eventi e sul sito Internet.
www.imaestridelpaesaggio.it
partecipare a un ricco programma di “chiacchierate a tema” con esperti colti-vatori e vivaisti d’eccellen-za. L’acquisto anticipate del biglietto online e offer-to a un prezzo scontato ed e fortemente consigliato. in quanto I’ingresso e a numero limitato.
www.tregiorniperilgiardino.it
cura di Fabriano, torna I’ll e 12 settembre a Milano e dal 13 settembre al 10 ottobre in tutta Italia. Tante le attivita in presenza e online, protago-nista la carta.
www.fabriano.com
Miart e la fiera in cui arte contemporanea, arte moder-na e design in edizione limita-ta dialogano tra loro: dall’arte dell’inizio del secolo scorso fino alle opere delle genera-zioni piu recenti. Dal 17 al 19 settembre a fieramilanocity. www.miart.it
Carrara Citta Creativa Une-sco presenta la prima edizione di Creativity Forum, dal 24 al 26 settembre, momento di confronto suHa rinascita dei centri storici post-pandemia mettendo al centro I’artista e Гаrtigiano come motori di sviluppo sostenibile e custodi delle identita locali.
Floreka, mostra mercato di giardinaggio e produzioni d’arte creativa e in calendario il 25 e 26 settembre a Ranica (BG), nel Parco della storica Villa Camozzi. www.floreka.it
Dal 24 al 26 settembre torna Verde Grazzano nel sontuoso Parco del Castello di Grazzano Visconti, con vivaisti selezionatissimi ed esclusiva-mente produttori, allestimenti eleganti e funzionali. www.verdegrazzano.it
Expocasa, Salone dell’arre-damento di Oval Lingotto Fiere di Torino, e in programma dal 25 settembre al 3 ottobre Ё il piu importante appunta-mento del nord-ovest dedicate all’arredamento e alle soluzioni
per la casa, nato e pensato per coinvolgere il grande pubblico. Una panoramica completa delle diverse anime dell’arre-damento, dal design con-temporaneo ai prodotti della tradizione artigiana.
www.expocasa.it
Marmomac, la principale fiera internazionale del settore litico, torna dal 29 settembre al 2 ottobre nei padiglioni di Veronafiere.
www.marmomac.com
Dal 27 al 30 ottobre, alia Fiera di Verona, Wood Experience, I’unica manifestazione italiana dedicata a tutta la filiera del legno, dalla prima lavorazione, agli element! accessori e di completamento, evoluzionedi Legno&Edilizia, rassegna fieristica che ha rap-presentato per 20 anni il punto di riferimento per il comparto dell’edilizia in legno. wood-experience.com
AMART rinnova I’appunta-mento a Milano con il mondo dell’arte e dell’a ntiq uariato dal 27 al 31 ottobre. Promossa dall’Associazione Antiquari Milanesi, non solo un’offerta espositiva, ma un importante momento culturale con una serie d’iniziative che anime-ranno le giornate, anche in collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli, il Museo Bagatti Valsecchi e il FAI - Fondo Ambiente Italiano. www.amart-milano.com
Dal 12 al 21 novembre, Antiquaria Padova, appun-tamento irrinunciabile per gli oltre 10.000 visitatori tra colle-zionisti, investitori e appas-sionati di antiquariato e arte antica che ogni anno varcano i cancelli della fiera. Si terra quest’anno in concomitanza con ArtePadova, una tra le piu importanti e longeve fiere d’arte moderna e contemporanea in Italia.
www.antiquariapadova.com
 Made Expo 2021 si tiene dal 22 al 25 novembre.
Presso Fiera Milano, le soluzioni e i prodotti innovativi per il comfort, la sostenibili-ta, la qualita e la rapidita di
132 CasAntica
L’evento delle Fiere di Parma dal 2 al 10 ottobre
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Mercanteinfiera, I’appun-tamento di Fiere di Parma dedicate ad antiquariato, modernariato, design storico e collezionismo vintage, e in programma dal 2 al 10 otto-
bre. Suggestion! che spazia-no dal XV secolo al barocco, dall’Art deco al Liberty, ispi-razioni anche da mete lon-tane come Cina e Giappone, il design, con i nomi che hanno reso famosa I’Italia nel mondo: questi gli ingredient! principal! dell’evento. Con due collaterali: una dedicata alia cravatta, I’altra ai videogame d’antan, un viaggio tra tecnologia e storia del costume.
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A Milano, dal 16 al 19 settembre
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Orticola ritorna fra i vialetti dei Giardini Indro Montanelli, a Milano, dal 16 al 19 settembre, con un’edizione straor-dinaria. Si terra, infatti, per la prima volta, in settembre. E sara I’occasione perscoprire e ammirare piante e fiori mai visti prima a Orticola. Un appunta-
mento da non mancare anche persostenere il verde di Milano e per ricominciare a far vivere con entusiasmo e passione la citta. I biglietti si possono gia acquistare: solo on line su www.midaticket.it e sul sito dell’evento.
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CASANTICA INDIRIZZI
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Arazzi e tappeti
Luciana Pasqualoni Franchi
Via Collemancio 10, Cannara (PG)
Tel/Fax: 0742 72133
E-mail: paluciana@libero.it
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Tessitura a mano di arazzi e tappeti su misura; ideazione e creazione di prototipi per arredamento e accessori di abbigliamento.
Arredamento e artigianato artistico
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Via Cuneo 28/d, Moretta (CN)
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E-mail: chiavazza@tiscali.it
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Via Ronce 7, Ortisei (BZ)
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Saxum Sri
Via Guglielmo Marconi 1, Noale (VE)
Tel. 0415 802160
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Antichita vintage e vetrinistica. Recupero di elementi storici e component d'arredo.
Arredi antichi oggettistica vintage
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Via Brumal 19, Follina (TV)
Tel. 0438 971928
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Via R. Vighi, 32 - Imola (BO) N. Verde 800 267040 E-mail: info@allorigine.it www.allorigine.it Oggetti vintage autentici
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Via Nazionale 1/a, Serravalle - Asti (AT)
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Arredi per esterni in ferro battuto. Gazebi in ferro.
Oggettistica e decorazione per esterni.
Arredo d'arte Sellitto Luciano
Via Torrione Marcello 6, Mercato San Severino (SA) Tel. 089 894151
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Bon Ton srl
Strada Statale 131 KM 40 620 -
09030 Samassi (CA)
Tel. e fax ufficio: 070 9373020
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Vendita e commercio di grande varieta di articoli di antiquariato e modemariato, mobili usati e una vasta gamma di articoli etnografici.
Freak Ando
Via Delle Moline 14/C, Bologna
Tel./fax: 051 271404
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Pavimenti antichi in legno e graniglia e altri soggetti di recupero.
Il Giaggiolo sas di Casalini Emilio & C. Via G. B. Vico 25, Forte dei Marmi (LU) Tel. 0584 787350 - fax: 0584 788844 Cell. 335 6437159 E-mail: giaggiolol@libero.it www.ilgiaggiolo.it
Arredo da giardino e interni.
La Ferramenta
Corso Mazzini, 34 - 48015 Cervia (RA)
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Andrea Maria Pini
Via Sligge 16, Ovada (AL) Cell. 347 4869582
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Consulenza, progettazione e realizzazione di arredamenti su misura per locali abitativi e commerciali in legno, ferro pietra. Decorazioni e laccatura interne ed esterne.
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Via Circonvallazione 22, Cossolnovo (PV)
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Produttori di finiture a canapa colorata e grassello di calce
F.lli Dianti Snc
Via Borgia 2, Bagnolo Piemonte (CN)
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Finiture naturali in coccio pesto, bioedilizia.
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Ristrutturazione di ville, rustici e cascinali.
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Silmec srl
Via S. Martino 7, San Zenone degli Ezzelini (TV)
Tel. 0423 968611
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Citta Della Pieve (PG)
Tel. 0578 56011 - cell. 320 9190262
E-mail: vendita@anticocottopievese.it
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Via della Fornace 1, Citta della Pieve (PG)
Tel. 0578 248139 - cell. 320 9190262
E-mail: rattifabrizio@libero.it
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Via Paolo Dettori 53, Arzachena (ОТ)
Cell. 3490724057
E-mail: wmongili@hotmail.it
Pulizia e trattamento cotto, marmo, granito e superfici varie.
Fornace Bernasconi
Via Vittorio Giuliani 4, Castel Viscardo (TR)
Tel./Fax 0763 361016
E-mail: info@fornacebernasconi.com
www.fornacebernasconi.com
Facebook: Fornace Bernasconi
Twitter: @forbernasconi
Pinterest: Fornace Bernasconi (forbernasconi)
Fornace Brioni Srl
Via Ronchi 77 - Gonzaga (MN)
Tel. 0376 58142
Cell. 348 4418510
E-mail: brioni@fornacebrioni.it
www.fornacebrioni.it
Fornace: produzione e vendita pavimenti in cotto fatti a mano.
Fornace Fonti Srl
Francesco Fonti
Via Giotto 41, Grignano Polesine (RO)
Tel. 0425 494085 - fax: 0425 494396
Cell. 329 5953393
E-mail: info@fornacefonti.it
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Produzione mattoni, pavimenti rustici, pezzi speciali fatti a mano e cotti in forno Hoffman a carbone.
Fornace Parrilla dal 1832
Via San Vito 10, Cropalati (CS)
Tel./fax: 0983 61276
E-mail: fornaceparrilla@libero.it www.fornaceparrilla.it
Pavimenti, rivestimenti, coppi, gradini e pezzi speciali per interni ed esterni in cotto artigianale interamente realizzati a mano. Specializzati in riproduzione di element! per il restauro.
Fornace Polirone di Cappelli, Pasqualini e C. S.n.c. via Fomace, 6/8 - 46034 Borgoforte di Borgo Virgilio (MN) Tel. 0376.648612 - Fax. 0376.648677 www.fornacepolirone.it info@fornacepolirone.it
Fornace Sugaroni
Localita Le Trobbe, 3 - Castel Viscardo (TR)
Tel. 0763 361003 - www.sugaroni.it
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Fornaci Chiaroscuro
Loc. Valle Sant'Andrea 37, Montecorvino Rovella (SA) Tel. 089 808165 - fax: 089 802 1740
Cell. 328 922 4812
E-mail: info@fornacichiaroscuro.it www.fornacichiaroscuro.it
Le Fornaci Chiaroscuro producono e commercializzano pavimentazioni e coperture in cotto fatto a mano e cotto a legna per interni ed esterni, cotto smaltato, mattoni, scalini, pezzi speciali per restauri. Su richiesta e possibile riprodurre manufatti in terracotta con sago me e misure preesistenti.
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Zona artigianale Loc. Alfina, Castel Viscardo (TR)
Tel. 0763 361049 - fax: 0763 360191
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I Mastri Fornaciai
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Sede Legale - Via Recanati 8 - 63023 Fermo (AP) Tel. 0734 633001 - fax: 0734 631134
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