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                    Grande Atlante di Architettura


Grande Atlante di Architettura II Grande Atlante di Architettura si presenta
 come una complete enciclopedia delle costruzioni,
 divisa in volumi tematici. Ogni volume tratta in modo esauriente uno specifico tipo edilizio, о una parte dell'edificio. Gli argomenti sono sviluppati in ogni aspetto: teoria costruttiva,
 suggerimenti compositivi, benessere climatico
 e ambientale, cenni storici. esempi di realizzazioni. Di grande utilita pratica sono i numerosissimi particolari,
 disegnati in scala con ricchezza di dettagli. Volumi pubblicati: Atlante del Cemento
 Atlante del Legno
 Atlante della Muratura
 Atlante dei Tetti Atlante delle Terrazze Atlante del Vetro Atlante dell' Acciaio Atlante delle Piante di edifici Atlante del Fibrocemento Atlante delle Strutture Atlante delle Tensostrutture Atlante delle Case unifamiliari Atlante di Bioarchitettura Atlante delle Strutture reticolari
Atlante dene John Chilton con una sezione di esempi italiani a cura di Francesca Prandoni UTET
Titolo originate
 Space Grid Structures Autore
 John Chilton Contributi per I'edizione italiana
 Le cupole geodetiche, di Antonio Volpe
 Esempi italiani. a cura di Francesca Prandoni Traduzione di
 Carlo Barlocco Normativa italiana a cura di
 Alberto Galeotto © Reed Educational & Professional Publishing Ltd 2000 © 2002 Unione Tipografico-Editrice Torinese
 Corso Raffaello, 28 - 10125 Torino Sito Internet Utet: www.utet.com e-mail: utet@utet.it • redazione.architettura@utet.it I diritti di traduzione. di memorizzazione elettronica. di riproduzione e di
 adattamento totale о par iale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm
 e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. L’Editore potrci concedere a pagamento I'autorizzazione a riprodurre una
 porz'ione non superiore a un decimo del presente volume e fino a un mas-
 simo di settantacinque pagine. Le richieste di riproduzione vanno inoltrate all'Associazione Italiana per i
 Diritti di Riproduzione delle Opere dell'ingegno (AIDRO), via delle Erbe, 2
 -20121 Milano
 Tel. e Fax 02/809506 Redazione: Studio Parole srl - Milano
 Stampa: O.G.E. Zeppegno - Torino ISBN 88-02-05927-6
Sommario Prefazione 7 Ringraziamenti 9 Parte 1 ■ Le strutture reticolari spaziali 11 (John Chilton) Capitolo 1 Sviluppo iniziale delle strutture reticolari 13
 Capitolo 2 Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni 23 Perche strutture bidirezionali? 23 Rapporto di forma 25 Stabilita dei reticoli spaziali 27 Forme poliedriche stabili 28
 Vantaggi nell’uso dei reticoli spaziali 28 Svantaggi 31 Configurazioni dei reticoli 31 Progettazione del reticolo 35 Geometrie complesse 36 Ubicazione dei supporti 37 Supporti “ad albero” 38 Profili dei bordi 38 Reticoli spaziali multistrato 39 Capitolo 3 Materiali e sistemi 41 Material! per i reticoli spaziali 41 Sistemi reticolari spaziali 42 Sistemi “a pezzi singoli" 42 Sistemi con correnti continui 50 Moduli 53 Capitolo 4 Progettazione e costruzione 61
 Comportamento strutturale delle aste 61
 Rapporti luce/altezza per diverse condizioni di supporto 62
 Particolari costruttivi dei supporti e dilatazioni termiche 62 Precisione dimensionale 63 Curvatura 64 Rivestimenti e vetrate 64 Metodi di montaggio 65
 Resistenza al fuoco dei reticoli spaziali 66 I reticoli spaziali nelle zone sismiche 68 Capitolo 5 Reticoli spaziali estensibili. pieghevoli e retrattili 69 Reticoli spaziali estensibili
 e pieghevoli 69 Emilio Perez Pinero 69 II padiglione del Venezuela
 all'Expo 92 di Siviglia, Spagna 72 II sistema di montaggio
 Pantadome 76 Reticoli spaziali pieghevoli 80 Strutture di copertura retrattili 81 Capitolo 6 Sviluppi futuri 83
 Edifici con reticolo spaziale poliedrico 83 Edifici multipiano e megastrutture 83 II TRY 2004 87 Solai compositi 90 Tensegrity e reticoli spaziali 90
 Geometria dei quasi-cristalli:
 una combinazione di aste e piastre 91 Che cosa riserva il future? 94 Capitolo 7 Le cupole geodetiche (Antonio Volpe) 95 I poliedri 95 La suddivisione geodetica 99 Parte 2 ■ Esempi internazionali 101 (John Chilton) Capitolo 8 Strutture reticolari spaziali Reticolo Spaziale per la “Symbol Zone",
 Expo 70. Osaka, Giappone 103 Casa Nusatsum, Bella Coola
 Valley, Columbia Britannica, Canada 107 Cattedrale di Cristallo. Garden
 Grove, California, USA 109 Centro espositivo nazionale
 e arena intemazionale. Birmingham, Gran Bretagna 111 Salone Meishusama.Giardino
 sacra di Shiga,Shigaraki, Shiga. Giappone 113 Centro Jacob K. Javits, New York, USA 115 Cupola Oguni, Oguni-machi, Kyushu,
 prefettura di Kumamoto. Giappone
 Hangar FFV dell'Aerotech, aeroporto
 di Stansted, Gran Bretagna
 Biosphere 2, deserto di Sonora.
 Arizona, USA Arena nazionale coperta per lo sport.
 Birmingham, Gran Bretagna
 Hangar di manutenzione della Lan
 Chile, aeroporto Comodoro Arturo
 Merino Benitez. Santiago. Cile
 Centro sportivo. Palafolls. Spagna
 Strutture reticolari. Expo 92, Siviglia. Spagna
 Markethall, centro commerciale
 Eagle, Derby, Gran Bretagna
 Atrio con volta a botte, Bentall Centre. Kingston upon
 Thames. Gran Bretagna
 Terminal 2. aeroporto
 di Manchester, Gran Bretagna
 Piramide. Fantasy Island, Skegness. Gran Bretagna
 Tettoia per deposito, Lelystad, Paesi Bassi: reticoli spaziali
 costruiti con tondoni di legno
 Padiglione, Atlanta, USA
 (progetto non realizzato) Stadio Australia, Sidney. Australia Capitolo 9 Strutture reticolari estensibili
 Palazzo dello sport Sant Jordi,
 Barcellona, Spagna
 World Memorial Hall, Kobe, Giappone Stadio coperto, Singapore
 Cupola del Sole, Sabae,
 prefettura di Fukui, Giappone
 Cupola Namihaya. Centro
 sportivo Kadoma, Mitsushima,
 Kadoma, prefettura di Osaka,
 Giappone Parte 3 ■ Esempi italiani (a cura di Francesca Prandoni) Nuovi edifici espositivi, Fiera di Milano (John Chilton)
 Allestimento per la mostra
 Montecatini, Fiera di Milano 118 122 125 127 131 133 138 144 146 150 152 154 157 160 163 170 173 175 177 181 183 188 5
Sommario Istituto tecnico G. Bodoni, Ponte aereo in uno stabilimento, Normative italiana 237 Giardino ducale. Parma 191 Casalpusterlengo (Lodi) 210 Complesso parrocchiale Copertura dello stadio G. Meazza, Bibliografia 241 San Riccardo Pampuri, Milano 212 Peschiera Borromeo (Milano) 194 Aerostazione passeggeri Indice dei nomi 243 Ristrutturazione del Palazzo Malpensa 200 220 di Giustizia, Ancona 197 II sistema Vestrut 224 Indice analitico 247 Piazza con centro servizi, Nuova stazione doganale, OraSje Monte d'Ago 2. Passo di Varano (confine tra Bosnia-Erzegovina (Ancona) 201 e Croazia) 225 Collegamento aereo al 4° piano Copertura dell’atrio di una scuola. del Palazzo deirinformazione, Milano 204 Casoria (Napoli) 229 Edificio ABB Italia, Sesto Copertura della nuova stazione San Giovanni (Milano) 206 marittima al porto di Bari 233 6
Prefazione Questo libro ha avuto una lunga gestazione. Lo
 stimolo iniziale risale a circa sette anni fa. quando
 facevo lezione sulle strutture spaziali agli stu-
 denti di architettura, e si defini meglio con le mie
 prime ricerche di dottorato sulle strutture reti¬
 coiari spaziali.Quando gli studenti mi chiesero
 di suggerire loro un testo adeguato nel quale
 trovare informazioni sulla geometria, sui para-
 metri di progetto e sui dettagli costruttivi delle
 strutture reticoiari spaziali. constatai che la scelta
 era piuttosto limitata (sembrava invece disponi-
 bile un numero molto maggiore di libri dedicati
 al comportamento e all’analisi di tali strutture).
 A quel tempo, il libro che raccomandavo con
 convinzione era Space Grid Structures di John
 Borrego, pubblicato nel 1968 dal MIT (e che ha,
 per inciso, lo stesso titolo del presente volume).
 Sono tuttavia passati piu di trent'anni dalla sua
 pubblicazione e la tecnologia delle strutture re¬
 ticoiari spaziali ha avuto in questo periodo svi¬
 luppi rilevanti. Fin dall’inizio, la mia intenzione ё
 stata quella di approntare un testo che fosse
 ugualmente utile ad architetti. ingegneri e co-
 struttori interessati a conoscere le nozioni fon-
 damentali della progettazione e della costruzione
 di strutture reticoiari spaziali sviluppate sul finire
 degli anni ’90. Un incoraggiamento a procedere con questa
 idea mi venne nel 1993, quando partecipai alia
 4a Conferenza sulle strutture spaziali presso I’Uni-
 versita del Surrey; in quell’occasione provai ad
 attaccare discorso con Stephane du Chateau. uno dei pionieri delle strutture reticoiari spaziali
 che purtroppo ё morto quest'anno (2000], all'eta
 di 92 anni. Egli mi chiese immediatamente se
 fossi un ingegnere о un architetto e. quando ri-
 sposi “ingegnere", egli sulle prime non si dimo-
 str6 troppo entusiasta di conversare con me,
 ma quando aggiunsi che insegnavo in una scuola
 di architettura, egli divenne molto comunicativo
 e, alia fine, mi fece omaggio di una copia firmata
 del suo libro sulla morfologia strutturale. con
 questa dedica autografa: “ё Jean - John Chil¬
 ton - pour 1‘inspirer des idfes pas comme les
 autres - avec toute ma sympathie Guildford
 10.9.93". Fu a seguito di parecchie considerazioni che
 scelsi per questo volume il titolo Space Grid
 Structures. II termine generico “telaio spaziale”
 viene comunemente usato da architetti, inge¬
 gneri e, in genere. nell'industria delle costruzioni
 per indicare strutture tridimensionali che pos¬
 sono essere sia telai sia reticoli. secondo la de-
 finizione ingegneristica dei termini. In effetti, tutti
 i “telai spaziali” sono in pratica dei reticoli in sen so
 ingegneristico. II termine “strutture reticoiari"
 viene largamente accettato come denomina-
 zione altemativa che comprende entrambi i si¬
 stemi strutturali, e puo essere usato per la de-
 scrizione di caratteristiche comuni a entrambi. I
 termini piu corretti, strutture “a telaio” о “a reti¬
 colo". possono essere usati quando ё impor-
 tante distinguere le differenze nella loro azione
 strutturale. I Capitoli da 1 a 4 descrivono la storia, la geo¬
 metria, la progettazione e la costruzione delle
 strutture reticoiari. II Capitolo 5 analizza I’impiego
 delle strutture reticoiari retrattili, estensibili e pie¬
 ghevoli che. benche sviluppate agli inizi degli anni
 '60, solo recentemente sono state utilizzate su
 larga scala nelle realizzazioni architettoniche. In-
 fine, il Capitolo 6 descrive alcune concezioni di
 strutture reticoiari che non sono state ancora uti¬
 lizzate a pieno. insieme con alcuni interessanti
 sviluppi che potranno trovare applicazione nell'im-
 mediato futuro. Le parti 2 e 3 si propongono di mostrare la
 grande potenzialita di impiego di questa forma
 strutturale e presentano a tale scopo una se-
 lezione di strutture reticoiari di varie dimensioni.
 che impiegano materiali diversi, che adottano
 sistemi diversi e che sono state costruite negli
 ultimi trent’anni. Qualcuno, convinto che I’impiego delle strut¬
 ture reticoiari abbia raggiunto il suo apice ne¬
 gli anni '70, ha espresso I’opinione che que¬
 sto libro abbia un interesse puramente storico.
 Tuttavia, le strutture reticoiari sono ancora lar¬
 gamente и sate in strutture di forma innovative,
 di grande e media luce. Benche il loro impiego
 possa diminuire nei Paesi piu sviluppati, esiste
 ancora un enorme potenziale per la loro utiliz-
 zazione su larga scala nei Paesi in via di svi-
 luppo, nei quali i materiali sono costosi. la ma-
 nodopera ё a basso prezzo ed ё forte la ri¬
 chiesta di strutture semplici ed efficienti. 7
Ringraziamenti Innanzi tutto devo esprimere la piu sincera gra-
 titudine a mia moglie, Gloria Uanos. per il suo
 instancabile sostegno e incoraggiamento, senza
 i quali dubito che avrei mai portato a termine il
 compito di scrivere questo libro. Lei non solo ha
 sopportato di passare tutta sola molte serate e
 fini settimana, dato che io lavoravo chiuso nel
 mio studio, ma ha anche corretto e rivisto il te-
 sto dattiloscritto. Anche se ho completato da solo questo viag-
 gio, all'inizio non ё stato cosi. Devo dunque espri¬
 mere i miei sinceri ringraziamenti al Dr. Richard
 McConnel. deU’Engineering Department dell'Uni-
 versita di Cambridge, che fu all'inizio mio coau-
 tore, per la sua assistenza nell’acquisizione di
 alcune delle informazioni incluse nel volume, e
 per il tempo che ha speso per leggere e per sug-
 gerire costruttive osservazioni sulla prima bozza
 del mio manoscritto. Sarebbe stato difficile scrivere un libro di que-
 ste caratteristiche senza I'aiuto e la generosita
 di molte persone. Fra coloro che hanno contri-
 buito, sono particolarmente in debito con Graeme
 Barker per le sue eccellenti rappresentazioni tri- dimensionali della geometria delle strutture re-
 ticolari sviluppate al computer, utilizzate nel Ca-
 pitolo 2, e con Glyn Halls, fotografo alia School
 of the Built Environment all'Universita di Nottin¬
 gham. per la sua assistenza nella produzione di
 molte fotografie. Sono anche estremamente
 grato a coloro che hanno permesso la riprodu-
 zione di cisegni e fotografie: ABBA Space Struc¬
 tures, Architectural Association Photo Library.
 British Steel Tube Division, De Bondt. A. El-
 Sheikh, Felix Escrig. J. Francois Gabriel, Alastair
 Gardner. G.C. Giuliani/Redesco s.rl, Glyn Halls, H. Hendriks. Pieter Huybers, N.M.T. Jackson,
 Mamoru Kawaguchi, L.A. Kubik, Matthys Levy,
 Mai Sky System Inc., Carlos Marquez, J. Mar¬
 tinez Calzon, R.E. McConnel. Mero (UK), Orona
 S. Coop. Ltda., Fondacion Pinero, Tony Rob-
 bin, Scogin Elam and Bray, Shimizu Corpora¬
 tion. R.G. Satterwhite, Space Decks Ltd, Kyo
 Takenouchi, R.Taylor, Peter Trebilcock, Ture
 Wester and Yoh Architects. Fra coloro che hanno fomito illustrazioni e che
 ho citato sopra, una particolare menzione me-
 rita Mamoru Kawaguchi, che molto generosa- mente ha messo a disposizione una grande mole
 d'informazioni, diagrammi e fotografie relativi a
 progetti cui ha partecipato, e in particolare a
 quelli costruiti utilizzando il sistema Pantadome.
 Sono, inoltre, molto grato a Roland Howarth e
 Richard Porada -Space Decks Ltd; Ane Yarza - Orona S. Coop. Ltda.; Eddie Hole - British
 Steel Tubes Division; Jane Wernick - Ove Amp;
 K. Sugizaki - Shimizu Corporation; e Stephen
 Morley - MODUS Consulting, i quali mi hanno
 assistito nell'acquisizione di disegni. fotografie
 e informazioni. Se ho dimenticato qualcuno,
 chiedo scusa. Infine. vorrei ringraziare mio padre che. pur non
 essendo ne architetto ne ingegnere, ha letto e
 coramentato il manoscritto completo (senza la
 disponibilita delle figure che avrebbero chiarito
 il testo), e mia madre, per la sua pazienza
 nell'ascoltare la lettura del testo. A loro sono
 molto debitore, perche senza la loro educazione,
 il loro sostegno e incoraggiamento io non avrei
 mai intrapreso la camera di ingegnere, e non
 avrei mai avuto la possibilita di scrivere questo
 libro. Libro che ё dedicato ad entrambi. 9
Parte 1 • Le strutture reticolari spaziali (John Chilton) Capitolo 1 ■ Sviluppo iniziale delle strutture reticolari Capitolo 2 • Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni Capitolo 3 ■ Matpriali e sistemi Capitolo 4 ■ Progettazione e costruzione Capitolo 5 ■ Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattili Capitolo 6 ■ Sviluppi futuri Capitolo 7 ■ Le cupole geodetiche (Antonio Volpe)
Parte 1 ■ Le strutture reticolari
 spaziali (John Chilton) Capitolo 1 Sviluppo iniziale delle strutture reticolari
 Capitolo 2 Geometria delle strutture reticolari:
 pensare a tre dimensioni Perch6 strutture bidirezionali?
 Rapporto di forma
 Stabilita dei reticoli spaziali
 Forme poliedriche stabili
 Vantaggi nell’uso dei reticoli spaziali
 Svantaggi Configurazioni dei reticoli
 Progettazione del reticolo
 Geometrie comolesse
 Ubicazione dei supporti
 Supporti “ad albero” Profili dei bordi
 Reticoli spaziali multistrato Capitolo 3
 Materiali e sistemi Materiali per i reticoli spaziali
 Sistemi reticolari spaziali
 Sistemi “a pezzi singoli" Sistemi con correnti continui
 Moduli Capitolo 4 Progettazione e costruzione
 Comportamento strutturale
 delle aste Rapporti luce/altezza per diverse
 condizioni di supporto
 Particolari costruttivi dei supporti
 e dilatezioni temiche Precisione dimensionale 63 Curvatura 64 Rivestimenti e vetrate 64 Metodi di montaggio 65
 Resistenza al fuoco dei reticoli spaziali 66 I reticoli spaziali nelle zone sismiche 68 Capitolo 5 Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattili 69
 Reticoli spaziali estensibili e pieghevoli 69 Emilio Perez Pinero 69 II padiglione del Venezuela all'Expo 92 di Siviglia. Spagna 72 II sistema di montaggio Pantadome 76 Reticoli spaziali pieghevoli 80 Strtutture di copertura retrattili 81 Capitolo 6 Sviluppi futuri 83
 Edifici con reticolo spaziale poliedrico 83 Edifici multipiano e megastrutture 83 IL TRY 2004 87 Solai compositi 90 Tensegrity e reticoli spaziali 90
 Geometria dei quasi-cris:alli: una combinazione di aste e piastre 91 Che cosa riserva il futuro? 94 Capitolo 7 Le cupole geodetiche (Anton о Volpe) 95 I poledri 95 La suddivisione geodetica 99 11 13 23 23 25 27 28 28 31 31 35 36 37 38 38 39 41 41 42 42 50 53 61 61 62 62 12
Capitolo 1 • Sviluppo iniziale delle strutture reticolari Architetti e ingegneri sono costantemente alia
 ricerca di nuove soluzioni per il problema della
 copertura degli spazi. Con I'industrializzazione
 e la crescita dello sviluppo, aumenta la richie-
 sta di strutture a grande luce affidabili e versa¬
 tile Le strutture reticolari, grazie alia loro diver-
 sificazione e flessibilita, sono uno strumento pre-
 zioso per architetti e ingegneri impegnati nella
 ricerca di nuove forme architettoniche. Prima di
 affrontare la trattazione della progettazione e
 deirimpiego delle strutture reticolari sul finire del
 XX secolo, ё utile ricordare le prime applicazioni
 delle strutture tridimensionali. Fino alia meta del XVIII secolo, i principali ma¬
 teriali da costruzione che architetti e ingegneri
 avevano a disposizione erano la pietra, il legno
 e il mattone. I metalli, prodotti in quantita rela-
 tivamente modeste, erano impiegati principal-
 mente per il collegamento di altri materiali. Fra
 i materiali disponibili in grande quantita, la pie¬
 tra e il mattone sono molto resistenti alia com¬
 pressione ma scarsamente resistenti alia tra¬
 zione. Essi sono quindi adatti a forme struttu-
 rali tridimensionali come cupole e volte. I mae¬
 stri muratori medievali hanno ottenuto risultati
 eccezionali nella costruzione delle volte, ma le
 cupole con la massima luce, la basilica di San
 Pietro in Roma (1588-93) e Santa Maria del Fiore
 a Firenze (1420-34), hanno entrambe un dia¬
 metro di base di circa 42 m.1 II legname da co¬
 struzione di qualita ha una buona resistenza alia
 trazione e alia compressione. ma ё disponibile
 in natura solo in lunghezze e sezioni trasversali
 limitate. II maggiore problema per le strutture
 tridimensionali di grande dimensione ё la giun¬
 zione degli elementi di legno. Ciononostante, il
 tempio di Todai-ji a Nara, in Giappone, il piu
 grande edificio storico in legno del mondo, ha
 una base di 57 m x 50 m, e un'altezza di 47 m.
 L’edificio attuale risale al 1708 e sostituisce la
 struttura originate, ancora piu grande, che fu di-
 strutta da un incendio. Benctre questi materiali
 fossero usati per produrre strutture di dimen¬
 sioni grandiose, le luci erano limitate e la co¬
 struzione era pesante. La Rivduzione industriale
 porto a una maggiore produzione di ghisa, e
 quindi di acciaio, materiali ad alta resistenza che
 consentirono la costruzione di strutture piu leg-
 gere con luci о altezze maggiori. All’incirca nello
 steso periodo vennero sviluppate tecniche ma-
 tematiche per descrivere e predeterminare il
 comportamento delle strutture e si progredi ra- pidamente nella conoscenza della resistenza
 dei materiali. Analogamente, con I'era della fer-
 rovie e con I’industrializzazione della produzione
 dei beni di consumo, si sviluppd una domanda
 crescente di strutture a grandi luci per ponti,
 stazioni, depositi di materiali e stabilimenti. Con
 la maggiore disponibilita di ghisa e acciaio, e
 con la domanda di luci piu grandi, inizio un pe¬
 riodo di sviluppo di nuove forme strutturali. con¬
 sistent! inizialmente in una molteplicita di confi¬
 gurazioni di travi reticolari, e alia fine in strutture
 reticolari a tre dimensioni. Molte forme strutturali, comprese numerose
 strutture reticolari spaziali, sono modulari. II con¬
 cetto e I’efficienza della costruzione modulare
 di edifici vennero clamorosamente dimostrati.
 almeno 150 anni fa, dalla progettazione. fab-
 bricazione e montaggio della struttura metallica
 del Crystal Palace di Hyde Park, a Londra, per
 la grande esposizione del 1851. L'intero pro-
 cesso, dalla presentazione dell’offerta da parte
 della Fox Henderson & Co. e Joseph Paxton
 alia presa di possesso dell’edificio complete»,
 venne realizzato in circa sei mesi - risultato che
 forse rappresenta una difficile sfida alle capa¬
 city dell’odierna industria delle costruzioni.
 Strutture considerate pietre miliari, come la Torre
 Eiffel a Parigi, costruita con ferro battuto fra il
 1897 e il 1899, testimoniano la stabilita e la du¬
 rability delle costruzioni metalliche modulari tri¬
 dimensionali. La torre, eretta come simbob della
 celebrazione del centenario della Rivoluzione
 Francese e concepita come struttura tempora-
 nea, resiste ormai da piii di un secolo. Sfortu-
 natamente non si puo dire lo stesso della stu-
 penda Galerie des Machines di Contamin e Du-
 tert, di 114 m di luce, costruita nello stesso pe¬
 riodo nei pressi della torre. Tali strutture dimo-
 strarono la possibility di usare ghisa e acciaio
 in edifici di notevole altezza e grandi luci e lan-
 ciarono una sfida all'abilita di architetti e inge¬
 gneri a ideare nuovi e piu efficienti metodi co-
 struttivi. Profcabilmente i primi esempi di quelle che noi
 oggi chiamiamo “strutture spaziali” о “strutture
 reticolari spaziali" (strutture leggere, robuste, tri¬
 dimensionali, prodotte in serie, modulari) furono
 sviluppati dall’inventore del telefono, Alexander
 Graham Bell (1847-1922). Nel primo decennio
 del XX secolo svolse studi sperimentali su reti¬
 coli spaziali composti da unita a ottaedro e a
 tetraedro (Fig. 1.1). Nel suo articolo sulla co- 13
Sviluppo iniziale delle strutture reticolari 1.2 Impaccamenii strelii di store studeti da R Buckminsler Fuller (disegno di John Chilton) struzione di alianti puhhlicato dal National Geo¬
 graphic Magazine2 nei 1903. Bell osservava: Naturalmente, I'uso di una cella tetraedrica
 non ё limitato alia costruzione di uno sche-
 letro per alianti о aerei. Esso si applica an¬
 che a ogni tipo di struttura. nella quale si vo-
 gliano combinare le caratteristiche di resi¬
 stenza e leggerezza. Cosi come possiamo
 costruire case di ogni tipo usando mattoni,
 alb stesso modo possiamo costruire strut-
 ture di ogni tipo usando intelaiature a te-
 traedro, e le strutture possono essere arti-
 colate in modo da possedere le stesse ca¬
 ratteristiche di leggerezza e resistenza delle
 singole celle. Come si pu6 dedurre da questa citazione. Bell
 apprezzava la duplice proprieta di alta resistenza
 e peso ridotto caratteristici delle forme rigide tri-
 dimensionali tetraedriche. e le utilizzo in molti
 suoi progetti. Una delle prime strutture retico¬
 lari che adottava nodi di fusione ed elementi tu-
 bolari, la torre di osservazione a Beinn Bhreagh,
 USA, r’u costruita da Bell nei 1907. Nonostante i lavori che Bell realizz6 agli imzi del
 secolo XX per lo sviluppo di leggere strutture
 reticolari tridimensionali, queste non vennero
 utilizzate in architettura fino all’introduzione del
 sistema MERO, nei 1943. Si trattava del primo sistema di reticoli spaziali disponibile commer-
 cialmente su larga scala, e venne sviluppato in
 Germania da Max Mengerinhausen (1903-88).
 Utilizzando quello che ancora oggi 6 probabil-
 mente il piu comune metodo di costruzione delle
 strutture reticolari spaziali. il sistema 6 compo-
 sto da aste tubolari connesse a nodi dotati di
 giunti sferici. II fascino e la popolarita di questo
 sistema non si sono affievoliti neppure ai giomi
 nostri, come ё confermato dai molti sistemi oggi
 disponibili composti da tubi e giunti sferici. Un metodo altemativo ben noto per la costru¬
 zione di reticoli a doppio strato utilizza moduli
 prefabbricati. In Gran Bretagna. negli anni '50,
 Denings di Chard sviluppo il sistema Space Deck,
 basato sulla giunzione per bullonatura di moduli
 piramidali in acciaio prefabbricati (1.22 m x 1.22
 m in pianta e altezza di 1,05 о 0.61 m rispetti¬
 vamente). Da allora in poi. e con poche modi-
 fiche alle dimensioni dei moduli e ai materiali. gli
 Space Deck sono stati largamente usati con
 successo. II sistema ё descritto in dettaglio nei
 Capitolo 3. Un modulo simile, con le stesse di¬
 mensioni in pianta ma con un'altezza totale di
 600 mm. ё stato adottato per la costruzione di
 coperture e di solai dal sistema di edilizia mo-
 dulare Nenk.3 II sistema Nenk ё stato sviluppato
 in Gran Bretagna dal primo Ministero dei lavori 14
Sviluppo iniziale delle strutture reticolari 1.3 Cupola del Ford Rutunda Building. Deaborn.
 Michigan. USA. coslruila utilizzando 20900 aste
 assemblate nei reticoli Octet sviluppati
 da R. Buckminster Fuller pubblici e costruzioni in collaborazione con De-
 nings. ed ё stato utilizzato nella costruzione di
 diversi complessi di caserme nei primi anni '60. II sistema puo spaziare su una luce di 12,2 m,
 con carichi normali sui solai, e di 26,8 m con ca-
 richi normali sulla copertura. I reticoli spaziali
 sono stati impiegati per consentire liberta nella
 collocazione delle colonne e nella programma-
 zione dell’utilizzo dello spazio sottostante. Per
 configurare la superficie del pavimento, nei vani
 quadrati superiori dei reticoli sono state inserite
 lastre prefabbricate di calcestruzzo. sisteman-
 dole su nastri di polistirolo о poliuretano. Nel corso degli anni '50 e '60. quando gli archi-
 tetti presero in considerazione gli aspetti este-
 tici relativamente nuovi dei reticoli modulari e gli
 ingegneri sperimentarono nuovi sistemi di giun-
 zione, nuovi materiali e configurazioni di diverso
 tipo, furono sviluppati, a livello mondiale, mol-
 tissimi sistemi reticolari spaziali. Negli USA, Ri¬
 chard Buckminster Fuller (1895-1981). a seguito
 dei suoi studi sull'impaccamento stretto di sfere.
 sviluppo il sistema Octet Truss,4-5-6 il cui nome
 deriva dalla figura geometrica a ottaedro/tetrae-
 dro foimata dalle linee che collegano i centri delle
 sfere impaccate fra di loro in un blocco conti-
 nuo, in modo che ogni sfera sia circondata da
 altre dodici in stretto contatto (Fig. 1.2). Gli ele¬
 menti della trave reticolare seguono I'andamento
 di queste linee. La Ford Rutunda Building, dello
 stabilimento River Rouge della Ford di Deabom
 nel Michigan, costruita nel 1953. utilizza reticoli
 Octet Truss in alluminio per formare le facce di
 una cupola geodetica del diametrodi 28,4 m,
 che pesa solo 8,5 tonnellate (Fig. 1.3). Questa
 struttura reticolare ё una costruzione “senza
 nodi", perche le testate a X dei suoi elementi
 consentono la bullonatura diretta di un elemento
 con I'altro ai punti di intersezione, senza richie-
 dere I'uso di uno specifico elemento nodale. Nel
 1959 una mostra dei lavori di Buckminster Ful¬
 ler al Museo di arte modema di New York espo-
 neva una struttura a Octet Truss alta 1.22 m. larga 10,7 m e lunga 30,5 m (costituita da due
 elementi a sbako di 18,3 e 12.2 m), costruita
 con tubi di allumimo del diametro di 51 mm.
 Konrad Wachsmann (1901 -80) fu incaricato nel
 1959 di sviluppare un sistema reticolare per gli
 hangar a grandi luci dell'aeronautica americana.
 L'incarico richiedeva grande flessibilita nella co¬
 struzione, nella geometria e nel tipo di edificio,
 ma esigeva anche che i componenti fossero
 smontabili e riutilizzabili nella stessa о in altre
 configurazioni. II sistema di Wachsmann7 pre-
 vedeva un connettore universale abbastanza
 complicate», costituito da una combinazione di
 quattro elementi standard forgiati a stampo che
 consentono di collegare fino a venti elementi tu¬
 bolari a ogni giunto (Fig. 1.4). Furono impiegati
 tubi con due diversi diametri: uno per i correnti
 continui superiori e inferiori del reticolo. ottenuti
 collegando con giunti in linea aste lunghe 9,1 m,
 e tubi di diametro inferiore per le diagonali. I giunti
 fra correnti e diagonali furono progettati in modo
 che per il loro montaggio in cantiere fosse suffi- 1A Giunto universale di Konrad
 Wachsmann costituito da una
 combinaaone di quattro elementi
 standard forgiati a stampo,
 che consentivano di collegare
 fino a 20 aste tubolari a ogni punto
 di raccordo 15
Sviluppo iniziale delle strutture reticolari Ol л л C\r R u ЛГ л vj Jijv tr 1 5 a Sistema Tndirectionelle S.D.C. (1957). che nchedeva la saloatura
 in offidna о in cantiere dele aste tubolari ai giunti. svSuppato
 da St6phane du Chdteau (disegno di John Chilton, da S. du Chateau) 1 5 b Sistema Pyremitec (1960), che usa moduli piranudali a base triangolare.
 quadrata о esagonale. sviluppato da Stephane du Chateau (disegno di John Chilton,
 da S. du Chaleau) ciente solo un martello, con il quale si forzavano,
 entro appositi intagli, tre cunei di acciaio dolce
 che servivano a bloccare i connettori sulle aste
 dei correnti principali. In Francia, Stephane du Chateau (1967-99) svi-
 luppb T ridireclionelle S.D.C. (1957), cherichie-
 deva la saldatura in officina о in cantiere delle
 aste tubolari ai giunti (Fig. 1.5 a). In seguito, du
 Chateau realizzo (1960) anche il sistema Fyra-
 mitec, che utilizzava moduli piramidali a base
 triangolare, quadrata о esagonale (Fig. 1.5 b).
 Questo sistema fu il precursore ddl'Unibat (1962;
 Fig. 1.6). che prevedeva moduli simili. uniti per
 bullonatura solo alle estremita.8-9 A du Chateau si deve anche Tridimatic (1965), un sistema ot-
 tenuto con I’interconnessione di reticoli piani
 prefabbricati e Spherobat (1984), che usa nodi
 sferici in due pezzi, attraverso i quali i bulloni si
 fissano alle estremita delle aste tubolari. In Canada la Fentiman Bros, di Ottawa, Onta¬
 rio,10 introdusse su base commerciale nel 1960
 il sistema Triodetic, che usa prevalentemente
 allumino come materiale per le aste e per i giunti. II sistema era innovativo per I'uso di elementi
 tubolari estrusi, appiattiti о zigrinati alle estre¬
 mita e di un mozzo compatto estruso dotato di
 scanalature che si adattano alle estremita zigri-
 nate dei tubi (Fig. 1.7). Lo sviluppo ebbe inizio t .6 I moduli piramidali Unibal vengono bullonali insieme
 ai vertici (cortesia di R. Taykx) 16
Sviluppo iniziale delle stnjtture reticolari 1.7 Sistema Triodetic presenlalo nel 1960 da Fentiman
 Bros d Ottawa, cfre usa allumimo per te aste e giunti
 a mozzo massicci (cortesia di Glyn Hans) 1.8 Cupola geodctica rt Richard Buckminster Fuller
 per il padiglione degli Stati Un li all'Expo 67 di Montreal
 Canada: reticolo spaziale a doppio strato di 76 m
 di diametro e forma a tre quarti di sfera (cortesia
 di Alastair Gardner' nel 1953. a seguito della costruzione di un pro-
 totipo, in legno, di un sistema reticolare ottae-
 drico-tetraedrico. Un primo impiego sperimen-
 tale awenne per un hangar per aerei totalmente
 smontabile (21 m di larghezza, 20 m di profon-
 dita e 9,8 m di altezza) realizzato per la Royal
 Canadian Air Force e che poteva essere imbal-
 lato in tre casse di 1,5 m x 1.5 m x 3.7 m di lun-
 ghezza. II padiglione totalmente smontabile dei
 Paesi Bassi all’Expo 67 di Montreal, lungo 74 m.
 largo 22,5 m e alto 18,3 rri e montato senza ponteggi, venne costruito usando una struttura
 estema di reticoli spaziali Triodetic. Furono im-
 piegati circa 52 000 tubi di alluminio con dia-
 metri 38,51 e 76 mm, 5000 tubi di acciaio con
 diametro di 76 mm per gli elementi piu solleci-
 tati, e circa 17 500 giunti di alluminio. II riconoscimento del lavoro innovativo di Ri¬
 chard Buckminster Fuller e il crescente suc-
 cesso delle strutture reticolari spaziali contri-
 buirono a far scegliere una cupola geodetica di
 76 m di diametro, a tre quarti di sfera, per il pa- м т & ш Яь V ‘ у : ^тпг! у , г: • г * * _ ' i •.♦ДМУ (HP:? • - • ■ 17
Sviluppo iniziale delle strutture reticolari 1.9 Padiglione modulere reiicotere a doppio etrato
 ■L'uomo produttore" all'Expo 67 di Montreal. Canada
 (Foto Kamlesh Pankh. Architectural Association
 Photo Library) l.tO a) Tetraedro troncato che compone la geometria
 del reticolo b) Combinazione dei teuaedri troncaii per creare
 superlici parallele c) Configurazione del reticolo usato per il solaio
 dei padiglioni "L'uomo produtlore" e "L'uomo
 espkiratore" afl’Expo '67. Montreal. Canada
 (disegno di John Chilton) diglione americano dell'Expo 67 di Montreal.
 Progettata da Fuller in collaborazione con la Sa-
 dao Inc., con la Geometries Inc. e con la Simp¬
 son, Gumpertz e Heger Inc., la cupola consi-
 steva in un reticolo tubolare spaziale a doppio
 strato; lo strato estemo era formato da un reti¬
 colo geodetico triangolare e quello interno da
 un reticolo esagonale (Fig. 1.8). Alla stessa Expo
 di Montreal, due padiglioni di tipo compatto,
 "L’uomo esploratore” e "L’uomo produttore”
 (architetti: Affleck. Desbarats. Dimakopoulos,
 Lebensotd, Sise (CCWE)) furono costruiti usando
 strutture reticolari spaziali. Queste strutture mul-
 tistrato costituirono uno dei primi tentativi per
 dimostrare la fattibilita di megastrutture abita-
 tive assemblate a partire da un sistema modu¬ lare di piccoli elementi. I padiglioni (Fig. 1.9) fu-
 гопо costruiti con circa 400000 aste compo-
 ste da coppie di angolari di acciaio, usando 2,5
 milioni di bulloni e 100000 nodi di giunzione,
 per un totale approssimativo di 7500 tonnellate
 di acciaio. Grandi sezioni di pareti e pavimenti
 furono assemblate usando strutture basate sulla
 geometria di un tetraedro regolare troncato,
 avente lato di un metro (Fig. 1.10 a). II tetrae¬
 dro troncato ё uno dei pochi poliedri regolari
 che riempiono lo spazio. e quindi questi moduli
 di base possono essere inseriti uno nell’altro in
 modo da formare due superfici parallele (Fig.
 1.10 b). La costruzione risultante aveva pavi¬
 menti configurati come mostrato nella plani-
 metria della Fig. 1.10 с e pareti inclinate verso correnti supenon correnti infenon aste frontali di conlrovento aste di controvento diagonali e di parele
 с Tipco reticolo per solaio 18
Sviluppo iniziale delle strutture reticoiari 1.11 Prospelto della costruzione della parele lipica per i padiglioni -L'uomo espioratoro" e ''L'uomo produttore" all’Expo 67. Montreal. Canada (disegno d John Chilton) 1.12 Relicon spaziali mullistrato in allummio Pyramid
 and Volcano (Gyrolron) all Cxpo 67 di Montreal. Canada
 (foto E. H. Robinson Archilectural Association Photo
 Library) I’interno di 71 ° rispetto all'orizzontale. Un tipico
 prospetto ё mostrato in Rg. 1.11. L'elemento centrale dell’area espositiva all'Expo
 67 di Montreal era costituito da una struttura
 reticolare multistrato alta 65.5 m collegata at-
 traverso un ponte reticolare a una struttura adia-
 cente piu piccola, di forma simile (erano ambe-
 due tetraedri con I'asse maggiore verticale e
 troncati alia base).11 La Fig. 1.12 mostra il com¬
 plesso The Pyramid and Volcano (noto anche
 come Gyrotron) e la Fig. 1.13 ne mostra la pianta e la sezione (architetti: Sean Kenny, George
 Djurkovic: ingegnere: Boyd Auger). II contratto
 per la fomitura della struttura reticolare era stato
 stipulato con la Alluminium Company of Canada
 Ltd (ALCAN), che ha la sede centrale a Mon¬
 treal. Per realizzare la struttura vennero impie-
 gati piu di 8500 tubi di alluminio lunghi 4,9 m,
 del diametro di 152 mm e con quattro diversi
 spessori di parete. II rivestimento fu applicato
 alle superfici interne e quindi la struttura retico¬
 lare estema risulto totalmente a vista. 19
Sviluppo iniziale delle strutture reticolari 1.13 Pianta (in basso) e seaone (in alio) dei reticoli spaziali
 mullislrato in alluminio Pyramid and Volcano (Gyrotron)
 all'Expo 67. Montreal. Canada (disegno di John Chilton) All'incirca nello stesso periodo, il piu largo im-
 piego dei computer e lo sviluppo di programmi
 per un'analisi piu accurate delle strutture spa¬
 ziali accrebbero la fiducia nel loro impiego per
 strutture piu estese e di maggiore luce. Ё inte-
 ressante notare che per analizzare il reticolo mul¬
 tistrato del Pyramid and Volcano precedente-
 mente descritto ё stato necessario. a causa
 dell'inadeguatezza del software per I'analisi strut-
 turale esistente all'epoca. scrivere un programma
 completamente nuovo capace di elaborare
 grandi configurazioni strutturali. Alla fine degli anni '60 e nei primi anni '70 del
 XX secolo, molti pionieristici sistemi reticolari fu-
 rono sostituiti dai sistemi di seconda genera-
 zione. La British Steel Corporation (Divisione
 tubi), ora British Steel Tube & Pipes, sviluppo il
 sistema Nodus dotato di una limitata gamma di
 sofisticati giunti standard e progettato per adat-
 tarsi ai suoi prodotti a sezione tubolare, dispo
 nibili in diverse dimensioni con diverse capacita
 di carico. Per dimostrare la loro validita, tutti i giunti standard furono sottoposti a prova a rot-
 tura con un’attrezzatura speciale nel centro ri-
 cerche di Corby e. inoltre. fu costruita e collau-
 data una struttura reticolare di 30,5 m x 30,5 m.
 alta 1.52 m (Fig. 1.14). La struttura venne smon-
 tata dopo le prove, e rimontata per essere usata
 alio Space Structures Research Laboratory
 dell’Universita del Surrey. Guilford, Gran Breta-
 gna (Rg. 1.15). Per le olimpiadi di CittS del Messico nel 1968,
 gli architetti Felix Candela, Antoni Peyri e Ca-
 stenada Tamborrel progettarono un palazzo dello
 sport con copertura a cupola rivestita di rame
 ondulato. La struttura di supporto era costituita
 da una serie di archi reticolari che si interseca-
 vano ortogonalmente e che formavano un reti¬
 colo spaziale a doppia curvatura e a doppio
 strato, con una luce di 132 m.12
 All’Expo 70 di Osaka, anche il Giappone co-
 strui diverse strutture reticolari. Da segnalare.
 al centro dell’area espositiva. I’enorme reticolo
 di 291,6 m x 108 m, supportato solo da sei ii |jl|l percorso dei visilatori piramide vista frontale plarumelna al livello della passerHIa ponte sistema Volcano 20
Sviluppo miziale delle strutture reticolari colonne alte 30 m sul livello stradale, che ri-
 copriva il Festival Square (vedi. piu avanti, la
 Fig. 8.1). La progettazione e il montaggio di
 questo reticolo spaziale (architetto: Kenzo
 Tange; ingegnere Yoshikatsu Tsuboi), sono
 descritti dettagliatamernte nel Capitolio 8 (Parte
 2). All’mterno della struttura del tetto. alta 7.6
 m, furono sospesi gusci contenenti oggetti
 esposti, e fra questi una capsula realizzata da
 Kisho Kurokawa 3 Molti padigliom furono pro
 gettati da architetti metabohsti e comprende-
 vano reticoli spaziali, ad esempio I'Expo Tower
 di Kiyonon Kikutake, e la Toshiba IHI e la Takara
 Beautilion, pure di Kurokawa.13 Nel padiglione
 Toshiba IHI (Fig. 1.16) furono impiegate 1444
 unita modulari tetraednche. e nella struttura
 furono mcorporati soltanto quattro tipi di mo¬
 duli di differente capacita di carico. II Takara
 Beautilion (Fig 1.17) fu costruito utilizzando
 un'ossatura con un reticolo cubico multistrato.
 assemblato con moduli collcgati rigidamente,
 bullonati msieme a meta lunghezza di ogni asta.
 Ogm modulo era costituito da dodici tubi (di
 100 mm di diametro) piegati ad angolo retto
 e collegati, con piastre nodali di testa e pia¬
 stre a flangia circolare, in modo da formare sei
 bracci di uguale lunghezza. costituiti ognuno
 da quattro tubi Furono usati circa 200 moduli,
 aascunocon dimensioni 3.3 m x 3,3 m. II mon
 taggio fu completato in solo pochi giorni All'in
 terno dei reticoli furono mserite capsule con¬
 tenenti oggetti esposti. prefabbricate in ac¬
 ciaio inossidabile Come risultato della pre-
 fabbricazione dei moduli reticolari e delle cap
 sule, il montaggio di tutto il padiglione richiese
 solo una settimana Esempi notevoli di reticoli a grande luce costruiti
 nel 1970 e 1973, furono gli hangar di manuten-
 zione della British Airways (in precedenza di pro-
 prieta BOAC) all'aeroporto londinese di Heathrow,
 progettati da Z.S. Makowski e Associates.14 Le coperture erano costituite da reticoli diagonali a
 doppio strato alti 3.66 m. e rendevano dispom
 bile un’area coperta priva di colonne di 67 m x
 138 n in pianta. In questo caso le strutture re-
 ticolan non furono costruite con un sisterra esclu
 sivo, ma furono realizzate con elementi prefab
 bricati in acciaio tubolare. collegati in cantiere
 con connettori bullonati. Negli anni ’80 del XX secolo, I’impiego d profilati
 contmui di acciaio laminato a freddo per le aste
 dei correnti inferiore e superiore di reticol spaziali
 "senza nodi”, portO alio sviluppo di sistemi piu 1.14 Protolipo rtol itmnolo Nodus, Corby (cortesia Buhsh
 Steel Tubes & Pipes) 1.15 II protolipo del relicolo Nodus rimonialo alio Space
 Structures Research laboratory deN'Uriiverstlo сЫ Surrey.
 Guilcllord Gran Brelagna
 (COflCM British Steel Tuber. S P*>es) 21
Sviluppo miziale delle strutture reticolari 116 Padtgltona Toshiba IHI. Expo 70
 di Osaka. Giappone, composto
 da moduli reticolari tetraedrid
 Arclvletlo: Kibho Kurokawa
 (toio Dennis Crompton, Architectural
 Association Photc Library) 1.17 Takara Beaut 1юп per I'Expo 70
 di Osaka. Giappone, assemblalo
 con moduli a sei diramazioni.
 collegali ngidament per torma/e
 un reticolo cubco. Architetto. Kisho
 Kurokawa (loto Richard Ronald.
 Architectural Association Photo Library economici e piu leggeri, come il sistema austra-
 liano Harley, che possono competere con le giS
 affermale costruzioni di telai a portale per edifici
 a luce media. In questo tipo di reticolo. descrttto
 nel Capitolo 3. i correnti continui nelle due dire-
 /ior )rtogonali sono costituiti da profilati a С bul-
 lonati ai nodi dorso contro dorso. Negli anni '80 e nei primi anni '90 compatono in
 Gran Bretagna il CUBIC Space Frame, lo SPACE-grid e i sistemi retico £ Conder Harley;
 si tratta rispettivamente di un telaio spaziale mo¬
 dulare, di uno sviluppo del sistema UNIBAT di
 reticoli spaziali e di una versione modificata del
 sistema australiano di elicoli spaziali Harley.
 Questo capitolo. anche se non costituisce una
 rassegna esaustiva dello sviluppo storico delle
 strutture reticolari, 6 servito per presentare il la-
 voro di alcuni ingegneri e architetti che hanno infiuenzato I'evoluzione di questa efficiente forma
 strutturale. solitamente modulare. Molti dei si¬
 stemi citati sono descritti piu particolareggiata-
 mente nel Capitolo 3, insieme agli sviluppi piu
 recenti. L'argomento viene ripreso nella Parte
 2. nella quale ё presentata una serie di studi di
 interessanti progetti degli ultimi trent'anni, ini
 ziando dalla struttura reticolare della Festival
 Plaza all’Expo 70. Note 1 Melaragno, M (1991). An Introduction to Shell Structu
 res: The Art and Science ol Vaulting. Van Nostrand
 Rpmhoid. p 87 2 Bell. A.G. (1903). The lerahedral principle in kile struc¬
 ture. National Geographic. 14 (6). giugno. 231 3 Walters. R e Iredale. R. (1964). The Nenk melhod of
 building. RIBA Journal, giugno. 259 4 Marks. R.W (1960). The Оутахюп World ol Buckmin
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 I>p. 30. 32. folo 60 64 e 83. 6 Baldwin J (1966). Виску Works - Buckminster Fuller's
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 Reinhold. 8 Du Chateau, S. (1995). Space structure - structure space
 In Leightweight Structures m CmI Engineering IВ Obreb-
 ski. ed) pp. 756-66, magal" . Magdalena Burska Var-
 savla 9 Makowsk Z S. (1975). Space structures of St6phane
 du ChAleau Building Specification. 6 (5). 31 40 Ю Fentiman. H.G. (1966). Developments in Canada in the
 rabncahon and construction of Ihree-dimansional struc¬
 tures using ihe Triodeiic system. In Spacc Structures
 (R.M Davies, ed.). pp. 1073-82. Blackwell Scientific. 11 Auger. B. Solomon. E W. e Alcock. D. G. (1966). An aluminium space frame conslructron. In International
 Conference on Space Structures. Department of Civil
 Engineering. Unrversity of Surrey. Paper J2. 12 Gordon B.F (1983) Olympic Architecture building lor
 the Summer Games. Wiley. 13 Kurokawa. K. (1977). Metabolism in Architecture Stu¬
 dio Vista 14 Makowski. Z.S. (ed.) (1981 Analysis, Design and Con¬
 struction ol Double Layer Grids. Applied Science Publi¬
 shers. 22
Capitolo 2 • Geometria delle stutture reticoiari
 pensare a tre dimensioni Gli architetti, e forse anche di piu gli ingegneri
 hanno la tendenza a pensare in termini di strut¬
 ture piane, come travi, tralicci о telai, quando
 prendono in consider azione i metodi per coprire
 una luce. In molti casi risulta mvece vantaggioso
 pensare in tre dimensioni e adottare strutture
 spaziali per luci medie о grandi. Cio e partico-
 larmente vero nel caso di carichi concentrati di
 notevole entita о di carichi mobili
 Naturalmente, tutte le strutture sono tndimen-
 sionali, nel senso che possiedono lunghezza,
 larghezza e spessore. Le travi e i tralicci piani
 hanno pero un comportamento strutturale bi-
 dimensionale, perche resistono a carichi appli-
 cati in una sola direzione all’interno dei loro sup¬
 porti (normalmente nel piano verticale). Anche
 per queste semplici strutture non e prudente
 trascurare la loro stabilita in tre dimensioni. Ad
 esempio. le travi ad amma piena о a traliccio
 sollecitate a flessione vengono costruite ad al¬
 tezza crescente con I’aumentare della luce, e
 questo aumenta la tendenza delle zone com¬
 presse a deflettersi lateralmente, in senso per
 pendicolare al piano verticale Per contrastare
 questa tendenza. si devono prevedere rinforzi
 laterali di controvento nelle zone compresse.
 Nel caso di sistemi costituiti da molte travi pa¬
 rallel controventate perpendicolarmente alia
 direzione della luce. pu6 diventare convemente
 far ricorso ai vantaggi offerti dall'azione tridi-
 mensionale descritta di seguito. Poiche travi e
 tralicci possono essere considerati strutture
 piane, essi devono essere progettati per resi-
 stere alia massima intensita dei carichi con¬
 centrati о mobili a essi applicati. Con alcune
 modifiche, il sistema di controventatura laterale
 utilizzato per garantire la stabilita dei consueti
 tipi di travi e tralicci, pu6 essere utilizzato per di¬
 stribute i carichi fra travi adiacenti. Con cio si
 forma una struttura tndimensionale nella quale i carichi sono distribuiti sull’mtero sistema Cia-
 scun elemento formsce normalmente un suo
 contnbuto alia resistenza ai carichi applicati, a
 meno che il carico non venga applicato su un
 appoggio о molto vicino a esso. Perch6 strutture bidirezionali? Per dimostrare la teoria e i vantaggi di una strut¬
 tura bidirezionale consideriamo un banale esem-
 po. le strisce di tela incrociate usate come se- dile per sgabelli о per sostenere i cuscim delle
 sedie. Se si dispongono le strisce in una sola di¬
 rezione, un carico applicato a una di esse ne
 causera la deflessione, e il carico verra trasferito
 solo a due lati del telaio di supporto. Se. invece,
 le strisce vengono incrociate secondo dL.e dire-
 zioni tra loro ortogonali, una striscia sotto carico
 viene parzialmente supportata da tutte le altre.
 In questo modo si nduce la deflessione della stri¬
 scia sotto carico e il carico viene distribuito piu
 uniformemente su tutti i lati del telaio di supporto.
 Nel secondo caso. ogni striscia non deve so¬
 stenere da sola la parte di carico a cui ё sotto-
 posta. e per il telaio si pub impiegare una strut¬
 tura piu leggera. Un altro vantaggio ё rappre-
 sentato dal fatto che, se una striscia si rompe,
 il carico sara ancora sostenuto complessiva-
 mente da tutti gli altri elementi del sedile.
 Vantaggi simili possono derivare dall’uso di strut¬
 ture bidirezionali in architettura e nella tecnica.
 Ad esempio, un carico applicato a.una travs sem-
 plicemente appoggiata о a un traliccio piano deve
 essere trasmesso, attraverso la struttura, diret¬
 tamente ai suoi appoggi (Fig 2.1 a, b). Se, in-
 vece. si forma nel piann niwnntale i in retinnln di
 travi intersecantesi, un carico verticale applicato
 a ciascuna trave о traliccio sara distribuito. in
 parte, a tutti gli altn elementi nel reticolo e. quindi,
 a tutti gli appoggi. La Fig. 2.1 с esemplifica que¬
 sta situazione per un piccolo reticolo di tralicci in¬
 tersecantesi. Bench6 in questi casi I'azione strut¬
 turale differisca da quella sopra descritta per i se-
 dili a strisce incrociate (flessione e taglio per le
 travi, forze assiali per i tralicci e trazione pura per
 le strisce), tuttavia e stato prodotto un sistema
 analogo, piu efficiente, di npartizione dei carichi.
 Una configurazione di travi intersecanti viene
 usualmente descritta come un reticolo a strato
 singolo, e un esempio molto diffuso d’impiego
 nelle costruzioni ё la soletta in cemento armato
 a cassettom nella quale le nervature ortogonali
 formate dai cassettom compongono effettiva-
 mente un reticolo di travi intersecanti cne so-
 stengono una sottile soletta. Quando la luce della struttura supera 10 m circa,
 I'impiego di travi ad anima piena in reticoli a strato
 singolo diventa meno economico e si deve so-
 stituirle con travi a traliccio о travi Vierendeel. La
 struttura risulta allora composta da due reticoli
 orizzontali paralleli formati dalle aste dei "correnti"
 collegate da un insieme di aste "di parete" verti-
 cali о inclinate comprese fra i due reticoi piani.
Geometria delle strutture reticdan: pensare a tre dimensioni Perchfe strutture bidirezionali? w 4 w/a 2 1a Сагюо coicenlralo supportalo da una irave ad anima piena
 semplicemente appoggiala (disegno di Graeme Barker © John Chilton) w I i ♦ w/a 2.1b Carico concentralo supportato da una wave rettcolare
 semplicemente appoggiata (disegno di Graeme Barker © John Chilton) 2. t с Carico concenlrato supportalo da un piccolo reticolo spaziale
 composto di reticoli mtersecanti (disegno di Graeme Bate © John Chilton) 24 Questa struttura tridimensionale viene comune-
 mente descritta come “reticolo spaziale” о "reti¬
 colo a due strati", ed ё anche conosduta come
 "telaio spaziale” о "traliccio spaziale", in funzione
 del tipo di collegamento fra i due strati e del me¬
 todo usato per connettere le aste. I reticoli a due
 strati costituiscono uno dei piu leggeri ed efficienti
 sistemi strutturali, grazie alia loro attitudine a n-
 partire sull'intera struttura la funzione di supporto
 del carico, si vedano le Figg. 2.2 a e 2.2 b. II termine “felaio spaziale" ё spesso usato in
 modo non ngoroso da ingegneri e architetti per
 descnvere tipi molto diversi di reticoli spaziali, il
 cui comportamento strutturale net riguardi del
 carico applicato ё sostanzialmente differente.
 La differenza principale e fra: 1 reticoli a due strati cori aste di parete inclt-
 nati, come nei reticolo di Fig. 2.3 a: 2 reticoli a due strati con aste di parete gene-
 raimente пот inclinati, come il reticolo con
 correnti solo orizzontali e aste di parete ver
 ticali mostrato in Fig. 2.3 b. II primo si basa essenzialmente sull’azione di re¬
 ticolo dovuta alia triangolazione complete della
 struttura. che ё solitamente composta di barre 0 aste "con estremit& a cemiera'’ collegate da
 giunti “a nodo”. In questo tipo di struttura, che
 dovrebbe piu correttamente essere chiamata
 "traliccio spaziale”, se i carichi vengono app(i-
 cati direttamente sui nodi le aste del reticolo spa¬
 ziale sono soggette soprattutto a forze assiali di
 trazione о di compressione. Un certo grado di
 flessione ё tuttavia sempre presente a causa del
 peso proprio del a barra compresa fra due nodi,
 e una quota di flessione secondaria pu6 essere
 moltre indotta in relazione alia rigidita e alia forma
 della connessione fra barra e nodo. 1 telai, in senso piu strettamente tecnico, non
 sono in generate composti da triangoli. hanno i
 giunti parzialmente о totalmente rigidi e resistono
 ai carichi applicati con una combinazione di sforzi
 assiali, di flessione e di taglio in tutte le aste, an¬
 che se i carichi sono applicati solo sui nodi. Nei secondo tipo di reticolo a due strati, gli ele¬
 menti di intersezione sono telai in senso stretto,
 perchfe contengono giunti totalmente rigidi e
 fanno affidamento su azioni di telaio per resi¬
 stere ai carichi applicati Si tratta di veri telai spa
 ziali. generalmente costruiti con moduli tridi
 mensionali prefabbricati о anche fabbricati in
 cantiere saldando insieme aste singole. I sistemi
 modular/ hanno giuriti ngidi fra i component; che
 vengono poi colegati in cantiere con bullona-
 tura (ad esempio il CUBIC Space Frame, de-
 scritto nei Capitolo 3, о il telaio multistrato del
 Takara Beautilron nei Capitolo 1). I sistemi fab¬
 bricati in cantiere per saldatura formano nor-
 malmente una struttura tridimensionale a yiunti
 completamente rigidi. La distinzione fra reticoli spaziali e "veri" telai
 spaziali ё importante per un ingegnere. ma non lo ё altrettanto per un architetto, anche se esi-
 stono situazioni nelle quali la capacity di com-
 prendere le differenze pu6 dare luogo a scelte
Rapporto di forma Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni 2 2a Deflessone di un sislema di reiicoli indipendenti (disegno di Graeme Barker
 © John Chilion) 2.2 b Deflessione di un sislema reticolare a due vie a doppio strato a reticoli inter ecar t
 che dimostra il vaniaggio della npartoone del canco (disegno di Graeme Barker
 О John Chilton) vantaggiose (ad esempio. da un punto di vista
 estetico, il "vero" telaio ha il vantaggio di essere
 piu aperto per la mancanza di diagonali). II ter-
 mine “telaio spaziale" ё spesso applicato a tutti
 i reticoli spaziali, compresi molti sistemi modu-
 lari brevettati che sono, in effetti, dei reticoli spa¬
 ziali. Persino il nome brevettato e/o la lettera-
 tura tecnica pubblicata dal produttore possono
 far riferimento a reticoli spaziali chiamandoli "te¬
 lai spaziali”. Nel nostro caso. ogni volta che use-
 remo il termine piu generico di "reticolo spa¬
 ziale”. non mancheremo di fare le opportune di-
 stinzioni fra i reticoli spaziali e i "veri" telai spa¬
 ziali quando tratteremo argomenti limitati a una
 sola di queste tipologie strutturali. Rapporto di forma La decisione di usare un reticolo tridimensio¬
 nale о una struttura piana ё spesso influenzata
 dalla planimetria della costruzione e dall'ubica-
 zione della struttura di supporto. Ad esempio. pud succedere che Tunica possibility di fomire
 supporto sia offerta dai due lati opposti di un
 edificio rettangolare; in questo caso una strut¬
 tura unidirezionale sara quasi certamente la so¬
 luzione piii economica, specialmente se i cari¬
 chi applicati sono uniformemente distribuiti su
 tutta I'area piana della copertura о del solaio.
 Se. invece, i supporti possono essere forniti da
 tutti i lati di un edificio a pianta quadrata о ret¬
 tangolare, si pud prendere in considerazione il
 reticolo bidirezionale, e diventa quindi piu diffi¬
 cile decidere qual ё il tipo di struttura piu ap¬
 propriate. Una considerazione che pu6 in-
 fluenzare la scelta ё quella del grado di distri-
 buzione del carico prevedibile nella struttura tri¬
 dimensionale. Questo fattore dipende da di¬
 verse variabili, e in particolare dal rapporto fra
 le luci nelle due direzioni del reticolo bidimen-
 sionale, il rapporto di forma delle luci.
 L'influenza del rapporto di forma delle luci sulla
 distribuzione dei carichi in una struttura bidire¬
 zionale puo essere illustrata in modo semplice
 considerando un carico concentrato W appli- 2.3 a Sistema reticolare a due vie di reticoli inlersecanti (disegno di Graeme Barker
 О John Chilton) 2.3 b Sistema reticolare a due vie di iravi Vierendeel intersecanli (disegno <J Graeme Barker
 ©John Chilton) 25
Frazione del carico totale assorbita
 dalla luce maggiore L? Geometria delle strutture reticolari: psnsare a tre dimensioni Rapporto di forma 0.9 Rapporto ij/i, О Ol ЧГ CD СО О ^ Ю СО О T- •- - Г-" w C\i W N CO parte del carico W e, che - com’era prevedibile - quando le travi hanno luci uguali. esse sup-
 portano un uguale valore del carico. Si puo an¬
 che notare che quando il rapporto delle due luci
 ё superiore a 2,0, il carico ё supportato princi-
 palmente dalla trave piu corta (89% del carico
 applicato quando il rapporto ё uguale a 2.0).
 Questo semplice esempio dimostra che il van-
 taggio del reticolo bidirezionale aumenta se la
 struttura pu6 essere suddivisa in due campate
 di pianta approssimativamente quadrata. e che
 questo vantaggio si riduce rapidamente col cre-
 scere del rapporto fra le due luci. Naturalmente
 nelle strutture a reticolo di grandi dimensioni ё
 piu frequente I’uso di reticoli a due strati, nei
 quali il numero degli elementi intersecanti ё mag¬
 giore ma. per una soluzione economica, con-
 viene ancora applicare il principio di usare un
 rapporto di forma vicino a 1,0. Se questo rap¬
 porto ё molto maggiore di 1,0. si deve consi-
 derare la possibility di suddividere la luce mag¬
 giore introducendo colonre intermedie. Quando
 diventa assolutamente essenziale realizzare una
 grande luce libera, si deve suddividere la strut¬
 tura in campate approssimativamente quadrate
 usando linee addizionali di supporto. sotto forma
 di bordi rigidi о di travi intermedie fra le colonne.
 Questo puo essere ottenuto all'intemo dell’al-
 tezza del reticolo stesso, usando localmente
 aste piu robuste, lungo le linee fra due colonne
 perimetrali opposte. Lo stesso risultato puo es¬
 sere ottenuto aumentando I’altezza del reticolo
 a intervalli appropriati. Una caratteristica comure a tutte le strutture,
 compresi i reticoli tridimensionali. ё che il ca¬
 rico applicato viene attirato verso le parti piu
 rigide. Ё possibile quindi modificare la propor-
 zione del carico supportato dalle aste nelle due
 direzioni di un normale reticolo spaziale, alte- Rapporto di forma delle luci U/L, 2.4 Reiazione fra il rapporto
 di forma delle luci e la frazione
 del carico tolale assorbita
 dalla I rave a luce maggiore Lj.
 nel caso di un relicolo semplice
 a due travi intersecanti, con
 rapporto I-/I, uguale a 1.2.3 e 5
 (grafico di John Chilton) cato all'intersezione di due travi ortogonali di luci
 L, e L2. Se queste travi sono collegate nei loro
 punti medi, esse vengono a formare un reticolo
 molto semplice a uno strato. Inizialmente si sup-
 pone che le propriety del materiale e della se¬
 zione trasversale (e cioe il modulo di elasticity о
 modulo di Young, E. e il momento d'inerzia
 dell'area. I) coincidano per le due travi. La reia¬
 zione fra il rapporto di forma delle luci (L^L,) e
 i carichi supportati da ogni trave W, e W2 puo
 essere agevolmente trovata con una serie di cal-
 coli per diversi valori del rapporto delle luci. Le
 equazioni sono fomite nel box sottostante e la
 reiazione ё mostrata in Fig. 2.4, nella quale L2 ё
 la luce maggiore e L, quella minore. Dalla Fig. 2.4 si puo notare che con L2/L, = 1 la
 trave di luce maggiore ё soggetta al carico mi¬
 nore e quella di luce minore sostiene la maggior Dato un sisiema di due travi di luci L, e Lj che s'mterse-
 cano ad angolo relto e che sono collegate nel loro punto
 medio, vogliamo determinare la npartizione fra le due travi
 di un carico applicato nel loro punto d'intersezione. indi-
 chiamoconW, la frazione del carico applicato W che viene
 assorbita dalla trave 1. e con W2 quella della trave 2; la
 somma di W, e W2 sard uguale al carico totale W. La de-
 (lessone verticale di ciascuna irave. с he dipende dal ca¬
 rico e dalla luce. pu6 essere calcdala facilmente per il
 punto di contatto in mezzeria. Sapendo che la deflessione
 nel punto di contatto deve essere la stessa per le due travi,
 e conoscendo la loro luce. 6 quindi possible determinare
 la percentuale del carico W assorbita da ciascuna di esse.
 Ipotizzando che le travi abbiano le stesse caratteristiche
 del materiale e della sezione trasversale (e cio6 che il mo¬
 dulo di Young E e il momento d'inerzia dell'area I siano gli
 stessi per entrambe). la dellessione in mezzena dela trave
 1 sarS ft, = W,L,;,/48EI e. per la trave 2. b2 = W2L2-’/48EI.
 Poiche le due travi sono collegate insieme in mezzeria. le
 loro deflessioni devono essere uguali (6, = b2). Poich6 il
 termine 48EI6 costante per le due travi e put) essere can-
 cellato da entrambe le equazioni. possiamo senvere: w,l,3 = wa23 e, quindi: W, = W2LAi3 In base all'equazione (1) e tenendo conto che W, + W2 =
 W. si pud costnjire la seguente lebella. che mostra la per¬
 centuale del carico totale W assorbita da ciascuna delle
 due travi per diversi valon del rapporto fra le luci. Rapporto
 Ira le luci IL /LJ Trave 1
 (W,) Irave2 ГЛУ 1.0 0.500 Wi 0.500 W 1.2 0.633 Л 0,367 W 1.5 0.771 \Л 0,229 W 2.0 0.889 V/ 0.111 W 3.0 0.964 Л 0.036 W Л/ota: E e 1 costanii, L;, = luce паздюге, L, = luce minore. Se le travi nelle due direzioni harmo diverse ri-
 gidezza (e сюё se hanno diverso valore di I), I'equazione
 J si modifica con I'introduzione del rapporto dei due va¬
 lori, e diventa: W, -IV^i.L^y.®, (2) Nella Fig. 2.4 del Capitolo 2 6 rportata la rappresenta-
 zione grafica di queste equazion per i valori del rapporto
 (1) 1/1, di 1. 2.3e5. 26
Stability dei reticoli spaziali Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni rando in modo appropriate la rigidezza delle
 aste stesse. Ad esempio. nel semplice sistema
 a due travi sopra descrtto, si puo aumentare
 la rigidezza della trave piu lunga per bilanciare
 la ripartizione del carico fra le due travi, quando
 queste hanno luce diversa. Ci6 puo essere ot-
 tenuto aumentando leltezza della trave piu
 lunga e quindi il valore del momento di inerzia I dell'area. La Fig. 2.4 mostra anche che la pro-
 porzione del carico totele W supportato dalla
 trave piu lunga varia per diversi valori del rap-
 porto di forma e per diversi valori di rigidezza
 della trave. Una simile modifica delle propriety
 delle aste, anche se costosa, pud essere im-
 piegata nelle grandi strutture a reticolo con
 campate rettangolari per modificare la distri-
 buzione dei carichi, ad esempio aumentando
 le dimensioni delle aste dei correnti nella dire-
 zione della luce maggiore. Stabilita dei reticoli spaziali La stabilita dei telai spaziali a giunti rigidi dipende
 dalla resistenza a flessione dei giunti che ne ga- rantisce Г integrity strutturale. Per le strutture a re¬
 ticolo. la garanzia di stabilita dipende della loro
 configurazione geometrica. Per comporre una
 stabile struttura reticolare a nodi incemierati. co-
 stituita da nodi collegati da aste caricate solo as-
 sialmente, ё necessario utilizzare una struttura
 completamente triangolare. In una struttura reti¬
 colare tridimensionale a nodi incemierati, la con-
 dizione necessana per la stability (nota come equa-
 zione di Maxwell о principio di Foppl) ё la seguente: n = 3j-6 dove n = numero delle aste nella struttura
 j = numero dei nodi nella struttura
 6 = numero minimo di reazioni vincolari. Esistono molte geometrie di reticoli spaziali a
 doppio strato che soddisfano questa condi-
 zione, e piu avanti nella parte se ne descri- vono alcune. Da quesfequazione segue an- 25 Pdiedn come st,llllu,e od as* e о a .эссе Che che una Struttura non completamente pi3ne:a)letraedro;b)cuboo©saedro;c)ottaedro; COmpOSta da triangoli pud essere resa Stabile d) dodecaedro: e) icosaedro (cortesia di Ture Wester) iflwedro esaedro otiaedro AY Y ' dodecaedro Y icosaedro A siabile mstaMe inslabile swMo strutture a facce piane stabili: Y-instabili д stabile siabile inslabile stabile instable 27
Geometria delle strutture reticoari: pensare a tre dimensioni Forme poliedriche stabili predisponendo un adeguato numero di vin-
 coli esterni. In alternative, la stabilita delle geometrie di re¬
 ticoli di uso comurie pub essere affidata alia sta¬
 bilita di poliedri semplici. Dobbiamo dunque oc-
 cuparci brevemen:e del comportamento di que-
 ste tipologie. Forme poliedriche stabili Le forme poliedriche sono corpi nello spazio tri-
 dimensionale. Gis prima dell'inizio del periodo
 della civiltS greca antica, i matematici le avevano
 studiate e avevano attribuito a esse speciali pro¬
 priety. Le forme fondamentali sono chiamate
 poliedri regolari" о platonici (Fig. 2.5) e com-
 prendono il tetraedro, il cubo (o esaedro), I'ot-
 taedro, il dodecaedro e I'icosaedro. Ciascuno
 di essi ё composto da facce simili di poligoni re¬
 golari (cioe i lati di ogni faccia hanno la stessa
 lunghezza e ogni poliedro ha facce di una sola
 forma poligonale). Nello studio dei reticoli spa¬
 ziali siamo interessati soprattutto a strutture con
 aste e nodi. Tuttavia, per comprendere la sta¬
 bilita di strutture tridimensionali in generate, con-
 viene studiare il comportamento di semplici forme
 regolari poliedriche (composte sia da aste e nodi
 che da strutture a parete piena) quando i cari¬
 chi sono applicat ai loro vertici (nodi). Strutture ad aste e nodi La piu piccola struttura tridimensionale ad aste
 e nodi collegati a cerniera a stabilita garantita ё
 il tetraedro. Esso ha quattro giunti (o nodi) col¬
 legati da sei barre (o aste). Nell’ipotesi che siano
 realizzate le richieste condizioni di vincolo, que¬
 sta struttura soddisfa I'equazione prima citata,
 ed ё una forma stabile che genera nelle aste solo
 forze assiali quando i carichi sono applicati ai
 nodi; ad esempio, essendo j = 4 e n = 6, risulta
 3 j - 6 = (3 x 4) - 6 = 6. II cubo о esaedro pos-
 siede otto nodi e dodici aste e, neiripotesi che
 sia presente solo il numero minimo di sei rea-
 zioni di vincolo, n = 12, ma 3 j - 6 = (3 x 8) ~ 6
 = 18. Dunque, la struttura a cubo con giunti a
 cerniera ё instabile, a meno che non vengano
 inserite aste addizionali fra i nodi, oppure ven¬
 gano introdotte ulteriori reazioni vincolari. L’ot-
 taedro, per cui n = 12. j = 6 e 3 j - 6 = (3 x 6) -
 6 = 12 ё una struttura ad aste e giunti a cer¬
 niera stabile. Analogamente si puo dimostrare
 che il dodecaedro con nodi a cerniera ё insta¬
 bile come struttura ad aste. mentre I'icosaedro
 ё stabile. Ne segue che le geometrie di molti re¬
 ticoli spaziali a doppio strato. composti di aste
 e nodi, sono basate su forme poliedriche sta¬
 bili (normalmente moduli tetraedrici. ottaedrici 0 semiottaedrici collegati insieme). 1 poliedri come strutture a facce plane Se si costruiscono i medesimi poliedri con
 facce piane invece che con aste collegate a
 cerniera. e si applicano ancora i carichi ai ver¬
 tici. si trova che il cubo. I’ottaedro e il dode¬
 caedro sono forme stabili, mentre non lo sono I’ottaedro e I’icosaedro. L’unico poliedro pla-
 tonico stabile sia come struttura ad aste e nodi
 sia come struttura a facce piane ё il tetraedro.
 Se si prova a studiare il comportamento delle
 facce usando modelli di cartone, si vede che
 ё necessario troncare tutti i vertici per evitare
 che i bordi delle facce si comportino come
 delle aste fra nodi. Una volta fatto cib. la sta¬
 bility dell’ottaedro e dell'icosaedro puo essere
 facilmente dimostrata.1 Strutture comblnate ad aste e a facce plane Ture Wester della Royal Academy of Fine Arts
 di Copenaghen, ha condotto ricerche sulla sta¬
 bilita e la dualita strutturale di poliedri compo¬
 sti esclusivamente da aste collegate ai nodi, о
 da piastre piane collegate ai bordi.1 II suo la-
 voro ha dimostrato che le due azioni strutturali
 possono essere combinate per formare reti :oli
 stabili composti da aste e da piastre. La possi-
 bilita di combinare i due tipi di struttura pub es¬
 sere utilizzata nei reticoli spaziali metallici com-
 binati con pannelli strutturali in vetro о materie
 plastiche. Vantaggi nell’uso dei reticoli spaziali Alcuni dei vantaggi ottenuti con I'uso delle strut¬
 ture reticoiari sono gia stati delineati. In quanto
 segue si descrivono questi e altri vantaggi, illu-
 strandoli con adatti esempi costruttivi. Rlpartlzlone del carico Come detto sopra, il principale vantaggio delle
 strutture reticoiari ё che tutte le aste parteci-
 pano insieme alia funzione di supportare i cari¬
 chi. Le travi s'mgole piane, ad anima piena о a
 traliccio. devono essere capaci di supportare
 individualmente ogni possibile carico concen¬
 trate о pesanti carichi mobili (ad esempio, car-
 roponti). Nei reticoli spaziali, questi carichi con-
 centrati sono invece ripartiti piu uniformemente
 sulla struttura e su tutti i vincoli. Questo pub an¬
 che ridurre il costo delle strutture di supporto
 poiche i carichi massimi per le colonne e le fon-
 dazioni sono inferiori. Le deflessioni massime
 sono ridotte rispetto a strutture piane aventi
 luce, altezza e carichi applicati equivalenti,
 nell’ipotesi che gli elementi strutturali abbiano
 dimensioni simili. Per supportare gli stessi ca¬
 richi, si pub quindi usare come soluzione alter¬
 native una struttura tridimensionale piu leggera о di minore altezza ottenendo una deflessione
 massima non superiore a quella di una strut¬
 tura piana. Installazionl dl servlzlo Nei reticoli spaziali. la disposizione essenzial-
 mente aperta della struttura compresa fra le
 due maglie piane consente un’agevole instal-
 lazione all'interno dell’altezza strutturale dei
 servizi meccanici ed elettrici e dei condotti di
 adduzione dell’aria. II loro fissaggio ё sempli-
 ficato dall'esistenza di un regolare sistema di
 supporti, e questo riduce о elimina la neces- 28
Vantaggi nell'uso di reticoli spaziali Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni sita di lavorazioni meccaniche aggiuntive Se
 si devono installare impianti pesanti all’interno
 dei reticoli, i carichi devono essere supportati
 preleribilmente dai nodi. Cio e particolarmente
 necessario nei reticoli spaziali, alio scopo di mi-
 nimizzare i momenti flettenti sui correnti. Se cio
 non ё possibile. si deve tenere debito conto di
 tali carichi nei dimensionamento prelimmare
 delle aste sollecitate teoricamente solo in senso
 assiaie. Un buon esempio. ben collaudato in pratica,
 delle proprieta di ripartizione del carico dei reti-
 coli spaziali e della possibilita di installare im
 pianti e meccamsmi all’interno dell’altezza della
 copertura. e offerto dalla fabbrica di prodotti ali-
 mentari Northern Foods di Nottingham, Inghil-
 terra, dotata di una copertura della CUBIC Space
 Frame. Si era previsto che, in periodi differenti
 dell'esercizio dell'edificio, varie aree del pavi-
 mento della fabbrica venissero utilizzate come
 depositi refrigerati. Per garantire questa flessibi-
 lita, venne fissata su tutto lo strato inferiore della
 copertura del reticolo una serie di pannelli coi
 benti. e la struttura di 75 m x 75 m (dotata solo
 di tre appoggi interni) fu progettata per resistere
 a carichi concentrati per un totale approssima-
 tivo di 600 tonnellate. Questo permise una si-
 stemazione dell’impianto di refngerazione quasi
 completamente all’interno del vano alto 3 m. si-
 tuato nella copertura sovrastante le aree di pro
 duzione e deposito (Fig. 2.6). Robustezza I reticoli spaziali sono strutture altamente ridon
 danti. il che significa che. in generate, la rottura
 di uno о pochi elementi - ad esempio la defles-
 sione laterale di un'asta compressa, sottoposta
 a carichi eccessivi - non conduce necessaria-
 mente al collasso della struttura. Ci sono state
 perO delle eccezioni; un esempio ben noto ё il collasso della copertura a traliccio dell'Hartford
 Civic Centre, Coliseum, awenuto nei gsnnaio
 1978.?-3.Questa copertura collasso sotto un ca¬
 rico di neve e ghiaccio nei primo mattino del 18
 gennaio 1978, solo poche ore dopo essere stata
 occupata da una folia di 5500 spettatori di una
 partita di basket. L'indagine che ne segui con-
 cluse che nella copertura si era sviluppata una
 linea di piegatura nella direzione nord-sud (all’in-
 circa perpendicolarmente alia direzione della
 luce maggiore della copertura) dovuta alia rot
 tura progressiva per deflessione laterale delle
 aste del corrente superiore del reticolo. La rot¬
 tura si venfico con un carico da neve da 78 a 88
 kg/m2. Si concluse che il reticolo spaziale aveva
 ceduto "sotto un carico pari circa alia met& del
 carico totale capace di causare I’inizio delb sner-
 vamento nell'elemento piu debole". Nei reticoli spaziali vincolati ai nodi inferiori esi-
 stono normalmente quattro diagonali di parete
 che convergono su ogni supporto e che sono
 sottoposte a compressione. La rottura di uno
 solo di questi per danneggiamento accidentale о deflessione laterale causati da un carico ec-
 cessivo non previsto puo portare al collasso par-
 ziale о totale della struttura. poiche il carico ori-
 ginariamente assorbito dall'elemento che ha ce¬
 duto si trasferisce sui restanti tre. e puo ancora
 determiname la rottura. La ndondanza delle strut
 ture reticolari spaziali ne incrementa la resistenza
 a danni dovuti a fuoco, esplosione о teremoti.
 Nei caso di incendio о esplosione, posscno, nei
 reticolo spaziale possono verificarsi danrii loca-
 lizzati e ci6 consente uno sfogo al fuoco e al
 fumo (nei caso di incendio) о alia potenza dello
 scoppio (nelle esplosioni). Se non vengono di-
 strutti о indeboliti elementi cntici (come aste di
 corrente fortemente compresse о aste di parete
 adiacenti a colonne di supporto. come detto so¬
 pra) il collasso totale ё improbable, н compor- 2.6 Impianti inserili nei vano della copenura CUBIC Space
 Frame del Northern Foods di Nottingham (cortesia
 di David Hague Photography Ltd) 29
Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni Vantaggi nell'uso dei reticoli spaziali 2.7 Lo stand Mero per il Tatoo di Edimburgo. smonlato
 e limonialo oym dimo al (.Jbtello di Edimburgo, dal 1973
 foto di John Chilton tamento dei reticoli spaziali nei confronti di in-
 cendi о terremoti ё discusso in maggiore det¬
 taglio nella Parte seguente. Componentl modularl I reticoli spaziali sono strutture altamente mo-
 dulari, assemblate con componenti che ven-
 gono quasi esclusivamente prodotti in fabbrica. I componenti possono essere pertanto realiz-
 zati con notevole accuratezza dimensionale,
 con accurata fimtura superficiale, in genere pos¬
 sono essere agevolmente trasportati e richie-
 dono pochi lavori aggiuntivi oltre al montaggio
 in cantiere. A causa della loro natura modulare,
 i reticoli spaziali possono essere ampliati senza
 problemi e anche smontati e rimontati altrove.
 Lo stand della Mero per I'Edinburgh Tatco (Fig.
 2.7) ё un esempio di reticolo spaziale che viene
 smontato e rimontato ogni anno a partire dal
 1973. Purtroppo, alcuni architetti sembrano non es¬
 sere attratti dall'uso dei componenti modulari
 standard per i reticoli. Essi pensano forse che
 la loro creativity possa esseme in qualche modo
 limitata. Cosi come I’uso del mattone, compo-
 nente standard modulare. ha prodotto un sor-
 prendente cambiamento nell'architettura in mu-
 ratura, analogamente i componenti standard dei
 sistemi reticolari spaziali possono essere com-
 binati con fantasia per produrre interessanti
 forme architettoniche. Alcuni esempi vengono
 descritti nella Parte 2. Llbertd dl scelta nell'ublcazlone dei supporti I reticoli spaziali offrono una grande possibility
 di scelta per Tubicazione dei supporti. Entro li-
 miti ragionevoli. i reticoli spaziali possorio es¬
 sere supportati a ogni nodo della maglia e pra-
 ticamente in qualunque posizione planimetrica.
 Questo consente agli architetti una grande li¬ berty nella programmazione dello spazio sotto-
 stante. Ad esempio. le colonne possono essere
 dissimulate negli elementi di partizione interna.
 Come detto in precedenza, sono perO preferi-
 bili campate strutturali approssimativamente
 quadrate, poiche comportano un piu efficiente
 uso del materiale. Piu avanti in questo capitolo
 si discutery piu approfonditamente il problema
 dell’ubicazione appropriata dei supporti dei re¬
 ticoli spaziali e gli effetti che questa puo avere
 sull'efficienza strutturale. Ftegolarit6 della geometria Per facilitare la costruzione, molti reticoli spa
 ziali hanno un disegno regolare utilizzabile per
 ottenere speciali effetti architettonici. Effetti par-
 ticolarmente efficaci possono essere ottenuti
 se i colori scelti per gli elementi strutturali con-
 trastano con i colori del rivestimento о con il
 cielo nel caso di reticoli nudi о totalmente in ve-
 tro. II bianco reticolo spaziale a doppio strato,
 rivestito in vetro. che costituisce la pensilina so¬
 pra Tentrata del Georgia Dome di Atlanta, USA
 (Fig. 2.8), contrasta piacevolmente con il blu di
 un cielo terso. In effetti, il colore scelto per il re¬
 ticolo e il suo disegno possono influenzare con-
 siderevolmente la percezione del peso della
 struttura. L'effetto pu6 essere anche piu im-
 portante delle dimensioni reali degli elementi о
 della density della maglia. Ad esempio. con
 un’illuminazione appropriata, un reticolo spa¬
 ziale bianco sistemato di fronte a un pannello
 metallico bianco non sary particolarmente per-
 cepibile, ma contrastando con il profondo blu
 del cielo puO comunicare una sensazione di fa-
 scino. Facility dl montaggio Un vantaggio ulteriore dell'uso dei reticoli spa¬
 ziali ё I'efficienza ottenibile nel montaggio di 30
Configurazioni dei reticoli Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni strutture di copertura a grandi luci. Se non esi-
 stono limitazioni di accesso al cantiere, la co¬
 pertura pu6 essere assemblata in condizioni di
 sicurezza al livello stradale, completa di rive-
 stimento e servizi, e quindi sollevata nella po¬
 sizione finale. Nel caso in cui si debba tenere
 conto di tali limitazioni, i piccoli componenti del
 reticolo spaziale possono essere assemblati
 ovunque con I'impiego di solo lavoro manuale
 e di semplici utensili leggeri, anche all’interno
 di edifici esistenti. Un esempio dei vantaggi e
 della facilita di montaggio dei piccoli compo¬
 nenti di un reticolo spaziale ё stato offerto dal
 primo impiego commerciale del CUBIC Space
 Frame nel Waverley Building, presso la Trent
 University di Nottingham, Gran Bretagna. Per
 realizzare un teatro per le prove, si doveva so-
 stituire una copertura esistente di un palazzo
 vittoriano. Furono presentati diversi schemi che
 impiegavano sia reticoli piani sia CUBIC Space
 Frame. II capitolato di appalto prevedeva pero
 una prova di carico particolareggiata per di-
 mostrare I'idoneitci del nuovo sistema. Nono-
 stante questi costi aggiuntivi, la soluzione del
 reticolo spaziale risult6 la piu economica in as-
 soluto. perch6 i moduli potevano essere tra-
 sportati manualmente all'interno dell'edificio e
 sollevati usando un semplice montacarichi,
 mentre i reticoli piani richiedevano I'impiego di
 una grande (e costosa) gru per sollevarli in po¬
 sizione sulla facciata dell'edificio. I metodi per
 il montaggio dei reticoli spaziali vengono de-
 scritti nel Capitolo 4. Svantaggi Nell'impiego dei reticoli spaziali si riscontrano
 anche alcuni svantaggi, che devono essere va-
 lutati assieme ai numerosi vantaggi prima de-
 scritti. Costo Fra tutti gli svantaggi associati alia costruzione dei
 reticoli spaziali, quelto piu importante ё forse il co¬
 sto, che puo talvolta essere alto in confronto a
 quello di strutture alternative come i telai a por-
 tale. La disparita dei costi ё particolarmente evi-
 dente quando i reticoli spaziali sono usati per luci
 relativamente piccde, benche la definizione di luce
 piccola dipenda strettamente dal sistema consi¬
 derate). Luci inferiori a 20 о 30 m possono pro-
 babilmente essere considerate piccole. per molti
 reticoli spaziali. Spesso non si fa un confronto di-
 retto a parita di condizioni. Per fare un esempio,
 I’aumento della luce in una struttura a telaio ri-
 chiede usualmente arcarecci addizionali о piu pe-
 santi per supportare la copertura e per installare
 gli impianti e le attrezzature di servizio possono
 diventare necessari lavori meccanici supplemen¬
 tary accorgimenti non necessari nel caso di strut¬
 ture reticolan spaziali. Regolarltd della geometria Bench6 la regolarite geometrica dei reticoli spa¬
 ziali sia genaralmente considerata una caratte- ristica attraente. da certi punti di vista i reticoli
 possono sembrare molto “pieni”. Negli edifici
 reali i reticoli spaziali si vedono raramente in
 pianta о in prospetto frontale (e cioe come ap-
 paiono nei disegni degli architetti); si osservano
 invece piu spesso in primo piano о in prospet-
 tiva. Di conseguenza, la natura regolare della
 geometria viene a perdersi, e da qualche punto
 di vista la struttura "leggera" puo apparire dav-
 vero molto densa. La dimensione maggiore e
 minore del reticolo. la sua altezza e anche la sua
 configurazione possono avere una grande in¬
 fluenza sulla percezione della densita della strut¬
 tura a doppio strato. Questi fattori saranno di-
 scussi piu avanti. Tempi di montaggio Anche questo argomento ё presente nella lista
 degli svantaggi. Una critica comunemente rrtossa
 ai reticoli spaziali ё che il numero e la comples-
 sita dei giunti possono comportare tenpi di
 montaggio piu lunghi in cantiere. II tempo di
 montaggio dipende owiamente dal sistema
 usato in una particolare applicazione e da altri
 fattori. quali la scelta del modulo del ret :olo. Ё
 buona pratica progettare il reticolo in modo che
 contenga il minor numero possibile di nodi, che
 sono i componenti piu costosi. Cio comporta
 economia nel costo dei materiali e nei tempi di
 montaggio. Protezioni antincendio I reticoli spaziali sono normalmente usat nella
 costruzione d< coperture dove, in funzione del
 tipo di materiale impiegato, si richiede normal¬
 mente una resistenza “nominale", che prescinde
 cioe dall'eventualita di incendi. Quando, irvece,
 i reticoli sono usati come solai e se sono espo¬
 sti all'eventualitci di incendi. una qualche forma
 di protezione ё usualmente richiesta. per ga-
 rantire la necessaria resistenza al fuoco. La pro¬
 tezione ё difficilmente ottenibile in modo eco-
 nomico a causa deirelevato numero di elementi
 del reticolo e della loro estensione superficial,
 ma esiste la possibility di applicare rivestimenti
 di tipo espanso. L'effetto del fuoco sui reticoli
 spaziali viene analizzato nel Capitolo 4. Configurazioni del reticoli Esisfono molti modi per suddividere una su-
 perficie piana impiegando una rete di linee che
 collegano dei punti del piano con uno scnema
 regolare о irregolare, ma ogni modality com¬
 porta notevoli variazioni nella lunghezza delle li¬
 nee e negli angoli da esse formati. Nei sistemi
 strutturali modulari, come i reticoli a sincolo о
 doppio strato, si considera invece vantaggioso,
 per una data struttura, limitare il numero delle
 diverse lunghezze degli elementi e standardiz-
 zare gli angoli di connessione ai giunti. Con le
 moderne attrezzature di taglio, foratura e lavo-
 razione meccanica controllate da computer, ri-
 sulta oggi semplificata la produzione di elementi
 a lunghezze molto diversificate e di noci con 2.8 Pensilina con riveslimento in vetro del Georgia Dome
 di Atlanta. USA (foto di John Chi ton) 31
Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni Configurazioni dei reticoli 2.9 Copertura a lasselio di una superficie piana con figure
 regolan: a} quadrali. b) quadrati ruolali. c) triangoli.
 d) esagoni (disegno di Graeme Barker © John Chilton) molti angoli di connessione. senza eccessivo
 aggravio nei costi. Fino a non molto tempo fa,
 si adottavano invece disegni regolari per am-
 bedue gli strati inferiore e superiore dei reticoli
 spaziali. Questo modo di procedere puo di-
 ventare molto restrittivo, considerato che esi-
 stono solo tre poligoni regolari (cioe con lati tutti
 uguali) che possono essere usati per riempire
 completamente un piano. Si tratta del triangolo
 equilatero, del quadrato e dell'esagono. Le co-
 perture di un piano con tasselli regolari sono 11 iusirale in Fig. 2.9 a-d e costituiscono le piu
 comuni configurazioni dei correnti. Se si impiegano configurazioni quadrate, le li-
 nee del reticolo possono essere parallele ai bordi
 (Fig. 2.9 a) о sistemate in diagonale, usualmente
 con angoli di 45c con i bordi (Fig. 2.9 b). En-
 trambi questi sistemi vengono descritti come
 reticoli a due vie, poiche hanno aste orientate
 in due sole direzioni. Al contrario, i reticoli piani
 composti da tnangoli e da esagoni producono
 reticoli a tre vie, con aste orientate in tre dire¬
 zioni diverse (Fig. 2.9 с e d). Si possono otte-
 nere geometrie piu complesse combinando i
 poligoni regolari о impiegandoli in combinazione
 con altre forme poligonali (ad esempio: triangoli
 e quadrati. triangoli ed esagoni. quadrati e ot-
 tagoni). I reticoli spaziali a doppio strato. nei quali due
 reticoli piani sono separati da aste di parete,
 non devono necessariamente avere la stessa
 configurazione о lo stesso orientamento nei re¬
 ticoli inferiore e superiore. In pratica. per ragioni
 di costo e sempicita di collegamento delle aste di parete, il numero delle configurazioni diver-
 sificate viene ridotto al minimo. Nella seguente descrizione delle forme piu usate
 per le configurazioni dei reticoli spaziali a dop¬
 pio strato, ogni riferimento a reticoli quadrati va
 esteso anche ai reticoli rettangolan, e cioe con
 passo diverso nelle due direzioni, e anche a
 quelli rombici. 1 Quadrato su quadrato-. il reticolo del corrente
 superiore ё direttamente sopra quello infe¬
 riore e le aste di parete collegano gli strati
 nel piano verticale compreso fra il reticolo
 superiore e quello inferiore. Nelle planime-
 trie si vede solo il reticolo superiore (Fig. 2.10). 2 Quadrato su quadrato sfalsati: si ha quando
 il corrente superiore ё sfalsato, usualmente
 di mezzo quadrato nelle due direzioni, ri-
 spetto a quello inferiore. In questa configu¬
 razione le aste di parete collegano i punti di
 intersezione del reticolo superiore con quelli
 adiacenti del reticolo inferiore, generando
 un insieme continuo di celle tetraedriche e
 semitetraedriche (Fig. 2.11). Questa confi¬
 gurazione ё la piu usata. 3 Quadrato su quadrato diagonale: si ha
 quando il reticolo del corrente inferiore ё si-
 stemato a 45° rispetto a quello superiore (e
 usualmente con un passo maggiore). Di
 nuovo le aste di parete collegano i punti di
 intersezione dei reticoli superiore e inferiore
 (Fig. 2.12). Un'ulteriore alternative a questa
 configurazione ё la diagonale su quadrato;
 il reticolo superiore ё a 45° rispetto alle li- 32
Configurazioni dei reticoli Geometria delle strutture reticoiari: pensare a tre dimensioni 2.10 Configurazione a quadrato su quadrato (disegno di Graeme Barker 2-11 Configurazione a quadrato su quadraio sfalsato (Disegno: Graeme Barker © John Chilton) © John Chilton) 2.12 Configurazione a [uadrati diagonal) (disegno di Graerrn barker
 © John Chilton) 2.13 Configurazione a Inangolo su Inangolo sfalsato (disegno di Graeme Barker
 © John Chi Ion) 2.14 Configurazione di iriangoli su csagoni (disegno d Graeme Barker
 © John Chilton) 2 15 Reticolo a moduli diradati. con moduli eliminatl a scacchiera per ndurre il peso
 ргоргю (disegno di Graeme Barker © John Chilton) nee di supporto e il reticolo inferiore ё pa-
 rallelo ai supporti. 4 Triangolo su triangolo sialsato: i reticoli dei
 due correnti sono tnangolari, le interseziom
 capitano nel reticolo superiore al di sotto dei
 centri dei triangoli sfalsa:i di quello inferiore.
 Anche in questo caso le aste di parete con-
 nettono i punti di intersezione del reticolo superiore con le interseziom adiacenti di
 quello inferiore (Fig. 2.13). 5 Triangoli su esagoni: il reticolo superiore (piu
 denso) ё triangolare e quello inferiore (piu
 aperto) ё esagonale ed ё ottenuto eliminando
 alcune aste del reticolo inferiore e alcune
 aste di parete dal reticolo triangolo su trian¬
 golo descritto al punto 4 (Fig. 2.14). 33
Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni Configurazioni dei reticoli Spesso ё possibile ottenere geometrie piu aperte
 nello strato inferiore di un reticolo a doppio strato
 perche le aste sono normalmente in trazione (e
 cioe non sono soggette a deflessione laterale).
 Le aste del corrente inferiore (trazione) possono
 essere quindi piu lunghe di quelle superiori (com¬
 pressione) anche se gli sforzi fra di esse sono
 maggiori. In modo analogo, nei sistemi reticolari
 modulari si possono talvolta eliminare moduli com¬
 plete seguendo un disegno regolare. per ottenere
 una geometria piu aperta e ridurre quindi il peso
 proprio della struttura. La Fig. 2.15 mostra un re¬
 ticolo nei quale i moduli piramidali sono stati ri-
 mossi seguendo uno schema a scacchiera. Si
 confronti questa figura con il reticolo completo
 della Fig. 2.11. La Fig. 2.16 mostra un reticolo
 apeno con una tassellatura non regolare. Tali eco-
 nomie non sono sempre fattibili e prima di ri-
 muovere moduli о di ridurre la densita del cor¬
 rente inferiore si deve valutare I'effetto della di-
 sposizione dei supporti del reticolo e il grado di
 inversione del carico che puo verificarsi a causa del vento. Le coperture dei reticoli sono di solito
 piatte о con piccola monta, e I'azione del vento
 che soffia sopra I'edificio causa una pressione
 negativa, cioe un'aspirazione su tutta I'area del
 tetto. Quando esistono nella costruzione anche
 grandi aperture (ad esempio le porte degli han¬
 gar aeronautici). il vento che soffia direttamente
 nelle aperture puo generare elevate pressioni in¬
 terne. La risultante dell’aspirazione estema e della
 la pressione interna agisce nella direzione oppo-
 sta a quella della gravita superando talvolta i ca¬
 richi della copertura. Quando si supera la forza di
 gravita, la risultante del carico sulla copertura ё
 diretta verso I'alto, invertendo le forze generate
 nei reticolo spaziale dalle forze di gravita quali il
 peso proprio e quella dovuta alia neve. Sotto
 I'azione del vento. gli elementi sottoposti a tra¬
 zione possono essere chiamati a resistere a com¬
 pressione. fino a raggiungere il valore del carico
 critico di progetto per il reticolo inferiore. La scelta della configurazione della maglia e I'al-
 tezza fra i due strati influisce sull'economia del re- 2 17 Eflptti visivi del.i vanazione dell'ampjezza della maglia. della densitft dei nodi e
 deii'mciinazione dene aste di parete per un reticolo tipico (disegno di Graeme Barker
 © John Chilton) 2 18 Effetti visivi delta variazione del'ampiezza detla maglia. della density dei nodi
 e dell inci nazione delle aste di parete per un reticolo di modesta altezza con aste di parete
 a inclinazione inadeguata (disegno di Graeme Barker © John Chilton) 34
Progettazione del reticolo Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni ticolo spaziale. Nel caso di telai о reticoli costruiti
 con moduli prefabbricati, esistono minori possi¬
 bility di variare la geometria del reticolo senza pe-
 nalizzare i costi, poich6 i moduli sono comune-
 mente prodotti in un numero limitato di dimen¬
 sioni standard. Per i reticoli spaziali del tipo ad
 aste e nodi, la lunghezza delle aste puo essere
 variata a vdonta, ed esiste per i nodi una gamma
 dimensionale e di valori di resistenza fra i quali
 effettuare la scelta. Le possibility legate alia geo¬
 metria sono dunque illimitate. Si deve pero te-
 nere conto che i giunti sono i componenti piu co-
 stosi e puo succedere che, con I'aumento del
 numero di nodi per una data planimetria, si in-
 crementi il costo dei materiali. Con I’aumento del
 numero dei nodi nella struttura. aumentano an¬
 che i tempi di montaggio e, quindi, il costo glo-
 bale della costruzione sara piu elevato. Un au-
 mento dell'ampiezza delle maglie dei reticoli in-
 feriore e superiore riduce il numero dei nodi per
 una data superficie piana. ma puo comportare
 degli svantaggi. Ad esempio, nei reticoli spaziali
 con una grande ampiezza di maglia, pu6 acca-
 dere che nei reticoli inferiore e superiore si debba
 aumentare I'altezza fra i due strati per poter mon-
 tare le diagonali con un angolo appropriate) - nor-
 malmente fra 30° e 70° rispetto ai correnti oriz¬
 zontali - e le aste singde saranno inevitabilmente
 piu lunghe. Quando le aste piu lunghe sono sog-
 gette a compressione, possono essere richiesti
 una maggiore sezione trasversale о un maggiore
 spessore di parete. per evitare le deflessioni la¬
 terali che si possono manifestare in assenza di
 vincoli laterali. I reticoli spaziali possono. di con-
 seguenza, diventare piu pesanti e piu costosi.
 Gli effetti visivi di queste variazioni sono docu-
 mentati nelle Figg. da 2.17 a 2.20 che illustrano
 strutture di uguale luce ma con diverse density
 di reticolo e diverse altezze. Un reticolo di pro-
 porzioni tipiche ё mostrato in Fig. 2.17; la Fig. 2.18 nporta un reticolo di densita simile ma con
 altezza ridotta. II secondo appare piu aperto,
 ma le aste di corrente e di parete devono avere
 dimensioni maggiori a causa della riduzione
 delf altezza strutturale. Le Figg. 2.19 e 2.20 mo-
 strano, con la stessa luce, un’ampiezza di ma¬
 glia pari alia mety di quella delle Figg. 2.17 e
 2.18, e altezze differenti. Le strutture appaiono
 piu dense e il numero dei nodi e delle aste ё au-
 mentato considerevolmente. Progettazione del reticolo II comportamento delle strutture reticolari spa¬
 ziali ё analcgo a quello delle lastre piane e, prima
 che fossero disponibili i veloci calcolatori digi-
 tali e il software adatto per I'analisi delle strut¬
 ture tridimensionali, le sollecitazioni nei reticoli
 spaziali venivano determinate con calcoli ma-
 nuali approssimati basati sulla teoria delle la¬
 stre. La tecnologia dei computer si в sviluppata
 durante gli anni '80 e '90 del XX secolo: la ve¬
 locity di elaborazione ё aumentata in modo im-
 pressionante e le capacita della memoria di la-
 voro e di quella di massa si sono espanse ra-
 pidamente. mentre i loro costi si sono ridotti. Di
 conseguenza, ё diventato possibile analizzare
 in poco tempo molti reticoli spaziali riconduci-
 bili a un modello di struttura ad aste e nodi con
 un computer da tavolo (o anche un notebook)
 in poche ore о addirittura in pochi minuti a se-
 conda della dimensione e della complessity della
 configurazone e del sistema dei carichi. Per
 eseguire I'analisi ё necessario definire la strut¬
 tura in modo preciso specificando la posizione
 dei nodi (ad esempio. usando coordinate car-
 tesiane a tre assi ortogonali). Si devono inoltre
 stabilire la posizione. I'orientamento e le pro¬
 priety fisiche di ciascun elemento, il tipo di col- 2.19 Effelti visivi della variazione dell'ampiezza della maglia. della density dei nodi 2.20 Effetti visivi della variazione dell'ampiezza della maglia, della densild dei nodi e dell incDnazlone delle aste di parele - reticolo di modesta allezza con alta density di nodi e dell'inclinazione delle aste di parete per un reticolo alio con maglia fitta, atta density
 e di asle (disegno di Graeme Barker О John Chilton) di nodi e di aste (disegno di Graeme Barker О John Chilton) 35
Geometna delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni Geometrie complesse 2.21 Volta a bolte realizzata con ruticolo spaziale a doppio strato
 (disegno di Graeme Barke1 © John Chilton) 2.22 a Pianimetria della copertura reticolare a torma d'onda dello stadio Anoeta
 di San Sebastian, Spagna (cortesia Orona S. Coop.. San Sebastian) 2.22 b Vista tndimensionsle
 della copertura reticolare
 a forma d'onda dello stadio
 Anoeta di San Sebastian,
 Spagna (cortesia Orona S.
 Coop.. San Sebastian) legamento fra aste e nodi (cerniera, incastro о
 giunto semirigido) e la posizione e il tipo di vin-
 colo di ogni supporto. Successivamente, si puo
 definire per il reticolo un elencc di carichi quali
 il peso proprio, i carichi dovuti el rivestimento e
 alle installazioni di servizio, i sovraccarichi sul
 pavimento, quelli dovuti a neve e vento e I’ef-
 fetto delle vanazio li temperatura. In pratica,
 la definizione della disposizione dei componenti
 di un reticolo spaziale - la sua configurazione -
 costituisce spesso la fase piu lunga dell'analisi. I produttori di reticoli spaziali dispongono di pro-
 grammi predefiniti per i loro prodotti, che gene-
 rano automaticamente, per reticoli semplici, le
 coordinate dei nodi, I'elenco degli elementi del
 reticolo e la descrizione delle aste collegate a
 ogni nodo. Una volta stabilita la descrizione numerica della
 configurazione di un reticolo spaziale. si puo
 passare, at tra verso successive elaborazioni, alia
 generazione di forme strutturali oiu complesse. Per I'elaborazione delle configurazioni, si pos¬
 sono usare programmi addizionali sviluppati dai
 produttori specificatamente per i loro prcdotti,
 oppure programmi come Formian. basato sull'al-
 gebra Formex sviluppata da H. Nooshin all'Uni-
 versita del Surrey. Guilford. Gran Bretagna.4 Ul-
 teriori progressi nella generazione dei dati per
 definire la configurazione dei reticoli sono stati
 ottenuti con lo scambio di dati fra il software per
 il computer-aided design (CAD), usato per il di¬
 segno tecnico e architettonico. e il software per
 I'analisi strutturale. Geometrie complesse Poiche la maggioranza dei reticoli spaziali & co-
 struita come struttura a superfici piane (o quasi
 piane), si ё talvolta pensato che essi potessero
 essere usati solo in questi casi. Al contrario. i re¬
 ticoli spaziali non sono limitati alle superfici piane 1Л&02. ZlAtiflD. 36
Ubicazione dei supporti Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni 2.23 Reticolo con conligurazione a quadrato su quadrato sfalsato con supporti su tutti
 i nodi dei bordi (disegno di Graeme Barker © John Chilton) 2.25 Reticolo con conligurazione a quadrato su quadrato sfalsato con supporti
 sugli angoli e a meta dei bordi (disegno di Graeme Barker © John Chilton) 2.24 Reticolo con configurazione a qLadrato su quadrato sfalsato con supporti solo sugli
 angoli (disegno di Graeme Barker О John Chilton) 2.26 Reticolo con configurazione a quadrato su cuadrato sfalsato con supporti
 solo a mete dei lati (disegno di Graeme Barker © John Chilton) e si possono generare geometrie piu complesse
 come volte a botte, cupole, paraboloidi iperbo-
 lici e superfici a forma libera. Si tratta di geo¬
 metrie costituite solitamente da due superfici
 parallele a curvatura semplice о doppia, che de-
 finiscono gli strati superiori e inferiori, separate
 da un intervallo costante. Se richiesto. le due
 superfici curve possono essere differenti e, in
 questo caso, la distanza fra lo strato inferiore e
 quello superiore varia lungo il reticolo spaziale.
 La Fig. 2.21 mostra un reticolo spaziale a volta
 a botte e le Figg. 2.22 a, b la planimetria e la vi¬
 sta tridimensionale della copertura a reticolo
 dello stadio Anoeta di San Sebastian, Spagna.
 Nella Parte 2 sono decritti alcuni esempi co-
 struttivi (il Palazzo dello sport Sant Jordi. il Cen¬
 tro sportivo di Palafolls e il Bertall Centre). Ubicazione dei support! La scelta della disposizione piu vantaggiosa dei
 supporti per il reticolo spaziale dipende natu-
 ralmente dalla planimetria della struttura e da
 considerazioni architettoniche. Le posizioni scelte
 possono pero avere un'influenza significative
 sull’efficienza strutturale. In funzione della con¬
 figurazione del reticolo ё possibile applicare i
 supporti sia ai nodi superiori sia a quelli inferiori.
 Nel primo caso. le aste di parete immediata-
 mente adiacenti ai supporti saranno in trazione,
 e neH’altro caso in compressione. Per un reti¬
 colo supportato ai nodi inferiori in poche posi¬
 zioni puo risultare che le aste di parete vicine ai supporti vengano a costituire gli elementi piu
 critici dell’intera struttura e la rottura di una dia
 gonale compressa puo determinare il collasso
 progressive della struttura. Per questa ragione,
 la probability di collasso del reticolo puo essere
 ridotta applicando i supporti ai nodi superiori,
 mantenendo in trazione le dtagonali piu caricate,
 anche se le colonne di supporto, essendo piu
 lunghe, diventano piu vulnerabili alia rottura per
 deflessione laterale. Le Figg. da 2.23 a 2.26 presentano alcune si-
 stemazioni alternative dei supporti per una strut¬
 tura reticolare di copertura uniformemente ca-
 ricata, avente base quadrata e griglia a quadrato
 su quadrato sfalsato, e supportata ai nodi su¬
 periori. Risulta intuitivo che la collocazione di
 supporti a ogni nodo lungo tutto il perimetro (Rg.
 2.23) rappresenta per il reticolo spaziale una so-
 luzjpne piu efficiente di quella ottenuta con sup¬
 porti solo ai nodi d'angolo (Fig. 2.24). Con il sup¬
 porto su tutto il bordo, i carichi applicati hanno
 un percorso piu breve verso il terreno, pero si
 pu6 incorrere in un maggior costo delle fonda-
 zioni a causa del maggior numero di colonne.
 Per reticoli spaziali simili soggetti agli stessi ca¬
 richi, il valore massimo delle forze applicate a
 ogni asta risulta minore nel caso di bordi total-
 mente supportati e anche le frecce verticali mas-
 sime sono minori. Nel caso di supporti solo agli
 angoli. si puo migliorare notevolmente I'efficienza
 del reticolo spaziale introducendo uno о piu sup¬
 porti intermedi lungo ogni lato (Fig. 2.25) con un
 limitato extracosto per colonne e fondazioni.
 Con questa configurazione dei supporti si ot- 37
Geometria delle strutture reticoiari: oensare a tre dimensioni Supporti “ad albero" 2.27 Helicolo con conligiira/fionc a iiiarlralo su quadrato slalsato 2.28 Supporti ad albero che richiamano il llusso detle (orze e tofma plantmetrica vanabile supponato da colonne cenlrali n posizioni rregolan verso la colonna di base (disegno rii Grapme Barker © John Chillon) disegno (fi Gr.icri e Barker © John Chilton) tiene un'efficiente struttura reticolare spaziale
 mantenendo a un minimo ragionevole il numero
 delle colonne. Un sistema efficiente di supporti si ottiene an¬
 che con colonne singole applicate a meta di
 ogni lato (Fig. 2.26). In questo caso gli angoli
 del reticolo spazia e sono a sbalzo e controbi-
 lanciano I'area centrale: si riducono in tal modo
 le frecce verticali e le forze sulle aste centrali.
 Molte aste del corrente inferiore saranno in com-
 pressione e molte di quelle del corrente supe¬
 riore in trazione. II valore massimo delle deflession ertica e delle
 forze sui correnti puO essere ancora ridotto, in
 molti dei casi sopracitati. collocando i supporti
 un poco all'interno del bordo del reticolo spa¬
 ziale. creando una piccola mensola intorno a
 tutta la struttura. Anche se con questa soluzione
 si introducono le colonne all’interno dello spa-
 zio principale della costruzione. possono na-
 scere vantaggi dal punto di vista architettonico,
 cioe opportunity di definire spazi utili sulla peri-
 feria, all'interno di pareti vetrate libere da co¬
 lonne о una pensilina per fornire riparo od om-
 bra. Con alcum sistemi di reticoli spaziali si hanno
 limitazioni a utilizzare mensole. poiche di solito
 il progetto non prevede la presenza di elevate
 forze di compressione nel reticolo inferiore (ad
 esempio, i moduli piramidali Space Deck ven¬
 gono collegati nel reticolo inferiore con tubi sot-
 tili che hanno una resistenza a compressione
 relativamente bassa). Le configurazioni con sup¬
 porti a mensola devono quindi essere adottate
 con prudenza. Con una lunghezza eccessiva
 della mensola, il voler limitare le deflessioni ver¬
 ticali sul perimetro puo determinare, a seguito
 di variazioni del carico, la situazione piu critica
 per il progetto. In molti testi e documentazioni tecniche sui re¬
 ticoli spaziali si vedono usualmente supporti ap¬
 plicati su una maglia regolare e da cio general-
 mente si deduce che i reticoli spaziali devono
 essere supportati alio stesso modo regolare.
 Ciononostante, nell'ipotesi che il numero dei
 supporti sia adeguato. essi possono essere col-
 locati sotto un nodo qualunque della struttura
 (Fig. 2.27). Nel caso di una forma planimetrica irregolare, la collocazione dei supporti secondo
 un modello non rigidamente definito avra sol-
 tanto un’influenza marginale sui costi. Supporti “ad albero" Fino a questo punto abbiamo ipotizzato che il
 reticolo sia supportato ai nodi lungo il perime¬
 tro о su colonne singole interne. Un metodo al¬
 ternative per ridurre sia la massima freccia ver¬
 ticale sia le forze sulle aste di un reticolo spa¬
 ziale consiste nell’usare supporti “ad albero" in¬
 vece che colonne singole. Li si puo realizzare
 sistemando in ogni posizone di supporto una
 piramide inversa a base quadrata, i cui lati sono
 i “rami". I rami possono essere composti, utiliz-
 zando giunti standard, da aste del reticolo spa¬
 ziale о da elementi specificamente fabbricati per
 questo scopo. Poiche a ogni postazione di co¬
 lonna il reticolo ё supportato su piu nodi, le forze
 nelle adiacenti aste di parete sono minori di
 quelle sostenute nel caso di supporto a colonna
 singola. Si ottiene. in effetti. una riduzione della
 luce del reticolo spaziale. I supporti ad albero
 possono anche essere utilizzati per effetti ar-
 chitettonici (Fig. 2.28), poiche ripetono il flusso
 delle forze che dal reticolo si trasmettono alle
 colonne di supporto. L'economia derivante
 dall'uso di colonne ad albero aumenta nel caso
 di reticoli a luci multiple. Profili dei bordi Dall’esterno di un edificio dotato di copertura a
 reticolo ё il profilo della linea di gronda che for-
 nisce I'indicazione della forma della struttura in¬
 terna. Esistono tre profili che derivano dalla geo¬
 metria spedfica dei reticoli spaziali. Due di que¬
 sti derivano dalla geometna di reticolo quadrato
 su quadrato sfalsato. In un caso, il corrente su¬
 periore si estende al di fuori di quello inferiore e
 le aste di parete fra i due reticoli piani generano
 un profilo a cornicione inclinato (Fig. 2.29). Al
 contrario. se il reticolo inferiore si estende al di
 fuori di quello superiore. le diagonali formano 38
Reticoli spaziali multistrato Geometna delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni 2.29 Profilo dei bordi a comicione
 (disegno di Graeme Barker О John Chiton) 2.31 Prolilo squadrato dei bordi
 (disegno di Graeme Barker © John Chiton) 2 30 Prolilo dei bordi a mansarda
 (disegno di Graeme Barker © John Chillon) 2.32 Profilo dei bordi di Про speciale
 (disegno di Graeme Barker © John Chilton) un bordo a mansarda (Fig. 2.30). Aitri tipi di re
 ticolo. come quello ottenuto intersecando reti-
 coli piani con il CUBIC Space Frame, portano
 da soli all'uso di profili a bordo verticale (Fig.
 2.31). Un bordo verticale puo anche essere ot¬
 tenuto con reticoli spaziali standard, usando una
 mezza campata ai bordi. L’architetto non ё vin-
 colato a questi profili, poiche si possono fab-
 bricare. su ordinazione. profili con dettagli par-
 ticolari ai bordi (Fig. 2.32), che possono essere
 fissati sui nodi о sui moduli dei reticoli spaziali
 standard. Reticoli spaziali multistrato Quando un reticolo spaziale a doppio strato deve
 coprire grandi luci (superiori a 100 m) e/o i ca-
 richi applicati sono particolarmente elevati, di- venta necessano aumentare notevolmente la di¬
 stanza fra il reticolo superiore e quello inferiore
 per limitare la dellessione massima о per resi¬
 sted a elevati momenti flettenti. Con I’aumento
 dell’altezza del reticolo. о si awicina alia verti
 cale I'indinazione delle diagonali, oppure si deve
 aumentare anche il passo delle due griglie oriz-
 zontali. Alla fine, con I’aumento dell'altezza e del
 passo, si puo avere ma lunghezza eccessiva
 delle aste compresse (i correnti superiori e molte
 diagonali). Le aste lunghe soggette a forti cari-
 chi richiedono grandi diametri ed elevati spes-
 sori di parete. Esse sono quindi pesanti e poco
 economiche, in contrasto con la filosofia della
 leggerezza ed economia di materiali tipica
 dell’uso dei reticoli spaziali. In tali situazioni si
 puo introdurre un reticolo orizzontale interme-
 dio fra i due consueti strati superiore e inferiore.
 Questo strato addizionale consente di ridurre il 39
Geometria delle strutture reticolari: pensare a tre dimensioni Reticoli spaziali multistrato passo di ambedue gli strati. Si riducono, di con¬
 seguenza, le lunghezze delle aste compresse
 dei correnti superior! e anche la lunghezza li¬
 bera delle aste di parete compresse. il che de¬
 termine una riduzione proporzionale della se¬
 zione trasversale delle aste. Un vantaggio ulte-
 riore consiste nei fatto che ciascuno dei oue
 strati orizzontali puo avere una configurazione
 diversa e risulta quindi possibile selezionare per
 le aste dei correnti la disposizione planimetrica
 pii/ efficiente. Lo strato intermedio ё di solito о vicino alia mez-
 zeria dell'altezza del reticolo, e in quesfa pcsi-
 zione e solo leggermente sollecitato (in analo-
 gia con le fibre a metS altezza e cioe sull’asse
 neutro di una trave ad anima piena), e pu6 quindi
 essere composto con aste leggere e/o usando
 una configurazione a reticolo a bassa density.
 Lo strato aggiuntivo aumenta il numero delle
 aste e dei nodi di una struttura reticolare spa¬
 ziale, maconsente I’uso di aste compresse piu
 leggere. Si puo presumere che I’extracosto delle
 aste leggere e dei nodi sia minore del costo dei
 materiali risparmiato sugli altri componenti. I reticoli spaziali multistrato possono anche es¬ sere usati su piccole luci, impiegando reticoli
 spaziali leggeri che adottano aste di acciaio la-
 minato a freddo con limitata resistenza a com¬
 pressione. In questo caso, sono disponibili aste
 di lunghezze standard e le fuci maggiori si ot-
 tengono assemblando tre (o piu) strati da un
 apposito kit di componenti. Nella Parte 2 ё de-
 scritto in dettaglio un esempio abbastanza re-
 cente di impiego di un reticolo a tre strati, il re¬
 ticolo spaziale Mero. nella copertura dell’Arena
 nazionale coperta per lo sport, costruita nei 1990
 a Birmingham, Gran Bretagna. Nei corso degli anni ё cresciuto I’interesse degfi
 architetti per I'utilizzo di reticoli multistrato neH’am-
 biente urbano. Sono state avanzate proposte per
 la costruzione di megacitta costituite da gigan-
 teschi reticoli spaziali nei quali gli spazi fra i reti¬
 coli multistrato sono abitati da cittadini del XXI
 secolo. Queste idee non sono ancora state rea-
 lizzate, nonostante la disponibilita delle neces¬
 sarie tecnologie, gia collaudate nell'impegnativo
 campo della costruzione di impianti di trivella-
 zione petrolifera in mare aperto. Nei Capitolo 6
 vengono analizzati reticoli spaziali per abita2ioni,
 costruiti sia su grande sia su piccola scala. Note 1 Wester, T. (1983). Structural Order in Space: The Plaie-
 Lattice Dualism. Royal Academy of Fine Arts. School of
 Architecture. Copenhagen. 2 Smith. E A e Epstein, Hi. (1980). Hartford Coliseum roof
 collapse: structural collapse sequence and lessons lear¬
 ned. Civil Engineering - ASCE. apnle. pp. 59-62. 3 Thornton, G.H. e Lew. P.l. (1984). Investigation on the
 causes of Hartford Coliseum collapse. In Thira Confe¬
 rence on space structures (H. Nooshin. ed.) pp. 636-
 41. Elsevier. 4 Nooshin. H. e Disney. P.L. (1997). Formian 2. Multi-
 Science. 40
Capitolo 3 • Materiali e sistemi In questo capitolo vengono brevemente esami-
 nati i materiali usati per la costruzione dei reti¬
 coli spaziali, i vari tipi di reticoli vengono dassi-
 ficati in categorie e, per ogni categoria. vengono
 descritti i principali sistemi commerciali. Poiche
 con questo libro ci proponiamo di presentare
 una panoramica generale delle strutture retico¬
 lari spaziali e non un manuale di progettazione.
 non vi si troveranno dettagliate specifiche tec-
 niche dei materiali. I reticoli spaziali ad aste e
 nodi, che costituiscono la maggioranza dei si¬
 stemi disponibili. saranno classificati in base al
 tipo di nodo utilizzato. Materiali per i reticoli spaziali La maggior parte dei sistemi reticolari spaziali
 utilizzati nelle strutture degli edifici ё in acciaio.
 anche se sono stati usati altri materiali come
 f alluminio, impiegato con una certa frequenza,
 il legno, il calcestruzzo e materie plastiche rinfor-
 zate. Sono state anche sperimentate strutture
 di tipo non convenzionale, che utilizzavano
 canne di bambu1 (Fig. 3.1), e anche il vetro ё
 stato incorporato nei reticoli spaziali, ma solo
 come materiale per soggetti scolpiti. Come materiali si usano profilati e tubi d’ac-
 ciaio dolce e ad alta resistenza, aste formate
 a freddo da nastri d’acciaio e getti di ghisa sfe-
 roidale. Questi componenti sono di solito gal-
 vanizzati e/o verniciati (se si jsano entrambi si
 parla di sistema duplex). In alternativa si pos¬
 sono usare aste e nodi in lega d'alluminio. II
 peso specifico delle leghe d’alluminio (circa
 2700 kg/m3) e approssimatamente un terzo di
 quello dell'acciaio (7865 kg/m3); esse hanno
 anche un minore modulo d elasticity (o mo¬
 dulo di Young) Ea,|umini0= 70000 N/mm2, men-
 tre Eacciai0 = 205000 N/m2. II modulo di elasti¬
 city dei componenti di una struttura ne deter¬
 mine la deflessione complessiva. A causa del
 diverso valore del modulo di elasticity, una
 struttura reticolare in lega di alluminio puo es¬
 sere piu leggera, a parity di capacity di carico,
 di un’analoga struttura in acciaio con la stessa
 luce e lo stesso sistema di carichi, salvo che
 non diventino critici i valori delle deflessioni. In
 questo caso, per mantenere le deflessioni en-
 tro limiti accettabili. ё necessario aumentare la
 quantity del materiale. Poich6 il costo delle le¬
 ghe di alluminio ё maggiore di quello dell’ac¬ ciaio. la scelta del materiale dipendery da cir-
 costanze specifiche del caso in esame. I coef¬
 ficient! di dilatazione termica deH'acciaio e dell’al-
 luminio sono rispettivamente 0,000012/°C e
 0,000024/°C. per cui le strutture di alluminio n-
 chiedono giochi maggiori per tenere conto delle
 dilatazioni dovute alle variazioni della tempera¬
 tura ambiente (vedi Capitolo 4). La saldatura
 dell’alluminio richiede una maggiore cura rispetto
 a quella dell’acciaio e, poiche nella fabbrica-
 zione di molti sistemi reticolari si richiede sem¬
 pre un certo numero di saldature, il materiale
 piu comunemente usato per le aste ё I’acciaio.
 Molti sistemi usano acciaio in getti per i con-
 nettori di estremita e per i giunti a nodo.
 Anche il legname ё usato nelle strutture reti¬
 colari, sotto forma di tondoni, tavole о nella
 forma lavorata di legno lamellare. Come in molte
 strutture in legno. uno dei principali problemi
 di progetto ё il trasferimento di forze (in parti-
 colare forze di trazione) fra le aste nei giunti. A
 causa delle ingenti forze assiali cui devono re-
 sistere le aste dei reticoli spaziali. si introdu-
 cono inserti in metallo agli estremi delle aste
 stesse. il che consente di trasmettere le forze
 su una maggiore lunghezza dell’asta. Gli inserti
 in metallo sono collegati a nodi metallici (come
 nel sistema Mero Holz) о si collegano diretta-
 mente fra di loro (come nel sistema progettato
 da Pieter Huybers all’University tecnica di Delft,
 descritto dettagliatamente nella Parte 2). I reticoli in conglomerato. anche se piu pesanti
 (sia visivamente sia in peso reale), possono di-
 ventare una proposta accettabile nei Paesi nei
 quali I’acciaio ё relativamente scarso e costoso
 e la manodopera a buon mercato, come suc-
 cede frequentemente nei Paesi in via di svi¬
 luppo. Ad esempio, grandi padiglioni reticolari
 in cemento armato sono stati costruiti per
 un’esposizione commerciale permanente a
 Delhi. India, nel 1982; furono allestisti cinque
 padiglioni piramidali in cemento armato gettato
 in cantiere usando reticoli multistrato con geo¬
 metric ottaedriche e tetraedriche.2-3
 Alcune strutture reticolari sperimentali sono state
 costruite con plastica rinforzata, generalmente
 poliestere rinforzato con vetro (GRP). L’uso di
 questi materiali ё appena agli inizi. Benche ab-
 biano un rapporto resistenza/peso piu favore-
 vole rispetto ad altri materiali, i polimeri rinforzati
 presentano caratteristiche che ne possono com-
 promettere I’uso in numerose strutture: mag- 3. t Nodi tipici di un lusto lubolare di bambu, studiato
 da Mengeringhausen (foto di John Chilton) 41
Materiali e sistemi Sistemi reticolari spaziali ь giore coefficiente di dilatazione lineare, modulo
 di elasticity piii elevato, deterioramento per espo-
 sizione alia luce ultravioletta e deformazioni per¬
 manent dovute alia natura viscosa dei polimeri
 usati per legare le fibre. Sistemi reticolari spaziali Dopo la loro introduzione a livello commerciale.
 awenuta una cinquantina di anni fa. si contano
 ormai a centinaia le tipologie di sistemi retico¬
 lari spaziali e quasi ogni anno ne vengono in-
 trodotti di nuovi sul mercato mondiale. Alcuni di
 questi vengono usati una volta sola о sono im-
 piegati per pochi progetti prima di essere ab-
 bandonati. In pratica, si tratta sempre di reticoli
 spaziali con aste di parete collegate alle aste dei
 correnti superiore e inferiore. In generate, i sistemi reticolari spaziali commer-
 ciali possono essere classificati in tre tipi: quelli
 che sono assemblati a partire da aste singole
 comprese fra nodi (indicati spesso come sistemi
 “a pezzi singoli”), quelli assemblati usando aste
 continue nei correnti e quelli montati usando
 moduli prefabbricati. Per illustrare la variety di 42 3.2 Conlronto fra un sistenw strutturale modulare (a)
 e un modello di accrescimento m nat ira lb). II sistema strutturale e costituito da asle del istema Mero
 con un lattore x2 fra cl mrtv m consecutive che
 rradiano da un nodo centrale (distxjno <li John Chilton). II morlollo di accrescimenlo nalurale e visibile nella se/ione
 trasversale cli una conchiglia cl Nautilus foto di John
 Chilton prodotti utilizzabili dal progettista, nelle sezioni
 seguenti vengono presentati alcuni esempi scelti
 fra i numerosi sistemi disponibili. Alcuni produt-
 tori commercializzano piu di un sistema e. in
 questo caso, si descrivera il sistema piu comu-
 nemente usato nella categoria corrispondente. Sistemi “a pezzi singoli” I sistemi "a pezzi singoli" si distinguono innanzi
 tutto per il metodo di giunzione. Molti usano aste
 tubolari a sezione circolare о quadrata, a causa
 della maggiore efficienza nel resistere alle forze
 presenti nei reticoli spaziali (normalmente trazione о compressione assiale semplice. con effetti solo
 secondari di flessione). Le aste tubolari vengono
 anche considerate piii accettabili da un punto di
 vista estetico. L'estetica ё molto importante per
 gli architetti. poiche i reticoli spaziali sono spesso
 lasciati esposti alia vista, in modo che si possa
 apprezzare la regolarita della geometria del reti¬
 colo. La differenza piu importante fra le aste tu¬
 bolari appartenenti a sistemi diversi risiede nei
 dettagli costruttivi delle loro estremita, previsti per
 il collegamento ai nodi. In molti tipi vengono mon¬
 tati sull'asta tubolare di base alcuni pezzi ausi-
 liari. Ad esempio. nel sistema Mero KK si tratta
 di un cono. nel sistema Nodus di un getto con
 nervature. nel KT Space Truss di piastre di giun¬
 zione e protezione. Questi pezzi ausiliari vengono
 saldati alle estremita dei tubi gia tagliati a misura.
 In altri sistemi il tubo stesso viene modificato alle
 estremita. generalmente appiattendolo con un
 profilo piatto о zigrinato (ad esempio, Triodetic).
 Esistono alcuni sistemi leggeri come I'Uni-
 strut/Moduspan che usano elementi stampati a
 freddo su sagoma, con sezione a U e fori per i
 bulloni punzonati agli estremi. I particolari co¬
 struttivi che differenziano i sistemi "a pezzi sin-
 gdi" sono la forma dei nodi e il metodo usato per
 il collegamento ai nodi. La grande varieta dei si¬
 stemi di giunti (ad esempio: giunti sferici, sfere
 cave, pastre profilate ecc.) dimostra la difficoltS
 di mfittere a punto un giunto semplice Rd pste-
 ticamente gradevole. Joop Gernts dell'Universita
 tecnica di Delft ha condotto uno studio detta-
 gl'iato sulla morfologia dei sistemi di giunzione di¬
 sponibili e ha messo a punto una dassificazione
 dei sistemi di giunzione per tipo di nodo.d La clas-
 sificazione dei vari reticoli spaziali “a pezzi singoli’
 da noi usata ё basata sulla sua proposta. con
 aggiunta, quando necessario, di ulteriori suddi-
 visioni delle categorie. Le categorie sono: 1 nodi sferici: a) compatti; b) cavi; 2 cilindrici; 3 prismatici; 4 piastre: 5 “senza nodi” Nodi sferici I nodi derive t da una sfera sono probabilmente
 i piu gradevoli dal punto di vista estetico. In <
Sistemi "a pezzi singoli" Materiali e sistemi relazione alia tipologia del collegamento tra
 aste ad acenti, essi formscono una visione
 molto chiara e ordinata del reticolo spaziale.
 La classe. che comprende sfere “pure" e sfac-
 cettate, pud essere ancora suddivisa in tipi
 compatti e cavi. Nodi sferici compatti I nodi sfenci compatti sono dotati di fon filettati
 disposti ad angoli appropnati per il collegamento
 con le aste adiacenti e la loro superficie di sup-
 porlo ё lavorata a macchina. II collegamento
 delle aste e realizzato normalmente con un solo
 bullone posizionato sull’asse centrale. In alcuni
 sistemi le estrermtn degli elementi entrano in
 contatto diretto con i nodi, mentre in altri le forze
 assiali sono trasmesse solo attraverso i bulloni
 di с llegamento. I sistemi tipici descntti in que¬
 sta sezione sono: Mero KK (Germania) e Orona
 SEO (Spagna). Mero KK II sistema reticolare Mero KK. il primo disponi-
 bile commercialmente. ё ancora considerato
 come una delle sduzioni piu eleganti per la co¬
 struzione delle strutture reticolari spaziali. L'ele-
 ganza e la semplicita ne fannc un sistema usato
 non solo nelle costruzioni, ma anche per vetrine
 di negozi e stand espositivi che usano materiali
 leggeri. Le aste tubolan circolari sono collegate
 ai giunti sfenci di fusione con un solo bullone.
 non visibile, per ogni tubo. L idea ё stata < gi
 nata da studi di strutture naturali condotti negli
 anni '30 del XX secolo dall'inventore del sistema,
 Max Mengenringhausen. Le sue indagim su sot
 tili ma resistenti strutture naturali come steli di
 frumento e canne di bambu (Fig 3.1) rivelarono
 che la loro resistenza ё dovuta all'uso di sezioni
 trasversali tubolari stabilizzate da nodi disposti
 lungo il fusto a mtervalli regoan. II nome Mero
 con il quale il sistema ё ora ben noto. deriva
 dall'abbreviazione della denominazione origi¬
 nate Mengenringhausen Roh bauweis
 Concepito imzialmente come sistema basato su
 un modulo fisso, il reticolo spaziale Mero di-
 sponeva di un giunto a nodo e di una serie di
 aste di lunghezza standard, che miziava da 1 m
 e procedeva con un tattore 2 fra dimensioni
 sequenziali (ad esempio t.O. 1.41. 2.0. 2.82
 ecc.). Lo sviluppo radiate delle lunghezze delle
 aste intomo a un nodo centrale creano una spi-
 rale (Fig. 3.2 a) che riflette. come notO Men-
 genrtnghaus n lo sviluppo a spirale della con-
 chigha del Nautilus (Fig. 3.2 b). Oggi esistono
 mdti tipi differenti di nodi della Mero per tutta
 una serie di applicazioni in reticoli spaziali a sem-
 plice e a doppio strato e le asle sono fabbricate
 in tutte le lunghezze nchieste. II giunto sferico
 originate, noto oggi come sistema KK, ё costi¬
 tuito da una sfera compatta di acciaio forgiato
 a caldo dotata di 18 fori filettati e superfici la-
 vorate a macchina che formano fra di loro an¬
 goli di 45°, 60° e 90 (Fig. 3.3). I nodi standard
 sono prodotti m serie, in una gamma dimen-
 sionale studiata per la trasmissione di forze di
 diversa intensita. Si producono per magazzino anche giunti con un minor numero di tori, adatti
 ad applicazioni comuni come nodi per supporti
 standard. Con le moderne tecnologie di foratura di preci-
 sione. dotate di controllo numerico compute¬
 rizzato. fon possono essere praticati a ogni an
 gdatura nchiesta e non solo alle angolature stan¬
 dard. purche venga mantenuto un angolo mi-
 nimo di 35’ fra fori adiacenti. Questa possibi ita
 di trapanare e filettare fori ad angolature non
 standard consente al progettista maggiore fles
 sibilita nella scelta della geometria del reticdo
 spaziale. Le aste standard sono tubi cavi circolari di ac¬
 ciaio (o di alluminio) alle estremita dei quali viene
 saldata una sezione comca (Fig. 3.4). Fanno
 parte integrante del cono un bullone di collega
 mento, un manicotto con foro ad asola e spina
 per consentire al bullone di ruotare e per mdi-
 care quando il bloccaggio completo ё stato rag
 giunto. Per la proteziorx dalla corrosione. i tubi
 sono galvanizzati all’interno e all'esterno e la fi-
 nitura prevede un ivestimento in poliestere in
 polvere о un processo a umido con uretano a
 due componenti. II sistema Mero Hdz usa ele¬
 menti in legno laminato aventi agli estremi dei 3.3 Nodo standard Mero KK con Ion liiellali e superlici
 di supporto tivoralc a macchina con angoli di 45 60
 e 90 Ira I'ura e I'allra (lolo di Glyn Malls) 14 fizioni conirhp snldali alle irerrnl.i italle asl'
 siaritl.ml Mtro (complfle <li l>ulloii« ill colltKiamnilo
 e di manicolio) (lolo di John Cl'illon) 43
Material! e sistemi Sistemi “a pezzi singoli” 3.5 Inserti melallici alle eslremite
 delle asle di legno laminalo della Mero
 Holz (ndisegnato da John Chilton sulla
 base della documentazione tecnica Mero) corli inserti d’acciaio per it collegamento ai nodi
 (Fig. 3.5). La dimensione dei bulloni di cdlegamsnto fra tubi
 e nodi dipende dalle forze da trasmettere. Le
 forze di trazione devono essere trasmesse dal
 cono di estremitS dell'asta al bullone attraverso
 la supeifcie di appoggio intema del ccno, e quindi
 tramite il bullone in trazione alia filettatura del
 giunto. Le forze di compressione sono invece
 trasmesse attraverso il manicotto che circonda
 il bullone di collegamento, per contatto diretto
 con le superfici lavorate di supporto. e il bullone
 in realtS si limita a mantenere I'asta nella corretta
 posizione sul giunto. La forma del giunto sferico
 ё tale che le linee di azione delle forze di ogni asta
 si intersecano al centro del nodo. in modo da
 evitare eccentridta che inducano sforzi di fles-
 sione nei tubi. che sono sottoposti principalmente
 a forze di trazione e di compressione. I produt-
 tori possono fomire tabelle che mostrano la re-
 lazione tra le capacity di carico dei nodi, dei tubi
 e dei bulloni di collegamento. In generate i supporli dei reticoli spaziali Mero
 sono realizzati attraverso varianti del giunto stan¬
 dard. in funzione del tipo di vincolo richiesto. La
 Fig. 4.3 del capitolo seguente illustra uno dei
 supporli scorrevoli della copertura dell'Arena
 nazionale coperta per lo sport di Birmingham,
 Gran Bretagna. Non sorprende che, per un sistema in uso da
 una cinquantina d'anni, siano migliaia gli esempi
 di reticoli spaziali Mero, grandi e piccoli. Per
 adattarsi alle applicazioni piu varie, come il mon¬
 taggio diretto dei vetri su cupole reticolari a strato
 singolo. esistono attualmente diversi tipi di giunti
 e di sezioni trasversali delle aste. I reticoli a strato
 singolo, e quindi molte di queste nuove appli¬
 cazioni, esulano perd dallo scopo del nostro
 studio, che ё rivolto principalmente ai reticoli a
 doppio strato e multistrato. Una delle applica¬
 zioni piu stupefacenti del sistema Mero e quella
 per le coperture della tribuna d’onore dello sta¬ dio di Spalato (si vedano la pianta e la sezione
 alia Fig. 3.6). Costruite nel 1978 nell'ex lugo-
 slavia (ora Croazia). queste coperture sono seg¬
 menti di un cilindro del diametro di 452 m indi-
 nato sull'orizzontale di 11,2°. II bordo libero ha
 una luce di 215 metri con una lunghezza
 dell'arco di 220 m (Fig. 3.7). Le due aree di re¬
 ticolo spaziale coprono in totale 13 600 m2 con
 un sistema a doppio strato contigurato a qua¬
 drato su quadrato sfalsato, con dimensioni della
 maglia del reticolo di 3.0 m x 3.0 m, un’altezza
 strutturale di 2,3 m e una sporgenza massima
 di 45 m rispetto al perimetro ellittico dello sta¬
 dio. Le due aree della copertura sono simme-
 triche solo lungo I'asse maggiore dello stadio;
 ci sono 12 832 elementi di 1143 tipi e 3460 nodi
 di 1678 tipi (839 configurazioni sono speculari
 a causa della simmetria). Centine traslucide in
 policarbonato sagomate a volta a botte corrono
 parallele ai correnti superiori del reticolo spa¬
 ziale dal perimetro al bordo libero. con un'inte-
 laiatura secondaria sostenuta solo ai nodi.
 Esistono oggi a livello mondiale molti sistemi di
 reticoli spaziali basati sull'idea dei giunti sferici
 fusi e di aste tubolari. Citiamo come esempi il
 “TM Truss" prodotto dalla Taiyo Kogyo Co. in
 Giappone e Г “ABBA Space" prodotto dalla
 ABBA Space Structures in Sud Africa. La dif-
 ferenza consiste principalmente nel metodo di
 collegamento fra le estremita del tubo e i giunti
 sferici, anche se alcuni sistemi sono molto si-
 mili al sistema originate Mero. Orona SEO II reticolo spaziale Orona SEO, fabbricato dalla
 Orona S. Coop, di San Sebastian in Spagna, ё
 un sistema a giunti sferici e aste tubolari pre-
 sentato negli anni '80 del XX secolo e utilizzato
 nel Palazzo dello sport Sant Jordi. costruito a
 Barcellona per le Olimpiadi del 1992. Nel sistema SEO. il giunto sferico forgiato ha
 un numero di fori filettati, praticati in funzione 44
Sistemi "a pezzi smgdi’ Materiali e sistemi 3.6 Plarumeina e sezione delle coperture della lnbune
 d onore dello sladio di Spalato nell'ex Jugoslavia
 (ora Croa/ia). Le coperture sono segmenli di un dhrxlro
 del diametro di 452 m. incknalo di 11.? r.ull'orizzontale
 (cortesia Mero) У 1 Copertuie dc Ik. Ишлс d’onore dodo stadio di Splainio
 Сгоала. con una luce del bordo libcro ill 215 in e una
 kmgiiezzti(Wan mкiwlft-a H.t. МгСолпеА 45
Materiali e sistemi Sistemi "a pezzi singoli" 3.8 Sezione trasversale di un lipico giunlo del relicolo spaziale Orona SEO (cortesia: Orona S. Coop.. San Sebaslifin, Spagna) —\ —i della posizione del nodo all'intemo del reticolo
 a della geometria delle aste collegate. II numero
 e la posizione dei fori sono limitati solo dall'in-
 terferenza fra le aste adiacenti collegate. Pezzi
 troncoconici di estremitci vengono saldati alle
 aste tubolari di acciaio laminato a freddo e sal-
 dato longitudinalmente. I coni portano i bulloni
 di collegamento. che hanno un gambo esago-
 nale nella sezione vicina alia testa e la restante
 sezione liscia/filettata normalmente (la sezione
 tipica ё mostrata in Fig. 3.8). Un manicotto di
 copertura. che mantiene la distanza corretta fra
 I'asta e il nodo, circonda la sezione esagonale
 e quella liscia del bullone. II profilo interno del
 manicotto segue quello del bullone e anche il
 profilo esterno ha sezione esagonale e liscia.
 Per stringere il bullone, si ruota la parte esago¬
 nale del rranicotto in modo che la parte filet-
 tata del bullone entri nel nodo. Questo sistema
 di collegamento consente di rimuovere facil-
 mente. quando necessario. ogni singola asta
 dal reticolo completo. Svitando i manicotti da
 entrambe le estremitci dell’asta. i bulloni si ri-
 traggono all'interno del tubo in modo da con-
 sentirne la rimozione e la sostituzione. Si pos¬
 sono quindi reintegrare le aste danneggiate e
 si pu6 inoltre aumentare la capacita di carico di
 un reticolo rinforzando gli elementi caricati in
 modo piu critico. Nel corso della fabbricazione. le aste tubolari
 vengono assemblate su un bancale regolabile
 complete di coni di estremita, bulloni e mani¬
 cotti. pronte per la saldatura. La lunghezza to-
 tale del componente viene fissata su questo ban¬
 cale con il corretto posizionamento dei bulloni
 di estremita. in modo che le tolleranze sui sin¬
 goli elementi non conducano all’accumulo de¬
 gli errori. La saldatura che segue ha una tolle-
 ranza di ±0,5 mm. I fori filettati dei giunti sferici
 sono praticati e lavorati da un robot apposita-
 mente progettato che pu6 essere programmato
 manualmente ma. in genere. e a controllo nu-
 merico (CN) sulla base di dati ottenuti con I'ela-
 borazione dei risultati dell'analisi strutturale. Si
 prowede anche a preparare un elenco di ma¬
 teriali, dimensioni dei nodi e geometria dei fori,
 dimensioni delle aste e lunghezze in una forma
 tale da renderlo leggibile dalle macchine di con¬
 trollo numerico. Normalmente si applica ai tubi un rivestimento
 elettrostatico di poliestere in polvere dello spes- sore minimo di 70 urn. Si esegue poi una po-
 limerizzazione a caldo a 210 CC per venti mi-
 nuti. Prima dell’applicazione del rivestimento
 si fa un trattamento superficial minimo di
 sgrassatura e fosfatazione. Si possono anche
 applicare ulteriori pretrattamenti come spaz-
 zolatura meccanica, granigliatura, zincatura,
 a seconda del grado di ossidazione della su-
 perficie e della protezione anticorrosiva spe
 cificata. La finitura a poliestere ha una buona
 resistenza all’urto e alia scalfittura e produce
 una superficie a scacchiera. Lo stesso pro-
 cesso usato per i tubi puo essere applicato a
 sfere di piccolo diametro. ma per grandi dia-
 metri si hanno problemi causati dal maggiore
 spessore del materiale dei nodi. I nodi di mag-
 giori dimensioni sono sottoposti a graniglia¬
 tura. all'applicazione di una mano di fondo e
 poi finiti con due mani di vemice di resina epos-
 sidica о gomma clorurata. Nodi sferici cavi Esistono due tipi di nodi sfenci cavi. Alcuni ven¬
 gono colati sotto forma di sfere cave quasi com¬
 plete e sono poi perforati per trapanatura о per
 punzonatura, in posizioni determinate (ad esem-
 pio: Spheroboat, Francia; NS Truss. Giappone:
 Tuball. Paesi Bassi; Orbik, Gran Bretagna). Al¬
 tri sono composti da due semisfere di acciaio
 pressato con о senza un disco centrale (ad
 esempio: SDC, Francia; Oktaplatte, Germania;
 Vestrut, Italia: Nodus. Gran Bretagna). Nel primo
 tipo, i bulloni di collegamento vengono intro-
 dott attraverso un foro di accesso e awitati
 dall'intemo della sfera sugli elementi adiacenti. II foro di accesso viene poi chiuso con un tappo.
 Nel secondo caso. i metodi di collegamento
 sono diversificati. Ad esempio. i nodi Vestrut
 Usano le due parti approssimativamente emi-
 sferiche e una piastra intermedia per bloccare
 i connettori a T che sono saldati alle estremita
 delle aste. Nodus II sistema Nodus, reticolo spaziale “a pezzi sin¬
 goli”. ё stato sviluppato verso la fine degli anni
 '60 del secolo scorso dalla divisione tubi della
 British Steel Corporation e presentato com-
 mercialmente agli inizi degli anni ’70. Dal 1985,
 Nodus ё stato acquistato dalla Space Decks Ltd
 di Chard. 46
Sistemi “a pezzi singoli" Materiali e sistemi bullone cenlraie CT> seniicull j liscia Nei corso dello sviluppo del sistema, venne
 messa a punto una gamma di giunti standard. I campioni di ciascun tipo e dimensione vennero
 testati a rottura. in banchi di prova apposita-
 mente allestiti, al centra ricerche della British
 Steel di Corby. Vennero impostate due serie di
 prove; in base ai risultati della prima serie, i giunti
 venivano modificati per migliorame I’efficienza.
 La seconda serie confermava i miglioramenti e
 consentiva di compilare i diagrammi delle prove
 di resistenza. Sulla base dei risultati dei test di
 laboratorio venne fabbricato e montato da parte
 di una societa indipendente, in modo da verifi-
 came la facilita di costruzione. un reticolo spa¬
 ziale completo di 30,5 m x 30,5 m e di 1,52 m
 di altezza. Alla struttura venne applicato per ven-
 tiquattr’ore un carico di prova di 1.8 kN/m2 (equi-
 valente al peso proprio di progetto piu 1,5 volte
 il carico accidental di progetto), in accordo con
 il vigente British Standard (BS 449) per le strut¬
 ture in acciaio. La detormazione residua misu-
 rata dopo il test era nei limiti specificati dallo
 standard. II giunto Nodus (Fig. 3.9) usa un assemblaggio
 relativamente complesso dei componenti. Alle
 aste dei correnti e di parete vengono saldati di
 testa speciali connettori in acciaio di fus one
 utilizzando maschere di fabbricazione per ga-
 rantire la necessaria accuratezza dimensionale
 ai componenti del reticolo spaziale. II nodo pno-
 priamente detto e composto di due semicorpi
 (uno piano e uno con un'aletta di supporto per
 il collegamento con I'asta; Fig. 3.10) e di un di-
 stanziale. I due semicorpi vengono collegati
 usando un bullone singolo ad alta resistenza
 con arresto a frizione e relativi dado e rondella.
 Quando si stringe il bullone, i connettori di estre-
 mita delle aste di corrente vengono serrati fra i
 due semicorpi. Le aste di parete sono collegate
 alle alette dei semicorpi, con splnotto di acciaio passante nei connettori a forcella delle aste.
 Sono disponibili due configurazioni di alette, una
 per il collegamento con le aste di parete sullo
 stesso piano del reticolo di corrente, e I’altra
 per le aste orientate a 45° rispetto al reticolo di
 corrente. II semicorpo piano ha una cavita esa-
 gonale per alloggiare la testa del bullone. che
 non sporge quindi al di la del livello delle aste
 del correnti, e questo consente dl flssare la co- 3.9 ll g unlo Nodus, svi uppalo dalla Divisione lubi della
 British Steel, ora Brilisti Steel Tubes & Pipes (cortesia
 Space Decks Lid) 3.10 Getti lipici per i nodi dei giunti secondo standard
 Nodus (foto di John Chilton 47
Materiali e sistemi Sistemi "a pezzi singoli” perlura direttamente alle aste quando si usano
 profilati quadrati cavi. Non essendo richiesti ar-
 carecci secondari, ci sara quindi un risparmio.
 Con questa configurazione dei giunti, i correnti
 possono essere considerati continui agli effetti
 della flessione dovuta ai carbhi della copertura.
 Cio riduce I'intensitci dei momenti flettenti di
 progetto sui correnti, ma questi devono sem¬
 pre essere dimensionati per I’effetto combinato
 della flessione locale e delle forze assiali.
 Quattro giunti standard (codice 24.30,35 e 45)
 usano semicorpi di dimensioni diverse rispetto
 a quelle delle aste dei correnti. II giunttf piu pic¬
 colo (codice 24) ё usato pet profilati cavi circo-
 lari (CHS) del diametro di 60.3 mm e per profi¬
 lati cavi rettangolari (RHS) ci 60 mm x 60 mm,
 mentre il giunto piu grande (codice 45) si adatta
 a profilati circolari del diametro di 114,3 mm e
 profilati rettangolari di 120 mm x 120 mm. Le
 aste di parete circolari CHS hanno una di-
 mensione minima di 42,4 mm per tutti i giunti,
 mentre per le aste rettangolari la dimensione
 minima ё 40 mm x 40 mm (a eccezione dei
 giunti di tipo 45, per i quali il minimo e 50 mm
 x 50 mm). Le dimensioni massime delle aste
 di parete che possono combinarsi con i giunti
 standard sono rispettivamente per i CHS i dia-
 metri 60,3,60,3, 76.1 e 88.Э mm e per gli RHS
 50. 60, 80 e 90 mm. II collegamento a cerniera delle aste di parete
 rende possibile la variazione dell’altezza del re¬
 ticolo spaziale, con i soli limiti delle esigenze di
 efficienza strutturale о delf interferenza fra le aste
 ai nodi. Una conseguenza della geometria dei
 nodi ё che gli assi delle astedi parete e dei cor¬
 renti non si intersecano in un solo punto all'in-
 temo del nodo e si generano quindi nel reticolo piccoli momenti flettenti secondari. Quanto piu
 piccolo ё I'angolo fra le diagonal! e il piano dei
 correnti. tanto maggiore risulta Г eccentricity dei
 due punti di intersezione. Come conseguenza,
 i momenti secondari aumenano e il reticolo ri¬
 sulta meno efficiente. Poiche i giunti sono prodotti con due soli orien-
 tamenti delle alette, le configuraziom possibili
 dei reticoli sono limitate alle variazioni delle con-
 figurazioni a quadrato su quadrato. quadrato
 su quadrato sfalsato, quadrato su quadrato dia-
 gonale. All'intemo di queste limitazioni ё ancora
 possibile realizzare strutture a piccola curva-
 tura, a volta a botte e a cupola utilizzando i giunti
 standard. La Parte 2 descrive in dettaglio I'uso
 del Nodus al Centro espositivo nazionale di Bir¬
 mingham, Gran Bretagna, e la copertura del-
 I'atrio e la pensilina di ingresso al terminal 2
 dell’aeroporto di Manchester, Gran Bretagna. Nodi clllndrtcl I nodi cilindrici compatti piu noti sono quelli del
 sistema Triodetic. II sistema consiste in una se¬
 zione estrusa di alluminio con fessure longitu-
 dinali nelle quali vengono inserite le estremita
 appiattite delle aste tubolari. II bloccaggio man-
 tiene Ic aste in posizione fra due piastre di estre¬
 mita sostenute da un singolo bullone che passa
 attraverso I'asse del nodo. Triodetic ha usato
 anche un tipo di nodo simile in acciaio. Triodetic II sistema Triodetic per la costruzione di reti¬
 coli spaziali ё anch’esso un sistema “a pezzi
 singoli" ma usa un concetto totalmente diverso
 per il collegamento delle aste ai nodi. Svilup-
 pato negli anni '50 del secolo scorso da Fen- 3.1 1 1 nodi (mozzi) Trioclelic sono eslrusi in sezioni
 cilindnche con lendilure longiiudmali profitale per ricovere
 le eslremiia increspale degli elemenli (cortesia Glyn Halls) . 48
Sistemi "a pezzi singoli” Materiali e sistemi timan Bros, di Ottawa, Canada, e stato pre-
 sentato sul mercato nel 1960. Sapendo che il
 problema fondamendale nei reticoli spaziali e
 la realizzazione di un semplice ed efficiente col¬
 legamento di molte aste ai nodi, si produssero
 inizialmente in via sperimentale assemblaggi e
 nodi che prevedevano sull’incastro a coda di
 rondine usato nelle costruzioni in legno. La so¬
 luzione finale nacque dall'osservazione di H.G.
 Fentiman5suH’efficienza delle mascelle di presa
 delle macchine per le prove di trazione. Egli si
 convinse che si poteva ottenere un giunto ef¬
 ficiente dotando i tubi dei reticoli spaziali e i
 nodi di intagli a incastro. L'appiattimento (e la
 zigrinatura) dei tubi non asporta materiale. e
 quindi si mantiene invariata la resistenza della
 sezione trasversale. Si tratta di uno dei pochi sistemi che usano so-
 prattutto I'alluminio come materiale per le aste
 e i nodi, e fu sviluppato in un penodo in cui esi-
 stevano in Canada restrizioni sull'uso dell’ac-
 ciaio. Alle estremita degli elementi tubolari, ot-
 tenuti per trafilatura о per saldatura longitudi-
 nale, viene praticato un profilo corrugato con
 un'inclinazione adatta al collegamento al nodo,
 e contemporaneamente le aste vengono ta-
 gliate alia lunghezza richiesta con una tolle-
 ranza di ±0,13 mm. I nodi (o mozzi) vengono
 estrusi come profilati cilindrici con scanalature
 longitudinali adatte a ricevere le estremita zi-
 grinate delle aste (Fig. 3.11). Una volta che le
 aste sono state guidate entro le scanalature
 del nodo, si fa passare un bullone nel foro cen¬
 trale longitudinale e si serra in modo da soste-
 nere le piastre di ritenuta a ciascuna estremita
 del cilindro. Si tratta di un metodo semplice di
 montaggio. ma si richiede alta precisione nella fabbricazione dei nodi e delle aste. Nel periodo
 di sviluppo iniziale del sistema, le tolleranze nei
 processi standard di estrusione non consenti-
 vano di produrre mozzi con la necessaria pre¬
 cisione. e si sono dovuti mettere a punto me-
 todi piu efficienti di produzione per estrusione
 a stampo. Benche il sistema sia stato originariamente svi¬
 luppato con tubi e mozzi di alluminio, nel seguito
 vennero impiegati tubi di acciaio in combina-
 zione con mozzi di alluminio. Con una corretta
 selezione dei materiali e adatte vernici di finitura
 ё possibile combinare alluminio e acciaio senza
 incontrare i consueti problemi di azione elettro-
 litica fra i due metalli. Piastre Piastre piane о formate alia pressa sono fre-
 quentemente usate come collegamenti ai nodi
 in sistemi leggeri composti di profilati a canale
 laminati a caldo (ad esempio il sistema originate
 Unistrut, noto oggi come Moduspan. USA). Le
 piastre si usano anche come giunti nei reticoli
 spaziali con aste di legno a tondoni sviluppati
 da Pieter Huybers al Politecnico di Delft, in
 Olanda, descritti nella Parte 2 (pp.154-156). Moduspan (originariamente Unistrut) La Moduspan commercializza una serie di si¬
 stemi reticoiari spaziali “a pezzi singoli"; fra que¬
 sti, il sistema I ё la versione attuale del sistema
 originariamente inventato e brevettato da Char¬
 les W. Attwood. Nel sistema originate i cinque
 componenti standard sono assemblati, come
 mostrato in Fig. 3.12. con semplice bullonatura.
 Esistono due tipi di giunti, entrambi forrrati alia
 pressa da lamiere di acciaio laminate a caldo 3.12 Nodo upco Moduspan (Unislmt)
 che mosira le asle stampate a freddo
 collegate con bulloni alia piastra del nodo
 (foto di John Chilton)
Materiali e sistemi Sistemi con correnti continui dello spessore di 6 mm, sulle quali sono pun-
 zonati i fori per i bulloni di collegamento e le
 alette a taglio. II giunto "per interno", usato nel
 corrente superiore del reticolo, ha alette posi-
 zionate sulle facce inferiori dei suoi piani diago¬
 nali, mentre il giunto “per estemo”. usato nel
 corrente inferiore, ha le alette collocate sulla fac¬
 cia superiore dei suoi piani diagonali. Per colle¬
 gare i nodi sia nei correnti sia in parele vengono
 usate aste di lunghezza modulare di 1,22 e 1.52
 m. Le aste sono in acciaio laminato a caldo di
 spessore 12 gauge (0,27 mm) e hanno sezioni
 a U bordato, con dimensioni tipiche di 41,3 mm
 di larghezza e altezza 41,3 о 61,9 mm, e por-
 tano alle estremita fori punzonati per il passag-
 gio dei bulloni di collegamento ai nodi, e per for-
 nire la necessaria connessione a taglio. Gli ul-
 timi componenti standard sono i bulloni di ac¬
 ciaio ad alta resistenza (con una parte non fi-
 lettata che agisce come staffa a taglio) e un
 dado con un foro munito di controalesatura (per
 ricevere il perno del bullone). Oltre a questi cinque componenti base, ci sono
 puntoni di rinforzo per aumentare la capacity di
 carico delle aste standard situate in posizioni a
 elevate sollecitazioni (come nelle vicinanze di
 colonne), sedi di appoggio per tras'erire il ca¬
 rico dal reticolo spaziale alia struttura di sup-
 porto, mezzi giunti per realizzare un appoggio
 su muro о per usare una fascia verticale ecc.
 Un esempio dell’impiego del Moduspan per la
 pensilina di ingresso al Georgia Dome di Atlanta
 ё mostrato in Fig. 3.13. Giunti "senza nodi” Poich6 i giunti rappresentano usualmente una
 frazione considerevole del costo di un reticolo
 spaziale. alcuni sistemi li eliminano completa¬
 mente, ricorrendo al collegamento diretto fra le
 estremita delle aste. Con questa soluzione si ri-
 sparmia sui costi. ma si hannn limitazinni alle
 possibili configurazioni del reticolo, perche i col-
 legamenti fra le estremita delle aste sono pro-
 gettati per angoli standard fra i componenti. L’Octet Truss sviluppato da Buckminster Ful¬
 ler usava aste estruse con una sezione tra-
 sversale a X e con le estremita tagliate ad an-
 golazioni adatte alia geometria tetraedrica e ot-
 taedrica (rispettivamente 70,53° e 109,47°). Nel
 sistema Multi-hinge sviluppato negli USA da
 Peter Pearce, vengono saldate alle aste tubo¬
 lari. per il montaggio in configurazioni prede¬
 terminate. delle piastre alettate con fori pre-
 punzonati. II sistema ё stato utilizzato, ad esem¬
 pio. per Biosphere 2, in Arizona. USA. descritto
 nella Parte 2. Sistemi con correnti continui I sistemi con correnti continui possono essere
 considerati intermedi fra i tipi “a pezzi singoli” e
 quelli modulari perch6, puressendo assemblati
 con elementi relativamente piccoli. non hanno
 generalmente componenti speciali per i nodi. I
 sistemi Unibat e SPACEgrid. descritti di seguito,
 usano correnti continui limitatamente allo strato
 inferiore del reticolo. Ci sono invece altri sistemi
 che usano per entrambi gli strati inferiore e su¬
 periore, correnti che passano continui fra i nodi.
 Anche se questo pu6 talvolta comportare delle
 eccentridta nelle forze esercitate dalle aste sui
 nodi - dal momento che vengono generati mo-
 menti flettenti secondari - esistono anche dei
 vantaggi: non ci sono nodi costosi, sono ne¬
 cessari meno componenti e i correnti possono
 essere collegati da semplici piastre posizionate
 fra le intersezioni delle aste dei correnti. Hariey/Conder Harley II sistema Harley ё stato introdotto in Europa
 dalla Conder Group pic nel 1989. Era fabbricato
 su licenza dei detentori del brevetlo in Austra¬
 lia. dove era disponibile dal 1980. Dopo prove
 preliminari e dopo la costruzione di una strut¬
 tura sperimentale. il sistema fu ritenuto altamente
 competitivo nei confronti di piu tradizionali co-
 struzioni a telaio per edifici industriali e per de- 3.13 Pensilina di ingresso del Georgia
 Dome di Atlanta. USA: e un esempio
 di mpiego di Moduspan (folo di John
 Chilton) 50
Sistemi con correnti contmui Materiali e sistemi 3.14 Un lipico nodo Harley lipo 80 (foto di John Chilton) 3.15 Tipicogiunlo del sistema Mai Sky (cortcsia Mai Sky Inc.) positi. II sistema a reticoli spaziali serie 80 Con-
 der Harley e adatto per strutture con una su-
 perficie planimetrica superiore a 250 m?.
 Esistono differenze fondamentali fra questo e
 gli altri sistemi di reticoli spaziali precedente-
 mente descritti. Le aste dei correnti sono co-
 stituite da acciaio laminato a freddo in continuo
 e tagliato a lunghezze di 12.5 m. In generate,
 quindi, le aste dei correnti passano attraverso
 le intersezioni con le diagonali invece che es¬
 sere interrotte da un collegamento ai nodi. Per
 realizzare questa modalita costruttiva, le aste
 ortogonali dei correnti vengono posizionate in
 piani orizzontali leggermente diversi. Ad esem¬
 pio, i profilati a С possono essere montati dorso
 contro dorso. evitando in tal modo I'intersezione
 diretta delle aste. Le aste di parete sono costi
 tuite da profilati tubolari, appiattiti alle estremita,
 ripiegati a un’angolazione adatta al montaggio
 e forati per la bullonatura alle intersezioni con le
 aste dei correnti. Una tipica disposizione dei
 giunti e mostrata in Fig. 3.14. Poiche I'asse baricentrico delle aste dei correnti
 non passa direttamente per il centra del nodo. lo stesso accade per le forze assiali. Esiste quindi
 un'eccentricita implicita nei giunti delle Harley
 serie 80 che genera momenti flettenti nelle aste
 del reticolo. A questa situazione si rimedia con
 rinforzi locali sui giunti. La fabbricazione con formatura a freddo da na-
 stro consente la produzione di aste con spes-
 sore variabile da 1.5 a 8 mm, in una grande va¬
 riety di profili. Le aste sono tagliate a misura e
 forate di precisione per la bullonatura ai punti di
 intersezione predeterminati con una tolleranza
 di ±0.5 mm. In Gran Bretagna, la dimensione
 tipica del reticolo base ё di 3 m circa in pianta.
 Per le applicazioni di luce notevole, il sistema
 Harley si adatta ai reticoli multistrato; in alter- piaslra npiegala (i per ogni
 connessione) a 4 bulloni
 (hpica) saidatura d offtcma (tipica
 per ogni diagonale) saldalura d'officina
 (tipica per ciascun
 lato di ogm asta
 dei correnli) giunaone a 4 bulloni
 (tipica) saidatura d'offtdna (tipica per ciascun lato di ogni connessione) piaslra npiegata (4 per ogm
 connessione hpica) saldalura d'officina
 (tipica per ogm diagonale) 51
Materiali e sistemi Sistemi con correnti continui 3.16 II bullone di collegamenio del Calrus passa
 verticalmente atlraverso le due aste dei correnti
 e Ira le eslremild appiallile e forale delle quallro asle
 diagonali. Le aste superior) sono unite usando un corto
 pezzo di raccordo a U ricavato da un profilato RHS, mentre
 le asle inleriori hanno una semplice umone
 a sovrapposizione (cortesia di A. El Sheikh) nativa, si pu6 aumentare la dimensiore dei pro-
 filati base e adottare una dimensione maggiore
 per la maglia del reticolo. II sistema Mai Sky II sistema brevettato Mai Sky nasce dalla ricerca
 di un metodo economico per la costruzione di
 reticoli spaziali. La geometria del reticolo su¬
 periore e quadrata о rettangdare con uno strato
 inferiore sfalsato. In una direzione, le aste dei
 correnti sono continue e hanno piastre ad alette
 angolate. con fori pretrapanati per i bjllonj. sal-
 date in officina a intervalli imposti dalla gebme-
 tria del reticolo. Nella direzione ortogonale, le
 aste dei correnti sono discontinue e portano
 saldate le piastre profilate о ad alette, che si ac-
 coppiano alle piastre saldate sul e aste conti¬
 nue. Le aste di parete portano sempici piastre
 alettate di estremita. In generate, si usano per
 tutte le aste profilati cavi quadri о tubolari. La
 Fig. 3.15 illustra il tipico giunto Mai Sky. II montaggio del sistema awiene in cantiere per
 bullonatura e si realizza di solito a livello del
 sudo. Si posano per prime le aste continue dello
 strato inferiore, che risultano automaticamente
 distanziate dall'accostamento dei profilati di-
 scontinui relativi alia direzione ortogonale. Con-
 temporaneamente alia bullonatura delle aste dei
 correnti, si fissano le diagonali fra le piastre an¬
 golate. Per il montaggio dello strato superiore del reticolo si usa un procedimento analogo.
 Per supportare i reticoli ai nodi dello strato supe¬
 riore, si usa normalmente una trave continue. La
 trave e a sua volta supporlata da cotonne a in¬
 tervalli tali da limitare la deflessione dei support
 del reticolo. La copertura del tetto e le installa-
 zioni preliminari di servizio possono essere rea-
 lizzate prima che il reticolo venga sollevato e po-
 fiizionato dalla gru. Catrus II Catrus viene descritto come “la risposta eco¬
 nomica ai problemi dei sistemi strutturali tradi-
 zionalmente costosi”.6 Sviluppato da Ahmed El-
 Sheikh, dell'Universita di Dundee, in Scozia, e re-
 centemente introdotto in Gran Bretagna. e ora
 prodotto su licenza dalla Technitube, nel South
 Yorkshire. Nel corso dello sviluppo del sistema
 reticolare. si presero in considerazione principal-
 mente il basso costo, I'affidabilitci e i vantaggi co-
 struttivi. Le ricerche di El-Sheik dimostrarono che
 I'uso limitato dei reticoli spaziali era dovuto prin-
 cipalmente al costo “dei giunti usati per collegare
 le aste radiali”.7 In generate, tali sistemi sono so-
 fisticati, dispendiosi e costano di piu delle travi
 semplici о dei telai, anche se questi ultimi pos¬
 sono richiedere I'uso di una maggiore quantita
 di materiale. I reticdi spaziali sono anche vulne-
 rabili al comportamento “fragile" (e cioe possono
 in qualche caso collassare con scarso preawiso о senza preawiso a causa della rottura di uno о
 due componenti) e richiedono inoltre buone td-
 leranze dimensionali. Essi presentano pero i van¬
 taggi della leggerezza. dell’alta rigidity, facilita di
 tabbricazione e di montaggio. Si valuta che il Ca¬
 trus offra una maggiore resistenza e duttilita ri-
 spetto ad altri sistemi reticoiari. Le eccentricita
 implicite nei giunti determinano un comporta¬
 mento duttile alia frattura per le aste del reticolo
 e ciO fornisce una buona riserva di resistenza
 dopo la deformazione iniziale dell’elemento e una
 migliore capacita di preawiso alia rottura. II sistema usa profilati cavi rettangdari (RHS) per
 le aste del corrente superiore. diagonali tubolari
 (con estremita appiattite e ripiegate) e ferri piatti
 per il corrente inferiore. Entrambi i correnti infe¬
 riore e superiore si sviluppano con continuity at-
 traverso i giunti a nodo. che vengono assemblati
 usando semplici connessioni bullonate (elimi-
 nando la necessity di giunti speciali). Le aste del
 corrente superiore RHS sono forate lungo I'asse
 centrale della sezione e. come si vede nella Fig.
 3.16. il bullone di collegamento passa assialmente
 attraverso le due aste e fra le estremita appiat¬
 tite e forate delle quattro diagonali di parete. Le
 aste dei correnti sono prodotte in lunghezze ade-
 guate alle dimensioni di un particolare reticolo e
 sono unite in posizioni opportune, solitamente a
 meta fra i nodi. Questo mantiene la continuity e
 la stabilita degli elementi e semplifica i dettagli dei
 giunti. Per I'unione delle aste (compresse) dei cor¬
 renti superiori si usa uno spezzone di profilato
 RHS a maggiore dimensione (con la faccia su¬
 periore eliminata per formare una sezione a U),
 che viene bullonato a entrambi i profilati del cor¬
 rente superiore. Le aste del con-ente inferiore pos- raccordo di uruone
 delle aste infenon visia in piania sezione A-A asta mlenore l raccordo
 J di unions
 dell asta
 supenore prospeMo (barra piatta): asta superiore
 (sezione scatolala) 52
Moduli Materiali e sistemi sono essere unite in tre modi: serrando le due
 sezioni fra due piastre di giunzione; con un sem¬
 plice giunto a sovrapposizione (senza copngiunto);
 oppure, ai nodi inferiori. usando una piastra di
 giunzione piatta. Nel corso delle prove speri-
 mentali eseguite in fase di sviluppo del sistema
 si trovo che i giunti a due soli buloni erano effi-
 cienti come quelli con quattro bullcni e che le aste
 collegate erano praticamente equwalenti a quelle
 continue. L'introduzione del collegamento com-
 portava, rispetto a un’asta completamente con-
 tinua, una riduzione di resistenza del 2% e una
 riduzione del 12% della rigidita. Moduli I diversi tipi prefabbricati sono caratterizzati da
 una grande variazione nella forma delle unita
 modulari che li costituiscono. La piramide a base
 quadrata ё I'unitci modulare piu comunemente
 usata per costruire i reticoli spazali. ma altri si¬
 stemi modulari basati sulla stessa piramide, una
 volta assemblati, possono formare telai spaziali
 a collegamento rigido. I sistemi modulari pos¬
 sono anche usare cantonali. profilati a U. profi-
 lati Universal Beam о Universal Column per le
 aste. perche piu economici degli elementi cavi. I profilati possono essere collegati semplice¬
 mente con bullonatura о con saldatura. Per alcum sistemi reticolari spaziali ё vantag-
 giosa la prefabbricazione per pradurre moduli
 di dimensiorie maggiore che possono sempli¬
 cemente essere bullonati insieme in cantiere.
 Questo riduce I'impegno per I’assemblaggio in
 cantiere. accelerando il processo di montaggio.
 Iri funzione della forma del modulo, puo esserci
 un incremento nei costi di trasporto, perche se
 alcuni moduli possono essere facilmente acca-
 tastati e mseriti I'uno nell'altro (ad esempio le pi-
 ramidi a base quadrata о semiottaedri dello
 Space Deck mostrato in Fig. 3.20), per altri (ad
 esempio i moduli CUBIC Space Frame. Fig. 3.28)
 si richiede uno spazio maggiore. I sistemi Unibat, Space Deck. ABBA Deckspace
 e Mero DE usano normalmente moduli pirami-
 dali, costituiti da cantonali о ferri a U saldati in¬
 sieme a formare una base quadrata per la pi
 ramide. A ciascun angolo del telaio vengono
 quindi saldate diagonalmente le aste tubdari di
 parete, che all'altro estremo vengono ancora
 saldate al mozzo centrale. I mozzi delle piramidi
 verigono quindi collegati con ferr piatti о tubi
 per formare i correnti inferiori di un reticolo tri-
 dimensionale. Altri sistemi modulari usano moduli a reticolo
 piano di diverse configurazioni che possono es¬
 sere assemblati in una grande varieta di modi, a
 seconda del sistema considerate. Ad esempio,
 ё possibile formare un reticolo spaziale bidire-
 zionale configurato a quadrato su quadrato, uti-
 lizzando moduli reticolari rettangolari piani colle
 gati con nodi a piastra sistemati sulle maglie in¬
 feriori e superiori. II CUBIC Space Frame descritto
 di seguito usa moduli con configu-azioni dei cor¬
 renti inferiore e superiore con pianta a T о a L. Reticoli spaziali modulari Space Deck Space Deck (Fig. 3.17) ё un sistema modulare
 sviluppato nei primi anni '50 da Denmgs di
 Chard, Gran Bretagna. A livello mondiale. mi-
 gliaia sono gli esempi di strutture Space Deck,
 poiche il sistema modulare ё rimasto disponi-
 bile per almeno cinquant'anni essenzialmente
 nella stessa forma, con solo piccole variazioni
 nei materiali e. in occasione del passaggio al
 sistema metrico decimale, nelle dimensioni del
 modulo. II sistema si basa su unita piramidali assemblate
 a partire da un telaio di cantonali di acciaio. col¬
 legati per mezzo di aste tubolari di controvento,
 anch'esse in acciaio, a un mozzo centrale in
 acciaio di fusione. Tutti gli elementi della pira¬
 mide sono saldati insieme awalendosi di una 3.17 Moduli Space Deck e asle i со legamer lo (corlesia Space
 Decks Lid) 3. i В Mozzi di lusione ai vertici
 delle piramidi Space Deck
 (foto a John Chilton) proliiati a С dei
 corrent supenon diagonali lubolan accoppiatore lilellato nodo tiranli seconder tiranli principal 53
Materiali e sistemi Moduli maschera per garantire una considerevole ac-
 curatezza dimensionale. II mozzo fuso collo-
 cato all’apice delle piramidi (Fig. 3.18) porta un
 foro filettato su ciascun lato in direzione oriz-
 zontale, e un perno filettato sporgente da cia¬
 scun lato in direzione ortogonale alia prece-
 dente. Per collegare i mozzi di piramidi adia-
 centi si usano tiranti tubolari di acciaio ad alta
 resistenza. In una direzione del reticolc nferiore
 i tiranti hanno le estremitci filettate (una a passo sinistro e I'altra a passo destro) che si awitano
 direttamente nei fori del mozzo delle piramidi.
 Nella direzione ortogonale, per awitare le estre-
 mita dei tiranti ai perni sporgenti dei mozzi. si
 usano elementi di accoppiamento esagonali di
 fusione. I moduli standard sono prodotti con dimensioni
 di reticolo di 1200 x 1200 mm, con altezze di
 750 о 1200 mm, oppure di 1500 x 1500 mm
 con altezze 1200 о 1500 mm. о ancora 2000 3.19 Dettagli per il montaggio dei bordi e delle velrale per
 i moduli Space Deck (corlesia Space Decks Lid) vetro duro trasparenledi conversa da 0,7 mm 3.20 Funzionalitd di impilaggio dei moduli Space Deck
 (foto di John Chilton) pluviale, diametro bullone di bloccaggio in acciaio inossidabile rifinitura in silicone trasparenle rondelia di silicone Irasparente
 guamizione denteliaia 10 mm giunto di 10 mm di silicone nero supporto in espanso a cellule chiuse
 del diamelro di 12 mm 76,1 mm rondelia di chiusura vemiciaia staffa da 3 mm della grondaia 1200 C/C 54
Moduli Materiaii e sistemi x 2000 mm e altezza 200 mm. Con le mede-
 sime dimensioni sono disponibili moduli di di¬
 verse resistenza. La variazione di resistenza di-
 pende dalla dimensione delle aste di contro¬
 vento; le sezioni piu robuste si usano per ade-
 guarsi ai maggiori sforzi di taglio presenti nei
 reticoli spaziali adiacenti alle colonne di sup-
 porto. Per sua natura, I'assemblaggio di un re¬
 ticolo Space Deck produce un profilo con bordi
 a cornice. In aggiunta ai moduli prodotti in se-
 rie per magazzino, sono disponibili su richiesta
 dei semimoduli standard che formano un bordo
 a mansarda. Sono pure disponibili, su ordine,
 moduli speciali con varie dimensioni di reticolo.
 Nel corso della fabbricazione dei moduli, i can-
 tonali del reticolo superiore vengono tagliati alle
 lunghezze richieste e sagomati a 45° alle estre¬
 mita; i fori per i bulloni di collegamento vengono
 punzonati su quella che sarS I’ala inferiore del
 telaio. Le diagonali vengono anch'esse tagliate
 a lunghezza, con le estremita ad angolazioni
 adatte alia successiva saldatura ai telai superiori
 e ai mozzi in acciaio. I mozzi fusi vengono forati
 e lavorati di macchina. Tutti i componenti ven¬
 gono poi sgrassati; i cantonali e le diagonali ven¬
 gono anche granigliati prima dell'applicazione
 della finitura a vernice о a lacca. I cantonali sono
 quindi saldati a maschera per produrre telai qua-
 drati che possono essere usati sia per moduli
 standard sia per le cornici vuote (correnti supe¬
 riori) nei reticoli diradati, nei quali alcune unita
 piramidali vengono omesse (solitamente in con-
 figurazioni a scacchiera). I moduli standard pi¬
 ramidali vengono assemblati all'interno di una
 maschera. con strette tolleranze dimensionali e
 arigolari, a partire da un telaio di cantonali, da
 un mozzo e da quattro diagonali che vengono
 quindi saldati insieme. Per assfimblare lo Space Deck, i telai superiori
 delle piramidi sono saldati insieme attraverso le
 ali inferiori dei cantonali. Si collegano quindi i mozzi
 con i tiranti. In forza della combinazione di filetta-
 ture opposte alle estremita, la rotazbne del tirante
 ne provoca I'awitamento contemporaneo nel
 mozzo (o nel perno) a ciascuna estremita. Que-
 sto consente di regolare fac I nente la distanza
 fra i centri dei nodi inferiori per produrre una leg-
 gera bombatura in una о in entrambe le direzioni;
 si рий cosi generare una superficie leggermente
 a cupola о a botte. II reticolo finale ha una confi-
 gurazione quadrato su quadrato sfalsato. I reticoli Space Deck possono essere suppor-
 tati sia dallo strato inferiore sia da quello supe¬
 riore. con configurazioni regolan о libere. Per le
 coperture supportate su tutto il bordo, i rap-
 porti luce/altezza hanno valori tipici compresi
 fra 25 e 30; questi rapporti devono pero essere
 ridotti se la copertura ё supportata solo agli an-
 gdi. II rivestimento puo essere fissato diretta-
 mente sui moduli del reticolo spaziale. che for-
 nisce un supporto conveniente con interassi di
 1,2,1,5 e 2.0 m lungo tutto lo strato superiore
 del reticolo. Normalmente, una copertura Space
 Deck ha un cantonale perimetrale di guamizione,
 ma nelle situazioni in cui le dimensioni planime-
 triche di un edificio non corrispondono diretta- mente a quelle dei moduli standard, si possono
 aggiungere profilati a U di 200 mm о canali di
 gronda larghi fino a 375 mm. La Fig. 3.19 mo-
 stra alcuni dettagli per il montaggio dei bordi e
 delle vetrate. II trasporto dei reticoli spaziali Space Deck ё
 molto economico perche i leggeri moduli stan¬
 dard possono essere accatastati insieme (Fig.
 3.20) e i tiranti vengono semplicemente raccolti
 in fasci. Un normale camion a rimorchio puo ca-
 ricare aree considerevoli di Space Deck. II vantaggio di un leggero sistema modulare di
 copertura quale lo Space Deck ё documentato
 dal progetto mostrato in Fig. 3.21 relativo alia
 installazione di una nuova copertura su Ln'area
 esistente di 6400 m2 per il PSA Projects d; Edim-
 burgo. La costruzione di una nuova copertura
 leggermente inclinata al di sopra di una coper¬
 tura piana preesistente di limitata capacita di ca-
 rico costituiva un grosso problema. Per realiz-
 zare un tale progetto in sole otto settimane, su
 un'area cosi grande nella quale I'uso della gru
 era problematico, e tenendo conto che il lavoro
 doveva essere fatto mentre I'edificio continuava
 a funzionare normalmente, si richiedeva I'uso di
 una struttura modulare leggera, i cui compo¬
 nenti standard fossero rapidamente reperibili. II
 reticolo spaziale si adatto bene alia configura-
 zione irregdare delle colonne della struttura esi¬
 stente e fu in grado di lavorare all'interno della
 capacity di carico residua delle colonne esistenti. Unibat e SPACEgrid Uno dei maggiori innovator! nel campo delle strut¬
 ture reticolari spaz all fu I'architetto/ingegnere
 Stephane du Chateau. II suo sistema Unibat ё
 datato al 1962, dopo un periodo di graduate svi-
 luppo e perfezionamenti successivi. Anch'esso 6 costituito da moduli piramidali con telai rigidi
 che formano lo strato superiore, ma con la dif-
 ferenza che per collegare i telai superiori dei mo¬
 duli si usano bulloni di acciaio ad alta resistenza
 sistemati unicamente ai loro angoli. Si tratta del
 piu semplice e veloce metodo di assemblaggio
 che, di conseguenza, produce economie nel
 tempo di montaggio e nei costi. Lo SPACEgrid ё un sistema reticolare modulare 3.21 Space Deck usalo per una nuova copertura installata
 sull'area di 6400 rrv della copertura esistente per il PSA
 Projects di Edimburgo (cortesia Space Deck Ltd) 55
Materiali e sistemi Moduli sviluppato da Ronald G. Taylor a partire dal si¬
 stema Unibat che aveva realizzato insieme a S.
 du Chateau. Definire lo SPACEgrid come un si¬
 stema non ё forse molto appropriato in quanto
 non ci sono ne moduli standard ne giunti. anzi
 questi sono considerati vincoli non necessari sia
 per il progetto architettonico sia per quello inge-
 gneristico. Esso si basa sul concetto che il reti¬
 colo piu economic® deve essere selezionato in
 accordo con le dimensioni planimetriche e il si¬
 stema dei carichi. Inoltre, le sezioni piu econo-
 miche per le aste. in acciaio lam nato a caldo о
 formato a freddo о anche in alluminiof devono
 essere scelte in funzione delle forze agenti. Infine,
 si sostiene che i giunti devono essere progettati
 specificatamente per adattarsi alia configurazione
 definita per il reticolo, alia dimensione e alia se-
 zione delle aste che sono state scelte. II reticolo piu comunemente usato da SPACE¬
 grid ё configurato a quadrato diagonale su qua-
 drato, e impiega, come Unibat, moduli pirami-
 dali che spesso sono collegati da un singdo bul-
 lone agli angoli del reticolo superiore. I correnti inferiori possono essere costituiti da aste singole
 disposte fra nodi o, preferibilmente, da elementi
 continui. Questo riduce i problemi connessi con
 il collegamento ai nodi di piu aste tese, perche
 impiegando aste continue i giunti non devono
 necessariamente essere dimensionati per la forza
 totale sui correnti (ma solo per la frazione della
 forza sui correnti che viene trasferita alle о dalle
 aste diagonali concorrenti nei nodo). ABBA Fin dal 1983 la ABBA Space Structures di Jep-
 pestown nei Sud Africa ha sviluppato diversi si¬
 stemi "a substrutture” per la costruzione di 'e-
 ticoli spaziali. II costo elevato dei tradizionali 'e-
 ticoli spaziali coj t tuiti da aste rettilinee collegate
 da nodi universali incoraggio A.H. Noble a ri-
 cercare alternative piu economiche. II Cubicspace e stato sviluppato da ABBA nei 1S83
 ed ё costituito da subtelai quadrati о triangolari
 assemblati per formare reticoli quadrati о diago¬
 nali. Nei 1985 il sistema Cubicspace fu usato per
 costnjire un reticolo spaziale multistrato (Rg. 3.22) ABBA Space Structures c.c
 Г? (04)616-7118 • - • BOX 34409 JEPPESTOWN 2043 AES.к 3.22 Sistema ABBA Cubicspace usato per un reticolo mult strato al centro
 commerciale Highgate di Johannesburg, Sud Africa .corlesia ABBA Space Structures) 3 23 Sistema ABBA Cubicspace con il giunto breveltalo Octanode (cortesia ABBA
 Space Struclures) 56
Modul Materiali e sistemi 3.24 Sislema ABBA Deckspace
 usalo su una volla a bolle
 reticolare al centra commerciale
 Southgate di Johannesburg. Sud Africa (corlesia ABBA Space
 Structures) al centro commerciale Highgate di Johanne¬
 sburg, Sud Africa; nel 1986 lo stesso sistema
 venne usato per il Geotechnic Centre costruito
 per Gold Fields. Nella seconda struttura. le sin
 gole unita reticolari furono collegate usando il
 sistema brevettato Octanode (Fig. 3.23) che era
 stato onginariamente concepito come un cilin-
 dro ottagonale con piastre inferiori e superiori.
 Dividendo I'ottagono in due, divenne possibile
 preassemblare a terra subunita piu manegge-
 voli, pronte per essere poi messe in posizione
 con la gru e collegate nella struttura. II sistema Deckspace, introdotto nel 1987. ё
 costituito da unita piramidali con elementi su¬
 periori formati da cantonali e con diagonali tu¬
 bolari e fu usato per la prima volta per una volta
 a botte del diametro di 32 m alia Missione di
 fede apostolica di Vereeniging. Come nel si¬
 stema originale Space Deck, le piramidi sono
 bullonate insieme attraverso i telai formati da
 cantonali, ma in questo caso il loro collega¬
 mento ё realizzato con elementi tubolari nel re¬
 ticolo inferiore. La struttura ё costituita da due
 distinte volte a botte. terminanti ciascuna con
 una semicupola e separate da un edificio per
 uffici. ed ё nota localmente come la chiesa “Hot-
 Dog". La volta a botte, assemblata in due meta,
 venne agganciata ai supporti, posizionata fa-
 cendola oscillare, e venne unita lungo I'asse
 centrale lavorando in aria, mentre le sezioni a
 semicupola furono costruite a strati successivi
 a partire da terra. Una volta a botte di lunghezza di 67.5 m e dia
 metro di 15 m fu costruita usando Deckspace, al
 centro commerciale Southgate di Johannesburg
 (Fig. 3.24). La volta reticolare. costruita con circa
 2000 piramidi apparentemente identiche. ё sup-
 portata da muri anch'essi reticolari. La struttura
 nel suo insieme ё supportata solo da quattro cop-
 pie di colonne e ha una luce libera massima di 30
 m lungo I’asse della volta. Per ridurre al minimo il
 numero delle piramidi. e per mantenere i correnti
 inferiori paralleli a quelli superiori, si adotto all'ini
 zio per i correnti inferiori una configurazione cru-
 ciforme. Alcuni problemi di geometria alle giun-
 zioni fra la volta a botte e le pareti verticali di-
 mostrarono che questi due elementi incrociati
 non si intersecavano direttamente. La soluzione consistette nel far passare un'asta dentro un
 foro praticato nell'altra, e questa disposizione
 (Fig. 3.25) venne alia fine adottata per I'intera
 struttura. Le unita cruciformi furono quindi so-
 stituite da due elementi tubolari dir tti. Piu recentemente, ё stato sviluppato lo Spider
 Frame, che ё stato usato in alcuni piccoli pro¬
 getti. ad esempio alia scuola germanica di Johan¬
 nesburg, in una trave singola lunga 12 n e alta 1,2 m, e in una pensilina di ingresso composta
 da quattro travi lunghe 14,9 m, alte 1,36 m e
 collegate lato per lato. Quest'ultima struttura
 comprende una mensola di 6,8 m ed ё ricoperta 3.26 Dettagli degl speciul correnti "passdnti" della volla
 a bolle relicolare del centro commerciale Soulhgalc
 di Johannesburg Sud Africa (corlesia ABBA Space
 Slructures) 57
Materiali e sistemi Moduli da Ferrari Architectural Fabric. Basate su una
 orditura cubica, le unita Spider hanno otto brac-
 cia che si estendono da un nodo a sezione tu-
 bolare fino ai vertici del cubo. Le unita vengono
 quindi unite testa a testa collegando i bracci e
 facendole passare in barre longitudinali (Fig.
 3.26). Ё facile prevedere che I'idea possa es-
 sere applicata ad altri sistemi analoghi. Reticoli spaziali modular! CUBIC Space Frame ё stato sviluppato da Les-
 zek Kubik e da suo figlio Leslie alia fine degli anni
 '70 del secolo scorso ed ё commercializzato da
 Kubik Enterprises. Trattandosi di un sistema mo¬
 dulare che non contiene triangoli, i carichi ap-
 plicati sono supportati da azioni di telaio e i cor¬
 renti e gli elementi verticali sono soggetti a mo-
 menti flettenti e sforzi di taglio, in aggiunta alle
 forze assiali. Esso ё quindi un “vero" sistema a
 telaio spaziale. II CUBIC Space Frame si basa sul metodo usato
 nel passato dagli ingegneri per calcolare ma-
 nualmente le forze e i momenti nelle travi Vie-
 rendeel. Queste travi hanno i correnti superiori
 e inferiori alquanto distanziati I'uno dall’altro e
 collegati solo da aste di parete verticali rigida-
 mente incastrate. Poiche non hanno aste di pa¬
 rete diagonali, la loro stability e la loro resistenza
 dipendono dalle azioni di telaio. Nelle aste dei
 correnti inferiori e superiori delle travi Vierendeel
 esiste. all'incirca a meta dell’intervallo fra i mon-
 tanti, un punto di flesso (momento flettente zero).
 Nei metodi manuali di calcolo per I’analisi delle
 travi Vierendeel, si supponeva. per semplicita di
 calcolo delle reazioni, che esistessero, a metci
 di ciascun scomparto della trave, dei giunti a
 cerniera (che hanno resistenza zero a flessione)
 completamente liberi di ruotare. Se si costrui-
 sce un reticolo a doppio strato con una ossa-
 tura di travi Vierendeel che si intersecano per- giunto con piasira di collegamenlo giunlo di imone a meta
 delle aste di correnle con piaslre
 di sovrapposiaone aste dei correnii montante 3.27 Modi* slandard con pianta a X. a T e a L per il CUBIC Space Frame: si vede la conJigurazione del nodO tipico e dei giunli di unione (discgno di John ChSion) modulo d'angolo a L modulo intemo a X 58
Moduli Materiali e sistemi 3.28 Moduli CUBIC Space Frame insonli uno noli altro
 per I Irasporto (folo di John Chilton) pendicolarmente e si inseriscono lal posto di
 quelli ipotizzati nei calcoli) degli giunti a cemiera
 reali a meta fra i punti di intersezioni delle aste
 dei correnti, il reticolo puo essere suddiviso in
 moduli che hanno in pianta la forma di X о T о
 L. Sono questi i moduli base del sistema CUBIC
 Space Frame (Fig. 3.27). I moduli di dimensioni
 relativamente piccole si innestano bene fra di loro
 per il trasporto (Fig. 3.28): invece. i moduli piii
 grandi, come quelli usati nella struttura di coper¬
 tura dell’hangar FFV Aerotech deU'aeroporto Stan-
 sted. Gran Bretagna. dotato di correnti di 3,5 e 2
 m nelle due direzioni ortogonali, di 4 m di altezza e pesanti fino a una tonnellata. non sono di cosi
 facile manipdazione e trasporto. Per coslruire i moduli del CUBIC Space Frame
 non sono richiesti componenti speciali, pdche
 sono assemblati usando profilali laminati a caldo
 e piastre, saldati msieme in una maschera di fab-
 bricazione, usando tecniche standard per ta-
 gliare. forare e saldare. In entrambe le direzioni
 ortogonali. il giunto completamente saldato. che
 si suppone rigido, ё situato nel punto di mas-
 sima flessione di ogni modulo e deve trasmet-
 tere le forze assiali dei correnti attraverso le giun-
 zioni. Ne consegue che la rottura del nodo po- 3.29 Copertura CUBIC Space F-rame per la Hall 3
 rlell Irilemalional Corwenlion Cenlre di Birmingham Gran
 Brelayiid (folo Douglas Turner Convenlion Cenlre JV
 RM Douglas and Turner 1п|эгпа1юпа!) 59
Materiali e sistemi Moduli trebbe mettere a repentaglio I’integrita della strut¬
 tura La quality della saldatura del giunto deve
 essere quindi monitorata adeguatamente con
 metodi non distruttivi (ad esempio, con prova a
 ultrasuoni). Anche le saldature delle piastre di
 sovrapposizione, che fanno parte dei giunti di
 unione sistemati a meta delle aste dei correnti.
 devono essere ben controllate. L'assemblaggio
 finale del CUBIC Space Frame awiene in can-
 tiere. collegando con bulloni i giunti a sovrap¬
 posizione (di solito usando bulloni ad alta resi-
 stenza) dei correnti inferiori e superiori. II sistema CUBIC Space Frame venne uspto per
 la prima volta nel rifacimento della copertura
 della sala prove di 12 m x 12 m del teatro del
 Politecnico Trent (ora University Trent di Not¬
 tingham),Gran Bretagna. nel 1979. Trattandosi
 di un sistema nuovo si organizzo, prima della
 spedizione al cantiere, una prova a pieno carico
 secondo i vigenti British Standard, i BS 449,
 presso lo stabilimento di produzione. Ё interes-
 sante notare che il contratto fu vinto perche la
 struttura poteva essere assemblata in cantiere,
 senza gravosi interventi delle gru. II costo per
 sollevare al di sopra della facciata dell'edificio
 esistente i reticoli piani di copertura originaria-
 mente proposti superava i costi aggiuntivi della
 struttura spaziale. includendo le prova a carico.
 Da allora, il CUBIC Space Frame ё stato usato
 con successo per la copertura di molti tipi di edifici, compresi reparti di stabilimenti e super-
 mercati; I’assenza di elementi di controvento ha
 permesso I'installazione di impianti. servizi e an¬
 che uffici all'interno dell'altezza della struttura
 (Fig. 2.6, Capitolo 2). II piu grande reticolo spaziale finora costruito
 usando il CUBIC Space Frame ё la copertura
 dell'hangar di manutenzione della FFV Aerotech
 per I'aeromobile Boeing 747 deH'aeroporto Stan-
 sted. vicino a Londra. II progetto, la fabbrica-
 zione e il montaggio di questa costruzione, com-
 pletata nel 1988, sono descritti in dettaglio nella
 Parte 2. Nel 1990 il sistema ё stato usato nella
 Hall 3 dcH’Intemational Convention Center di Bir¬
 mingham. Gran Bretagna (Fig. 3.29). II salone
 espositivo, un ottagono irregolare in piano e con
 luce di circa 55 m, fu coperto con un CUBIC
 Space Frame capace di supportare un carico
 concentrate di 30 tonnellate a ogni nodo. A causa
 della posizione prominente della struttura di co¬
 pertura. si adotto durante la fabbricazione dei
 nodi e degli elementi di unione, un’accuratezza
 qualitative molto elevata. Piu recentemente, ё stata sviluppata una modi-
 fica del CUBIC Space Frame per la costruzione
 di solai compositi di luce media, per edifici a uso
 ufficio. II sistema utilizza la possibility di installare i servizi all’interno dell'altezza strutturale. che non
 risulta ostruita dalla presenza di diagonali di con¬
 trovento о di elementi di parete. Note 1 Ghavrami. K. e Moreira. L.E (1993). Double-layer bam- 5
 boo space structures, in Space Slruciclures 4 (G.A.R
 Parke e C.M. Howard, eds). vol. 1. pp. 573-81. Thomas
 Telford 2 Anon (1982). Concrete Space Architects Journal, 175(7). 20-1. 3 Anon (1982). Concrete Space Frame for Delhi Exibition
 Halls. RIBA Journal 89(7) 50-1. 4 Gemts, J.M. (1998). An architectonic approach to choo¬
 sing a space frame system, in Lightweight Structures m
 Architecture. Engineering and Construction (R. Hough e
 R. Motcber. eds). vol. 2. pp. 992-999. LSAA. Australia "Colpito dalla efticienza di presa sulle provelle dimo-
 strata delle mascelle della macchina per le prove, ne
 dedusse che un intaglio analogo praticato su un nodo
 о su un giunto di resistenza equivalenle poteva fomire
 una efficienza accettabile." Da Fentman, H.G. (1966).
 Developments in Canada in the fabricalion and con¬
 struction ol three-dimensional structures using the Trlo-
 detic system. In Space Structures (R M Davies, ed.), p.
 1074. Blackwell Scienhfic 6 Purvis. G. (1985). Cover price. Building. Number 7911.
 260(40). p. 68. 7 Ibid. 60
Capitolo 4 • Progettazione e costruzione In questo capitolo si analizzano i fattori che in-
 fluenzano la progettazione e la costruzione dei
 reticoli spaziali. come il comportamento strut¬
 turale delle aste, il rapporto fra luce e altezza, i
 dettagli dei support, la precisione dimensionale,
 la curvatura, il rivestimento e 1‘installazione di
 vetrate, il montaggio, il comportamento al fuoco
 e sotto I'azione dei carichi sismici. Comportamento strutturale delle aste I due fattori strutturali piu importanti nella proget¬
 tazione delle aste di un reticolo spaziale sono la
 deflessione laterale delle aste compresse dei cor¬
 renti e di parete e il disegno di giunti atti a tra-
 smettere efficientemente forze puramente assiali
 fra le aste e i nodi, minimizzando quindi gli effetti
 dei momenti secondari. La Fig. 4.1 a) mostra le
 modality di rottura per deflessione laterale di un reticolo spaziale supportato agli angoli. Un carico
 eccessivo su un'asta del corrente superiore pu6
 provocame la deflessione laterale e gli sforzi che
 essa trasmetteva sono trasferiti sull'asta adia-
 cente. Questa puo a sua volta deformarsi, a causa
 deU'extracarico, fino a che si viene a formare una
 “cemiera” totale о parziale attraverso la struttura.
 che arriva al collasso. Eccessivi sforzi di taglio at-
 tomo alle colonne di supporto possono in modo
 analogo indurre una deflessione laterale pro¬
 gressiva nelle diagonali di parete compresse (Fig.
 4.1 b). I telai spaziali (con giunti rigidi e senza dia¬
 gonali) devono essere progettati tenendo conto
 dei momenti flettenti che si generano per I'azione
 di telaio. Nella maggior parte dei sistemi reticolari
 spaziali il collegamento delle aste ai nodi ё realiz-
 zato in modo che le linee d'azione delle forze as¬
 siali passino nei centra del giunto. per evitare i
 momenti flettenti secondari dovuti I eccentricita
 delle forze. Tuttavia. in alcuni sistemi come I'Har- 41 Deflessione laterale di aste compresse in un reticolo
 spaziale supportato agli angoli: a) aste centraii del corrente
 superiore; b) aste di parete vicine a< supporti (disegno di
 John Chilton) 61
Progettazione e costruzione Rapporti luce/altezza per diverse condizioni di supporto ley (s. veda il Capitolo 3) le aste a U stampate a
 freddo dei correnti sono cdlegate dorso cc. itro
 dorso nelle due direzioni ortogonali di ogni strato.
 La lirea di azione delle forze assiali sull’asta ё
 quindi spostata leggermente dal baricentro del
 giunto e I'analisi e la progettazione devono tenere
 conto degli effetti dei momenti flettenti secondari Rapporti luce/altezza per diverse
 condizioni di supporto Ё diffcile formulare regole generali sul rapporto
 piii economico luce/altezza per le strutture re¬
 ticolari spaziali. perche esso ё influenzato dal
 metodo di supporto. dal tipo di carico e. in larga
 misura, dalle caratteristiche del sistema in esame.
 SecondoZ.S. Makowski11 rapporti luce/altezza
 possono variare da 20 a 40 in funzione della ri¬
 gidita del sistema usato. I valori piu elevati di
 luce/altezza si ottengono usando supporti su
 tutti i nodi perimetrali (o sulla maggioranza di
 essi). II rapporto deve essere ridotto a circa 15-
 20 quando il reticolo ё supportato solo agli an-
 goli с nelle loro vicinanze. In uno studio di ottimizzazione svolto da Репё
 Motro2 ё stato sottoposto ad analisi un reticolo
 quadrato di 25,2 m x 25,2 m supportato a m-
 tervalli di 3,6 m lungo tutto il perimetro. con
 I’obiettivo di minimizzarne il peso proprio. Sono
 state studiate sette diverse configurazioni del
 reticolo, con rapporti luce/altezza variabili da 9
 a 35. Benche esistessero differenze del 35% fra il peso proprio delle diverse configurazioni, lo
 studio concluse che in tutti i casi I'altezza otti-
 male del reticolo era approssimativamente 1/15
 della luce libera. Si deve pero ricordare che in
 termini di economia globale della costruzione
 dei reticoli, il peso proprio del reticolo pui> non
 essere di primaria importanza. Ad esempio, se
 esistono restrizioni di piano regdatore sull'al- tezza totale deH’edificio, la soluzione ottimale
 potrebbe essere quella che prevede per I’al-
 tezza il valore minimo possibile. I fabbricanti forniscono normalmente delle ta-
 belle che riportano i rapporti luce/altezza tipici
 per il loro prodotti, in diverse condizioni di sup¬
 porto e per intervalli significativi di carico. Le
 tabelle sulle luci fornite dalla Space Deck Ltd
 indicano che, per i carichi tipici sulla coperture
 del Regno Unito, risultano possibili, con l'im-
 piego dei suoi moduli, rapporti luce/altezza di
 circa a 30. Ad esempio, una copertura Space
 Deck supportata su tutti i lati, con un sovrac-
 carico totale dovuto a materiali di copertura e
 servizi di 1.30 kN/m2 in aggiunta al peso pro¬
 prio, pud avere una luce fino a 39 m x 39 m con
 un modulo di soli 1200 mm di altezza. Particolari costruttivl dei supporti
 e dilatazioni termiche I reticoli spaziali costituiscono normalmente delle
 piastre strutturalmente rigide ed ё quindi impor-
 tante assecondare, attraverso i particolari co-
 struttivi del supporto, ogni possibile movimento.
 Cio si ottiene, come awiene nella maggior parte
 delle strutture, con opportune combinazioni di ap¬
 poggi fissi e scorrevoli. Gli appoggi scorrevoli com-
 prendono di solito due superfid in politetrafluore-
 tilene (PTFE), fissate dascuna a un settore dell’ap-
 poggio, in modo da essere libere di scorrere I'una
 rispetto all'altra. Normalmente, piastre di guida la-
 terali vincolano il movimento in una sola direzione
 e la sovrapposizione dei due settori dell’appog-
 gio garantisce contra la separazione dei due set¬
 tori. La base dell'appoggio ё fissata con bulloni
 alia struttura di supporto e la parte superiore ё
 bullunata al reticolo spaziale. Questo tipo di col¬
 legamento fra il reticolo e il suo supporto rende
 possibile un limitato movimento relativo. 4.2 Posizioni alternative dei supporti laterali per controllare
 il movimento di un relicolo spaziale soggetto a lorze
 di spinta, consentendo per* i piccoli sposlamenli dovuti
 alle vanjzioni di tompcralura. In a): layout tipico
 di un reticolo con grande rapporto di torma. die genera
 maggion forze laterali dovute al vento in una direz ne
 (disegno di John Chilton 62
Precisione dimensionale Progettazione e costruzione * La causa principale di movimento nelle strutture
 metalliche ё la variazione della temperatura am-
 biente e questo ё particolarmente vero nel caso
 di notevoli luci libere. L'effetto della contrazione о della dilatazione del reticolo dipende molto dalle
 modalita di supporto della struttura e. in partico-
 lare, dalla posizione e dalla direzione dei vincoli
 orizzontali agli appoggi. In aggiunta ai movimenti
 dovuti alle variazioni della temperatura ambiente,
 gli appoggi devono anche trasmettere le forze
 onzzontali che si sviluppano fra il reticolo e i suoi
 supporti a causa dei carichi del vento о all’atti-
 vita sismica. Per ancorare la struttura reticolare
 si richiedono almeno tre vincoli laterali. La posi¬
 zione di questi vincoli dipende dalla distribuzione
 e dalla rigidita della struttura di supporto, che
 deve a sua volta essere progettata per resistere
 alle forze laterali. La Fig. 4.2 mostra i metodi al¬
 ternate per vincolare un reticolo spaziale contro
 le forze laterali, pur permettendo limitati sposta-
 menti dovuti a variazioni di temperatura. La Fig. 4.3 mostra un supporto tipico che consente mo¬
 vimenti in una direzione impedendo invece quelli
 nella direzione ortogonale, applicato alia coper¬
 tura reticolare Mero dell’arena nazionale coperta
 per lo sport di Birmingham, Regno Unito. In alternativa, il reticolo puo essere fissato rigi-
 damente rispetto ai movimenti orizzontali ad al¬
 cuni о a tutti i suoi supporti. In questo caso sia il
 reticolo spaziale che la sua substruttura devono
 essere progettate tenendo in debito conto le forze
 generate dalle variazioni di temperatura. Questa
 soluzione alternativa ё stata adottata per Гhan¬
 gar di manutenzionede! Boeing 747 all’aeroporto
 Stansted di Londra, descritto in dettaglio nella
 Parte 2; il CUBIC Space Frame fu fissato rigida-
 mente in posizione sulle quattro colonne princi-
 pali d’angolo, che si comportavano riei riguardi
 delle forze laterali come delle mensole verticali.
 SI IpotlzzO che le dliatazioni e le contrazioni ter-
 miche awenissero relativamente a un punto fisso immaginario posto al centro della struttura della
 copertura e che le sommitci delle colonne si flet-
 tessero, in conseguenza delle variazioni delle di¬
 men on della copertura. verso о contro questo
 punto immaginario. Le colonne reticolari tridi-
 mensionali e le loro fondazioni furono quindi pro¬
 gettate per tenere conto delle forze indotte dai
 movimenti delle colonne, alte circa 23 m. Precisione dimensionale Nelle strutture reticolari tndimensionali in gene¬
 rate e nelle strutture a grande luce in particolare,
 la precisione dimensionale ha un'importanza ec-
 cezionale. perche piccole variazioni nelle dimen¬
 sioni delle aste possono accumularsi e produrre
 grossi errori nelle dimensioni della struttura finale.
 Come descntto in dettaglio piu avanti, questa
 proprieta puo essere utilizzata per produrre una
 piccola curvatura del reticolo spaziale variando
 in modo controllato le dimensioni delle asle.
 Durante il processo di fabbricazione, le aste ven-
 gono tagliate a lunghezza con tolleranze infe¬
 riori a 0,5-1 mm. Molti sistemi hanno aste fab-
 bricate con tubi e con componenti dei giunti di
 estremita in metallo fuso (ad esempio sistemi
 Mero e Nodus), e questi elementi devono es¬
 sere saldati insieme a formare membrature com¬
 plete in maschere dimensionate con precisione.
 per garantire che la lunghezza totale rientri nelle
 tolleranze richieste. Nei sistemi che usano nodi
 per collegare aste singole. questi devono es¬
 sere fabbricati con una precisione uguale о mag-
 giore, con fori praticati nella corretta posizione
 e con la corretta angolazione e con le superfici
 di appoggio lavorate con precisione alia mac-
 china. Altri sistemi non hanno nodi separati: ad
 esempio, il sistema Multi-hinge sviluppato da
 Peter Pearce e impiegato nella costruzione di
 Biosphere 2 (si veda la Parte 2). In tali sistemi 4.3 Appoggio scorrevole che supporta un nodo
 perimelrale della copertura reticolare spaziale Mero
 alia National Indoor Arena for Sport di Birmingham.
 Regno Unito (foto di John Chilton) 63
Progettazione e costruzione Curvatura 4 Л Curvalura di reticoli spa/iali: a) irvalura un forme
 ottenuta con piccoli accorciamenh c* tulle le aste del
 correnle inferiore in una direzione b) curvalura a spiovenle
 otlenula accorciando un'asta del correnle inferiore in una
 direzione. sotlo la linea di colmo. c) curvalura a gradim
 ottenuta con piccoli accorciamenti delle aste del corrente
 inferiore in una direzione. a inlervalli regolari sulla campata:
 d) curvalura a lorma libera generata con opportune
 modifiche delle lunghezze delle aste dei correnti superiore
 e inferiore in una direzione idisegno di John Chilton) “senza nodi" leaste sono collegate direttamente
 fra di loro alle estremita e devono avere i fori
 praticati con precisione nelle corrette posizioni
 per ricevere i bulloni di collegamento. Nel si¬
 stema Triodetic gli elementi tubolari vengono
 sagomati e zigrinati alle estremita con la cor-
 retta angolazione e nelle prescritte posizioni e,
 contemporaneamente. vengono tagliati con pre¬
 cisione a misura. Anche i sistem completamente modulari come
 Space Deck. CUBIC Space Frame, ABBA
 Deckspace e SPACEgrid vengono saldati a
 partire da componenti tagliati di precisione, in
 maschere attentamente dimensionate, garan-
 tendo una generate accuratezza dimensionale
 per i moduli, in questo caso nelle tre dimen¬
 sioni. Vista la necessita di maschere tridimen-
 sionali per questi moduli, 6 preferibile usare
 nella struttura, se possibile, un solo modulo
 standard (o un numero limitato di moduli stan¬
 dard). perche in questo modo si riduce il nu¬
 mero delle modifiche da fare alle maschere e
 quindi il costo di fabbricazione. Curvatura Molte applicazioni dei reticoli spaziali sono strut¬
 ture di copertura. Ё quindi necessario installare
 adeguate pendenze per lo scarico dell'acqua
 piovana e, inoltre, tenere conto di una curva¬
 tura per contrastare la prevista deflessione ver¬
 ticale della struttura sotto I'azione dei sovrac-
 carichi. Nella maggior parte dei sistemi ё pos¬
 sibile ottenere la curvatura voluta variando di
 poco la lunghezza delle aste dei correnti. Ad
 esempio, se tttte le aste del corrente superiore
 in una stessa direzione del reticolo hanno lun¬
 ghezza maggiore di quelle del corrente inferiore
 nella stessa direzione, si puo generare una volta
 a botte (o arco) avente il raggio richiesto (Fig. 4.4 a). In modo analogo si pu6 fonmare uno spio- vente ad angolo accorciando (o eliminando to-
 talmente) una delle aste del corrente inferiore
 (Fig. 4.4 b). Un arco a gradini come quello di Fig. 4.4 c) puo essere ottenuto riducendo la lun¬
 ghezza delle aste del corrente inferiore a inter¬
 val regolari; si possono anche produrre curve
 a forma libera con adatte manipolazioni della
 lunghezza delle aste inferiori e superiori (Fig. 4.4
 d). Per ottenere piccole superfici tridimensionali
 a doppia curvatura. ё possibile accorciare le aste
 inferiori in entrambe le direzioni di un reticolo
 quadrato, generando una struttura a cupola (Fig. 4.5). In questo modo, pero, si possono ottenere
 solo cupole di altezza contenuta, perch6 in caso
 contrario si generano deformazioni interne geo-
 metricamente incompatibili. In modo analogo.
 accorciando le aste inferiori in una direzione e
 quelle superiori nell'altra direzione di un reticolo
 quadrato, si ottiene una superficie a sella (Fig. 4.6). Si conferma, quindi. quanto gia detto. e
 cioe che, dal punto di vista costruttivo, ci si deve
 rendere conto che variazioni anche piccole nella
 lunghezza possono causare grandi differenze
 nella geometria di un reticolo spaziale. Rlvestimentl e vetrate Quando il sistema di reticolo spaziale usato lo
 consente, il rivestimento e le vetrate possono es¬
 sere supportate direttamente dalle aste del cor¬
 rente superiore (e, occasionalmente, da quello in¬
 feriore). In questo caso si dovra tenere conto.
 nella determinazione delle dimensioni delle aste.
 degli sforzi di flessione e di taglio indotti nei cor¬
 renti dal peso proprio e dai sovraccarichi sul ri
 vestimento. Questo puo far aumentare le di¬
 mensioni о lo spessore delle aste dei correnti, e,
 quindi, il costo del reticolo. С’ё pero anche un ri-
 sparmio, perche normalmente non sono neces-
 sari gli arcarecci e i relativi supporti. In altemativa.
 si possono fissare gli arcarecci su apposite squa-
 drette e su attacchi predisposti sui giunti dei nodi,
 in modo che il peso proprio e i sovraccarichi siano
 trasmessi al reticolo come carichi concentrati. In
 questo caso. il peso proprio delle aste dei cor¬
 renti risulta in generate piccolo se confrontato con il caso precedente in cui si consideravano i cari¬
 chi applicati dal rivestimento direttamente sulle
 aste; si avra, quindi. una minore sollecitazione di
 flessione. Per determinare la soluzione piu eco¬
 nomica. si dovr6 fare una valutazione del costo
 deH'installazione di un apposito sistema di arca¬
 recci e si dovr6 confrontarlo con il maggior costo
 dei materiali conseguente all'appoggio diretto dei
 carichi sulle aste dei correnti (quando il sistema
 reticolare to consente). Se il rivestimento о la vetrata sono appoggiati
 direttamente sulle aste, si deve prevedere un
 adeguato sistema di drenaggio. applicando una
 curvatura о inclinando il reticolo strutturale, come
 descritto nella sezione precedente. Se, invece,
 si usano arcarecci indipendenti, il gradiente ri¬
 chiesto puo essere ottenuto variando I'altezza
 delle squadre di fissaggio degli arcarecci stessi.
 Questa soluzione puo diventare non accettabile 64
Metodi di montaggio Progettazione e costruzione nelle strutture di luce molto grande, perchfe I’al-
 tezza della squadra di sostegno dell’arcareccio
 puo diventare eccessiva nelle vicinanze della
 mezzeria della luce e. quindi, puo ancora ren-
 dersi necessaria una curvatura. Metodi di montaggio Esistono diversi metodi di montaggio per i reti¬
 coli spaziali e per la costruzione di un reticolo se
 ne puo usare piu di uno. II metodo scelto dipende
 in larga misura dal sistema impiegato, ma altri
 fattori determinanti sono la dimensione di in-
 gombro del reticolo, l’accessibilit& al cantiere e
 la dimensione dei componenti. In alcuni casi il
 costo di montaggio puo costituire una frazione
 considerevole del costo totale del reticolo spa¬
 ziale ed 6 quindi importante scegliere per ogni si-
 tuazione la procedure piu efficiente. Ё questa una
 delle aree nelle quali i reticoli spaziali modulari
 sono awantaggiati rispetto ai sistemi "a pezzi sin-
 goli” ad aste e nodi, poichfe ciascun modulo ё
 costituito di diverse aste, e quindi si riduce il nu-
 mero dei collegamenti in cantiere. Le tecniche piu comunemente usate sono: 1 montaggio di tutte le aste del reticolo spa¬
 ziale о dei moduli su un'impalcatura tem-
 poranea о un ponteggio. nella loro posizione
 definitive; 2 montaggio in aria delle aste del reticolo spa¬
 ziale о dei moduli, lavorando a sbalzo da
 settori esistenti della copertura. Di solito, le
 aste singole о le piccole unita assemblate
 vengono sollevate con gru; 3 montaggio degli elementi del reticolo spa¬
 ziale о dei moduli in pannelli di maggiori di¬ mensioni (solitamente a terra о su un solaio)
 prima di sollevarli con la gru, e loro collega¬
 mento in aria alle sezioni del reticolo gi& in-
 stallate: 4 montaggio a terra della struttura complete
 prima di sollevarla sui supporti con una sola
 operazione della gru; 5 montaggio a terra, su supporti temporanei о permanenti, di una parte del reticolo spa¬
 ziale prima di sollevarlo con un martinetto о
 con un argano nella posizione definitive. Un fattore decisivo per le scelte delle tecnica co-
 struttiva ё spesso costituito dall'area del sito edi-
 ficato che rimane a disposizione del subappal
 tatore del reticolo speziale. Ad esempio, se ё di-
 sponibile un'area ragionevolmente piene edie-
 cente (o spesso direttamente sotto) alia posizione
 finale del reticolo spaziale e se esiste un buon
 accesso per le gru. ё spesso piu fecile assem-
 blare completamente un piccolo reticolo a terre о su un solaio e sollevarlo poi nella sua posizione
 finale (metodo 4). Questo ё particolarmente con-
 veniente se i componenti singoli о i moduli pos¬
 sono essere movimentati e mero. in modo de
 far ricorso alia gru solo per poche ore. Natural-
 mente, ё essenziale scegliere correttamente sul
 reticolo spaziale i punti di aggando, in modo che
 le este non sieno sottoposte a eccessive solle
 citazioni e che la struttura non subisca danni per¬
 manenti durante il sollevamento. II metodo 5 ё conveniente quando I’area diret¬
 tamente sotto il reticolo ё disponibile, ma ё dif-
 ficoltoso I’accesso per le gru mobili. L'eccesso
 puo essere limiteto delle dimensioni d’ingombro
 del reticolo spaziele о della posizione dell’area
 di montaggio. Un esempio dell'impiego di que¬
 sto metodo costruttivo ё fomito dal centra espo- 4.6 Curvatura a sella ottenuta
 accorciando leggermente tutte le asle
 del corrente inferiore in una direzione
 e quelle del corrente superiore nell'allra
 direzione (disegno di John Chilton) 65
Progettazione e costruzione Resistenza al fuoco dei reticoli spaziali sitivo Anhembi Park di San Paolo. Brasile. Usando
 questo metodo, un reticolo spaziale a doppio
 strato completo. di 260 m x 260 m, di 650 ton-
 nellate venne solleveto verticalmente di 14 m. Nel
 corso delle ventisette ore di durata dell'opere-
 zione vennero impiegati ventidnque suppcrti prov-
 visori. Quando si solleva un'area cosi grande del
 reticolo spaziale in una sola operazione e con po-
 sizionamenti multipli. ё essenziale controlare ec-
 curatamente la velocity verticale di salitadi tutti i
 punti di aggancio, in modo che la struttura si man-
 tenga orizzontale entro determinati limiti. Diffe-
 renze eccessive di livello fra i punti di aCfeancio
 sul reticolo spaziale potrebbero indurre in qual-
 che asta della struttura sforzi di intensita supe-
 riore a quelli sopportati dalle stesse aste sotto
 I'effetto del peso proprio e dei normali sovrac-
 carichi. In generate, ё molto piu facile controllare
 e monitorare i martinetti idraulici piuttosto che le
 gru e, quindi, usando tali attrezzature, si riesce a
 seguire meglio I'andemento di un’operazione di
 sollevamento di tale portata. Negli ultimi anni il
 controllo con computer ha notevolmente eu-
 mentato la facility con la quale queste manovre
 vengono realizzate. Nelle situazioni nelle quali sarebbe difficile sol-
 levare I’intera struttura come un pezzo unico, о
 non ё possibile, per mancanza di spazio, mon-
 tare a terra I’intero reticolo. una buona solu-
 zione di compromesso consiste nel preassem¬
 blaggio delle unita in un'area adatta (metodo
 3). Questa tecnica ё stata applicata per il mon¬
 taggio della copertura reticolare spaziale No¬
 dus al Terminal 2 dell’aeroporto di Manchester,
 Regno Unito; I'area totale di 6000 m2 fu suddi-
 visa in undici sezioni, con peso fino a 25 ton-
 nellate, che vennero posizionate con jna gru
 semovente da 500 tonnellate (si veda lo studio
 dettagliato nella Parte 2). II montaggio con collegamento in aria di compo¬
 nent individual (metodo 2) ё adatto per moduli
 (o aste) piu pesanti, specialmente quando il sito
 non pub essere ostruito dalla costruzione a terra
 del reticolo. Questa tecnica ё stata usata per ac-
 celerare il programme globale di montaggio in un
 sito molto ristretto ed ё stata applicata per buona
 parte del montaggio della copertura con CUBIC
 Space Frame dell'hangar deH'aeroporto di Stan-
 sted. In questo modo diventava possibile ese-
 guire contemporaneamente altre operazioni di
 montaggio sul reticolo di copertura. A causa del costo elevato delle impalcature e
 dei ponteggi. il metodo 1 si usa quando non
 sono applicabili altri metodi. L’uso di strutture
 temporanee di supporto puo tuttavia essere ne-
 cessario solo per alcune aree di grand reticoli.
 per costruire una sezione strutturalmente sta¬
 bile del reticolo da utilizzare per la successive
 connessione, in aria, di settori preassemblati di
 maggiori dimensioni о di moduli. Si possono ottenere importanti vantaggi as-
 semblando il reticolo a terra о a un livello di poco
 superiore prima di sollevarlo nella sua posizione
 finale (metodi 4 e 5). Ё molto piu facile, econo-
 mico e sicuro, installare i servizi dell'ed'ficio e/o
 la copertura del tetto quando si puo farlo a terra. Si puo fare a meno dei costosi ponteggi prov-
 visori, e I'installazione pub procedere contem¬
 poraneamente al montaggio del reticolo. Un van-
 taggio ulteriore 6 costituito dal fatto che diventa
 disponibile la protezione dagli agenti atmosfe-
 rici non appena il reticolo ё stato sollevato nella
 posizione finale: cio consente di svolgere tutte
 le altre fasi costruttive all'asciutto (nei climi umidi) о all'ombra (nei climi caldi). Per le Oimpadi di Barcellona del 1992, la co¬
 pertura del palazzo dello sport Sant Jordi fu co-
 struita col sistema Orona, usando il metodo in-
 novativo Pantadome proposto dall'ingegner Ma-
 moru Kawaguchi. Come variante del metodo 5,
 il metodo Pantadome consente I’assemblaggio
 nelle vicinanze del suolo di un reticolo spaziale
 avente una doppia curvatura complessa, se-
 guendo un profilo della sezione trasversale della
 struttura diverso da quella permanente; dopo il
 sollevamento verticale nella posizione finale, la
 struttura modifichera la sua forma trasformen-
 dola nel profilo finale. Si tratta di un interessante
 sviluppo delle tecniche di montaggio delle strut¬
 ture reticolari spaziali, perche permette di co¬
 struire economicamente le forme tridimensionali
 piu complesse. Nella Parte 2 sono riportate in
 dettaglio la progettazione e la costruzione del
 palazzo dello sport Sant Jordi; nella Parte 2 viene
 diffusamente descritto il principio del sistema
 Pantadome e si presentano altri esempi del suo
 impiego. Resistenza al fuoco del reticoli spaziali La strutture reticolari spaziali sono costruite, in
 modo predominante ma non esclusivo, usando
 aste e nodi in acciaio. La riduzione progressiva
 della resistenza dell'acciaio con I'aumentare della
 temperatura 6 un fenomeno ben noto; in caso
 di incendio, questo puo portare al collasso ca-
 tastrofico delle strutture deU'edificio. a meno che
 non si prendano adeguate misure protettive per
 prevenire il surriscaldamento dell'acciaio. Come
 per tutte le altre strutture in acciaio. si dovra
 quindi tenere in debito conto I'effetto del fuoco
 sui reticoli spaziali. In una tipica struttura costruttiva. molti о tutti gli
 elementi possono essere considerati critici per
 il comportamento del complesso (o di una sua
 parte) dell’ossatura strutturale e, quindi, in ge¬
 nerate. molti elementi devono essere adegua-
 tamente protetti. I reticoli spaziali sono strutture
 ridondanti, nelle quali la rottura di un’asta (o di
 alcune aste) non crea necessariamente una si-
 tuazione di emergenza о non provoca il collasso
 della struttura. In certe circostanze. la rottura di
 una о piu aste. dovuta alia perdita di resistenza о a deflessione laterale plastica. puo essere com¬
 pensate da una ridistribuzione degli sforzi all’in-
 temo del reticolo spaziale; al contrario. la rot¬
 tura di aste molto caricate nelle vicinanze di sup¬
 port d'angolo porter^ molto probabilmente al
 collasso generate. Anche se non dovuto el fuoco.
 il crollo della copertura dell’Hartford Coliseum
 nel 1978, descntto nel Capitolo 2. dimostro che 66
Resistenza al (uoco dei reticoli spaziali Progettazione e costruzione la rottura di un'asta poteva causare il collasso
 progressive dell’intero reticolo spaziale. In molti Paesi si usano gli Standard Fire Models
 per studiare I’effetto del fuoco sulle costruzioni.
 Ci sono pero molti parametri che influenzano la
 gravity di un incendio all'intemo di un vano di un
 edificio, e questa a sua volta determine I’effetto
 del fuoco sulla struttura. I parametri piu impor¬
 tant sono: 1 i possibili focolai e la loro distribuzione nei
 vano (e doe la quantity di materiale com-
 bustibile, la sua attitudine alia combustione
 e la sua posizione nei vano): 2 le caratteristiche termiche al contorno del
 vano (facility di fuga del fuoco); 3 la geometria del vano: 4 I’area, la posizione e la forma delle aperture
 al contorno; 5 la velocity di combustione del materiale in-
 fiammabile nei vano (che influenza la rapi¬
 dity deirincremento di temperatura e anche
 la durata dell'incendio): 6 la portata della ventilazione (che d& sfogo ai
 gas caldi ma puo anche alimentare le
 fiamme); 7 la trasmissione di calore all’intemo del vano. Normalmente gli Standard Fire Models non sono
 sistemi particolarmente raffinati a causa del nu¬
 mero e della variability dei parametri da pren-
 dere in considerazione; attualmente si tende ad
 adottare piu dettagliate simulazioni computeriz-
 zate degli incendi reali (Natural Fire Models). II
 modello tradizionale di incendio tende a consi-
 derare la temperatura dei gas come costante in
 tutto il vano. Si tratta di un'ipotesi non realistica
 per i vani di grande volume per i quali si usano
 spesso le strutture reticolari spaziali. Ё impro¬
 bable che in volumi cosi vasti vengano interes-
 sate tutte le strutture di contorno, ed ё ancora
 piu difficile che siano soggette alia stessa tem¬
 peratura. Inoltre, il reticolo spaziale puo essere
 posizionato ben al di sopra del fuoco ed essere
 quindi soggetto a minori aumenti di tempera¬
 tura. Di conseguenza, le strutture reticolari spa¬
 ziali sono considerate piu vulnerabili nei confronti
 di incendi localizzati in aree cntiche, dove le aste
 sono fortemente caricate о dove la conseguente
 ridistribuzione dei carichi, ad esempio, alia de¬
 flessione laterale di un'asta compressa, potrebbe
 portare al progressivo collasso. Un procedimento per I'analisi dei reticoli spaziali
 nei confronti del fuoco ё stata descritto da Ane
 Yarza.3 Per prima cosa si definisce un modello
 per determinare la distribuzione in funzione del
 tempo della temperatura del gas all’interno del
 vano considerato. Successivamente. si puo co-
 struire il modello sulla trasmissione del calore fra
 i gas e la superficie degli elementi strutturali, e an¬
 che il calore di conduzione all’intemo delle aste.
 Con un adatto modello matematico di questi
 processi si puo determinare I’aumento di tem¬
 peratura e la conseguente riduzione di resistenza
 dell'acciaio in funzione del tempo. All'interno
 delle aste la temperatura dipende dal fattore di forma (che varia in funzione della geometria, del
 rapporto fra superficie e sezione trasversale ecc.)
 e dal grado di isolamento previsto per la super¬
 ficie. L’effetto dell’aumento di temperatura viene
 inserito in un modello strutturale del reticolo spa¬
 ziale che descrive le propriety modificate dei ma¬
 terial il comportamento strutturale e la stability
 degli elementi. Si conduce, infine, una serie di
 analisi strutturali (con incrementi del tempo e
 della temperatura) usando le propriety modifi¬
 cate per determinare, a ogni stadio, la stability
 del reticolo spaziale nei suo complesso. Dopo
 ogni stadio, se non awiene il collasso, si ripete
 la procedure per un incremento del tempo e
 della temperatura. Con questo procedimento si
 puo determinare la sequenza di rottura degli ele¬
 menti e il comportamento della struttura per la
 durata dell'incendio. In funzione del periodo spe-
 cificato per la resistenza al fuoco, puo essere
 necessario aumentare la dimensione delle aste 0 isolare i component d'acciao per fornire la
 protezione richiesta. Con il Natural Fire Model
 puo diventare necessario condurre analisi di¬
 screte per considerare I'effetto di incendi con-
 centrati in different! parti del vano. 1 reticoli sp< ah supportati agli angoli sono piu
 vulnerabili al fuoco, a causa della potenziale rot¬
 tura catastrofica delle diagonali di parete imme-
 diatamente adiacenti a supporti о a causa della
 rottura per flessione dovuta al ccllasso delle aste
 dei correnti che si sviluppano lungo la struttura
 perpendicolarmente a una sezione (come illu-
 strato nella Fig. 4.1). Di conseguenza i reticoli spa¬
 ziali devono essere prowisti, ove possibile, di sup¬
 porti laterali continui о intermittenti. Nei reticoli
 spaziali supportati agli angoli si pu6 migliorare I'ef-
 ficienza delle aste critiche adiacenti agli angoli au-
 mentandone le dimensioni per ridurre i carichi di
 esercizio (aumentando con questo la tempera¬
 tura capace di causame la rottura). Quando per i reticoli spaziali ё richiesta la pro¬
 tezione dal fuoco, Tunica soluzione praticabile
 (ma costosa) per isolare la struttura. preservando
 регб le caratteristiche estetiche. consiste
 nell'usare rivestimenti espansi. La protezione si
 ottiene facendo rigonfiare ed espandere il rive-
 slimento a circa 150 °C. per formare uno strato
 isolante attorno all'acciaio. Per ridurre i costi
 della protezione dal fuoco ё possibile, all’interno
 di un grande reticolo spaziale. rivestire solo gli
 elementi critici. Come gia visto per le dilatazioni termiche as¬
 sociate alle normali variazioni della tempera¬
 tura ambiente, ё conveniente installare adatti
 supporti scorrevoli per assorbire gli allunga-
 menti del reticolo spaziale causati da incendi.
 In caso contrario, I’allungamento puo indurre
 nei reticolo spaziale intense forze di compres-
 sione potenzialmente dannose dovute alia ri-
 gidita dei vincoli. Nei caso di piccoli incendi su
 un grande reticolo, il reticolo stesso puo for¬
 nire un vincolo relativamente rigido intorno alia
 zona localizzata dell’allungamento. In questo
 modo anche nelle aste non direttamente inte-
 ressate dal fuoco si puo verificare un incre¬
 mento nelle sollecitazioni. 67
Progettazione e costruzione I reticoli spaziali nelle zone sismiche I reticoli spaziali nelle zone sismiche Le strutture reticolari spaziali formano piastre
 strutturalmente rigide, ma sono in genere co-
 struite con acciaio о alluminio con I'impiego di
 molti giunti. La combinazione di questa rigidita
 con la duttility del materiale di costruzione e con
 la potenzialitci di assorbimento di energia dei
 giunti fomisce un'ottima resistenza ai carichi si-
 smici. In alcune situazioni. pero, i reticoli spa¬
 ziali possono presentare un comportamento
 "fragile", nell'ambito del quaie la rottura di un
 elemento critico pub portare al cdllasso im-
 prowiso di tutta la struttura. Nella progettazione
 sismica ё essenziale identificare le potenziali mo-
 dalita di frattura “fragile" e cercare di realizzare
 una resistenza adeguata in modo da preservare
 la duttility. L'uso abituale di elementi tubolari nei
 reticoli spaziali ё vantaggioso a causa del lore
 migliore comportamento sotto i carichi ciclici de
 terremoti. I carichi sismici derivano dai movimenti del ter-
 reno durante un terremoto. combinati con I'iner-
 zia della struttura. La struttura non ё sollecitate
 da carichi diretti, ma ё forzata a defomnarsi e que¬
 sta deformazione origina forze interne. Dal punto
 di vista della progettazione. I’azione sismica 6
 регб rappresentata normalmente con un sistema
 analogo di forze esteme applicate al reticolo spa¬
 ziale. Si tratta di un sistema di carichi potenzial-
 mente intensi. con una probability generalmente
 molto bassa di presentarsi. e i suoi effetti dipen-
 dono da fattori variabili per ogni terremoto (come,
 ad esempio. I'accelerazione massima del suolo,
 il profilo di frequenza e la durata). Le procedure codificate per la moderna pro¬
 gettazione sono basate su diagrammi chiamati
 spettri di risposta e tengono conto inoltre della
 posizione della struttura. dell’intensity e del pe-
 riodo di oscillazione e della duttility. In certe cir-
 costanze e con reticoli spaziali a doppio strato
 di dimensioni normali, con forma e geometria
 regolari, si puo impostare una analisi della forza
 statica equivalente progressiva. Una semplice
 analisi elastica ignora le altre caratteristiche dei
 reticoli spaziali, come la loro capacity di subire
 grandi deformazioni plastiche senza crollare. La
 duttility della struttura dissipa I'energia sismica e puo essere sfruttata per ottenere soluzioni piii
 economiche. Tuttavia, esiste sempre la possi¬
 bility di un comportamento “fragile", che pub es¬
 sere causa di un collasso progressive innescato
 dalla ridistribuzione del carico a seguito della de¬
 flessione laterale di aste sovraccaricate a com-
 pressione. II comportamento di un reticolo spaziale dipende
 dalla rigidity della struttura di supporto con la
 quale inevitabilmente interferisce. Se ё suppor-
 tato da colonne snelle. il reticolo spaziale puo
 essere considerato come un diaframma rigido
 che collega le sommita di colonne flessibili. Vin-
 coli laterali possono essere applicati al reticolo
 dalle colonne che si comportano come mensole
 verticali, о con diagonali di controvento situate
 fra le colonne. Se si usano controventature, ё
 necessario assicurarsi che non venga indebita-
 mente ostacolata la dilatazione termica del re¬
 ticolo. Cio si ottiene normalmente collocando i
 controventi a mety di ciascun lato di una strut¬
 tura a pianta rettangolare. Le forze sismiche oriz¬
 zontali sono trasmesse alle colonne in propor-
 zione alia loro rigidity. In alternativa, quando il reticolo spaziale ё sup-
 portato da una struttura massiccia, come la
 parte inclinata di uno stadio. la copertura ё re-
 lativamente flessibile nei confronti dei supporti.
 Esso non contribuisce alia resistenza generate
 al terremoto di tutta la costruzione. perchfe si
 limita a trasmettere forze sismiche alia sub-
 struttura. I dettagli nel collegamento fra il reti¬
 colo e i supporti influenzano in questo caso il
 comportamento del reticolo sotto i carichi si¬
 smici. Le forze sismiche orizzontali devono es¬
 sere trasmesse consentendo la libera dilata¬
 zione termica del reticolo spaziale. Per i sup¬
 porti scorrevoli ё essenziale prevedere una tol-
 leranza sufficiente per i movimenti orizzontali
 differenziali della substruttura. Si devono in-
 stallare supporti verticali per evitare che il re¬
 ticolo spaziale scivoli fuori dal supporto du¬
 rante un terremoto. II collegamento deve inol¬
 tre avere una robustezza tale che la resistenza
 della substruttura sia interessata dall'azione
 sismica prima del cedimento del collegamento
 stesso. Generalmente si consiglia4 un fattore
 di maggiorazione della resistenza da 1.2 a i .5. Note 1 Makowski. Z.S. (ed.)(1981). Analysis. DesignandCon
 struction of Double-Layer Cnds Applied Science- 2 Motro. R. (1994). Structure and space structures, in Ap¬
 plication ol Structural Morphology to Architecture (R.
 Holler. J. Hennicke e f. Klenk. eds), p. 119, Universita
 di Stoccarda. 3 Yarza. A., Pavia. P. e Parke, G.A.R. (1993). An intro¬ duction to Ihe lire analysis ol double-layer grids. In Space
 Structures 4 (G.A.R. Parke e C.M. Howard, eds). vol. 1.
 pp. 683-92. Thomas TeHord. 4 Karamanos. A.S. e Karamanos. S. A. (1993). Seismic de¬
 sign ol double-layer space grids and their supports, in
 Space Structures 4 (G.A.R. Parke e C.M. Howard, eds).
 vol. 1. pp. 476-84, Thomas Telford. 68
Capitolo 5 • Reticoli spaziali estensibili,
 pieghevoli e retrattili Reticoli spaziali estensibili e pieghevoli Ё questa un'area nella quale i reticoli spaziali
 sono soggetti a una notevole possibility di svi-
 luppu. La propriety di estensibiiita in una strut¬
 tura reticolare puo essere utilizzata una volta
 sola о piu volte, ad esempio per facilitare il mon¬
 taggio di un edificio о di una struttura di sup¬
 porto. Un’evidente applicazione si ha nelle in-
 stallazioni all’aperto. quando le strutture devono
 supportare attrezzature quali una schiera di pan¬
 nelli fotovoltaici. Queste strutture possono es¬
 sere assemblate in forma compatta, trasportate
 nello spazio aperto e quindi essere montate a
 schiera con un'unica operazione. Anche per le
 costruzioni prowisorie trasportabili ci si puo av-
 valere dell’uso di strutture rapidamente esten¬
 sibili. In questo caso, il reticolo spaziale viene
 aperto ogni volta che si realizza la costruzione,
 per essere poi ripiegato in una forma piii com¬
 patta prima di metterlo a magazzino о di spo-
 starlo altrove. II processo pud essere ripetuto
 innumerevoli volte. Emilio P£rez Pifiero L'idea di strutture estensibili non ё nuova. II vo¬
 lume 1 del Codex Madrid1 contiene lo schizzo
 di uri semplice meccanismo piano estensibile
 elaborato da Leonardo da Vinci (1452-1519).
 Noi tutti abbiamo inoltre famigliarite con strut¬
 ture estensibili molto diffuse come le griglie a
 soffietto usate nelle porte degli ascensori. II primo
 a sviluppare una struttura tridimensionale di que¬
 sto tipo fu I'ingegnere spagnolo Emilio P6rez
 Pinero (Fig. 5.1), nato nel 19Э6 e morto tragi-
 camente in un incidente automobilistico nel
 1972.2 Nei primi anni ’60 del secolo scorso pro-
 gettp e brevettp reticoli spaziali a rete pieghe-
 vole. In tali strutture I'unita base pieghevole ё
 formata da due aste collegate insieme a mete
 lunghezza in modo da formare un meccanismo
 “a forbice” (Fig. 5.2 a). Le estremita delle aste di
 diversi meccanismi a forbice possono quindi es¬
 sere collegate con un sistema predefinito, in
 modo da formare una disposizione a reticolo,
 come si puo vedere in Fig. 5.2 b. Una serie di
 queste units assemblate puP essere collegata,
 utilizzando un simile meccanismo a forbice che
 lavora in verticale, a formare un reticolo tridi¬
 mensionale estensibile (Fig. 5.2 c). Per limitare I’estensione delle unita piane si inseriscono fra
 le estremita adiacenti delle aste opportuni ele¬
 menti di vincolo, come tiranti flessibili о pieghe¬
 voli. Per bloccare completamente il meccani¬
 smo. invece di tiranti flessibili si usano barre. Un
 metodo simile puo essere usato per rendere sta¬
 bile un reticolo tridimensionale estensibile.
 Perez Pinero propose reticoli piani о a cupola,
 a semplice e a doppio strato, per teatri itineranti,
 per padiglioni e allestimenti espositivi. Ad esem¬
 pio, nell’estate del 1964 venne costruito a Ma¬
 drid un padiglione espositivo di 8000 m2, com-
 posto da molti moduli reticolari estensibili del
 peso di soli 500 kg ciascuno. Ciascun modulo,
 ripiegato per il trasporto, misurava solo 0.8 m x
 0,7 m in pianta (Fig. 5.3). II modulo venne di-
 spiegato a terra usando attrezzature su ruote
 (Fig. 5.4); successivamente la struttura pieghe¬
 vole venne resa stabile introducendo barre sup¬
 plemental! prima di fissare i pannelli in metallo
 profilato del tetto (Fig. 5.5). L’intero padiglione
 fu smontato in sette giorni. trasportato a San
 Sebastian e poi a Barcellona. SI? ЖШ9 5.1 Emilio P6rezPirtero con uno da
 suoi reticoli spazial pieghevoli
 spermentali (cortesia Fundaci6n Rrtero) 69
Relicoli spaziali estensibili. pieghevoli e retrattili Emilio Perez Pinero 5.2 Stiultuie esiensiMi: a) meccanismo base "a lorbico",
 b) assemblagg relicctere a lorbice”. c) voltd a botte
 tridimensionale pieghevole (disegno di Jofn Chilton) 5.3 Padiglione espositivo mobile di 8000 m con
 с ореЛим retiroUrp pieghevole progcttatn rta En ilio Perez
 Pinero - i>osizio(ie cluusa (corlesia Fundacion Pinero) 5.4 Pddiqlione exixisitivo mobile durante I'estensione (corlesi.i Fundacion Pinero) 5.5 Padiglione es|X>silivo mobile - posizione aperla dopo I'mstallazione di alcune piastre
 della copertura (cortesia Fundacion Pinero) 70
Emilio P6rez Pinero Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattili AIJJB 5.6 a Sezione longitudinals del teatro smontabiie
 progettato da Emilio Рёгег Pinero nel 1971. che mostra
 la copertura pieghevole in posizione aperta e il sistema
 dei supporti (cortesia Fundacton Pinero) 5.6 b Plammelria del teatro smoniabile progettato da Emilio Perez Piftero nel 1971, che mostra la copertura
 pieghevole in posizione aperta e il sistema dei supporti
 (cortesia Fundackbn Pinero) Le Fitjg. 5.6 a e 5.6 b mostrano la sezione lon-
 gitudinale e la pianta del progetto del 1971 di
 un teatro smontabiie simile al precedente. In
 questo caso il reticolo spaziale estensibile ё sup-
 portato principalmente in quattro punti ciascun
 supporto ё formato da quattro piloni ancorati
 con tiranti per mantenere stabilita laterale alia
 struttura. P6rez Pinero lavoro anche con Salvador Dali sul
 progetto di una scultura pieghevole coperta con
 ottantaquattro pannelli vetrati e avente una geo¬
 metria basata sull’ipercubo. La Rg. 5.7 mostra Perez Pinero mentre presenta
 a Dali il suo modello in scala 1:3. nello stato com-
 pletamente piegato, e la Rg. 5.8 mostra la strut¬ tura aperta sullo sfondo della Torre Eiffel a Parigi.
 Secondo Felix Escrig2 questo era il primo esem-
 pio di reticolo spaziale pieghevole (Rg. 5.9) nel
 quale il rivestimento vemva applicato alia strut¬
 tura in corso di allargamento, al contrario degli
 esempi precedenti nei quali il rivestimento vemva
 fissato solo dopo averli aperti completamente.
 L’opera di Perez Pinero venne purtroppo inter-
 rotta dalla sua morte prematura. Negli anni suc-
 cessivi le sue idee vennero riprese e ulterior-
 mente sviluppate da Ziegler, Calatrava, Valcar-
 cel, Escrig e Hernadez e altri ancora. Alcum
 esempi dei loro lavori sono descritti piu avanti
 nel capitolo. II livello di gradimento dei reticoli
 pieghevoli 6 dimostrato dai diffusissimi pannelli 71
Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattih II padiglione del Venezuela all'Expo 92 di Siviglia 5.8 Scullura pieglievole nvestila in vetro di Emilio P6rez
 Pinero e Salvador Dali (in posizione completamente chiusa)
 conlro to sfondo della Torre Eiffel a Parigi (cortesia
 FundacAn Pinero) 5.9 Deltaglio della struttura pieghevole rivestita con piaslre
 di velro anch'esse p jhevoti che rimangono altaccate
 alia strutlura duranto I'operazione di apertura (cortesia
 Furvdaci6n Pn’iero) da esposizione pieghevoli e incurvati a cilindro
 sviluppati da Ziegler e utilizzati nelle mostre di
 tutto il mondo. II padiglione del Venezuela all'Expo 92
 di Siviglia, Spagna La piu frequente critica all’uso dei reticoli spa¬
 ziali ё il loro costo di montaggio. In tempi recenti,
 I'uso di strutture estensibili e pieghevoli ё stato
 piu approfonditainente studiato proprio per con-
 testare queste motivazioni contrarie. Un esem- pio notevole 6 costituito dal padiglione del Ve¬
 nezuela per I’Expo 92 di Siviglia, Spagna (Fig.
 5.10). A causa degli alti costi di costruzione vi
 genti in Spagna, venne proposto di fabbricare il
 padigliont in Venezuela e di trasportarlo a Sivi
 glia. ’л ь A cio va aggiunto il fatto che si trattava
 di un edificio prowisorio che, dopo I’esposizione.
 doveva essere riportato in Venezuela: il ricorso
 a un reticolo spaziale estensibile divenlava quindi
 attraente. L'idea fu anche onsiderata in armo-
 nia con il tema della spos юпе, “L’era delle
 scoperte' II padiglione, costituito essenzialmente
 da un salone espositivo audiovisivo, fu proget- 72
II padiglione del Venezuela all'Expo 92 di Siviglia Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattil 5.10 II padiglione del Venezuela
 all'Expo 92 di Siviglia. Spagna
 (loto di John Chilton) 5 11 a) Sezione trasversale di un liptco nodo a cemiera
 per reticolo spaziale ostensible, b) sequenza di apertura
 del reticolo spazialedel padiglione del Venezuela all'Expo 92
 di Siviglia Da sinistra a destra. и raticolo passa dalla posizione
 lutta chiusa alio stato completamente disleso e vincolato
 (cortesia C.H. Hernandez e W Zalewski; disegno di John Chilton) b reticolo in posizione npiegata asta insenta dopo lo svotgimento 73
Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattili II padiglione del Venezuela all’Expo 92 di Siviglia 5.12 Dispiegamento del reticolo spaziale del padglione
 del Venezuela (apertura dal centre), che nmane appeso a
 una robusta Irave di sospensione (cortesia C.H. Hernandez
 e W. Zalewski: disegno di John Chilton) tato con una sezione trasversale triangolare che
 permettesse I'uso di semplici reticoli piani esten¬
 sibili. II maggiore dei due piani inclinati della se¬
 zione fu diviso in campate di 13 e 18 m da sup¬
 port intermedi. mentre I'altro piano (una parete
 quasi verticale, solo leggermente inclinata) era
 alta 18 m. Bench6 la campata si sviluppi prin-
 cipalmente in una direzione, la distribuzione tri-
 dimensionale del carico ё garantita dall'inseri-
 mento di elementi trasversali fra i reticoli dopo
 la loro estensione. Per ridurre il peso da trasportare e manipolare.
 fu scelto come materiale per la struttura larfega
 di alluminio 6261 (con peso specifico 2,71
 kg/m3). Le industrie venezuelane dell’alluminio
 si associarono per produrre il materiale. gli stampi
 richiesti per I'estrusione e per fabbricare e ver-
 niciare i reticoli spaziali estensibili. Per consen-
 tire I'estensibilita i reticoli spaziali contengono
 nodi a cermera (Fig. 5.11 a) che pemnettono una piegatura a fisarmonica in un piano, in modo
 che i reticoli, inizialmente paralleli mentre sono
 in stato di piegatura, si divaricano di 9031'uno
 rispetto all'altro dopo I'estensione. Le cerniere,
 dopo I'estensione completa, vengono bloccate
 con forcelle che sostengono anche il rivesti-
 mento appeso ai correnti inferiori del reticolo
 spaziale. Nella direzione principale delle cam¬
 pata le aste tubolari accoppiate dei correnti su¬
 periore e inferiore sono continue, con le cer¬
 niere fissate a intervalli di 2 m. Le aste diago¬
 nali riel reticolo piegato e le aste trasversai usate
 per fissare il reticolo esteso sono costituite da
 tubi con estremita appiattite per facilitarne la
 bullonatura ai nodi. La Fig. 5.11 b mostra in se¬
 zione la sequenza di estensione a partire dallo
 stato completamente piegato fino alia totale
 espansione, dopo I’inserimento delle barre di
 stabilizzazione. II preassemblaggio mteresso due sezioni se¬ 74
II padiglione del Venezuela all’Expo 92 di Siviglia Reticoli spaziali estensibili pieghevoli e retrattili parate del reticolo spaziale estensibile. Una se¬
 zione di ventidue reticoli lunga 13 m e una se¬
 conda sezione lunga 18 m e composta da due
 insiemi indipendenti di ventidue reticoli. Cia-
 scuna delle due parti di questa seconda se¬
 zione di 18 m di lunghezza furono collegate in-
 sieme con cerniere a formare un imballaggio
 chiuso per il trasporto. Questo collo (mcluso il
 materiale di imballaggio) pesava solo 8000 kg
 e aveva le dimensioni di ingombro di 18,8 m x 3 m x 2,8 m. In cantiere, ogni fascio largo 2,8 m fu sospeso
 a guisa di tenda a! centro di una speciale trave
 reticolare di sollevamento, con il corrente infe-
 riore fornito di rotaia e di una serie di carrelli uniti
 fra di loro da un cavo d’acciaio. Per distendere
 ciascun reticdo. il fascio ripiegato venne allar-
 gato simmetricamente a partire dal centro, fino
 a raggiungere la larghezza completa di 22 m,
 come mostrato in Fig, 5.12. Dopo aver preso le opportune misure per evitare il riawolgimento.
 si montarono le aste trasversali per stabilizzare
 la struttura e formare un reticolo a due vie. I re¬
 ticoli distesi vennero infine collocati nella loro po-
 sizione permanente nell'edificio. Come mostrato
 in Fig. 5.13, la sezione piu corta si estende fra il
 suolo e il supporto intermedio offerto dall'area
 di proiezione. e la sez one doppia si apre per es¬
 sere fissata ai due supporti lasciando la linea
 delle cemiere sui vertice del padiglione I pannelli a sandwich del rivestimento erano
 composti da superfici esterne di vetro grigio
 chiaro rinforzato con poliestere (GRP) che rac-
 chiudevano all’interno acciaio zincato vermciato
 in grigio scuro e un isolamento di schiuma di
 poliuretano rigido. I pannelli erano fissati a ele¬
 menti tubolari secondari sospesi con bulloni re-
 golabili ai lati inferiori dei nodi del reticdo I giunti
 fra i pannelli erano impermeabilizzati con sigil-
 lante al silicone. 5 13 Dispiegamento del reticolo spaziale del padiglione del
 Venezuela all'Expo 92. Una sezione singola ё appoggiala al
 suolo e su un supporto intermedio. e la sezione doppia
 si apre lasciando la linea delle cemiere ai vortice del
 padiglione (corlesia C.H. Hernandez e W. Zalewski.
 disegno di John Chi ton) punto di sospensione della gru
Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattili II sistema di montaggio Pantadome Questo semplice ma elegante padiglione dimo-
 stro la potenzialita di impiego in architettura delle
 strutture estensibili, tenuto conto che i 6475 com¬
 ponenti e i 1242 тг di reticolo spaziale erano stati
 fabbricati in Venezuela, a 8000 km di distanza
 dal cantiere dell’Expo 92. II reticolo venne tra-
 sportato a Siviglia in forma compatta e quindi di-
 steso e montato in sole trenta ore (compresa I'in-
 stallazione delle aste necessarie per irrigidire il re¬
 ticolo). L’uso di aste continue in una direzione ridusse il
 numero dei componenti del reticolo e anche il
 tempo di montaggio. La fabbricazione venne cen-
 dotta in condizioni controllate in officina, ma per
 le dimensioni del reticolo si dovette tenere conto
 dei vincoli di trasporto e di capacity delle gru.
 Ciononostante, I'uso di reticoli spaziali estensi¬
 bili e rapidamente montati continue a essere un'al-
 lettante prospettiva per il futuro. II sistema di montaggio Pantadome I reticoli spaziali sono usati spesso per strutture
 di copertura a grandi luci. ad esempio per stadi sportivi о hangar per aerei, e in tali situazioni il
 metodo di montaggio puo influire in modo signi-
 ficativo sul costo della costruzione. Si possono
 realizzare risparmi notevoli di tempo e di costo,
 se si riesce a montare la costruzione riducendo
 al minimo le interferenze con le restanti attivita di
 costruzione e il piu vicino possibile al suolo, per
 ridurre il costo delle movimentazioni con gru.
 Per tale ragione, i reticoli spaziali piani vengono
 spesso montati su supporti prowisori a pochi
 metri dal suolo e a un livello conveniente per I'in-
 stallazione dei servizi e del rivestimento, prima di
 sollevarli con gru о con martinetti nella posizione
 definitive. Questo metodo funziona bene per reticoli spa¬
 ziali piani, ma diventa difficile da applicare se esi-
 ste nella copertura una considerevole curvatura
 tridimensionale. R. Buckminster Fuller sperimento
 alcuni metodi altemativi di montaggio per facili-
 tare la costruzione di cupole geodetiche. Ad esem¬
 pio, nel 1957 a Honolulu uso il sistema di so-
 spendere con cavi a una torre centrale la cupola
 parzialmente completata.6-7 Dopo aver aggiunto
 sul perimetro gli anelli concentrici della struttura,
 la cupola venne ulteriormente sollevata fino all'al- v///. Iinea di cemiere п 1
 linea di cemiere n° 2
 Iinea di cemiere n° 3 lemporaneamente rimosse Iinea di cemiere n° t
 linea di cemiere n° 2
 di cemiere n° 3 5.14a Planimetrie e sezioni trasversali del sistema Pantadome per cupole con ire linee di cemiere (le asle vengono
 lemporaneamente rimosse dalla linea n“ 2 per consentire il dispiegamento, e successivamente reinstallate per stabiiizzare
 d meccanismo) (cortesia Mamoru Kawaguchi) 76
II sistema di montaggio Pantadome Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattili tezza della torre. II lavoro di costruzione fu quindi
 svolto sempre vicino al suolo. Due anni dopo egli
 costrui una cupola di 117 m a Wood River, USA.
 e la sollev6 in parte usando la pressione dell'aria
 in un involucro simile a un pallone. Una recente innovazione in questo campo ё rap-
 presentata dal sistema Pantadome sviluppato
 dall’ingegnere giapponese Mamoru Kawaguchi.8
 L'idea di questo sistema ё derivata dal fatto che
 una struttura che possiede quattro о piu giunti a
 cerniera ё un meccanismo. e come tale puo es¬
 sere manovrato liberamente. Sono ben noti i meccanismi a cerniera о pan-
 tografi usati per mantenere il contatto elettrico
 fra i motori elettrici delle locomotive ferroviarie
 e i cavi aerei che forniscono I'energia di tra-
 zione, о anche i dispositivi per copiare disegni
 direttamente о con un cambiamento di scala.
 In generate, conosciamo tutti la flessibilitS dei
 meccanismi a cerniera (in senso tecnico). Ma¬
 moru Kawaguchi ha utilizzato questa flessibi-
 lita per ottenere un montaggio efficiente di co-
 perture aventi forma non piana. Complesse sezioni trasversali di un edifido co-
 struito con I’uso dei reticoli spaziali, possono
 essere suddivise in settori collegabili con cer-
 niere sia fra di loro sia con i supporti. Con una
 scelta appropriata della posizione delle cemiere.
 diventa possibile "ripiegare" la sezione trasver¬
 sale in modo che, nella posizione chiusa, la mag-
 gior parte del contorno della copertura rimanga
 vicina al suolo. In seguito, il reticolo spaziale pu6
 essere dispiegato secondo il profilo desiderato
 e “bloccato" in posizione, cessando di essere un meccanismo. L'idea base del sistema Pan-
 tedome ё illustrata nelle Figg. 5.14 a e 5.14 b
 per cupole con meccanismo a tre cerniere о a
 sei cerniere rispettivamente. Alio scopo di stabilizzare la cupola dopo il sol¬
 levamento, si devono introdurre barre addizio-
 nali lungo la linea n° 2 della Fig. 5.14 a e lungo
 le linee n° 2 e n° 4 della Fig. 5.14 b. Le Figg. 5 15 a-d mostrano un modello del procedimento
 d montaggio di una cupola reticolare a sem-
 pice strato con tre linee di cerniere. Studi dettagliati sull'uso del sistema Panta¬
 dome nel montaggio di strutture di copertura
 di differenti configurazioni dimostrano la fles-
 sibilita del metodo. II palazzo dello sport Sant Jordi di Barcellona,
 Spagna. costruito come arena per i giochi olim¬
 pici del 1992, ё stato descritto in dettaglio nella
 Parte 2 e altri esempi di coperture sono trattati
 qui di seguito. temporaneamente rimosse temporaneamente
 rimosse .linea di cemiere n* 1 ^ ^ — , linea di cemiere n“ 2 S*' linea di cemiere n° 3 /’ ипйя di cemiere n° 4 di cemiere n” 5 5.14 b Planimetrie e sezioni trasversali del sistema Pantadome per cupole a doppiapiegatura (in questo caso le aste
 vengono temporaneamente nmosse dalle linee n° 2 e n" 4 per consenting d dispegamento e successivamente reinstallate
 per stabilizzare il meccanismo) (cortesia Mamoru Kawaguchi) 77
Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattili II sistema di montaggio Pantadome 5 15 Modollo che mostra il procedimento
 di montaggio del slsiema Panladome
 per una cupola reticoldrp a semplice strato
 con tre ilnee d cermere S vedono a) la cupola cenlralo vicma al Irvello del
 suolo con un anello iniennedio ddlj slml
 luraripiegat per coltegare la cupola ai support!: b) la cupola parzialmenle sollevala (notare
 che i cardmi dello comiore alia sommita
 dei triangoli di supporto sono stall spostali
 all'esterno per consennre It passagg
 deii'arca cenlralo. ci il meccamsmo complelamenie aperto:
 d) la struttura complslamente stabilizzala
 dopo I inserimpiito <Ji nslr <i id с >nali
 Ira le cerniere mleriiHKl e Icorlesia
 Mdmoni Kawayucli) маг» - — w * *»« . — 78
II sistema di montaggio Pantadome Reticoli spaziali estensibili. pieghevoh e retrattili 79
Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattili Reticoli spaziali pieghevoli Archltettl: F6lix Escrig e Jos6 Sanchez Reticoli spaziali pieghevoli La piscina San Pablo a Siviglia, Spagna Proseguendo i lavori di P6rez Pinero, Felix Escrig
 e colleghi della scuola di architettura di Siviglia
 hanno studiato sperimentalmente diverse leggere
 strutture reticolari pieghevoli.8'9,10 Un esemplare
 recente ё stato adottato per la copertura di una
 piscina olimpionica di San Pablo a Siviglia, nella
 quale sono stati impiegati reticoli spaziali curvi di
 questo tipo per sostenere una copertura a mem-
 brana al di sopra della piscina stessa. II reticolo,
 spedito in cantiere sotto forma di uno stretto fa-
 scio di aste tubolari collegate fra loro, v^nne col-
 locato per essere espanso sul fondo della piscina
 vuota e parzialmente dispiegato per consentire
 di attaccare la membrana ai nodi inferiori. La strut- tura completa venne quindi sollevata da una gru
 collegata a un solo punto centrale del reticolo e
 distesa sulla piscina vuota, svolgendo contem-
 poraneamente la membrana. Si aggunsero quindi
 le aste diagonali fra i nodi superiori per trasfor-
 mare il meccanismo in una forma stabile. La se-
 quenza del processo di estensionee mostrata in
 Fig. 5.16. La Rg. 5.17 mostra in dettaglio un ti¬
 pico nodo centrale: si puo notare il metodo di col¬
 legamento delle aste attomo a un asse centrale
 e anche il sistema per sospendere la membrana
 all'intemo del reticolo pieghevole. La struttura completa fornisce una copertura
 leggera e smontabile per la piscina, offrendo una
 protezione contro le intemperie durante I'invemo,
 e una forma strutturale gradevolmente risplen-
 dente durante la notte (Fig. 5.18). 5.16 Copertura della piscina di San Pablo a Siviglia.
 Spagna: sequenza di aperiura del reticolo spaziale
 estensibile (cortesia F0ix Escrig) 5.17 Tipico nodo centrale della copertura della piscina,
 che mostre il metodo di sospensione della membrana
 all'intemo del reticolo pieghevole (cortesia F&ix Escrig) 5.18 Vista estcrna notturna della copertura relicolare
 tridimensionale estensibile della piscina San Peblo
 a Siviglia. Spagna (cortesia Felix Escrig) 80
Strutture di copertura retrattili Reticoli spaziali estensibili. pieghevoli e retratt li Strutture dl copertura retrattili Verso la fine degli anni ’80 e '90 del secolo scorso
 si ё sempre piu affermata la pratica di dotare i
 grandi stadi sportivi di coperture retrattili. spedal-
 mente nei Paesi nei quali possono manifestarsi
 condizioni meteorologiche awerse durante la mag-
 gior parte dell'anno. Nonostante il costo di que-
 ste strutture sia elevato e la loro costruzione diffi-
 cilmente giustificabile in temnini puramente finan-
 ziari, le autorita municipali sono consapevoli del
 prestigio che esse possono dare alia loro citta. Lo Skydome a Toronto, Canada La copertura dello Skydome, oltre a essere uno
 dei reticoli spaziali a maggiore luce libera del
 mondo, ё anche retrattile, e quando ё totalmente
 aperta lascia il 91% della tribuna dischiuso sui
 cielo. Questa straordinaria caratteristica dello
 Skydome aggiunge spettacolarita agli eventi
 sportivi che si svolgono nell'arena e permette
 altresi di usare nei modo migliore le attrezzature
 in qualunque stagione, per tutto I'anno. Com-
 pletata nei 1989,1'arena circolare ё la sede sta¬
 bile della squadra di baseball Toronto Blue Jays.
 Con lo spostamento di parte della tribuna I'arena
 pu6 anche essere adattata a campo da football.
 Situato nei dintorni del lago Ontario e vicino al
 centro della citt&, lo Skydome ё adiacente alia
 CN Tower, una delle piu alte strutture del mondo.
 Due imponenti conquiste deH'architettura e dell'in-
 gegneria si ergono fianco a fianco. Fin dall'ini-
 zio lo Skydome fu immaginato come il simbolo
 della citta di Toronto e la forma dominante della
 copertura ё stata descritta dall'architetto Rod
 Robbie come "una forma organica a crostaceo
 con un orientamento chiaramente visibile verso
 il sole del sud e del meriggio".11
 La copertura retrattile. che puo essere aperta in
 20 minuti, ё divisa in quattro sezioni. una fissa
 e tre mobili (si veda nella Fig. 5.19 la posizione
 chiusa). Due sono sezioni scorrevoli ad arco.
 I’una all'interno dell'altra, con luci di 208 m e
 202 m rispettivamente; la terza ё un settore a
 quarto di cupola, di luce massima 175 m. che
 scorre su una rotaia circolare. Un ultenore quarto
 di cupola forma la sezione restante della co¬
 pertura. L'arco superiore ё largo 55 m. quello
 inferiore 48 m. mentre il segmento fisso e quelli
 mobili della cupola hanno una larghezza mas
 sima di 44,5 e 48,4 m rispettivamente. La strut¬
 tura non ё costruita sulla base di un sistema re-
 ticolare modulare, purtuttavia viene qui trattata
 perche la sua configurazione strutturale forma
 in effetti un reticolo spaziale a doppio strato. Le
 sezioni ad arco sono generate da una serie di
 reticoli paralleli ad arco. in genere con interasse
 di 7.0 m, e da reticoli trasversali e controventa-
 ture nei piani dei correnti inferiore e superiore.
 La struttura a reticolo spaziale di ciascuno dei
 quarti di cupola ё prodotta in modo analogo da
 quattro reticoli principali ad arco. con reticoli a
 costole radiali e aste diagonali di controvento.
 Durante il processo di restringimento, si muove
 per primo l'arco minore “intemo" (segmento В
 della Fig. 5.20) lungo la sua rotaia di 55 m per arrestarsi sopra il quarto di cupola fisso (seg¬
 mento D), quindi l’arco rraggiore “esterno" si ri-
 tira di 103 m verso la sua posizione finale al di
 sopra di questi due segmenti. Infine, il quarto di
 cupola mobile (segmento C) scorre per 309 m
 sulla rotaia perimetrale curva per innestarsi sotto
 i segmenti A e В e sopra il segmento D (si ve-
 dano le posizioni aperta e chiusa in Fig. 5.20). I
 pesi dei segmenti mobili А, В e С sono rispetti¬
 vamente di 2400, 2200 e 1800 tonnellate.12-13
 In questo capitolo abbiamo analizzato alcune idee
 innovative e van metodi per utilizzare i reticoli spa¬
 ziali estensibili, pieghevoli e retrattili. Chuck Ober-
 mann sta analizzando negli Stati Uniti anche re¬
 ticoli estensibili a singolo strato. Data la versati¬
 lity delle strutture reticolari estensibili, esiste una
 grande potenzialita per una loro diffusa adozione
 nei progetti costruttivi del futuro. Ci sono notevoli
 opportunita per una loro applicazione come me-
 todo economico di montaggio о come mezzo per
 realizzare strutture facilmente modificabili о smon-
 tabili e rutilizzabili. Note Architetto: Roderick G. Robbie Ingegnere: Michael Allen. Adieleian Allen Rubeli Limited Appaltatore per II reticolo spaziale: Dorn n cm Bridge Co. 5 19 Copertura dello Skydome di Toronto m posizione
 chiusa vista dalla CN Tower. La copertura si nlrae
 da sinistra a deslra rispetto alia posizione attuale
 (loto di John Chilton) 1 Perez Valcarcel. J e Escng F. (t994 Pioneering in ex¬
 pandable structures: I he Madrid 1 notebook by Leonardo
 da Vinci. Bulletin ol the International Association lor Shell
 and Spatial Structures. 35/1 (114). 33-45. 2 Escrig, F. (1993). Las Estructuras de Emilio Perez Pinero.
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 48. Computational Mechancs Publications. 5 Loreto. A. (ed.) (1933), Pabelton de Venezuela Expo '92
 Sevilla. Institute de Desarctlo Experimental de la Con-
 slruccion, Universidad Contral de Venezuela.
Reticoli spaziali estensibili, pieghevoli e retrattili Strutture di copertura retrattili 5.20 Schema
 dei mownenti
 della copertura
 dello Skydome durante
 i ritiro. I segmenti A.B
 e С si ritraggono
 su posizioni al di sopra
 del segmento D
 nell'ordine В. A. С
 (disegno di John Chilton) reticolo chiuso reticolo aperto sezione nord-sud del reticolo 6 R. Buckminster Fuller (1975). Synergetics. Mac Millan. 7 Ulm. R.C. e Heathcote. R L 1959).Dome built from top
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 Arquiteclura de Sevila (ETSAS) 10 Perez ValcSrcel J.B. (1993). Caiculo de Estructuras De-
 splegables de Barras. In Arquitectura Transformable (F.
 Escrig ed.). p. 125 fin spagnolo). Escuela Tecnica Su¬
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 vastava. AN. Sherbojme e Roorda, eds). vol. 1, pp. 52- 71. The Canadian Society for Civil Engineering. 12 Allen. C.M. (1992). Toronto Skydome Roof Structure: En¬
 gineering Challenge. In Innovative Large Span Structures
 (N.K. Srivastava. AN. Shertooume e Roorda. eds). vol. 1.
 pp. 63-71, The Canadian Society for Civil Engineering. 13 Charalambu, H. (1992). Design of the tool moving sy¬
 stem. In Innovative Large Span Structures (N.K. Sriva¬
 stava. A.N. Sherboume and Roorda. eds). vol. 1, pp.
 82 93. The Canadian Society for Civil Engineering. segmento A - livello della rolae segmento С - ivello della rotaia segmento С segmento D Segmento A ivel о della rotaia 82
Capitolo6 • Sviluppi futuri L'uso dei reticoli spaziali (del quale si fanno nu-
 merosi esempi nelle parti 2 e 3 del volume)
 nelle strutture estensibili, pieghevoli e retrattili
 continuer^ indubbiamente a svilupparsi negli
 anni a venire. In questa parte viene messo I'ac-
 cento su alcune aree nelle quali le strutture re¬
 ticolari spaziali. poco usate fino a oggi, po-
 tranno trovare applicazione su piu vasta scala
 nel future. Edifici con reticolo spaziale poliedrico L'idea che gli edifici sono composti da un con¬
 tinuum di celle poliedriche ё largamente accet-
 tata, anche se la forma delle celle che di solito
 si affaccia con piu immediatezza alia mente ё
 quella cubica che si ripete rettilineamente. con
 piani parallel! di pareti, pavimenti e soffitti. Non
 sempre pero il progettista segue la via piu intui-
 tiva, perche esistono combinazioni esteticamente
 piii affascinanti di spazi poliedrici che possono
 essere utilizzate per costruire edifici per abita
 zione. Anche se la praticita puo avere qualche
 influenza sull'argomento, sembra che siano il
 pregiudizio e I'abitudine che ci portano a sce-
 gliere piu frequentemente la forma rettilinea per
 gli edifici. Gli spazi piu “esotici" sono di solito ri-
 servati a edifici di particolare importarza, come
 chiese, saloni per assemblee о palazzetti spor-
 tivi, teatri. piuttosto che ad abitazioni. Salvo qual¬
 che eccezione, i reticoli spaziali non si adattano
 a geometrie rettilinee in tre dimensioni. Ci sono state molte proposte sull'uso dei reti¬
 coli spaziali. sia per abitazioni individuali sia
 come reticoli a doppio strato per ambienti ur-
 bani completi. Molte di queste idee scaturivano
 dalle menti di architetti e ingegneri affascinati
 dalla geometria poliedrica. Coloro che denun-
 ciano la banality del prevalente modulo cubico
 rettilineo utilizzato in molti ambienti interni de
 gli edifici hanno preso in considerazione con
 entusiasmo le possibility di chiusura cegli spazi
 offerte da gruppi di poliedri di forme alternative.
 Nel Capitolo 1 abbiamo citato il caso dell’in-
 ventore Alexander Graham Bell particolarmente
 attratto dalla resistenza e dalla leggerezza dei
 tetraedri. Egli riteneva che il modulo base te-
 traedrico potesse essere usato come blocco
 di costruzione per strutture di maggiori di¬
 mensioni e per costruire una casa e un’arma-
 tura per un gigantesco frangivento.’ Esistono alcuni edifici progettati su una geo¬
 metria ottaedrica/tetraedrica. Ad esempio. nel
 1982, sono stati costruiti a Delhi. India, grandi
 padiglioni reticolari in cemento armato per una
 zona espositiva commerciale permanente. Si
 tratta di cinque padiglioni di forma piramidale
 nei quali sono stati utilizzati reticoli spaziali mul-
 tistrato, preparati in cemento armato gettato in
 cantiere.2-3 La casa Nusatsum, descritta in det-
 taglio nel Capitolo 8, illustra I'impiego in scala
 ridotta di reticoli spaziali multistrato abitabili. Edifici multipiano e megastrutture Molti reticoli spaziali sono fabbricati con acciaio
 e alluminio, ma il metallo non ё I'unico materiale
 usato per la loro costruzione. La Galleria d'arte
 Yale di Louis Kahn presso Г University di Yale.
 New Haven, Connecticut, ё stata costruita
 (1950-54) usando solai reticolari spaziali te-
 traedrici di cemento armato. benchfe il progetto
 dell’edificio non rifletta in realty I'ossatura a re¬
 ticolo della struttura. A met& degli anni ’50 del
 XX secolo, Louis Khan subi il forte influsso delle
 idee di Buckminster Fuller. In questo periodo
 egli collaborava con Anne Griswold Tyng nel
 progetto (1952-57) della City Tower di Filadel-
 fia, alta 188 m. Questo lavoro. commissionato
 dal Concrete Institute of America per dimostrare
 l’uso innovativo del materiale, era basato su una
 geometria tetraedrica e stabilizzato da solai te-
 traedrici di cemento. La Banca di Cina di I.M.
 Pei del 1989 ha una struttura esterna di con-
 trospinta che racchiude, su larga scala. I'edifi-
 do multipiano in un gigantesco reticdo spaziale.
 Michael Burt ed altri hanno anche proposto me-
 gacitta di grandi reticoli spaziali - il reticolo po¬
 liedrico infinito - costruite con elementi formati
 da piccoli reticoli spaziali.4-5 Si tratta di strutture
 abbastanza analoghe alia Torre Eiffel, che ё stata
 costruita con elementi a traliccio assemblati per
 formare una piii grande struttura reticolare. J. Frangois Gabriel ha studiato per molti anni
 l’uso dei poliedri nel progetto e nella costruzione
 di edifici di qualunque dimensione. Egli ha ana-
 lizzato in particolare I’architettura di edifici mul¬
 tipiano costruiti con I'impiego di reticoli spaziali
 a sei direzioni. multistrato. adatti a chiudere com¬
 pletamente lo spazio, composti di tetraedri e ot-
 taedri.6 Con questo tipo di maglia. adatta a chiu¬
 dere completamente lo spazio, ё possibile ge- 83
Q. 0> Sviluppi futuri Edifici multipiano e megastrutture 2 Relicoli multislrato a Ire vie modincali per creare le celle a slrultura libera Hexmod e spazi privi di oslacoli per la circolazione verticale di ascensori e condolli
 servizio disegno di John Chilton, da J. Francois Gabriel) 84
Edifici multipiano e megastrutture Sviluppi futuri Figura 6.3 Citta spaziale" di 126 piani proposta da J. Frangois Gabriel usando un grande
 reticolo spaziale a tre vie (cortesia J. Frangois Gabriel) 6.4 Vista assonometnca di un modulo ottaednco della megaslmttura. Ogni lato
 ё un reticolo spaziale composio da otlo ottaedn collegati da quattordic tet aedr dt 4 m
 di lato (cortesia J. Frangois Gabnel) nerare reticoli piani continui orientando gli ot¬
 taedri in due modi: a) con I'asse maggiore di-
 sposto verticalmente e b) con una faccia trian-
 golare sul piano orizzontale (Fig. 6.1 a e b). La
 prima di queste disposizioni produce una ver-
 sione multistrato del diffuso reticolo spaziale a
 due vie configurato a quadrato su quadrato sfal-
 sato, mentre con la seconda si ottiene il meno
 diffuso reticolo spaziale multistrato a tre vie con¬
 figurato a triangolo su triangolo sfalsato. Gli architetti si occupano della ripartizione dello
 spazio e dell'uso cui destinare lo spazio stesso.
 All'intemo dei reticoli spaziali a tre vie multistrato,
 che chiudono completamente lo spazio esiste il
 oroblema dell'integrazione con la possibility di
 circdazione verticale: tuttavia. J. Frangois Gabriel
 na proposto una modifica della maglia di base,
 ottenuta eliminando alcune aste, pur conservando
 a staljjlita della struttura. In questo modo si pro¬
 duce un traliccio spaziale attraverso il quale pud
 essere collocata una cella esagonale a struttura
 libera о Hexmod con la possibility di circolazione
 verticale senza ostacoli (per ascensori e condut-
 :ure di servizio) (Fig. 6.2). Per creare strutture multipiano, megastrutture о "citta spaziali" Gabriel ha suggerito la costru-
 ?ione di un reticolo spaziale di grandi dimen¬
 sioni, multistrato e a tre vie. all'intemo del quale
 si sistema un reticolo di minori dimensioni a tre
 vie modificato, che contiene ambienti esagonali
 Hexmod adibiti a spazi abitabili о a uffici. La Fig. 6.3 mostra la “citta spaziale' da lui proposta.
 composta da 126 piani. nella quale solo le se¬
 zioni ottaedriche del macroreticdo sono abitate. Ciascuno dei grandi ottaedri (Fig. 6.4) ё com-
 posto da dodici reticoli spaziali che, a loro volta,
 sono formati da otto ottaedri collegati da quat-
 tordici tetraedri aventi lati di 4 m (che danno
 un’altezza dei piani di 3.27 m). II grande ottae-
 dro ё suddiviso mediante il piu piccolo reticolo
 a tre vie orientato alio stesso modo. che con¬
 tiene le stanze Hexmod (Fig. 6.5). che non pos¬
 sono uscire al di sopra dei piani del megaot-
 taedro. Come si puo vedere dalla Fig. 6.6 (nella
 quale le sei aste diagona i del reticolo spaziale
 sono state rimosse dal grande ottaedro) la forma
 di base dell'edificio ё anch'essa esagonale. A
 causa della geometria del reticolo a tre vie, ogni
 esagono (sia nel grande reticolo sia nel piccolo)
 ё disposto orizzontalmente rispetto alio strato
 inferiore. Ne risulta (sempre per ambedue le di¬
 mensioni) una struttura di spirali elicoidali colle¬
 gate. La Fig. 6.7 mostra la planimetria della “citta
 spaziale” composta di tre eliche identiche e
 con I'ottaedro racchiuso in un involucro di ve-
 tro. Le singole eliche sono tenute insieme da
 altri reticoli spaziali orizzontali. Gabriel ha pro¬
 posto che lo spazio vuoto esagonale al centro
 potrebbe ospitare ascensori ad alta velocita
 che si fermano a ogni nove piani. La Fig. 6.8
 mostra. in una vista simile alia precedente, che
 alcuni moduli Hexmod penetrano nell'involu-
 cro del grande ottaedro e che sono state ag-
 giunte. fra eliche adiacenti, le piattaforme oriz¬
 zontali di accesso. Queste modifiche sono mo-
 strate in dettagl о nella Fig. 6.9. L'adozione di
 tale sistema strutturale rappresenta un cam- 85
Sviluppi futuri Edifici multipiano e megastrutture 6.6 Assemblaggio simile di с elk? Hexmod.
 privato delle diagonali del grande ottaedro
 per mostrare la forma esagonale del nucleo
 dell edificio (cortesia J. Francis Gabriel) 6.5 Assemblaggio delle celle Hexmod per formare
 una megaslrullura con sistemazioni abtalive esagonali
 (muri vertical! e pavimenli orizzontali) sparse attraverso
 il reticolo spaziale multislraio (cortesia J. Frangois Gabriel) 6.7 Vista planimetrica delle tre spirali identiche della
 megastrutt ra usate per lormare la "citia spaziale". I grandi
 ottacdri sono racchiusi da un mvolucro velralo e reticoli
 spaziali addizionali collegano le spirali (cortesia
 J. Frangois Gabriel) 86
II TRY 2004 Sviluppi futuri biamento piuttosto radicale nel pensiero di molti
 architetti e ingegneri, giacchfe richiede I'ac-
 cettazione di spazi esagonali all'interno di un
 sistema reticolare spaziale ottaedrico/tetrae-
 drico. Di seguito viene descritta un'alternativa
 che usa i piu comuni sistemi a due vie per la
 chiusura degli spazi. II TRY 2004 In Giappone, la Shimizu Corporation ha propo-
 sto la costruzione di una “citta verticale" pirami-
 dale, che potrebbe contenere, durante I'orario
 di lavoro, circa un milione di persone. L'idea.
 chiamata “TRY 2004”, ё quella di una mega-
 struttura reticolare multistrato piramidale con
 base quadrata, di 2800 m x 2800 m al livello del
 suolo e che raggiunge un'altezza di 2004 m.7-8
 La struttura principale ё basata su unita ottae-
 driche formate ciascuna dall'unione di due pi-
 ramidi a base quadrata di 350 m x 350 m, alte
 250,5 m da base a base. Combinate insieme
 in strati, queste vanno a formate la ben nota
 geometria del reticolo a ottetto. Non ё stato previsto di rivestire compietamente
 la piramide sulle facce esterne per formare un
 grande involucre. Si sono dovuti pero sospen-
 dere all'interno della struttura principale. e a
 un'altezza fino a 100 piani, alcuni complessi in-
 dividualmente rivestiti. adibiti a residenze. uffici
 e sedi commerciali. La Fig. 6.11 mostra il me¬
 todo usato per sospendere all'interno della strut-
 tura un tipico complesso per uffici. Un sistema
 simile di sospensione ё stato proposto per unita
 residenziali di grande altezza e di forma pirami-
 dale/ottaedrica. Le unita residenziali devono es¬
 sere concentrate ai livelli inferiori e lungo il pe-
 rimetro della piramide. mentre lo sviluppo degli
 uffici deve essere coilocato nel nucleo. Le in-
 stallazioni commercial e per il tempo libera sono
 programmate ai livelli alti dove si disposne di
 una vista migliore. Una ragione importante per I'adozione della
 forma piramidale ё stata quella della migliore
 penetrazione della luce diuma nel reticolo spa¬
 ziale. Ё stato dimostrato che. nel corso dell'anno.
 la forma piramidale raccoglie, rispetto a una
 forma cubica, il 25% in piu di luce solare per
 unita di superficie e Г81 % in piu di luce solare 6.Я Vista simile della "citte spaziale". nella quale alcune
 "Hexmod" hanno aitraversato I'involucro di vetro del
 grande ottaedro. e sono slate aggiunte le piattaforme
 oriz^ontali di accesso per collegare le spirali (cortesia
 J. Francis Gabriel) 87
Sviluppi futuri II TRY 2004 6.Ю L'ldea della pirarnidale cttta verticale". chiamata
 TRY 2004 e proposia dalla Shimizu Corporation, si fonda
 sull'uso di un reticolo mu tistrato alto piu di 2000 m
 (cortesia Shimizu Corporation) 88
II TRY 2004 Sviluppi futun 6.11 Melodo di sospensione dei complessi per utfici
 all'iniemo del reticdo spaziale della megacilia TRY 20CM
 e сюй verticalmente noqli ollagom del reticolo (cortesia
 Shimizu Corporation) per unita di volume (45% e 151 % in piii rispet-
 tivamente di quanto awerrebbe in un comune
 grattacielo). La combinazione della forma pira-
 midale con il sistema tridimensionale comple¬
 tamente triangolare del reticolo fomisce una re¬
 sistenza eccellente alle spinte laterali dovute a
 vento e terremoti. La costruzione di tale reticolo spaziale multi¬
 strato richiede aste tubolari e nodi sferici di
 enormi dimensioni. Ё stato proposto che le aste
 tubolari orizzontali del reticolo abbiano un dia-
 metro di 10 m e che al loro intemo possano fun-
 zionare sistemi di trasporto che utilizzano mo-
 tori a induzione lineare. Le aste diagonali. del diametro di 16 m, contengono in genere i ser
 vizi e un sistema di trasporto a funivia a circo-
 lazione continua. In nodi del diametro di 50 m
 servono al collegamento fra i sistemi di Irasporto
 orizzontali e diagonali e sono utilizzati anche per
 accumulare la luce solare che viene distribu ta
 attraverso fibre ottiche. La Fig. 6.12 mostra un
 nodo tipico con le aste di collegamento oriz¬
 zontali e diagonali. Fter ridurre il peso della strut¬
 tura. essa sara costruita con materiali leggeri
 rinforzati con fibre di vetro e di carbonio.
 L'assemblaggio sara facilitato usando compo¬
 nent! ! tandardizzati e robot per costrure i seg¬
 ment che saranno montati con i metodi del 6.12 Tipico nodo del diametro di 50 m del megareticoto.
 che moslra atrinterno lo svlncolo dot i b'Stemi di trasporto
 (cortesia Shimizu Corporation) 89
Sviluppi futuri Solai compositi amienno di nvestimento dado superiore hmienno di riveslimento asta superiore (sezione siiiiq scatoia) & /'■ : LUJ <-p yt J bullorte / 6.13 Prolungamento del bullone di collegamenlo del nodo
 superiore, connellore a lay ю del sistema Catrus che opera
 in modo composilo insieme alia solella in cemento. II lamierino piatto dl riveslimento agisce da chiusura
 permanente per la soletta di remenlo (cortesia El-Sheikh) "push-up”. Secondo la Shimizu Corporation
 questa megacitta potrebbe essere costruita
 con 88 trilioni di yen (prezzi 1990) e richiede-
 rebbe sette anni per essere completata. L'idea
 dimostra la grande idoneita dei reticoli spaziali
 multistrato per la costruzione di progetti su larga
 scala, usando aste tubolari il cui interno puo
 essere utilizzato per il trasporto. Anche se si
 tratta ancora di un sogno (la realizzazione del
 quale andrebbe discussa in termini di impatto
 ambientale e accettabilitS sociale), esso rap-
 presenta un future possibile per I’impiego dei
 reticoli spaziali. Solai compositi L’abbinamento dei reticoli spaziali con la co¬
 struzione di impalcati per solai non ё una no-
 vita. Negli anni recenti sono state svolte impor-
 tanti ricerche sull’azione composita che si svi-
 luppa fra un reticolo spaziale e la soletta in ce¬
 mento del solaio. Nella Parte 2 sar& descritta in
 dettaglio la costruzione di un solaio composito
 per il complesso della Fiera di Milano. Si trat-
 tava di un sistema sviluppato per un problema
 specifico, ma esiste anche una grande poten-
 zialita per I'uso dei componenti standard dei re¬
 ticoli spaziali nella costruzione dei solai negli edi-
 fici multipiano. Nei moderni solai compositi. si deve spesso
 aumentare I’altezza d'ingombro per consen-
 tire il passaggio dei condotti di ventilazione al
 disotto delle travi. La natura aperta delle strut¬
 ture reticolan spaziali consente un agevole pas¬
 saggio dei servizi all'interno dell’altezza strut-
 turale riducendo quindi I'altezza di ingombro
 del piano (da pavimento a pavimento) all'in¬
 terno dell’edificio. Questo potrebbe anche con-
 sentire un piano in piii, a parity di altezza pre-
 scritta dal progetto, oppure lo stesso numero
 di piani in una struttura di altezza inferiore. Nel
 primo caso si ha un incremento di spazio lo-
 cativo nello stesso volume, con un piccolo au-
 mento dei costi di costruzione (una struttura
 per il piano in piu), il secondo produce un ri-
 sparmio dovuto alle minori dimensioni del pro¬
 filo dell'edificio. Negli ultimi anni sono state condotte importanti
 ricerche per sviluppare una versione del CUBIC
 Space Frame come sistema standard per la co¬
 struzione di solai compositi. Anche il sistema
 Catrus descritto nel Capitolo 3 ha attualmente
 in fase di sviluppo due sistemi compositi, uno
 dei quali incorpora la soletta superiore di ce¬
 mento e I’altro riguarda I'impiego di un impal-
 cato di legno. Per la versione composita in ce¬
 mento, il collegamento a taglio fra la piastra e
 il reticolo spaziale ё ottenuto con il prolunga¬
 mento del bullone di collegamento dei nodi su¬
 periori, munito di dado di testa, come mostrato
 in Fig. 6.13. L’impiego del normale bullone di
 collegamento con un dado addizionale elimina
 la necessity di saldatura (richiesta per le nor-
 mali staffe a taglio usate nella costruzione dei
 solai compositi tradizionali in acciaio/cemento).
 Per supportare il cemento ancora umido si usa
 una copertura in nastro d'acciaio fissato. a
 mezzo dei bulloni di collegamento, fra le aste
 dei correnti superiori che corrono nelle due di¬
 rezioni ortogonali. Non ё richiesta una coper¬
 tura profilata, giacche si fa appello all'azione di
 membraria per ottenere una soluzione molto
 economica. Quando si usa I'impalcato in legno. si impiega
 una piccola piastra di collegamento ottenuta da
 lamierino d’acciaio formato a freddo dello spes-
 sore di 1,6-2 mm. La piastra porta al centro un
 solo fore per la giunzione al nodo del reticolo
 spaziale e quattro fori per consentire il collega¬
 mento al tavolato in legno. Tensegrity e reticoli spaziali Gli architetti, quando usano come materiale
 strutturale una combinazione di acciaio о allu-
 minio con vetro. tendono a minimizzare per
 quanto possibile le dimensioni della struttura
 metallica richiesta per supportare le vetrate tra-
 sparenti. A questo scopo, la Mero ha svilup¬
 pato nel Musfee des Beaux Arts di Montreal,
 Canada, un sistema di supporto delle vetrate
 che impiega i suoi giunti NK. Le barre struttu-
 rali delle vetrate erano supportate da elementi
 tubolari di acciaio inossidabile sospesi a un re- 90
Geometria dei quasi-cristalli: una combinazione di aste e piastre Sviluppi futun ticolo di aste di trazione e collegati con giunti 6-14 &s,enia l0nSK)riate _ , ... .. 0. . ■ , | di supporto della vetrata del Musfee a sfera modificati. S. vennero a produrre in tal ^ ArtsdlMonlreal
 modo. usando una versione modificato del si- Qirwifl (cortesia Mero)
 sterna Mero. gallerie vetrate con un grande ef
 fetto luminoso e arioso (Fig. 6.14). Con I'ado-
 zione di componenti reticolari standard ё stata
 realizzata una costruzione economica, pur con-
 sentendo agli architetti di sfruttare il piu libera-
 mente possibile la trasparenza del vetro. Que¬
 sto esempio, benche riferito alle strutture ten-
 segrity (descritte di seguito) presenta in realta
 una struttura composta da travi sospese a due
 vie о da travi-cavo. Le strutture "tensegrity”. f n dalla loro scoperta.
 awenuta e brevettata nei primi anni '60 del se-
 colo scorso da Buckminster Fuller, Snelson e
 Emmerich, hanno affascinato architetti e inge¬
 gneri, nonostante le poche applicazioni prati-
 che dell'idea (il termine "tensegrity” ё stato co-
 mato da Buckminster Fuller per descrivere il si¬
 stema di trazione integrate). Non decriveremo
 in dettaglio la geometria e il comportamento di
 queste strutture. nelle quali le aste compresse
 sono mantenute in posizione solo da aste in
 trazione diretta. Sono pero in atto ricerche,
 condotte fra gli altri da Motro e Hanaor. con lo
 scopo di sviluppare sistemi reticolari tensegrity
 a doppio strato (Fig. 6.15) in vista del loro pos¬
 sibile impiego nelle strutture di copertura. Que¬
 ste ricerche si svolgono su modelli. ed esistono
 diversi problemi tecnici e costruttivi da supe-
 rare prima che si possa usarli su larga scala. Un vantaggio dei reticoli spaziali a doppio strato
 tensegrity ё che si chiudono facilmente su se
 stessi e quindi possono essere usati per reti¬
 coli estensibili. Geometria dei quasi-cristalli:
 una combinazione di aste e piastre Secondo alcum progettisti. un aspetto negativo
 dei reticoli spaziali ё la mancanza di flessibilitci
 delle configurazioni usuah delle aste, che sono
 basate essenzialmente su combinazioni di forme
 ottaedriche e tetraednche regolari. Per questo
 motivo. sono state esplorate recentemente le
 possibility risultanti dall' impiego di celle unitarie
 alternative per creare configurazioni tridimen-
 sionali non npetitive. Un mezzo molto inleres-
 sante per generare tali corfigurazioni deriv6 dallo
 studio delle forme nello spazio matematico mul-
 tidimensionale (avente сюё un numero di di-
 mcnsioni maggiore delle tre dimensioni spaziali
 del mondo reale). Per fare un esempio, un cubo
 tridimensionale puo essere rappresentato con
 un disegno sulla superficie a due dimensioni di
 un foglio di carta. Lo schizzo bidimensionale del
 cubo ё, in effetti. il contorno dell'ombra proiet-
 tata dal reticolo cubico. Analogamente, si pos¬
 sono rappresentare oggetti aventi un grande
 numero di dimensioni malematiche in uno spa¬
 zio con un minor numerc di dimensioni (in altri
 termini. I'ombra di un ogcetto a quattro dimen-
 sioni puo esistere nello spazio tridimensionale). coniatto diretto fra te aste
 L'eccitante idea di far ncorso alle geometrie mul- compresse (foto Rer>6 Motro) 91
Sviluppi futuri Geometria dei quasi-cristalli: una combinazione di aste e piastre I = 1.61803 . 63.435' tutli i lati hanno la slessa lunghezza a faccia baso rombtca -1.1.0 0.0.0 с cella unitaria spessa 0.0.0 6.16 Geometria a quasi-cristallo: a)
 faccia base romtxca: b) la cella unilana
 a quasi cnslallo "sollile . c) la cella
 "spessa". moslrale come celle
 Iridimensionali e m posizione aperta
 (disegno di John Chilion) tidimensionali ё derivata dagli studi condotti. fra
 gli altri, da Steve Baer. Koji Miyazaki e Haresh
 Lalvani. Attraverso i metodi di un settore della geome¬
 tria multidimensionale si ё giunti alia scoperta
 dei quasi-cristalli. corpi solidi a struttura cristal-
 lografica. che possono essere impaccati insieme
 a formare un solido continuo. Con I'uso della
 geometria dei quasi-cristalli ё possibile costruire
 due diversi solidi, о celle a reticolato: una cella
 "spessa" e una “sottile", ciascuna con sei facce
 rombiche. La faccia rombica standard ё mo-
 strata in Fig. 6.16 a. nella quale le sei facce stan¬
 dard dei due tipi di celle sono state assemblate
 con differenti angoli fra le facce in modo da ot-
 tenere la cella “spessa” e quella “sottile". Que-
 ste celle singole possono essere combinate per
 generare un continuum avente la propriety che
 gli spigoli о le aste delle celle formano configu-
 razioni tridimensionali non ripetitive. L'orienta-
 mento degli spigoli e delle aste delle celle ё tale
 che la forma ideale per collegare i nodi ё un do-
 decaedro regolare. con le aste perpendicolari
 alle facce. All'interno del reticolo spaziale, tutte
 le aste hanno la stessa lunghezza misurata fra i
 centri dei nodi, e tutti i nodi di collegamento
 hanno lo stesso orientamento nello spazio tridi¬
 mensionale, altra proprieta della geometria dei
 quasi-cristalli. Tony Robbin, che lavora a New York, ha speri-
 mentato I'uso della geometria dei quasi-cristalli
 nella sua arte9 e, piu recentemente, in architet-
 tura. II problema fondamentale che si incontra
 con I'uso degli elementi quasi-cristalli come bloc-
 chi da costruzione ё che le facce rombiche sono
 instabili come strutture di soli nodi e aste (ma questo succede anche per le facce quadrate
 del cubo, che ё una forma costruttiva molto co-
 mune!). Come ha notato Erik Reitzel, ingegnere
 st'utturalista che ha collaborate con Robbin,
 molti ingegneri tendono intuitivamente a tra-
 sformare in triangoli le facce rombiche e le celle
 romboedriche introducendo aste diagonali per
 srabilizzarle10. Questo pero altera la geometria
 dei quasi-cristalli e maschera gli affasdnanti mo-
 tivi estetici che si possono generare. Un’alter-
 nativa consiste nel rinforzare la struttura usando
 nodi completamente rigidi; si possono anche ir-
 rigidire le facce rombiche introducendo piastre
 strutturali (come si fa sempre, per iriciso. nelle
 strutture cubiche). Per valorizzare a pieno lo
 splendore della geometria dei quasi < r stalli si
 possono usare piastre trasparenti di vetro о la-
 stre di policarbonato. Una forma a quasi-cristallo ё stata proposta per
 un ampliamento da realizzare all’universita di
 Lyngby in Danimarca. Originariamente, il COAST
 doveva essere una vera e propria appendice
 esterna di uno degli edifici esistenti (Fig. 6.17).
 Alla fine, pero, a causa di restrizioni economiche
 e nonostante il sostegno di Erik Reitzel, ingegnere
 strutturalista del progetto, venne costruita sola-
 mente una forma scultorea nell'atno deU'edificio
 amministrativo. La struttura venne assemblata
 da Tony Robbin e da una squadra di studenti nel
 giro di un mese, con I'impiego circa 10.000 ele¬
 menti singoli (nodi in alluminio dodecaedrici, geo-
 metricamente simili e lavorati a macchina, e aste.
 tutte della stessa lunghezza). Come si puo ve-
 dere nella Fig. 6.18. tutti i nodi dodecaedrici nel
 reticolo spaziale scultoreo hanno, come abbiamo
 gia rilevato, lo stesso orientamento. 92
Geometria dei quasi ri ;ta I: una combinazione di aste e piastre Sviluppi futuri 6.17 Edificio с ig nale a quasi cnsiallo COAST proposto
 come ampliamento dell'universita tecnica di Lingby.
 Danimarca. da Tony Robbm ed Enk Reitzel (corlesia
 Tony Robbin) 6.18 Qui sotto. la scultura a quasi-crislallo ne I atrio
 dell'Universita tecnica di Lingby. Danimarca (loto di
 John Chillon) 93
Sviluppi futuri Che cosa riserva il futuro? 6 19 Diagranwna che moslra la mutevole configurazione
 delle ombre sotto una cupola a quasi-cristailo quando il sole I'attraversa dall'alto cortesia Tony Robbin) Note 1 Bell. A. G. (1903). The tetrahedral principle tn kue struc¬
 ture National Geographic. 14 (6). giugno. 231 2 Anon (1982). Architects Journal. 17 lebbraio. p. 21 3 Anon (1982). RIBA Journal, luglio, pp. 50-51. 4 Shriftalig. D.. Burl. М.. Bogdanov. A. . Mincovich V. e
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 Roorda. eds). vol. 1. pp. 616-26. CSCE. 5 Frances. М.. Rosenhouse. G. e Burt, M (1992). Highly
 regular mulli layored cylindrical shells оl infinite polyhe-
 drical lattice In Innovative Large Span Structures (N.K
 Snvastava. A.N. SherDourne e J. Roorda. eds). vol. 1.
 pp. 542 51. CSCE 6 Gabnel. J-Г. (19971. Are space frames habitable?. InDeyond
 the Cube (J.F. Gabnel. ed.). p. 439. John Wiley. 7 Sugi/riiki. K. (1992). Super higli rise mega-city concept
 ■Pyraniid-TnY2004". in Innovative Large Span Structu¬
 res (N.K. Srivastava. A.N. Sherboume e J. Roorda. eds).
 vol. 1.pp. 164-74. CSCC. 8 Shimizu Corporation (1991). TRY 2004. Technical Irtera-
 lure. Shimizu Corporation 9 Robbin. T. (1992). Fourfielcl: Computers. Art ana the 4”'
 Dimension Utile. Brown and Co. 10 Reilzel. E. e Robtwi. T. (1993). A quasicryslal for Den
 mark's COAST. In Space Structures 4 (G.A.R. Parke e
 С M Howard, eds), vol. 2. pp 1980-87, Thomas Telford Un’interessante quality della geometria dei quasi-
 cristalli ё che. ncnostante sia costituita di con-
 figurazioni non ripetitive, le ombre proiettate
 quando la luce attraversa una struttura con que¬
 sta geometria, formano figure regolari. Ad esem-
 pio, la Fig. 6.19 mostra le ombre proiettate sul
 terreno in periodi diversi del giorno dalla luce
 del sole che attreversa una cupola a quasi-cri-
 stalli. La struttura costruita a Lyngby sfrutta que¬
 sta proprieta e, in aggiunta alia forma affasci-
 nante dell'oggetto in se, le ombre proiettate sul
 pavimento dell’atrio mutano continuamente nel
 corso del giomo al cambiare dell'angolo di in-
 cidenza della luce solare che entra dall’alto. Poi-
 che la geometria dei quasi-cristalli non ё sta¬
 bile come pura struttura reticolare con giunti a
 nodo. sono state introdotte in varie posizioni
 della struttura lastre di Plexiglass colorate per
 garantirne la stabilita. Questi pannelli traslucidi
 di diverse tonalita contribuiscono alia emotivity
 visiva della scultjra in se stessa, e generano
 inoltre un’awincente combinazione di colori
 nelle ombre proiettate sul sottostante pavimento
 dell'atrio. L'esplorazione di questa awincente nuova geo¬
 metria ё ancora agli inizi. La scultura di Lyngby
 ha dimostrato, pero, le sue potenzialita per ge¬
 nerate configurazioni architettoniche piacevoli.
 Questa stimolante costruzione smentisce al-
 meno due delle p ii comuni critiche mosse ai re¬
 ticoli spaziali: la monotonia della geometria ri-
 petitiva e la difficolta di produrre forme tridi-
 mensionali complesse usando un insieme limi- tato di elementi standard. Tutti i nodi dello spa-
 zio reticolare a quasi-cristalli sono dodecaedri
 simili orientati alio stesso modo nello spazio e
 tutte le lurighezze delle aste (misurate fra i cen-
 tri dei nodi) sono uguali. Di conseguenza. tutti i
 pannelli di irrigidimento hanno la stessa forma e
 le stesse dimensioni. ma variano nell'orienta-
 mento. L’effetto finale di questo set di elementi
 standard ё quello di una vera e propria arte strut-
 turale tridimensionale. Non ё difficile immaginare
 strutture di copertura composte da alti reticoli
 spaziali a quasi-cristalli, parzialmente stabiliz-
 zate dalle unita a doppio vetro che formano f in¬
 volucre impermeabile, mentre pannelli colorati
 in altre posizioni della struttura completano la
 funzione stabilizzante. filtrano la luce solare e
 producono combinazioni sempre cangianti di
 luci e ombre. Come per la pionieristica scultura
 di Lyngby. la sfida per il futuro consistera nel co-
 struire stabili strutture a quasi-cristalli conser-
 vando la trasparenza e la filigrana della geome¬
 tria relativamente aperta. Che cosa riserva il futuro? In questo capitolo e nel precedente sono stati
 trattati alcuni recenti sviluppi delle strutture re¬
 ticoiari spaziali. Gli esempi illustrati dimostrano
 che i reticoli spaziali hanno raggiunto il pieno
 sviluppo e che, sulla base dei sistemi modulari
 regolari sviluppati circa cinquant'anni fa. si ini-
 zia ora a esplorare e a sfruttare varie alterna¬
 tive di geometria e di estensibilita. II controllo
 computerizzato del taglio. delle lavorazioni a
 macchina e della trapanatura dei componenti
 del reticolo spaziale svincolano i progettisti dalle
 geometrie standard. Le necessita di sondag-
 gio e di estrazione del petroho in mare aperto
 hanno condotto alia costruzione di impianti pe-
 troliferi alti fino a 1000 m che utilizzano aste tu¬
 bolari d'acciaio di grande diametro. La tecno-
 logia e i materiali sviluppati in queste gigante-
 sche strutture sono ora disponibili anche per
 la costruzione di reticoli spaziali e di mega-
 strutture. Negli sviluppi dei complessi per uf-
 fici с'ё una continua richiesta di solai di luce
 sempre maggiore per fornire spazi di lavoro li-
 beri da colonne. Questa richiesta potrebbe es¬
 sere soddisfatta usando i reticoli spaziali nei
 solai compositi. La leggerezza e la trasparenza
 sono qualita sempre attuali per le strutture ar¬
 chitettoniche e gli architetti sono costantemente
 alia ricerca di soluzioni strutturali innovative. In
 questo settore, i reticoli tensegrity a doppio
 strato e i reticoli a quasi-cristalli sono ancora
 alio stadio iniziale, con numerose e forse im-
 pensate forme reticoiari ancora da scoprire.
 Deve essere ancora sfruttata pienamente tutta
 la potenzialita delle strutture estensibili, pie¬
 ghevoli e retrattili. Senza alcun dubbio. il futuro delle strutture re¬
 ticoiari ё assicurato e sta ancora evolvendo, a
 100 anni di distanza dagli esperimenti di Graham
 Bell per trovare una struttura piu efficiente per
 gli alianti. 94
Capitolo 7 • Le cupole geodetiche Antonio Volpe Indipendentemente da tutte le quality spaziali
 e i principi formali ispiratori di questa tipologia
 di coperture, ci interessa innanzitutto analiz-
 zare la loro genesi spaziale e geometrica; essa
 ё basata sulla scomposizione di solidi tridi-
 mensionali regolari che. grazie alle geniali in-
 tuizioni dell’architetto americano Richard Buck¬
 minster Fuller, si trasformano nel solido cono-
 sciuto la cui forma maggiormente approssima
 quella della sfera. Le cupole tradizionalmente nascono come su¬
 perficie di rivoluzione di una sezione intorno
 adun'asse. mentre le cupole geodetiche na¬
 scono come scomposizione di un oggetto tridi-
 mensionale nella sua interezza che. proiettato
 sulla superficie di una sfera. d& vita a un orga-
 nismo complesso e indipendente. La sinergia che ogni piccolo componente svi-
 luppa e costruisce all'interno delle complessita
 geometriche di questa tipologia di cupole rap-
 presenta pienamente il pensiero filosofico che
 Fuller ha sviluppato nel corso degli anni di stu¬
 dio e di sperimentazioni. I poliedri Per lo studio delle cupole geodetiche bisogna
 ricordare alcune propriety fondamentali dei po¬
 liedri. in quanto esse derivano proprio dalla loro
 scomposizione. I poliedri fondamentali. detti poliedri platonici,
 sono cinque: il tetraedro. il cubo о esaedro, I'ot-
 taedro, il dodecaedro e I'icosaedro (Fig. 7.1). Facce Verticl Splgoll Geometria
 delle facce Ragglo sfera
 circoscritta Л 4 4 6 triangoli lato x
 0.6123724 telraedo 6 8 12 quadrati lato x
 0.8660254 esaedro <> 8 6 12 tnangoli lato x 0.7071068 ottaedro 12 20 30 pentagoni lato x
 1.4012585 dodecaedro 20 12 30 tnangoti lato x
 0.9510565 icosaedro ’ 1 Poliedri platonici 95
Le cupole geodetiche I poliedri tetraedro tronco lelraedro-lelraedro esaedro ironco 7.2 Duality ira poliedri Essi hanno una caratteristica peculiare: tutte le
 facce e gli spigoli sono uguali tra loro e sono sia
 inscrivibili sia circoscrivibili a una sfera. Nella figura 7.1 si evidenzia che il numero delle
 facce dell’esaedro ё pari al numero dei vertici
 dell'ottaedro e viceversa; tale corrispondenza si
 verifica anche tra il dodecaedro e I'icosaedro,
 mentre il tetraedro ha lo stesso numero di ver¬
 tici e di facce. Questa proprieta ci permette di comporre nello
 spazio le coppie di solidi e realizzare cosi degli al¬
 tri poliedri. ottenuti pos'izionando il vertice del pnmo
 in corrispondenza dell'asse del baricentro della
 faccia del secondo (Rg. 7.2). Questi sono detti
 poliedri archimedei (Rg. 7.3). i quali conservano
 la proprieta di avere tutti gli spigoli uguali tra loro
 ma non le facce; inoltre, sono inscrivibili in una
 sfera. ma non sono pi j circoscrivibil a essa. Altri due poliedri fondamentali per lo studio delle
 cupole geodetiche sono i poliedri semiregolari (Fig. 7.4). caratterizzati dall’avere facce rombi-
 che. Di notevole interesse ё il triancotaedro, che
 ё il poliedro inscrivibile in una sfera con il mag-
 gior numero di facce uguali tra loro. I poliedri. inoltre. possono essere considerati
 come schematizzazione della sfera. In quest'ot-
 tica ё di fondamentale importanza analizzare il
 rapporto tra il volume che ogni poliedro nesce
 a contenere e lo sviluppo della superficie delle
 sue facce (Fig. 7.5). Questo rapporto rappre-
 senta I'attitudine di ogni solido a contenere il
 massimo volume con una minima superficie. La
 dualita evidenziata in precedenza tra esaedro e
 ottaedro e tra dodecaedro e icosaedro si con¬
 serve anche in questa schematizzazione; infatti,
 il rapporto tra volume e superficie di queste cop¬
 pie di solidi ё identico e la sfera. naturalmente.
 ё il solido che piu di ogni altro meglio si presta
 a contenere un grosso volume con una minima
 superficie. La cupola geodetica. in quanto "di- 96
1 poliedri Le cupole geodetiche Facce Vertici Spigoli Geometria
 delle facce Raggio sfera
 circoscritta Poliedri generator! Facce VertlcI Spigoli Geometria
 delle facce , Raggio sfera
 circoscritta Poliedri generator! tetraedo tronco 8 12 18 4 esagoni
 4 iriangoli lalo x
 1.1726039 telraedro + tetraedro cubottaedro 14 12 24 6 quadrat!
 8 tnangol latox 0.7071068 esaedro + otlaedro esaedro Ironco 14 24 36 6 ottagoni
 8 Iriangoli lato x
 1.7788236 esaedro ♦ ottaedro cubottaedro tronco 26 48 72 8 esagoni
 12 quadrati
 6 ottagoni lalo x
 2.3176109 3 esaedn
 + 1 esaedro
 + ottaedro ottaedro tronco 14 24 36 8 esagoni
 6 quadrali lato x
 1.5811388 esaedro + ottaedro rombicubottaedro 26 24 48 18 quadrati
 8 triangoli lato x
 1.3989663 4 esaedri
 + oitaedro dodecaedro tronco 32 60 90 12 decagoni
 20 triangoli lalo x
 2.9694490 dodecaedro + icosaedro icosidodecaedro 32 40 60 12 pentagoni
 20 triangoli lalo x
 1 6180340 dodecaedro + icosaedro icosaedro Ironco 32 60 90 20 esagoni
 12 pentagon'! lalo x
 2.4780187 dodecaedro + icosaedro /• ■ V cosidodecaedro- Ironco 62 120 180 20 esagoni
 30 quadrati
 12dodecagon latox .B023945 dodecaedro + icosaedro •• tnancotaedro 7 3 Poliedri archimedei ф rombicosidode caedro 62 60 120 20 triangoli
 30 quadrati
 12 pentagoni lalo x 2.2329505 dodecaedro + icosaedro mancotaedro Facce Vertici Spigoli Geometna
 delle facce Raggio sfera
 inscritta dodecaedro rombico 12 14 20 rombi lato x
 0.8164966 - iriancolaedro 30 32 60 rombi lalo x
 1.3763819 - 97
Le cupole geodetiche I poliedri letraedro V. 0.513 . S 4.619 U esaedro V 1.540
 S “ 8.000 ' 0.192 ottaedro 1.333 6.928 -0.192 ckxiecaodro ^ - 2.785 _ njP-65
 S 10.515 icosaedro V _ 2.536 _ n
 S 9.574 _0-265 sfera V 4.187
 S " 12 521 -0.334 tetraedro slenco esacdro slcnco 7.5 Considerando ■ poliedn come schematizzazione della slera. ё Importante aralizzare rl rapporto tra il volume V
 contenuto in ogm poiiedro e to sviiuppoi della superficie S delle sue facce 7.6 Primo metodo di Fuller per traslormare poliedri
 in cupole geodetiche: si suddivide ogn i laccia del poiiedro
 in tnarigoli e se ne proietta i vertici suite superficie della
 slera circoscritla 7.7 a Secondo metodo di Fuller per traslormare poliedri
 in sfere geodetiche: gli spigoli del poiiedro vengono
 proiettati sulla stperficie della sfera e poi suddivisi in parli
 uguali 7 7b Terzo metodo di Fuller per trasformare poliedn
 in sfere geodetiche: si suddivide in parli uguali I'angolo
 ai centro sotteso alio spigolo del poiiedrio generatore ottaedro aienco dodecaedro sferico icosaedro sferico Inacontaedro sfenco schema frequonza 6 schema frequence 2 schema frequonza 3 98
La suddivisione geodetica Le cupole geodetiche scretizzazione" ottimale della sfera e derivante
 dalla scomposizione diretta di un poliedro, в il
 solido che piu si approssima alia caratteristica
 intrinseca della sfera appena accennata. La suddivisione geodetica Secondo Fuller, la trasformazione, il passaggio,
 dai poliedri alle cupole geodetiche poteva av-
 venire attraverso tre metodi. II primo metodo opera direttamente sulla faccia
 piana del poliedro d'origine. Esso consiste nel
 suddividere ogni faccia del poliedro generatore in
 tanti triangoli e poi proiettare i vertici cosi ottenuti
 sulla superficie della sfera circoscritta (Fig. 7.6). II numero di parti in cui viene diviso lo spigolo del
 poliedro ё detta "frequenza". La lunghezza finale
 dell'asta ё funzione del tipo di poliedro prescelto,
 della frequenza e del raggio della sfera circoscritta;
 questa funzione si chiama “fattore di corda". II secondo metodo opera sulla faccia del polie¬
 dro sferico, ossia gli spigoli del poliedro di ori-
 gine vengono proiettati sulla sfera e poi suddi-
 visi in parti uguali; per questi punti si fanno pas-
 sare le geodetiche ottenendo cosi il reticolo per
 realizzare la cupola (Fig. 7.7). 11 terzo metodo consiste net suddividere in parti
 uguali I'angolo al centro sotteso alio spigolo del
 poliedro generatore. Questo terzo metodo coin¬
 cide nei risultati con il secondo, differenziando-
 sene solo nella procedura di calcolo della lun¬
 ghezza delle aste. Evidentemente il criterio di maggior economia e
 praticitS ё quello di limitare il piu possibile 1'ete-
 rogeneitS delle varie aste. Operando su poliedri aventi facce triangolari con
 il primo metodo di suddivisione geodetica il cal¬
 colo della lunghezza delle aste viene ridotto dalla
 presenza di tre assi di simmetria, mentre con il
 secondo metodo la simmetria si conserva ri-
 spetto a un solo asse, complicando cosi sia le
 fasi di progettazione sia quelle di esecuzione e
 montaggio. Operando, invece, su poliedri aventi facce qua-
 drangolari. gli assi di simmetria che vengono
 conservati nella proiezione sono due in ogni
 caso, quindi ё conveniente utilizzare il secondo
 metodo di suddivisione geodetica poiche il re¬
 ticolo presenta al bordo aste tutte della stessa
 lunghezza. Negli schemi seguenti si riportano varie tipo-
 logie con le lunghejze delle aste riferite a una
 cupola di raggio unitario. 99
Le cupole geodetiche La suddivisione geodetica J. i ?.nmi Э 12«S?711 i J 102i5l20 с 7 e и 0 1070000? O 11022101 к о югюи 0 11007?05 17 '^9. оi3?4o;/e о пгпмг ii 23 1* 0 13MW’3 a 7(1 0 11ЯЫ91 и » Р124ЦИ6 w 014&47TM J7 DW401 Dodecaedro frequenza 6 100
Parte 2 • Esempi internazionali John Chilton Capitolo 8 * Strutture reticolari spaziali
 Capitolo 9 * Strutture reticolari estensibili
Esempi internazionali II metodo migliore per illustrare le eccezionali
 potenzialita di applicazione delle strutture reti-
 colari spaziali ё forse quello di mostrare i tanti
 modi con cui tali strutture possono essere uti-
 lizzate per realizzare costruzioni esteticamente
 piacevoli ed efficienti. A tale scopo, questa parte
 contiene una serie di esempi costruttivi, pre-
 sentati, nei primo capitolo. in ordine cronolo-
 gico, che mostrano come la tecnologia si ё svi-
 luppata nei corso dell'ultimo quarto del XX se- colo. I cast studiati comprendono costruzioni di
 diverse tipologie e dimensioni, in una variety di
 forme geometriche. da piccole pensiline a stadi
 con luci di 200 m. Molti esempi si caratterizzano
 per I'impiego di uno dei tanti sistemi disponibili
 prodotti con licenza esclusiva. ma sono anche
 presentati reticoli progettati e fabbricati per casi
 specifici. Per ciascuno degli esempi, si descri-
 vono gli aspetti significativi della fabbricazione,
 della costruzione e del montaggio. Capitolo 8 » Strutture reticolari spaziali 1 103 Kenzo Tange: Tomoo Fukuda e Koi Kamiya Reticolo spaziale per la 'Symbol Zone". Expo 70. Osaka. Giappone 2 107 Randall G. Satterwhite Casa Nusatsum. Bella Coola Valley. Columbia Britannica. Canada 3 109 Philip Johnson e John Burgee Calledrale dl cnstallo. Garden Grove. California. USA 4 111 Edward D Mills & Partners Centro espositivo nazionale e arena intemazionale. Birmingham. Gran Bretagna 5 113 Minoru Yamasaki x Associates Salone Meishusama. Giardino sacro di Shiga. Shigarakl. Shiga, Giappone 6 115 Pei. Cobb Freed Centro Jacob K. Javils. New York, USA 7 118 Yoh Design Office Cupola Ogum. Oguni-machi, Kyushu, preleitura di Kumamoto. Giappone 8 122 Faulks, Perry, Culley and Rech Hangar FFV dellAerotech. aeroporto di Stansted. Gran Bretagna 9 125 Margaret Augustine. Phil Hawes. John Allen Biosphere 2. deserto di Sonora. Arizona, USA 10 127 Hcilmuin Ooata Kassabaum/Percy Thomas Pannersnip Arena nazionale coperta per lo sport, Birmingham, Gran Bremgna 11 131 Cayo Cesar Riquelme V.. Rodngo Riquetme A.. Rafael Videla B. Hangar dl manutenzione della Lan Chile, aeroporto Comodoro Arturo Merino Benitez. Santiago. Cile 12 133 Arata Isozaki Centro sportivo. Palafolls. Spagna 13 140 Gilbert Barbany e SebasiiSn Maieu Padiglione ONCE. Expo 92. SMglia. Spagna 14 143 Jose Rambn Rodriguez Gautier. Javier Morales. Luis Uruftuela Pediglione delle Nazioni unite. Expo 92. Siviglia. Spagna 15 144 Building Design Partnership e Progressive Design Associates Markethall. centra commerciale Eagle. Derby. Gran Bretagna 16 146 BuikJing Design Partnership Atno con volta a bolte, Bentall Centre. Kingston upon Thames. Gran Bretagna 17 150 Scott. Brownngg & Turner Terminal 2. aeroporto di Manchester. Gran Bretagna 18 152 IDS Studios Piramide. Fantasy Island. Skegness, Gran Bretagna tg 154 Pieter Huybers Teltoia per deposito. Lelystad. Paesi Bassi: reticoli spaziali costruiti con tondoni di legno 20 157 Scogin Elam and Bray. Atlanta Padiglione. Atlanta, USA (progetto non realizzato) 21 160 Bligh Lobb Sports Architects (Sydney) Stadio Australia. Sydney. Australia Capitolo 9 • Strutture reticolari estensibli 22 163 Arata isozaki Palazzo dello sport Sant Jordi, Barcellona. Spagna 23 170 Mamoru Kawaguchi World Memorial Hall, Kobe, Giappone 24 173 Kenzo Tange Associates. RSP Architects Stadio coperto. Singapore 25 175 S. Okazaki Cupola del Sole. Sabae. prefettura di Fukui. Giappone 26 177 Showa Sekkei Co. Ltd Cupola Namihaya, Centro sportivo Kadoma, Mitsushima, Kadoma, prefettura di Osaka. Giappone 102
Capitolo 8 • Strutture reticolari spaziali Reticolo spaziale per la “Symbol Zone”,
 Expo 70, Osaka, Giappone L’Expo mondiale di Osaka del 1970 aveva come
 tema “Progresso e armonia per I’umanita" e con
 il suo centra, il Festival Square, progettato e di-
 retto da Kenzo Tange,’ doveva simboleggiare
 I'espressione di un festival dove gli esseri
 umani possono incontrarsi, stringersi la mano,
 armonizzare le idee, scambiarsi esperienze". II
 Festival Square era coperto da un enorme reti¬
 colo spaziale trasparente, di 291,6 m x 108 m.
 supportato soltanto da sei colonne a traliccio
 all'altezza di 30 m da terra, e dominava la zona
 (Fig. 8.1). La copertura era basata su una gri¬
 glia di 10,8 m x 10,8 m, configurata a quadrato
 su quadrato sfalsato, aveva altezza 7,637 m,
 interasse fra le colonne di 75,6 m in direzione
 trasversale, e sporgenze a sbalzo di 16,2 m su
 ogni lato. In direzione longitudinale, c’erano
 due campate di 108 m e mensole di 37,8 m a
 ogni estremita. Come si puo vedere nella pla-
 nimetria del padiglione e nel prospetto a est ri-
 portati nella Fig. 8.2, una delle campate mag¬
 giori del reticolo spaziale era attraversata da
 un'apertura circolare con un diametro di circa
 54 m che permetteva alia torre simbolica He¬
 lios, о Torre del Sole, di elevarsi al di sopra del
 tetto innalzandosi dall'Atrio dell'Umanita (Fig.
 8.1, al centra). L’altezza del reticolo spaziale
 era tale da consentire la collocazione di spazi espositivi all'interno della struttura della co¬
 pertura. Si tra^ava di una costruzione di enormi propor-
 zioni з la lunghezza delle aste compresse rese
 necessario I’uso di tubi d'acciaio di grande dia¬
 metro. 500 mm per i correnti e 350 mm per le
 diagcnali. I tubi variavano in spessore. a parita di
 dimensioni esteme, da 7.9 a 30 mm. in funzione
 delle forze applicate, e portavano saldati alle estre-
 mit£ elementi conici di acciaio. Questi erano col¬
 legati. con bulloni di acciaio ad alta resistenza del
 diametro da 70 a 188 mm, a enormi nodi sferici
 cavi di acciaio fuso del diametro di 800-1000 mm
 (Figg. 8.3 e 8.4). La linea estetica della copertura
 proseguiva nelle colonne di supporto. che erano
 costruite con elementi simili, intomo a un pilastro
 centrale tubolare del diametro di 1,8 m. II numero
 totaledi aste tubolari impiegate era di 2272, col-
 legate con 639 nodi.2 Ё interessante valutare la filosofia adottata nella
 struttura in termini di accuratezza di fabbrica-
 zione. Per i reticoli spaziali в importante che la
 posizone dei nodi sia conforme alia geometria
 prevista. Questo si ottiene normalmente fabbri-
 cando le aste e i nodi con alto grado di preci-
 sione, in modo che gli errori cumulativi, e doe le
 tolleranze, non influenzino la geometria globale,
 ma questo procedimento в costoso. La solu- Anno: 1969 Architetto: Kenzo Tange Archltettl per il reticolo spaziale
 e ideazione: Tomoo Fukuda e Koji Kamrya Ingegnere: Yoshikalsu TsuDoi 8.1 Visia aerea del reticolo spaziale
 di 291.6 m x 108 m per la ‘Symbol Zone"
 del Feslival Square all'Expo 70 a Osaka.
 Giappone (cortesia Mamoru Kawaguchi) 103
Esempi internazionali • Strutture reticoiari spaziali "Symbol Zone’, Expo 70, Osaka, Giappone 8.2 Prospetto orientate (in alto)
 e planimalria (m basso) del reticolo
 spaziale per la "Symbol Zone" del Festival
 Square ail’Expo 70 a Osaka. Giappone
 (cortesia Mamoru Kawaguchi) 8.3 Tipico giunto sferico dal reticolo
 spaziale per la "Symbol Zone"
 del Festival Square all'Expo 70 a Osaka.
 Giappone (cortesia Mamoru Kawaguchi) 104
“Symbol Zone", Expo 70, Osaka, Giappone Esempi internazionali • Strutture rettolari spaziali lubo d'acciaio (lamiera ripiegata о pezzo di fusione ceninfugaia) cono di estremita (getto di acciaio) foro filetlaio
 per connessioni
 secondarie
 (0 60) •spessori piano-elicoidali bullone ad alta resistenza aggius abile per 13/1000
 .У di radianle asla di correnle 8.4 Diagramma del tipico giunto sferico del reiicolo spaziale per la "Symbol Zone" del Feslival Square ail'Expo 70 a Osaka. Giappone, che descnve il metodo di collegamento com grandi
 bulloni ad alia resistenza e con spessori per gli aggiustamenti della lunghezza delle aste (cortesia Mamoru Kawaguchi) zione alternativa, adottata in questo caso, con-
 sisteva nel fabbricare gli elementi del reticolo spa¬
 ziale con una tolleranza dimensionale meno ri-
 gorosa, e di fissare con precisione la posizione
 dei nodi nello spazio consentendo nello stesso
 tempo piccoli aggiustamenti delle lunghezze delle
 aste agendo su dettagli costruttivi dei collega-
 menti. Una simile soluzione non ё ragionevole in
 presenza di un grande numero di nodi, о quando
 la struttura ё montata in aria In questo caso регб.
 con nodi largamente spaziati e montaggio a terra,
 risultd una soluzione fattibile ed efficiente. La cor-
 rezione delle lunghezze delle aste (± 25 mm) era
 ottenuta usando spessori di acciaio (Fig. 8.4)
 inseriti fra I'estremita conica dell’asta e il nodo
 sferico. Le discrepanze angolari venivano cor-
 rette usando facce sferiche di contatto fra i bul¬
 loni di fissaggio e I'interno del nodo e maggio-
 rando di 12 mm i fori dei bulloni, in modo da
 permettere qualche grado di rotazione. I bul¬
 loni venivano introdotti nel nodo attraverso un
 foro di accesso che era poi chiuso con un co-
 perchio. II montaggio del reticolo spaziale fu realizzato a
 terra, attomo al pilastro di 1803 mm di diame¬
 tro delle colonne permanenti. La copertura fu quindi sollevata, con passi di 80 mm e alia ve¬
 locity media di 2 m al giorno, a mezzo di marti-
 netti pneumatici ascendenti della capacita di 450
 tonnellate. Dopo il sollevamento della copertura
 imzi6 la costruzione deirintelaiatura estema delle
 colonne e si installarono alia base puntelli prov-
 visori per aumentare la rigidezza contro forze la¬
 terali sismiche о dovute al vento, come si pu6
 vedere nella sequenza di costruzione della Fig.
 8.5. Una volta completato il sollevamento. il ca-
 rico fa trasferito dai martinetti alia struttura per-
 manente delle colonne installando i giunti dei ca-
 pitelli e rimuovendo i puntelli prowisori alia base. I vincoli laterali erano fomiti dall’azione di telaio
 fra le colonne e la struttura della copertura, con
 colonne a basi “incernierate", capovolgendo in
 tal modo la condizione prowisoria. Per evitare
 forze “di incastro” dovute a differenze di tem¬
 peratura durante il trasporto. esso fu eseguito
 di notte. Una soluzione innovative era costituita, per quei
 tempi, dal tetto trasparente che era ottenuto
 gonfiando dei cuscini introdotti all'interno di cia-
 scun vano quadrato dello strato superiore del
 reticolo spaziale. Si costruirono duecentoqua-
 rantatre cuscini con membrana in poliestere di 105
Esempi intemazionali • Strutture reticolari spaziali "Symbol Zone". Expo 70, Osaka, Giappone 10ii 20d 304 1 1 termine del posiztonamento a terra della C0{ irtura i I... i 1 inizio del sollevamenio della.foperlura ж Ж conlinuazione del sollevamenio e inizio del posizionamento delle colonne lateral! Tine del sollevamento. iraslenmenlo del carico della copertura dai marlmetli aile colonne centrali 8.5 Sequenza oi sollevamento per il reticolo spaziale della ‘Symbol Zone" del Fesnval Square all'Expo 70 a Osaka, Giappone
 (cortesia Mamoru Kawaguchi) 9,9 m x 9,9 m impiegando nastri larghi 1,1 m e
 con spessore 250 micron. II rivestimento su¬
 periore era costituito da sei strati di poliestere
 e quello inferiore di cinque strati; ogni strato si
 sviluppava perpendicolarmente a quelli adia-
 cente. II gonfiaggio era fatto con aria secca, nor-
 malmente alia di pressione di 50 mm d'acqua, о a 100 mm in caso di forte vento. Per lo strato
 esterno di ogni cuscino fu usata una speciale
 pellicola resistente all'ultravioletto3. L'irnpiego
 di cuscini gonfiati all'intemo delle strutture di co¬
 pertura riscuote oggi un certo successo grazie
 all’uso di membrane altamente trasparenti di
 etiltetrafluoroetilene (ETFE). 106
Casa Nusatsum, Bella Coola Valley,
 Columbia Britannica, Canada La casa di abitazione в un tipo di edificio nel
 quale, nelle nazioni industrializzate, ci si sco-
 sta рсюо dalla rigida aderenza alia costruzione
 cellulare che usa muri piarii portanti ortogo-
 nali. Questo dominio deH'angolo retto fu messo
 in discussione da Randall G. Satterwhite nel
 suo progetto per la casa Nusatsum di Bella
 Coola Valley, Columbia Britannica, costruita
 nel 1978. Nel progetto di un reticolo spaziale
 multistrato si (ece ricorso a una geometria te-
 traedrica e ottaedrica; il reticolo si allarga prima
 verso I'esterno al di sopra della base, e quindi
 si curva di nuovo all’intemo verso la copertura
 a guglie. In realty, la ripida struttura tridimen¬
 sionale portante, rivestita con scandole di le¬
 gno, ё quasi per intero una copertura. II co¬
 lore del rivestimento e la forma generate della
 casa richiamano con forza alia mente le cime
 delle montagne circostanti, come si pu6 ve-
 dere dalla Fig. 8.6. All’intemo dell’edificio, i nodi del reticolo spa¬
 ziale si sviluppano in piani orizzontali su died li-
 velli diversi. All'intemo del reticolo spaziale. alio
 scopo di formare una serie di celle poliedriche
 irregolari collegate fra di loro, e cioe gli spazi abi- tati, sono state eliminate dalla griglia multistrato
 le aste e i nodi (Fig. 8.7). La Fig. 8.8 mostra lo
 schema delle maglie triangolari a ciascun livello
 orizzontale, e un prospetto tridimensionale della
 configurazione strutturale. L'architetto Randall
 Satterwhite ha osservato che, invece di costruire
 il reticolo spaziale sulla base di configurazioni
 predefinite per i piani. con aste e nodi omessi.
 avrebbe potuto piu semplicemente assemblare
 il reticolo completo e rimuovere poi a ogni livello
 le strutture indesiderate per formare i richiesti
 spazi vuoti. La struttura del reticolo spaziale era compo¬
 sta di aste a sezione quadrata, con una di¬
 stanza di circa 1.5 m fra i centri dei nodi. Gli
 strati orizzontali della griglia furono quindi spa-
 ziati con interasse di 1,06 m. II sistema di giun¬
 zione, illustrato in Fig. 8.9, usava giunti pre-
 fabbricati a piastra d’acciaio con bulloni sin-
 goli che attraversano le estremita intagliate delle
 aste di legno. Tenendo conto dei problemi incontrati nella co¬
 struzione di questa casa. l'architetto Randall Sat¬
 terwhite propose4 le seguenti modifiche al si¬
 stema: Anno: 1978 Archltetto: Randall G. Sallerwhile 8.6 La casa Nusatsum. coslruila nel 1978. che nchiama in
 modo sofprendenie le cime delle montagne circoslanli
 (cortesia R G. SaMerwhiie) 107
Esempi intemazionali • Strutture reticoiari spaziafi Casa Nusatsum, Bella Coola Valley, Columbia Britannica, Canada 8.7 la casa Nusalsum. Visla inlpma degli spa?i.ibildMi a
 poliedn rregolari (corlpsia R.G. Sallerwhile) 8.9 La casa Nusatsum Guinh del reiicolo spaziale
 (corlosio R G Sallemlulo) 6.6 La casa Nusatsum Modello in scala del relicol spaziale mullistralo (cortesia R.G. Satlerwtule) 1 un sistema di giunzione modificato che pre-
 veda superfici piane per il rivestimento. un
 connettore piu robusto fra asta e nodo con
 una migliorata flessibilita geometri :a; 2 migliorate predisposizioni per i movimenti
 della struttura in legno; 3 aumento della lunghezza delle aste per rea¬
 lizzare altezze adatte agli spazi abitati fra le
 maglie orizzontali; 4 controllo con computer della topografia e
 degli slorzi delle aste; 5 prefabbricazione dei componenti dei muri e
 dei solai con pannelli che possono essere
 congiunti agli angoli formati dai piani del re¬
 ticolo (180°, 125°, 54°, 70° e 109°); 6 passaggio ad aste a sezione circolare. In seguito fu progettata una seconda struttura sperimentale usando aste cilindriche della lun¬ ghezza di 3,0 m, con un diametro di 150 mm,
 collegate a nodi di fusione in un unico pezzo. in
 lega di alluminio 356 T6. La casa Nasatsum e il sistema modificato di-
 mostrarono che ё possibile progettare e co-
 struire forme abitative innovative usando la fun-
 zionale geometria strutturale dei reticoli spaziali
 e il materiale piu idoneo dal punto di vista am-
 bientale, il legno. In particolare, nella seconda
 struttura sperimentale vennero utilizzati come
 elementi principali i tondoni di legno (conside-
 rati solitamente legname di bassa quality, adatti
 solo ad applicazioni come pali di recinzione).
 Esistono problemi di gradimento. dovuti a una
 generate riluttanza del pubblico ad adattarsi a
 un progetto basato su spazi abitabili triangolari
 e poligonali. con muri inclinati. Nel Capitolo 9
 saranno analizzati on maggiore dettaglio i re¬
 ticoli spaziali abitabili (grandi e piccoli). 108
Cattedrale di Cristallo, Garden Grove,
 California, USA Le strutture reticolari spaziali sono usate so-
 prattutto per supportare coperture orizzontali о
 inclinate o, meno (requentemente. solai. Tutta-
 via, esse sono ugualmente adatte all'uso come
 pareti verticali. Anche se non comuni, esistono
 esempi interessanti di edifici nei quali quasi tutte
 le strutture sopraelevate sono costitute da reti¬
 coli spaziali. Uno di quest в la Cattedrale di Cri¬
 stallo a Garden Grove in California. Si tratta di
 un edificio quasi totalmente racchiuso in una
 struttura reticolare spaziale coperta interamente
 da vetrate (Fig. 8.10). In realta la struttura non ё
 un vero reticolo spaziale a doppio strato. per-
 che i correnti interni si sviluppano in un solo
 senso. generando una serie di reticoli piani in-
 terconnessi che si estendono in una sola dire¬
 zione. Gli architetti avevano escluso I’uso di cor¬
 renti interni trasversali per non interrompere la 8.10 Vista estema della Cattedrale di Cristallo a
 Garden Grove. California (cortesia N.M.T. Jackson) continuity visuale della struttura. Cionoriostante,
 questa costruzione ё stata inserita tra gli esempi
 di questa Parte perch6 ё generalmente ricono-
 sciuta о come reticolo spaziale о come strut¬
 tura a telaio (e avrebbe potuto esserlo facilmente),
 e perche lo stretto collegamento fra i telai con-
 sente in qualche misura la ripartizione dai cari¬
 chi fra di essi. Per chi ha studiato a fondo la tradizione euro-
 pea delle magnifiche cattedrali gotichecostruite
 in muratura, il concetto di una chiesa о catte¬
 drale dotata di una struttura totalmente rivestita
 in vetro riflettente argentato, ё un sacrilegio. Tut-
 tavia, i maestri muratori che costruivano le grandi
 cattedrali nell'Europa medievale si affidavano
 alia loro ability strutturale per aumentare la quan¬
 tity di luce che poteva penetrare all’intemo delle
 loro opere. II reverendo Robert Schuller, che
 commissionb la costruzione, aveva predicato
 per molti anni all’aria aperta e avrebbe ideal-
 mente preferito un edificio senza tetto e senza
 pareti. Awalendosi dei vantaggi offerti dai ma-
 teriali e dalla tecnologia moderni, architetti e in-
 gegneri raggiunsero come risultato che piu si
 awicinava ai desideri di Schuller una struttura
 che R.E. Fisher. ne\\'Architectural Record5 (p.
 78), decrisse come "una tenda di vetro di am-
 piezza riposante e piena di significato". Con una planimetria a losanga modificata, la
 cattedrale ha gli assi maggiori e minori lunghi ri-
 spettivamente 126,5 m e 63,1 m (Fig. 8.11) e si
 innalza di 39 m sui livello del suolo. I reticoli spa¬
 ziali sono fabbricati con aste tubolari d'acciaio
 del diametro di 50,8. 63.5 e 76,2 mm. Le dia¬
 gonali sono per la maggior parte collegate per
 saldatura о con bulloni a piastre nodali di testa
 salcjate alle aste dei correnti che si sviluppano
 parallelamente all'asse minore della losanga,
 come si puo vedere nel primo piano della Fig.
 8.12. Agli angoli delle maglie del reticolo (giun-
 zione fra parete e pavimento) si usano nodi di
 fusione per adeguarsi agli sforzi elevati e alia
 complessity della configurazioni delle aste. A
 causa della leggerezza della copertura in con-
 fronto alia maggiore robustezza delle pareti. si
 ё tenuto conto di forze sismiche sia verticali sia
 orizzontali, in conformity all’Uniform Building
 Code del 1976. Per ridurre al minimo la visibility della struttura
 all’interno dei curtain wall vetrati, i vetri sono stati
 fissati a incastro usando silicone a basso mo¬
 dulo come materiale di tenuta. II fissaggio sulla Anno: 1979/80 Proprietario: Garden Grove Community Church. Calilornia
 Architetti: Johnson/Burgee Architects (PhiHp Johnson e John Burgee)
 Ingegneri: Severud-Perrone-Szegezdy-Sturm Produttore della struttura In acciaio: Pittsburgh-Des Moines Steel Co. 109
Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali Cattedrale di Cristallo. Garden Grove. California. USA Ж£ШЩП - ;Th!■■<*.'fi.-.1Ьд 8.1 ? Tiplci collegamenii nodali nella Cnltedrale 11 Cristallo (cortesia N.M.T. Jackson) struttura reticolare ё fatto con staffe che con-
 sentono un aggiustamento a sei vie. Un 'ivesti-
 mento in argento colorato elimina il calore della
 radiazione solare e il vetro trasmette solo l’8%
 della luce incidente. Si tratta di un esempio nei quale I’uso di un
 “vero" reticolo spaziale bidirezionale 6 stato
 escluso per motivi architettonici. per mante-
 nere la continuity visuale della struttura. Ё que-
 sta una situazione che depone a favore di uno
 dei piu comuni argomenti contro i reticoli spa¬ ziali in generale. e in particolare contro le tra
 vature reticolari. secondo il quale la chiarezza
 della geometria delle planimetne e delle viste
 frontali non ё piu percepibile dopo che I’edifi-
 cio ё stato costruito. Nella Cattedrale di Cri¬
 stallo la purezza della forma strutturale ё stata
 sacrificata per alleggerire visivamente la strut
 tura. Anche cosi. I'impressione che si ricava
 dall'interno del reticolo spaziale ё quella di una
 densa fi igrana bianca sovrapposta all’involu-
 cro trasparente. 8 11 Vista inlema lungo I asse maggiore di 126.5 m
 di lunghezza data Gallwlmln <li Cnslalli ■ (cotli--^11 N.M.T.
 Jackson 110
Centro espositivo nazionale e arena internazionale,
 Birmingham, Gran Bretagna La fase 1 del Centro espositivo nazionale nei
 dintorni di Birmingham rappresenta una delle
 applicazioni piu estensive del sistema Nodus
 sviluppato dalla British Steel. Tubes Division (ora
 British Steel Tubes & Pipes) Costruiti alia fine
 degli anni '70, i saloni espositivi sono basati su
 una maglia regolare di colonne di 30 m x 30 m,
 che si presta in modo ideale alia natura modu¬
 lare del reticolo spaziale Nocus. Le aree di co¬
 pertura sono supportate da 93 units reticolari
 spaziali Nodus, configurate a quadrato su qua¬
 drato sfalsato. ciascuna di dimensioni 27.9 m
 x 27,9 m (Fig. 8.13). La natura ripetitiva della
 campata strutturale consent) una progettazione
 e una fabbricazione efficienti del reticolo spa¬
 ziale. L'area espositiva completa ё mostrata in
 Fig. 8.14. II salone 7 del Centro espositivo nazionale. noto
 anche come Arena internazionale di Birmin¬
 gham. offre un'area di 108 m x 90 m libera da
 colonne e viene usata per concerti oltre che per esposizioni. La costruzione ricevette lo Struc¬
 tural Steel Design Award nel 1981.6
 Un sistema di otto montanti Vierendeel. alti 32 m
 (composti ciascuno da quattro colonne RHS
 da 450 mm x 250 mm) e di tiranti CHS del
 diametro di 273 mm, supporta i punti di in-
 tersezione di un reticolo piano di travi retico¬
 lari scatolate a sezione quadrata cava. I reti¬
 coli principali spaziano all’incirca per un terzo
 di ciascun lato e dividono la planimetria in nove
 campate, che sono composte con reticoli spa¬
 ziali Nodus simili a quelli usati negli altri saloni
 espositivi. II reticolo spaziale della zona cen¬
 trale ё leggermente rialzato per fornire un lu-
 cernario vetrato che immette luce diurna
 quando necessario. Ogni area del reticolo spa¬
 ziale (compresi gli impianti di illuminazione, di
 servizio e di nebulizzazione) fu assernblata a
 terra prima di essere sollevata e installata sul
 reticolo primario, come si pu6 vedere nella Fig.
 8.16. Anno: 1980 Proprletario: The National Exibilion Centre Ltd
 Archltetti: Edward D Mills & Partners Ingegneri: Oer Arup & Partners Appaltatore della struttura in acciaio:
 Redpalh Engineering Ltd Produttore della struttura in acciaio (Nodus): Pipework Engineering Develpments
 and Tubeworkers Lid 6.13 Centro espositivo nazionale
 di Birmingham, Gran Bretagna. Campata
 strutturale standard (cortesia British Steel.
 Tubes & Pipes) 111
Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali Centro espositivo, Birmingham. Gran Bretagna 8.15 Arena intomaz nalo di Birmingham 3ran Bretagna
 (corlesia Briiish Sleel. Tubes & Pipes) 8.18 Arena mlernazionale di Birm ngham. Gran Brelagna
 Slstemd di monlanli Vierendeel e di liranii CHS с he
 supportano la Irave reticolare piana. Nctare la sezione
 centrale della copertura soiievata e iniomo a essa
 le lanteme velrato (rortesin Ernish Steel Tubes & Pipes) 112
Salone Meishusama, Giardino sacro di Shiga,
 Shigaraki, Shiga, Giappone Anno: 1983 Architetti: Minoru Yamasaki & Associates Ingegnere: Yoshikalsu Tsuboi Appaltatore: Shimizu Construction Co 8.17 Salone Meishusama
 nel Giardino sacro di Shiga,
 Shigaraki, Shiga. Giappone
 (cortesia Mamoru Kawaguchi) Ultimato nel 1983, il Salone Meishusama del
 Giardino sacro di Shiga (Fig. 8.17) ё un esem-
 pio dell'uso congiunto di un reticolo piano a
 strato singolo e di reticoli spaziali curvi a dop¬
 pio strato. Questo monumentale edifrcio ё un'in-
 terpretazione in chiave modema del tempio giap-
 ponese, che mantiene le tradizionali forme curve
 del tetto usando pero le moderne tecnologie
 delle strutture di acciaio e i reticoli spaziali per
 creare un'estesa copertura di grande rilevanza,
 eleganza e bellezza nel paesaggio di montagna. II salone, eretto su un imponente podio di circa
 150 m x 75 m, a pianta rettangolare (Fig. 8.18),
 si trova vicino a Kyoto, in Giappone, e fu co¬
 struito come luogo di riunione e di culto per
 Shinji-Shumei-kai.'’ Quattro enormi "zanne" d'angolo, supportate
 da massicce basi in cemento, si innalzano al di
 sopra del podio in cemento armato. Le zanne,
 fabbricate a sezioni con lamiere di spessore va¬
 riable da 23 a 32 mm, collegate in cantiere con
 bulloni ad alta resistenza, supportano una os- satura rettangolare di travi a scatola in acciaio
 di 49,4 m x 21,6 m. Questa ё a sua volta attra-
 versata da una copertura piana a reticolo dia¬
 gonal. Su ciascuno dei quattro lati del salone
 un reticolo spaziale curvo a doppio strato ё so-
 speso secondo una curva catenaria poco
 profonda. II reticolo spaziale ё proteso orizzon-
 taimente di 18,3 m fra I'ossatura rettangolare di
 alto livello e le travi delle pareti perimetrali e ha
 un salto verticale di circa 34 m. Le dimensioni
 delle maglie sono di 2.88 m x 2,88 m sia per gli
 strati infericri sia per quelli superiori del reticolo
 spaziale, che ё alto 1 m e ha correnti costruiti
 con aste tubolari di acciaio di 216,3 mm di dia¬
 metro. Questi elementi strutturali racchiudono nel loro
 insieme I'inponente spazio del salone, largo
 58,2 m e lungo 86 m, innalzandosi a 43 m al di
 sopra del podio, con 5670 posti a sedere. Ester-
 namente, i reticoli spaziali di chiusura a catena¬
 ria sono ricoperti con lamierini di rame dello spes¬
 sore di 0,55 mm, supportati da un pannello di
Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali Salone Meishusama. Shiga, Giappone legno compensate dello spessore di 5 mm. Al
 di sotto di questo, un pannello isdante e collo-
 cato fra i travicelli di legno bullonati a pannelli ner-
 vati prefabbricati in cemento (900 mm x 2,88 m
 x 60 mm) fissati al reticolo spaziale. All'intemo (Fig. 8.19) ё applicata una finitura a pastello li-
 scia, apparentemente senza giunti, per riflettere
 la luce che filtra attraverso le pareti perimetrali
 in vetro, dai lucernari e dalle aperture vetrate
 adiacenti a ciascuna zanna d'angdo. 114
Centro Jacob К. Javits, New York, USA II centra espositivo e per congressi Jacob K. Ja¬
 vits di New York (Fig. 8.20), costruito nei primi
 anni '80, ё il piu grande reticolo spaziale ad area
 unica del mondo.8 In pratica tutto I'inviluppo
 dell'enorme edificio ё costaiito con travi retico
 lari su un reticolo modulare standard di 3.05 m. II gigantesco padiglione, che richiama alia mente
 il Crystal Palace costruito a Londra nel 1851. ё
 inserito fra la Undicesima e Dodicesima Avenue
 e la Trentaquattresima e la Trentacinquesima
 Street di Manhattan e domina dall'alto il fiume
 Hudson. II reticolo spaziale ha un’area piana di
 piu di 53000 m2. estesa per 300 m x 165 m.
 con una largh zza massima di 220 m nella se¬
 zione trasversale del salone di ingresso, dove si
 innalza alia massima altezza di 47 m sul pavi¬
 mento. La decisione architettonica di rivestire il reticolo spaziale principalmente con vein semir
 flettenti ha come conseguenza che durante il
 giomo la gigantesca struttura diventa quasi invi¬
 sible perch6 riflette il cielo. mentre la notte I’illu-
 minazione interna rivela la geometria regolare della
 delicata maglia del reticolo spaziale. Per il Centro Javits9 ё stata adottata una cam¬
 pata strutturale quadrata di 27 m x 27 m (Fig.
 8.21). Questa scelta ё in relazione diretta con le
 dimensioni normali e con lo schema degli stand
 espositivi commerciali. Le dimensioni della cam¬
 pata strutturale generano a loro volta un passo
 di 3 m x 3 m delle travi reticoiari. Con una altezza
 di 1.5 m. il reticolo spaziale a doppio strato ha un
 rapporto luce/altezza di 18. Questa scelta ё do-
 vuta a ragioni sia geometriche sia estetiche, per
 mantenere I'mclinaz ne di 45° delle diagonali vi- Anno: 1976-1986 Proprietario: Convention Cenler Development Соф. Architetti
 P&. Cobb Freed Inqcqn I WeidlingerAssocates. Salmon Associates Reticolo spaziale: PG Syslem (PG Structures Inc) 115
Esempi internazionali • Strutture reticoiari spaziali Centro Jacob K. Javits, New York, USA 8.22 Dettaglio dei londi di irazione e delle asle del Cenlro Jacob K. Javits (cortesia
 MatthysLevy Weidl rtget Associates) ste di taglio e per facilitare il passaggio da oriz-
 zontale a verticale agli angoli vertical! delle pareti. II rapporto luce/altezza puo essere giudicato piut-
 tosto prudenziale, ma questo pu6 essere spie-
 gato con la presenza di carichi notevoli dell’im-
 pianto di ventilazione, che in qualche caso pos-
 sono amvare a 30 000 kg per campata. Per evi-
 denziare il modo con cui i carichi verticali ven-
 gono incanalati sulle fondazio'ii, il reticolo spa¬
 ziale ё supportato da colonne “ad albero", con il
 “tronco" costituito da quattro tubi singoli del dia-
 metro di 400 mm. La resistenza al fuoco ё otte-
 nuta riempendo le colonne con cemento armato.
 Lungo il perimetro di ciascuna campata quadrata
 ё installato un corrente inferiors aggiuntivo, col-
 legato con diagonali di parete. per fomnare una
 trave reticolare a losanga avente un ingombro in
 altezza di 3 m. Ciascuna campata del reticolo ё
 quindi supportata su tutti i bordi da una trave che,
 integrandosi nel sistema. produce un reticolo par-
 zialmente a tre strati. Nel reticolo spaziale brevettato PG System si
 usano tubi di acciaio che corrono fra nodi sfenci
 troncati e cavi, collegati da un sistema di tiranti
 che passano attraverso gli assi dei tubi (Fig. 8.22). 823 Dettaglio del supporto della copertura del Centro Jacob K.Javit (cortesia Mattiys
 Levy. Weidlinger Associates) I tubi hanno diametri variabili da 75 a 215 mm; i
 tubi di diametro maggiore sono conici agli estremi
 per evitare il contatto ai nodi con i tubi vicini. II si¬
 stema prevede che i tubi assorbano le forze di
 compressione sulle aste, e che i 75 000 tiranti in
 acciaio ad alta resistenza collocati all’interno dei
 tubi supportino gli sforzi di trazione. I tiranti hanno
 un diametro che varia fra 13 e 83 mm, e i nodi
 cavi hanno diametri variabili da 215 a 240 mm,
 con diversi spessori di parete. II montaggio del
 sistema induce un piccolo pretensionamento nel
 reticolo spaziale. Le aste dei correnti superiori
 della copertura portano saldato in testa un pic¬
 colo profilato a T per consentire il fissaggio di-
 retto sul reticolo del materiale di copertura in ac¬
 ciaio sagomato, senza usare arcarecci secon-
 dari (Fig. 8.23). Per assecondare la dilatazione termica dell’im-
 mensa struttura, il rcticolo spaziale с aiviso in
 alcune grandi aree circondate da travi a losanga
 con correnti accoppiati, in modo che ogni area
 si comporti come una struttura indipendente.
 Nell'involucro di rivestimento sono previsti giunti
 di espansione e, alia sommit& delle eolenne ad
 albero, sono installati tre tipi di suppcrti (ap- 116
Centro Jacob К. Javits, New York. USA Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali poggio fisso. scorrevole in una direzione e li
 bero di scorrere in ogni direzione orizzontale.
 come richiesto). In genere. le aree fra i giunti di
 espansione sono fissate al centro. minimizzando
 in tal modo i vincoli alle dilataziom termiche e.
 quindi. anche le forze indotte nei reticolo spa¬
 ziale dalle variazioni di temperature. Le pareti
 non sono quasi mai usate per supportare la co¬
 pertura. che ё invece supportata dalle colonne
 interne. Le pareti che raggiungono il pavimento
 sono nella maggioranza dei casi vincolate late-
 ralmente alia loro base, ma sono libere di muo-
 versi verticalmente. Un problema comune alle grandi coperlure piane
 ё quello deH’eliminazione dell'acqua piovana.
 Normalmente cio si ottiene prowedendo una
 pendenza con I'uso di aste di lunghezza diversa
 fra i correnti infenon e superiori. Nei Centro Ja¬
 vits la difficolta 6 stata superata in modo diverso.
 Per le campate della copertura fu specificata una
 deflessione minima (in aggiunta al piu comune li- mite di deflessione massima) in modo da costi-
 tuire degli awallamenti per lo scorrimento dell'ac-
 qua. che viene quindi raccolta e scaricata dal si¬
 stema di drenaggio. Questo elimina la necessita
 di prevedere una penden a nella copertura, ma
 puo far insorgere problemi se il sistema di dre¬
 naggio non viene adeguatamente controllato. An¬
 che se I'involucro vetrato dell'edificio era a 0.38
 m dallo strato estemo del reticolo spaziale. i pan-
 nelli avevano la stessa maglia di 3 m x 3 m. ma
 erano suddivisi in segmenti di 1.5 m x 1.5 m per
 motivi di economia e di estetica. Questo significa
 che agii angoli nentranti. agli spigoli e ai bordi a
 mansarda della copertura era necessario usare
 pannelli speciali. (Rg. 8.24). II Centro Javits ё un esempii di apphcazione di
 un sistema reticolare spaziale brevettato per
 racchiudere un enorme volume chiaro e arioso
 (rig. 8.25). creando questo spazio aichiietto-
 nico con una semplice configurazione struttu¬
 rale a quadrato su quadrato sfalsato. 8 25 Intemo del ceniro esposilivo (corlesia Alaslair Gardner) 824 New York Exhibition and Convention Center- pannelli speciali velrali sulle
 superfo d'angolo agli spigoli. e sula copertura a mansarda (conesia Alastair Gardner) 117
Cupola Oguni, Oguni-machi, Kyushu,
 prefettura di Kumamoto, Giappone Anno: 1988 Architetth Yoh Design Office Ingegneri: Gengo Malsui e Alelier Furai
 Appaltatore: Hasnimoio Construction Co Ltd Le strutture reticolari spaziali in legno sono rare
 rispetto a quelle in acciaio e in alluminio. In Giap¬
 pone esiste, invece. la tradizione di costruire in
 legno strutture di notevoli dimensioni. come tem-
 pli, castelli e pagode, e la cupola Oguni di Kyu¬
 shu. nella prefettura di Kumamoto, rientra in que-
 sta tradizione. Situata nella parte meridionale
 dell’isola giapponese, questa grande palestra,
 costruita nel 1988, ё un buon esempio dell'uso
 del legno in una moderna struttura reticdare di
 copertura a doppia curvatura e a doppio strato.
 (Fig. 8.26). Su tutta la copertura. che si sviluppa
 per circa 2835 m2 con una forma strutturale con-
 vessa e rivestimento in acciaio inossidabile, si
 usa cedro (sug/ in giapponese). trattato con pre-
 servanti. Le dimensioni in pianta sono 63 m x
 47 m con un'altezza del reticolo di soli 2 m (e
 un rapporto luce/altezza di 23,5). La forma curva
 tridimensionale della copertura, mostrata in pro-
 spetto e sezioni nelle Figg. 8.27 a e 8.27 b e
 nella vista tridimensionale della Fig. 8.28, con- ferisce una rigidezza strutturale supplementare.
 Questa forma consente di adottare un reticolo
 spaziale piu snello. I dettagli del sistema reticolare spaziale usato per
 la copertura convessa della palestra furono per-
 fezionati dallo stesso architetto. Shoei Yohl0-n
 utilizzando una serie di fabbricati. Per collegare
 le aste di legno venne adottato il sistema TM. im-
 piegato come sistema standard nei reticdi spa¬
 ziali in acciaio. Come si vede nella Fig. 8.29, per i correnti superiori si usano aste di cedro a se¬
 zione piena, fino a 110 mm x 150 mm. e fino a
 110 mm x 170 mm per i correnti inferiori, con
 aste di parete di 90 mm x 125 mm. A ciascuna
 estremita delle aste di legno ё fissato un connet-
 tore di acciaio, composto da un manicotto del
 diametro di 42,7 mm e da un bullone saldato a
 una calotta di testa munita di inserto a piastra. Le
 aste sono quindi pronte per il collegamento con i nodi del sistema standard TM (Figg. 8.29 e 8.30).
 Un sistema secondario di arcarecci e travicelli 8.?6 Visla nlerna della cupola Oguni a Kyushu, prefellura di К mamolo Guppone. La slmllnrn £ un reticolo spd/uik- a doppio slralo
 di legrto (corlesia Yoh Architecls) 118
Cupola Oguni. Kyushu, Giappone Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali 8.27 Cupola Oguni: a) prospetto nord: b) sezione trasversale (cortesia Yoh Architects 8.28 Modello Iridimensionato compulerizzato del rcticolo spaziale convesso dela cupola Oguni (corlesia Yoh Architecls) 119
Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali Cupola Oguni. Kyushu. Giappone 8 29 Asle di cedro masaccio della cupola Oguni (corlesia Yoh Architects) 8.30 Cupola Oguni. inserti dei giunti di acciaio per le aste di legno.
 per il cdlegamenio con i nodi standard slenc TM (corlesia Yoh Architects) 8.31 Sezione dettagliata della parete perimelrale e del reticolo spaziale della
 Cupola Oguni (corlesia Yoh Archiiects) 120
Cupola Oguni, Kyushu. Giappone Esempi internazionali • Strutture reticolah spaziati supporta le lastre di legno compensato isolato
 del tetto, rivestite in acciaio inossidabile, e i pan¬
 nelli prefabbricati del soffitto. Una considerazione importante sull'uso del le¬
 gno nei reticoli spaziali ё la sua efficienza in caso
 di incendio. II legno brucia о carbonizza a una
 velocita prevedibile e. di solito. le aste possono
 essere sovradimensionate in modo da conser-
 vare I’integrite strutturale per un periodo di tempo
 definito. Nella cupola Oguni il reticolo spaziale
 venne rialzato, come si pu6 vedere nella sezione
 particolareggiata della Fig. 8.31, a una altezza
 minima di 6.2 m sul pavimento della palestra,
 per inserire una distanza adeguata fra la strut¬ tura e ogni possibile incendio a livello del pavi¬
 mento. Si prowide, inoltre, a installare alcuni
 nebulizzatori automatici. Considerando la semplicita, I'eleganza e I'affa-
 scinante estetica di questa cupola a reticolo
 spaziale costruita con un materiale strutturale
 naturale. caldo e rinnovabile, puo soфrendere
 che non si costruisca un numero maggiore di
 coperture di tale natura. Probabilmente, in molti
 Paesi, questo dipende da una certa resistenza
 a usare il legno in strutture a grande luce, per-
 che i progettisti non si sentono tranquilli a causa
 della minore prevedibilita delle proprieta di que¬
 sto materiale. 121
Hangar FFV dell’Aerotech, aeroporto di Stansted,
 Gran Bretagna Anno: 1988 Architetti Faulks. Perry, Culley and Recli
 Ingegneri: Sir Frederick Snow and Partners and Burks Green
 and Partners (slrullure in acciaio delrnangar
 e CUBIC Space Frame) Consulente: M Les/ck KuDik Capo commessa: CoslHin Construction I.Id Produtto della struttura in acciaio
 e reticolo spaziale: A R. Huni Monlaggio: Buller & George L'hangar FFV di manutenzione per I'Aerotech
 all'aeroporto di Stansted, Gran Bretagna (Fig.
 8.32) ё notevde per la sua forma planimetrica
 a losanga e anche perche ё il CUBIC Space
 Frame di maggiore luce che sia stato costruito
 a tutt oggi.12 La losanga, composta da due trian-
 goli isosceli aventi lati lunghi 98 m e affiancati
 lunge i lati, ha I’asse maggiore di 170 m e quello
 mmore di 98 m. Con due aperture di ingresso
 larghe 72 m e alte 21 m, situate su lati adiacenti
 lungo I’asse maggiore dell'hangar. esso ospita
 due aeromobili della serie Boeing 747-400 (come
 mostrato in Fig. 8.33). La struttura reticolare ё
 supportata da quattro colonne principali agli an
 goli della losanga, da due travi reticolari alte 5.9
 m al di sopra delle aperture di ingresso e da co¬
 lonne secondarie con interassi di circa 6,1 m
 collocate sulla restanti parti del perimetro. Le
 forze del vento sono trasmesse al suolo so-
 prattutto dalle quattro colonne d’angolo, che
 per questo carico si comportano come mensole
 verticali, mentre le restanti colonne resistono
 solo a carichi verticali Durante lo sviluppo iniziale del CUBIC Space
 Frame gli ingegneri esperti in progettazione di re-
 ticoli spaziali manifestavano scetticismo nei con
 fronti dell’economicita della vera struttura a te- laio, che fa grande affidamento sulla resistenza
 a flessione per supportare il carico. rispetto ai si-
 stemi piu convenzionali nei quali i carichi sono
 sostenuti principalmente dall’azione di reticolo
 (aste sdlecitate solo a trazione о compressione).
 Ciononostante, la copertura dell'hangar dell’ae-
 roporto di Stansted con il CUBIC Space Frame
 fu scelta grazie al suo costo ridotto rispetto a una
 soluzione alternative che prevedeva un'ossatura
 di travi relicolari di altezza notevde con pannelli
 reticolari di riempimento. Bench6 il telaio possa
 presentare una minore eftaenza strutturale (in-
 tesa come rapporto fra il sovraccarico sulla strut¬
 tura e il peso proprio). e quindi possa essere piu
 pesante di un reticdo spaziale equivalente, I'uso
 di semplici e poco costose tecniche di fabbnca-
 zione pu6 rendere il sistema piu conveniente da
 un punto di vista economico. Si uso un reticolo a doppio strato ortogonale,
 con un ingombro in altezza di 4,0 m. con i cor-
 renti inferiore e superiore parallel! agli assi prin-
 cipali della losanga (e cioe con un angolo di 30" о 60° rispetto ai lati dell'hangar). Gli assi princi¬
 pali sono stati divisi in 48 campate uguali in cia-
 scuna direzione. per avere moduli reticolari di
 circa 3.5 m x 2.0 m (Figg. 8.34 a e b)). In totale
 furono usati 1201 moduli, la maggior parte dei 8.32 Hangar di manutenzione della FFV Aerotech
 all'aeroporto Slansled. Gran Breljgnj (folo di John Chillon) 8 33 Schizzo p a nelrico ooll'hangar
 (disegno di Carlos MArquez) 122
Hangar FFV dell’Aerotech, aeroporto di Stansted, Gran Bretagna Esempi internazionali • Strutture reticoiari spaziali • 8.34 a Hangar di manutenzione della FFV Aerotech all'aefoporto di Stansted: a) planimelria: b) sezione
 (disegno di Carlos Mfirquez) 123
Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali Hangar FFV dell’Aerotech. aeroporto di Stansted, Gran Bretagna 8.35 Retif )lo di copertura parzialrtwiie assemblato del hangar (corlesia L A Kubk quali aveva una pianta a X, mentre i moduli d'an-
 golo avevano in genere pianta a L. Tutti i moduli
 furono fabbricati usando maschere apposita-
 mente costruite, con profilati standard Universal
 Beam and Column di sette diverse dimensioni,
 tutti con altezza nominate di 200 о 400 mm; le
 aste verticali di parete, di sette diverse dimen¬
 sioni, avevano sezione cava quadrata о rettan-
 gdare variabile fra 200 mm x 200 mm e 300 mm
 x 300 тт. I moduli risultanti avevano un peso
 variabile fra 0,5 e 1,0 tonnellate. Gli incastri di
 collegamento fra i correnti e i piedritti vennero
 rinforzati con collari о flange di lamiera e anche i piedritti verticali tubolari chiusi alle estremita
 con piastre completamente saldate alle aste dei
 correnti. Per il collegamento dei moduli si usa-
 rono giunti a sovrapposizione in acciaio ad alta
 resistenza, bullonati, con piastre saldate alle pa¬
 reti alle estremita dei correnti. II numero di bul-
 loni da 24 mm in un giunto era al massimo di
 venti e si riduceva a un minimo di due nei giunti
 meno caricati. Per lo smaltimento dell'acqua pio-
 vana. la struttura della copertura venne inclinata
 nelle due direzioni accorciando le aste dei cor¬
 renti del reticdo inferiore. Nei diversi stadi della costruzione vennero usati
 van metodi di assemblaggio. Inizialmente venne
 innalzato a meta dell'hangar un ponteggio a torre.
 Si assemblarono quindi a terra tre sezioni del te-
 laio spaziale, con una lunghezza totale uguale a
 quella dell’asse minore dell'hangar, 98 m, e con
 una larghezza di tre moduli. A mezzo di gru se-
 moventi, la prima sezione del reticolo spaziale
 venne quindi sdlevata e cdlegata con una co-
 lonna permanente, mentre le altre estremita ve-
 nivano mantenute sospese da una gru. L’altra
 gru sdlevd la seconda sezione preassemblata,
 che venne bullonata alia prima sezione, usando i giunti a sovrapposizione standard, e posata
 sui supporto della torre prowisoria. La sezione rimanente del telaio spaziale venne quindi sol-
 levata e cdlegata fra la seconda sezione e I’al-
 tra cdonna permanente. Si formava un ponte
 reticolare attraverso I’asse minore dell’hangar,
 cosi che la costruzione pot6 procedere da en-
 trambi i lati. I moduli vennero montati, indivi-
 dualmente о a piccoli gruppi, ai due lati del ponte
 fino a che si arrivo a una iarghezza di sei mo¬
 duli, e a questo punto venne rimossa la torre
 prowisoria. II montaggio procedette da entrambi 1 lati del ponte verso gli angoli acuti della losanga.
 Durante il montaggio del reticdo si incontrarono
 alcuni problemi di accoppiamento, a causa della
 deformazione del reticolo causata dal peso pro-
 prio. ma furono superati usando telai apposita-
 mente coslruiti e dispositivi a martinetto per ri-
 mettere in sesto i moduli. La Fig. 8.35 mostra il
 reticolo parzialmente assemblato in fase di mon¬
 taggio. Rispetto al progetto originate della copertura.
 il CUBIC Space Frame fece risparmiare circa 2 m nell’altezza di ingombro dell’hangar, ridu-
 cendola a poco piu di 27 m. Per I’adiacente
 edificio del terminal, che veniva costruito con-
 temporaneamente, era stato imposto il vincolo
 progettuale che I’altezza non doveva superare
 quella dell'albero piu alto nelle vicinanze (circa
 15 m sui livello del terreno). Una simile restri-
 zione sarebbe stata irragionevole per un han¬
 gar progettato per ospitare aerei che. nei loro
 punto piu alto, distano circa 20 m dal suolo;
 tuttavia il piu importante argomento architet-
 tonico considerato in fase di progetto fu quello
 di mantenere al minimo I’altezza di ingombro.
 In riconoscimento del disegno innovativo
 dell'hangar e dell'uso del CUBIC Space Frame,
 il progetto fu insignito con il massimo premio
 dal British Construction Industry Awards 1989,
 e si aggiudicd anche lo Steel Design Award nei
 1990. 124
Biosphere 2, deserto di Sonora, Arizona, USA Biosphere 2 era un interessante esperimento
 per il controllo delle cordizioni ambientali natu-
 rali all'interno di un involucro a tenuta d’aria. Si
 trovo conveniente alloggiare tale progetto all’in-
 temo di un gigantesco reticolo spaziale.13 Co-
 struito nel 1990 nell’inospitale ambiente del de¬
 serto dell’Arizona, vicino a Tucson, il complesso
 comprendeva cinque padiglioni principali: il Bioma
 del deserto; il Bioma dell’agricdtura intensive;
 I'Habitat e due Cupole a pdmone (cosi chiamate
 perche le membrane al loro interno controlla-
 vano le variazioni della pressione intema dei Biomi
 causate dalle variazioni della temperatura am¬
 biente). II Bioma del deserto fu costruito con
 40000 aste che formavano due piramidi a gra-
 dini collegate da una galleria con sezione
 anch'essa a gradini. L'edific э ha una lunghezza
 di 168 m e una luce di 55 m nella piramide piii
 grande (Fig. 8.36). La struttura ё completamente
 vetrata. come si pud vedere in Fig. 8.37 nel caso
 del Bioma deH'agricoltu'a intensiva. Nella strut¬
 tura dell’Habitat venne usata una combinazione
 di rivestimenti in acciaio e in vetro, e un rivesti- mento quasi esclusivamente in acciaio nelle Cu¬
 pole a polmone. del diametro di 55 m. visibili in
 secondo piano nella Fig. 8.37. II reticolo spaziale adottato per queslo progetto
 ё una forma "senza nodi”, il Multi-hinge System
 (Fig. 8.38) sviluppato da Peter Pearce. Si uso
 un reticolo a due strati per i due Biomi e uno a
 strato singolo per I’Habitat e per le Cupole a
 polmone. Ciascuna asta tubdare ё chiusa con
 una calotta saldata, e porta piastre alettate prefo-
 rate in determinate posizioni vicine alle estre-
 mita.14 L’assemblaggio del reticolo awiene bul-
 lonando direttamente fra di loro le aste. a mezzo
 delle alette, secondo configurazioni predeter¬
 minate. II trasferimento delle forze all'interno dei
 giunti awiene esclusivamente per resistenza a
 taglio dei bulloni di collegamento. II vantaggio
 di questo sistema di cdlegamento "senza nodi"
 ё la rigidita della giunzione. che migliora I'effi-
 cienza complessiva del reticolo spaziale
 Un elemento importante del progetto Biosphere 2 era il mantenimento di un ambiente separato
 da quello di Biosphere 1 (costituito dalla Terra Anno: 1990 Archltetti: Margaret Augustine. PM Hawes. John Allen Appaltatore per il reticolo spaziale:
 Pearce Systems International. USA 8.36 Bioshere 2. II Bioma de deserto.
 piramide a gradini di 55 m di luce
 (cortesia Peter Trebilcock) -v. ■з.та: — _ищд [гэдвмакчавда 125
Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali Biosphere !, deserto di Sonora, An гопа USA 837 Biosphere 2. Bona dafl'agncottiira
 ntenslva con la cupola-potmone
 Suto stondo (corlesia Peter Trebfcock) stessa). Era quindi di fondamentale importanza
 che ci fosse, per quanto possibile. una tenuta
 stagna fra la struttura e i pannelli vetrati о di ri-
 vestimento. La Pearce System realizzO una ver-
 sione emietica del suo Integral Glazing System
 usando matenali compatibili con quelli del reti¬
 colo spaziale. e cioe telai vetrati d’acciaio, con
 vetri montati in officina e sigillati con materiali di
 tenuta al silicone. I telai con i vetri premontati fu-
 rono fissati meccanicamente al reticolo spaziale
 e fra le units adiacenti fu applicato un calafa-
 taggio al silicone. La geometria strutturale fu pro-
 gettata per ridurre al minimo i movimerti dovuti
 alle dilatazioni termiche. e I'uso dei teiai d’ac¬
 ciaio vetrati eliminava in pratica ogni moto ter-
 mico differenziale fra la struttura pr mana e il suo
 rivestimento. Di conseguenza. non erano ne-
 cessan nella struttura giunti d'espansione e i pic-
 coli movimenti fra i pannelli vetrati e il reticolo
 spaziale potevano essere facilmente assorbiti
 dal materiale di tenuta. Poiche Biosphere 2 ё
 progettata per una durata superiore ai 100 anni,
 ё possibile che i materiali di tenuta si deteriorino
 nel tempo influenzando la chiusura stagna.
 Con il progetto Biosphere 2 ё stata largamente
 dimostrata la flessibilita dell'uso delle strutture
 reticolari spaziali, perch6 il Pearce Multi-hinge
 System ё applicato in un gran numero di forme
 strutturali e a reticoli spaziali a semplice e a
 doppio strato. 8.38 Giunto senzanodi del
 sisiema Multi nge (corlesia Peter
 Trebilcock) 126
Arena nazionale coperta per lo sport,
 Birmingham, Gran Bretagna L’Arena nazionale coperta per lo sport di Bir¬
 mingham’5 ha dimensioni simili a quelle del Pa¬
 lazzo dello sport Sant Jordi di Barcellona (de-
 scritto nel Capitolo 9) e fu costruita, con un con-
 tratto per la progettazione e la costruzione. all'in-
 circa nello stesso periodo. La configurazione
 scelta per la sua copertura reticolare spaziale e
 il metodo di costruzione furono регб completa-
 mente diversi. Anche se I'Arena di Birmingham,
 che si pud vedere in costruzione in Fig. 8.39. ha
 la forma planimetrica familiare di uno stadio qua-
 drilatero con lati curvi, la copertura reticolare spa¬
 ziale ё in questo caso un reticolo spaziale a tre
 strati con intradosso orizzontale, corrente su¬
 periore e bordi a mansarda, costruito con il si¬
 stema Mero KK (descritto nel Capitolo 3). Poi-
 ch6 la forma geometrica (una piastra piana in-
 vece del profilo a cupola del Palazzo dello sport
 Sant Jordi) non ё molto efficiente dal punto di
 vista strutturale. il reticolo spaziale di 128 m x
 90 m ha un’altezza di 10 m al centra e si riduce
 approssimativamente a 8 m alia sommita dei
 bordi a mansarda (planimetria in Fig. 8.40 e se¬ zione in Fig. 8.41). II rapporto luce/altezza ё
 quindi, in questo caso, circa di 9:1. Con quest’altezza del reticolo spaziale diventa
 piu economico un sistema a triplo strato, per-
 сГгё riduce la lunghezza delle aste compresse
 (e сюё delle aste del corrente superiore e degli
 elementi di controvento della parete), che de-
 vono essere progettate per resistere alia de-
 flessione laterale indotta dalle forze assiali di
 compressione; con questo tipo di sollecitazione,
 la capacita di carico dell'asta ё largamente in-
 fluenzata dalla sua lunghezza. Con un reticolo
 a triplo strato si riducono, di conseguenza, le
 dimensioni delle sezioni trasversali e, quindi, il
 peso delle aste compresse. Questa riduzione
 compensa largarrente I'aumento di peso do-
 vuto al reticolo supplemental dello strato in-
 termedio e al numero dei nodi aggiuntivi. D'al-
 tra parte, viene incrementato il numero dei nodi
 richiesti e aumenta la complessita della strut¬
 tura della copertura. tendendo cosi a dilatare il
 tempo e il costo del montaggio. Nella copertura
 dell’Arena di Birmingham i nodi dello strato in- Anno: 1990 Architetto: Hellmulh Obata Kassabaum
 (HOK)/Percy Thomas Partnership Appaltatore per il reticolo spaziale: Mero UK Capocommessa: Laing Midlands 8.39 L'Arena nazionale coperta
 per lo sport di Birmingham in fase
 di costruzione (cortesia Mero UK) 127
Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali Arena nazionale. Birmingham, Gran Bretagna !^Ш^АТАТАТАТАТАТАТАТАТАТАТАТАТАТАТАТ&ШШ 6'. — о YvyyyWYY \ЛЛ1Л!Л^ r M UH »j-H-i H-H-HifW4lH4-Hi|Kg H 8 40 Plan melr i del reticolo spaziala per la copertura dell Arena nazionale per lo sport di Birmingham (cortesia Mero UK) 128
Arena nazionale, Birmingham, Gran Bretagna Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali termedio sono situati a 4 m sopra lo strato in-
 feriore lungo il perimetro. e a 4.7 m al centro
 della luce. La copertura usa 4934 aste tubolari con diame-
 tro variabile da 76,1 mm con spessore 2,9 mm.
 fino a 219,1 mm con spessore 22,2 mm. Piu
 della meta delle aste ha un diametro uguale о
 maggiore di 127 mm. I diametri dei nodi Mero
 KK variano da 110 a 350 mm; le dimensioni piu
 comuni sono quelle comprese tra 155 e 228 mm.
 II peso proprio del reticolo spaziale ё 0,42 kN/m2,
 che ё circa il 20% della somma del peso pro¬
 prio e del sovraccarico di progetto della coper¬
 tura.16 II reticolo ё supportato, in corrispondenza
 di trentasei nodi, da appoggi scorrevoli che con-
 sentono alle dilatazioni termiche di svilupparsi
 radialmente dal centro della copertura (si veda,
 nel Capitolo 4. la Fig. 4.3). Uno dei vantaggi della costruzione di reticoli
 spaziali ё che si possono assemblare in can-
 tiere grandi strutture a partire da piccoli ele-
 menti, interferendo poco con altre attivita del
 cantiere. Nel caso dell'Arena di Birmingham il
 cantiere aveva accessi molto limitati. con una
 linea ferroviaria che passava per il suo centro e
 con un canale su un lato. In effetti. I'arena do-
 veva essere costruita scavalcando la linea fer¬
 roviaria. che passava in un nuovo tunnel. A com-
 pletare il podio sui quale era costruita I'arena
 esistevano ai due lati del tunnel autoparchi a
 piu piani. Inizialmente, I'impresa capocommessa
 prowide a costruire il tunnel lungo 145 m per
 coprire e proteggere la linea ferroviaria e per
 fornire una piattaforma sulla quale cdlocare alia
 fine il piano pavimento dell’arena. Su ciascun
 lato di questo tunnel si costrui I’ossatura in ce-
 mento armato degli autoparchi e sopra a que-
 sti la tribuna inclinata per gli spettatori. A ridosso
 della tribuna venne quindi gettata in situ, come
 supporto per il reticolo spaziale, una trave di
 cemento ad anello. La costruzione della trave
 avanzo a partire da un’estremita dell'arena, con-
 sentendo I'inizio del montaggio del reticdo spa
 ziale prima che fosse completata la struttura in
 cemento. Subito dopo il montaggio del reticolo
 spaziale si procedette all'installazione del rive-
 stimento e dei servizi. Per il reticolo spaziale furono Impiegati due di-
 versi metodi di montaggio. La prima sezione
 della copertura da montare si trovava sopra la
 tribuna inclinata a un'estremita dell’arena e, per
 impostare una sezione del reticolo spaziale
 strutturalmente stabile, si costrui con compo-
 nenti standard Mero un ponteggio atto a for¬
 nire una piattaforma di lavoro e a sostenere il
 reticolo spaziale fino a che questo diventasse
 autoportante. Successivamente si procedette
 al montaggio a terra di piccoli “ragni" compo-
 sti da alcune aste tubolari collegate a un nodo
 (Fig. 8.42) e al loro sollevamento in posizione
 usando una gru a cavalletto con vie di corsa
 sistemate sulla sommita del tunnel ferroviario.
 Le sezioni a "ragno" vennero quindi collegate.
 in aria, alle sezioni gia montate del reticolo spa¬
 ziale (Fig. 8.43). Con il progredire della costruzione lungo I’asse B.42 Montaggio al livello dell'arena cA un “гаугю" di diverse aste del relrcoto spaziale
 collegate a un srngolo nodo (loto di John Chilton) principale dell'arena, vennero installati, a livelli e
 posizioni predeterminati, puntelli prowisori per
 limitare la deformazione del reticolo spaziale an-
 cora incompleto. sotto I'azione del peso pro¬
 prio. Una vdta completata la struttura della co¬
 pertura. i puntelli prowisori vennero rimossi per
 trasferire completamente i carichi sui supporti
 permanenti e permettere alia copertura di as-
 sumere la sua sagoma deformata naturale. Du¬
 rante il processo di trasferimento dei carichi, la
 deflessione verticale misurata al centro della co¬
 pertura (131 mm) risulto inferiore di 10 mm ri-
 spetto a quella prevista dall'analisi computeriz-
 zata della struttura. La copertura reticdare dell'Arena di Birmingham
 ё rivestita da una lastra in acciaio perforato sup¬
 portato da arcarecci d’acciaio formati a freddo
 e cdlegati al reticolo spaziale con staffe awitate
 nei giunti sfenci Mero KK del corrente superiore.
 Sopra la copertura sono sistemati un isdante
 acustico e. in aggiunta a questo, un isolamento
 termico di 130 mm di cotone silicato. separato
 da una membrana impermeabile. Una mem-
 brana Trocal termosaldata sui posto. fissata
 meccanicamente attraverso I’isdamento alia la
 stra metallica. formsce un involucro a tenuta
 d'acqua. La presenza di supporti regolari offerti dai cor¬
 renti del reticolo ha facilitato I'installazione delle
 vie di accesso e delle apparecchiature da un 129
Esempi internazi nali • Strutture reticolari spaziali Arena nazionale, Birmingham, Gran Bretagna 8.43 Collegamento del "ragno"
 alia sezione gia montata del
 reticolo spaziale (foto di John
 Chilton) capo all’altro della struttura della copertura.
 Dato I'uso della costruzione, si tenne conto di
 un sovrappiu di 0.72 kN/m2 per i carichi di ser-
 vizio della copertura e di 700 m di passerella
 con un carico di 1.35 kN/mz. Al suo centro, il
 reticolo spaziale sostiene un grande pannello
 elettronico sospeso e un gran numero di at- trezzature luminose, acustiche e di ventilazione.
 II programma di completamento di tutta la co¬
 pertura. compreso il sistema di rivestimento e
 tutte le incastellature a passerella, prevedeva
 un tempo di ventinove settimane. Questo pro¬
 gramma. giS stretto, venne realizzato con due
 giorni di anticipo. 130
Hangar di manutenzione della Lan Chile,
 aeroporto Comodoro Arturo Merino Benitez,
 Santiago, Cile L'aeroporto Comodoro Arturo Merino Benitez
 di Santiago ё il pnncipale aeroporto intemazio-
 nale del Cile. che possiede una delle eoonomie
 a piii rapida crescita dell'America Latina. Per
 prowedere al numero crescente di voli nazio-
 nali e internazionali generato dall'alto livello di
 attivita economica, fu costruito un hangar di ma¬
 nutenzione per una delle linee aeree nazionali,
 la Lan Chile.17 Le attrezzature sono disponibili,
 oltre che per la manutenzione della flotta della
 Lan Chile, anche per altri aerei. L'hangar (Fig.
 8.44). che ha un'area di 5300 m2. pu6 ospitare
 contemporaneamente un Boeing B-747 e due
 B-737, e comprende anche un piano ammez-
 zato per magazzini. uffici e officine specialisti-
 che. La struttura metallica venne scelta per la
 necessita di disporre di una grande luce libera,
 atta afornire uno spazio flessibile, e perche era
 stato preventivato che la scarsa consistenza del
 terreno avrebbe portato a cedimenti differenziali
 di assestamento, incompatibili con altri tipi di
 struttura. II Cile, essendo al bordo della piat-
 taforma tettonica del Pacifico, ё una zona ad at¬
 tivita sismica relativamente alta. La ben nota re-
 sistenza dei reticoli spaziali ai carichi sismici in- dirizzd verso I’adozione, per una grande luce li¬
 bera, di questo tipo di struttura di acciaio. leg-
 gera e di alta resistenza. La copertura dell'hangar, di 75 m x 75 m. ha
 agli angoli quattro colonne principali reticolari
 d'acdaio, con pianta a L, ed elementi a sezione
 cava quadrata di 400 mm x 400 mm e spes-
 sore di parete di 12,5 mm. Esse sono proget-
 tate per resistere a forze laterali e forze sismi-
 che. Le colonne intermedie piu piccole suppor-
 tano solo carichi verticali. Travi perimetrali col-
 legano le colonne d'angolo. II reticolo spaziale
 ё costituito da ottantuno moduli a piramide qua¬
 drata rovesciata inseriti in una maglia a scac-
 chiera (cio6, come si pud vedere dalla Fig. 8.45.
 quadrati altemati nella maglia diagonale non con-
 tengono diagonali di controvento). I correnti su-
 periori del reticolo si sviluppano con un angolo
 di 45° rispetto ai lati dell’hangar, mentre i cor¬
 renti inferiori, che collegano i vertici delle pira-
 midi, corrono paralleli ai lati con interasse di 7.5
 m, formando cosi un reticolo spaziale configu-
 rato a quadrato su quadrato sfalsato. Ciascun
 modulo piramidale ё di 5,3 m x 5.3 m (owero
 7.5 m x 7.5 m in diagonale) e alto 3,87 m. I mo Anno 1988-91 Architetti: Cayo Cesar R quelme V.. Rodrigo Riquelme A.. Rafael Videla В Arquileclos Asociados Ingegneri strutturisti: Fluor Darnel Chile S.A . Pablo Weilhholer Reinaldo Gonzalez (Cile) Ronald Taylor (Gran Brrtagna Direttore tecnico del progetto: Cartos Jouanne B. Appaltatori: Tecsa. Socomelal. Conslrutora B.D.S.. VaiJOr Industrial SA.. Emanor. Ingevec 8 .44 Hangar della Lan Chile all'aeroporto Comodoro Arturo Merino Benilez di Santiago del Cile ((olo di John Chillon) 131
Esempi internazionali • Strutture reticoiari spaziali Hangar della Lan Chile, aeroporto Benitez, Santiago, Cile duli furono fabbricati in cantiere con due ma-
 schere appositamente preparate per garantire
 la precisione richiesta. Bench6 il reticolo spa¬
 ziale pesi in media solo 20 kg/m2, esso ha la
 capacity di sostenere un carico concentrato di 10 tonnellate per nodo. per tenere conto della
 futura installazione di un carroponte. Questo di-
 mostra uno dei vantaggi dei reticoli spaziali. e
 cioe la loro idoneita ad adattarsi facilmente a
 carichi concentrati comunque posti. Con una semplice copertura quadrata suppor-
 lata da colonne d'angolo, sarebbe stato relatl-
 vamente facile assemblare il reticolo spaziale a
 terra e sdlevarlo quindi nella sua poszione fi¬
 nale con paranchi awalendosi delle colonne per¬
 manent. II programme di montaggio non con-
 sentiva pero di adottare questo procedimento,
 e in realty i moduli furono assemblati in aria, sup- portandoli prowisoriamente su puntelli in modo
 da ottenere per il reticdo il corretto profilo in as-
 senza di carichi. Per ridurre la possibility di condensazione sulla
 struttura di acciaio. al rivestimento di alluminio
 della copertura ё applicato un isdamento in co¬
 tone silicato. II drenaggio dell’acqua ё fatto con
 grondaie che corrono parallele all'apertura di in-
 gresso, con interasse di 15 m. Una struttura se-
 condaria di acciaio, appoggiata su gattelli si-
 stemati ai nodi superiori, supporta un sistema
 di arcarecci che sostiene il materiale di rivesti¬
 mento della copertura. Nel suo insieme, la co¬
 struzione ё un eccellente esempio dell'uso delle
 strutture reticdari spaziali per ottenere volumi a
 grandi luci di grande flessibilitS impiegando tec-
 ndogie facilmente applicabili nei Paesi in via di
 sviluppo. 132
Centro sportivo, Palafolls, Spagna Situata fra la citta di Barcellona e la Costa Brava,
 Palafolls ё una piccola citta nella quale un pa-
 lazzetto per attivita sportive, costruito nel 1991,
 possiede una copertura reticolare spaziale con
 una forma sorprendente. Questa struttura di co¬
 pertura ё un esempio che contraddice la con-
 cezione che i reticoli spaziali sono adatti sola
 mente per coperture piane con semplice plani-
 metria rettangolare. La sua forma ё stata deri-
 vata con un semplice modello esecutiw n scala
 (Fig. 8.46) proposto dall’architetto progettista,
 Arata Isozaki, che ha progettato anche il Palazzo
 dello sport Sant Jordi per le Olimpiadi di Barcel¬
 lona del 1992. In effetti, la copertura di Palafolls
 ha qualche somiglianza con la proposta originate
 per la piii grande copertura di Barcellona. Nel suo insieme. lo schema si basa su una pianta
 circolare del diametro di 70 m. La metci di que-
 sto ё uri’installazione per sport all'aria aperta.
 mentre I’altra met£ ё un padiglione multiuso, a
 planimetria semicircolare. coperto da un reticolo
 spaziale a doppio strato e a tre direzioni. Per
 prowedere una buona illuminazione naturale
 all’intemo del palazzetto, il prospetto settentrio-
 nale. che taglia a met£ il grande piano, include
 una facciata verticale vetrata la quale incorpora
 uri'alta struttura a triangoli (Fig. 8.47) che ap-
 poggia su una fila di colonne verticali. Questa movimentata geometria supporta un bordo del
 reticolo spaziale, mentre il rimanente ё suppor-
 tato a interval# regolari lungo il perimetro circo¬
 lare (Fig. 8.48). Benche simmetrica rispetto a un
 asse perpendicolare alia facciata vetrata. la co¬
 pertura ё un’intricata superficie tridimensionale
 curva, divisa in tre zone principali. Elemento di
 ulteriore complicazione ё costituito dall'introdu-
 zione di una finestra lucemario principale a spic-
 chio d’arancia verticale vicino al centro e di due
 finestre “a sopracciglia" sul perimetro, per con-
 vogliare la luce diuma naturale verso le aree lon-
 tane dal profilo settentrionale. Al centro, come
 copertura dell'area principale del salone per gli
 sport, ё collocata un'area a cupola sferoidale,
 avente un raggio estemo di 24,35 m, delimitate
 ai due lati dalle superfici verticali della facciata e
 parallela alia finestra centrale della copertura. II
 centro di rotazione di questa cupola ё sfalsato
 rispetto al centro del piano circolare generate. A
 un livello inferiore. un'area toroidale avente rag¬
 gio di 24,75 m in pianta e di 12,74 m in sezione.
 circonda la cupola centrale e copre gli alloggi di
 servizio. Un'area pseudoconica forma una tran-
 4i7 nnfi fra rji mete due parti principali e una pic¬
 cola area conica congiunge la base della finestra
 del tetto con la zona toroidale estema, e due pie-
 ghe nel perimetro della forma toroidale formano Anno: 1991 Committente: Ayuntamiento de Palafolls (Barcellona) Architetto: Arata sozaKi Ingegnere stnjtturista: Professor Dr J. Martinez-Calzon. Estudio tie Ingeniena Mddricl Appaitatore: LANIK S.A Cholre 11-1.20001 San Sebastian. Spagna 846 Modello concettuale del Cenlro
 sportivo di Palafolls, nei dintomi di
 Barcellona (cortesia J. Martinez Calz6n) 133
Esempi intemazionali • Strutture reticilari spaziali Centro sportivo, Palafolls, Spagna le finestre secondarie. La complessa geometria
 della copertura curva ё mostrata in dettaglio nella
 planimetria parziale e sezioni della Fig. 8.49. e
 nella vista tridimensionale della Fig. 8.50.
 Entrambe le superfici inferiore e superiore del
 reticolo a doppio strato furono generate con
 una maglia triangolare. Per ottenere una su-
 perficie liscia e per uniformarsi con la geom
 tria della copertura, con le sue rapide variazioni
 di forma, si richiedeva per lo strato inferiore e
 superiore una griglia relativamente fine. Que-
 sto. a sua volta. esigeva una piccola distanza
 (solo 1.125 m) fra i reticoli dello strato inferiore
 e superiore. Per una copertura di queste di-
 mensiom. il reticolo riel isdeva un numero di
 nodi eccezionalmente grande (1691 nello strato superiore e 1607 in quello inferiore) e un nu¬
 mero totale di 14 429 aste.18,19
 Per lacostruzione della copertura si adotto il re¬
 ticolo spaziale sistema ORTZ (Fig. 8.51) costi-
 tuito da nodi sferici e aste tubolari. II sistema di
 progettazione e fabbricazione CAD-CAM usato
 dalla LANIK S.A. di San Sebastian, Spagna, as-
 sicurd un assemblaggio in cantiere senza pro-
 blemi. Per collegare i nodi sferici. aventi diame-
 tro compreso fra 60 e 210 mm, si usarono aste
 tuboleri d'acciaio con diametro variable fra 40,2
 e 115.7 mm. In totale. I reticolo paziale pesava
 64 torinellate. globalmente circa 33 kg/mz; di
 questo peso il 17% era quello dei giunti. II mon-
 taggio fu facilitato dall'uso di puntelli verticali
 (Fig. 8.52) posizionati su nodi predeterminati. 8 47 Supporti ad alio iralicclo del Cenlro
 sportivo di Palafolls [corteflaJ Marline?-
 Calzon 8.48 Collegamento tra la zona toroidale
 e la zona sfenca della copertura
 e colonne perimetrail di supporto
 nei Centro sportivo (corlesia
 J Marl nez-Cal76n) 134
Centro sportivo, Palafolls, Spagna Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali fineslra centrale interna prospeno A-A (tacciaia) finestre laterali esteme № zona conlca fineslra zona toroidale 15.336108 m 12.736148 m. 4.219231 m. 21.61064 m. zona pseudoconica Ц 8 planimetria A -t- 8.49 Geometria deitagliata della copertura (cortesia J Martinez Calz6n) 135
Esempi internazionali • Strutture reticoiari spaziali Centro sportivo, Palafolls, Spagna 8.50 Vista tndimenstonale dello strato estemo del reticolo di copertura (cortesia
 J. Martinez-Calz6n) 8 51 Dettaglio del giunto ORTZ (cortesia J Martinez Calzon) 8 52 Montaggio delle sezioni preassemblate della copertura: 6 visibile il supporto
 prowisorio del reticolo spaziale (cortesia J. Martlnez-Calz6n) 136
Centro sportivo, Palafolls, Spagna Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziah 8.53 Visla interna dela copertura dopo la sistemazione
 dot nveslimenio (conroan J Mnnniez-Catron) 8.54 Vista «stoma della copertun dopo la sistemazione
 del rivestimenio (cortesia J. Martinez-Calzonl per sostenere i segmenti preassemblati della
 copertura. Al completarnento della struttura re¬
 ticolare spaziale, il carico fu trasferito ai supporti
 permanenti abbassando gradualmente gli alberi
 filettati alia loro base. Nel corso di questa ope-
 razione, la deflessione verticale massima regi
 strata in punti simmetrici della struttura concordo
 strettamente con quella prevista di 21 mm.
 Internamente. la copertura ё fasciata da un ri- vestimento di legno, fissato ad arcarecci,
 anch’essi di legno, che corrono fra i nodi del re¬
 ticolo. Come si puo vedere nella Fig. 8.53, la
 griglia bianca e ondulata contrasta con le om¬
 bre calde del rivestimento di legno della coper¬
 tura. mentre la finestra segmentata introduce
 una luce diffusa verso il centra del salone.20
 Esternamente. la copertura ё rivestita con pan¬
 nelli metallici a saldatura continue (Fig. 8.54). 137
Strutture reticolari, Expo 92, Siviglia, Spagna Nonostante si pensi spesso che i ret coli spa¬
 ziali siano strutture degli anni ’70 e '80 del se-
 colo scorso e che gli architetti preferiscano oggi
 usare per le loro costruzioni in acciaio soluzioni
 individuali “irripetibili" piuttosto che i sistemi
 modulari industrial!, all’Expo 92 di Siviglia, Spa¬
 gna, se ne poterono vedere molti esempi ,2122 I reticoli spaziali erano stati ampiamente adot-
 tati. perche piu di 50000 m2 dell'area esposi- tiva erano coperti da queste strutture, circon-
 date da fiori e piccoli arbusti per fornire ombra. II sistema sviluppato da Felix Escrig e J. Val-
 carcel era basato sullo schema concettuale
 mostrato in Fig. 8.55 a e realizzato nella strut¬
 tura mostrata in Fig. 8.55 b. II reticolo, alto circa
 1,0 m e largo 1,5 m, aveva le aste di parete
 costituite da tubi di acciaio continui curvati se-
 condo il profilo previsto. 8.55 b Expo 92 di Siviglia: modello computerizzato
 per le strutture ombreggiantl (cortesia F6lix Escrig) 138 8.56 Layout del reticolo del pavimento del padiglione
 deil'Estremadura (cortesia F6lix Escrig)
Strutture reticolari, Expo 92. Siviglia, Spagna Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali 8.57 Modulo singolo e metodo di assemblaggio per la costruzione del pawnento del padiglione dell'Eslremadura (corlesia F6lix Escng) 8.58 Reticolo del pawnento del padiglione dell'Estremadura in lase dl costruzione (corlesia F$ix Escng) Nel padiglione dell'Estremadura, un piano di ve- legati da tiranti nello strato inferiore. Questa strut- tro con una grande apertura centrale era sup- tura fu assemblata in aria, senza supporti prov- portato da un reticolo spaziale (Fig. 8.56) as- visori, aggiungendo gradualmente moduli a par- semblato con i moduli mostrati in Fig. 8.57, col- tire dal perimetro verso il centro (Fig. 8.58). 139
Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali Padiglione ONCE, Expo 92, Siviglia, Spagna Committente: ONCE Archltetti MSB ArqmteclOS, S A (Gilbert Barbany e Sebashan Maleu) Appaltatore: Construcctbn у Geslidn de Servicios S.A Appaltatore per il reticolo spaziale Orona S Coop .Ida.. San Sebastian. Spagna Padiglione ONCE, Expo 92, Siviglia,
 Spagna Dal punto di vista architettonico, il padiglione
 ONCE (Organizacion Nacional de Ciegos de
 Espana - Organizzazione Nazionale Spagnola
 Ciecht) all’Expo 92 (Fig. 8.59) aveva una sem-
 plice planmietria rettangdare ottenuta dalla com-
 binazione di due cubi. I supporti principali late-
 rali e verticali del padiglione erano fomiti da otto muri diagonali a tutta altezza in cemento armato
 e rivestiti in pietra (una per ogni angolo dei due
 cubi). La Fig. 8.60 mostra la planimetria del pa¬
 diglione. In questo padiglione, costaiito per I'ONCE. il con-
 trasto fra I'oscurita в la luce, I'opacite e la tra-
 sparenza, venne esaltato inserendo fra i muri
 pier sei grandi pannelli perimetrali completa¬
 mente vetrati. per immettere la luce naturale. Le
 pareti vetrate erano supportate da strutture re- 8.59 Pad glione ONCE per I Expo
 92 di Siviglia (сопеыа ORONA S Coop Lida) 8 60 Plainmelna de) Padiglione cite
 mosira H layout dei mun diagonali
 massicci e i reticoli spaziali verticali
 (rortesia ORONA S Coop. I irtn) 140
Padiglione ONCE, Expo 92, Siviglia, Spagna Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali esssgsgsgsgggsgsgsgsgsgsgsgs sgsgsgsgsgsgsgsgsssgsgsgsga sgsgsgggggsgsgsgsgsgsgsgsga шшштжштош gsgsgsgggsgggsgggggggggsgggs •snn , AiAiAi?УУУУУУУУУУ\ 8.61 Prospeno e sezione ai un tpco panneto verticale delle pareti reticolari per il padiglione (cortesia ORONA s. Coop. Ltda.) 8.62 Padig lone ONCh dell txpo 92 d Siviglia costruaone della pareie inferiore (foto John Chilton) 141
Esempi intemazionali • Strutture reticolari spaziali Padiglione ONCE, Expo 92, Siviglia, Spagna 8.63 Dettagli dello speciale meiodo Ui fissaggio dei velri
 all'interno (a) e ali'esterno (b) del padiglione ONCE
 all'Expo 92 di Siviglia (cortesia: ORONA S. Coop. Lida.) ticolari a doppio strato assemblate con reticoli
 spaziali Orona, usati verticalmente invece che
 con il consueto orientamento orizzontate. I sei
 pannelli a reticolo spaziale, che sviluppano com-
 plessivamente una superficie di 2533 m2, sono
 costituiti da tre pareti di 436 m2, una parete di
 389 m2 e due pareti di 418 m2, tutte cori confi-
 gurazione a quadrato su quadrato sfalsato. Le
 dimensioni del modulo furono standardizzate a
 1,51 m x 1,54 m con una griglia di altezza 1,3 m
 per la parte superiore di 15.4 m, che si riduceva
 a 0,5 m per la base, come si puo vedere dal pro-
 spetto della parete e dalla sezione mostrati in
 Fig. 8.61.1 supporti principali del reticolo spa¬
 ziale. che devono resistere soprattutto a spinte del vento, furono collocati sul tetto e in direzione
 dei due muri laterali adiacenti di cemento. Per moderare gli effetti del caldo clima estivo
 di Siviglia, era stato previsto uno spazio ven-
 tilato fra i due strati vetrati fissati sulle facce
 opposte del reticolo spaziale (Fig. 8.62). La
 superficie esterna. a vetro singolo riflettente
 grigio, era progettata per riverberare un’alta
 percentuale di radiazione solare e la superfi¬
 cie interna a doppio vetro costituiva I'involu-
 cro di tenuta dell'edificio verso le intemperie.
 Per assicurare i pannelli vetrati ai nodi sferici
 del reticolo spaziale furono usati speciali ele¬
 menti di fissaggio (Figg. 8.63 a e b) progettati
 e fabbricati dalla Orona. 142
Padiglione delle Nazioni Unite, Expo 92, Siviglia, Spagna Esempi intemazionali • Strutture reticolari spaziali Architetti: Jos6 Ram6n Rodriguez Gautier. Javier Morales e Luis Urunuela (Expo '92) Appaltatore per II reticolo spaziale: Orona S. Coop.. Lida.. San S6bastian.
 Spagna Padiglione delle Nazioni Unite, Expo 92, Siviglia, Spagna Una delle strutture piii singolari dell'Expo 92 era
 la scuitorea semicupola a reticolo spaziale a dop-
 pio strato del padiglione delle Nazioni Unite. La
 bianca finitura della struttura metallica tubolare
 contrastava magnificamente con il profondo blu
 del cielo di Siviglia (Fig. 8.64) e con la massa del
 padiglione. La struttura, costituita da un segmento di poco
 piii di un quarto di sfera, aveva un raggio estemo
 di 18 m, un'altezza di ingombro di 22 m e un'al-
 tezza del reticolo di 1 m. La superficie totale svi-
 luppata di 1244 m2 era supportata su tredici punti
 (su nodi perimetrali altemati) lungo la base semi-
 circolare di raggio 17,55 m (Fig. 8.65). I carichi di
 progetto comprendevano il peso proprio di 10
 kg/m?, carichi concentrati di 38 kg/nodo ai giunti
 che sostenevano elementi omamentali. e i so-
 vraccarichi dovuti a variazioni di ± 30 °C della tem¬
 perature ambiente. 8.65 Planimetna, sezione e visla tndnnensionale del reicoto spaziale a quarto di slera per II padiglione delle Nazioni Unite dell Expo 92 di Siviglia (cortesia ORONA S. Coop. Ltda.) SFCC/ON AA PERSPECMVA 8 64 Reticolo spaziale a quarto di slera per il рск1 j delle
 Nazioni Unite dell'Expo 92 di Sivigl a (lolo Jolvi Clilllori) 143
Markethall, centro commerciale Eagle,
 Derby, Gran Bretagna Anno: 1992 Committente: CIN Properties Architetto: Building Design Partnership
 e Progressive Design Associates Ingegnere: Kenclunglon Ford pic Capo commessa e appaltatore per il reticolo spaziale: Conder Projects Nell'ambito di un programma di rinnovamento
 del centro commerciale Eagle di Derby, Gran
 Bretagna (Fig. 8.66), fu costruito in died setti-
 mane, fra ottobre 1991 e gennaio 1992,2324 il
 Conder Harley System 80, copertura reticolare
 spaziale di circa 9000 m2. II mercato originate,
 costruito negli anni '70, aveva reparti esagonali
 su un grigliato a nido d'ape, ma era giudicato al
 di sotto degli standard richiesti dai moderni re-
 golamenti antincendio. a causa delle distanze
 verso le uscite di sicurezza e della loro scarsa
 visibilita. Esistevano inoltre misure insjfficienti
 per I’evacuazione del fumo in caso di incendio. II Derby City Council era impegnato nella ricerca
 di soluzioni alternative che rispettassero i nu-
 merosi vincoli di progetto. Fra questi, si richie-
 deva che la nuova copertura e la stru:tura del
 mercato restassero entro la capacity di carico
 delle fondazioni del mercato esistente e della
 substruttura, e che durante la costruzione fos-
 sero mantenuti gli impianti e gli accessi all'adia-
 cente Derby Playhouse, e il parcheggio semin-
 terrato per auto. Si migliorarono le uscite di sicurezza antincen¬
 dio e si superarono i problemi di visibility orien-
 tandosi verso un reticolo a planimetria rettan-
 golare per i reparti. Per risolvere il problei i и della
 evacuazione dei fumi. la copertura venne innal-
 zata al di sopra dell'intero mercato e si installa-
 rono sistemi di ventilazione aggiuntivi. Per la co¬
 pertura si scelse il reticolo spaziale Conder Har¬
 ley System 80, che impiega aste d'acciaio la¬
 minate a freddo, perch6 offriva una struttura leg-
 gera che poteva essere facilmente installata com-
 patibilmente con i vincoli di accesso al cantiere.
 Lungo due lati, la copertura si appoggia sulla
 struttura principale del centro commerciale Ea¬
 gle, mentre sugli altri lati un sistema brevettato
 di curtain wall a vetri immette luce nella market¬
 hall. Le colonne esistenti erano sistemate su una ma-
 glia di 8,1 m x 7.5 m; queste dimensioni vennero
 raddoppiate per la nuova maglia di colonne atta
 a supportare il reticolo spaziale configurato a ret-
 tangolo su rettangolo sfalsato. Colonne tubolari
 d'acciaio “ad albero" a quattro braccia f jrono si¬
 stemate in maglie regolari di 16,2 m x 15 m, a
 un'altezza di circa 6 m sul piano del mercato. II
 carico della copertura su ogni palo di fondazione
 si mantenne entro la portata originate, nono-
 stante fosse supportato da colonne alternate
 dell’ossatura originate. Poich6 era dif'cile de- terminare I'esatto perimetro della nuova coper¬
 tura reticolare prima della demolizione della vec-
 chia struttura. i bordi vennero disposti a men-
 sola al di sopra dei lati dell'edificio esistente, ri-
 mandando a un secondo tempo il tampona-
 mento con materiali di tenuta contro gli agenti
 atmosferici. Per i correnti inferiori e superiori furono usati
 profilati d'acciaio a С laminati a freddo. che
 correvano continui su diverse campate della
 maglia di 2,7 m x 2,5 m. Le diagonali di pa-
 rete erano costituite da leggeri tubi d’acciaio
 appiattiti alle estremita e piegati secondo gli
 angoli richiesti per la bullonatura. I correnti
 erano giuntati ai nodi, per semplificarne il col¬
 legamento con le diagonali ai punti di interse-
 zione. La Fig. 8.67 mostra una tipica giunzione
 dei correnti. Dati i problemi di accesso al can¬
 tiere, i piccoli e leggeri componenti del Con¬
 der Harley System 80 resero piu facile la con- 8.66 Cenlro commerc ale tagle di Derby. Gran Breiagna
 (toto John Chilton) 144
Markethall. centra commerciale Eagle. Derby. Gran Bretagna Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali 8 67 Cenlro commerciale Eagle di Derby: giunzione
 Conder Harley System 80 dolto asio dei correnli, con
 senior» di rmlor^o bullonate airmterno del profilato a С
 (lolo John Chilton) segna, la manipolazione e il montaggio della
 struttura di copertura. Per questo progetto si impiegarono tre diversi
 metodi di montaggio. Parti del reticolo spaziale
 lurono montate al di sopra delle aree dove si do-
 veva conservare il pubblico accesso (ad esem-
 pio, I’entrata della Derby Playhouse); I'assem-
 blaggio di queste parti venne realizzato su pon-
 teggi prowisori. Altri settori perimetrali vennero
 assemblati in piccole sezioni e sollevati in posi-
 zione con gru semoventi. La maggior parte del
 reticolo spaziale. con superfici fino a 1000 m2.
 fu preassemblata sull’esistente soletta in ce¬
 mento del piano del mercato e sollevata nella
 posizione finale con un procedimento idraulico
 esclusivo, su un sistema di colonne prowisorie.
 (Fig. 8.68). Prima del sollevamento. venne in-
 stallatu sui reticulu : 'ialb il si&tema di illumi-
 nazione a soffitto. Anche se da un punto di vista architettonico
 questo progetto pu6 essere considerato piut
 tosto semplice e comune, la nuova copertura
 della markethall del centra commerciale Eagle
 dimostr61'idoneitS delle strutture reticolari spa¬
 ziali aH’impiego nei progetti di rinnovamento,
 specialmente dove la leggerezza ё di primaria
 importanza (come in questo caso. nei quale la
 nuova struttura doveva essere supportata dai
 pali di fondazione esistenti). 8.68 Reticolo preassemblato pronto per il sollevanierito
 su colonne prowisor Sulio sfondo 6 visibfe un'altra
 sezione di reticolo spaziale gia preassemblata e posizionata
 su un ponleggio lemporaneo (foto John Chilton) 145
Atrio con volta a botte, Bentall Centre,
 Kingston upon Thames, Gran Bretagna Anno: 1992 Committente: Norwich Union Archltetto e Ingegnere: Building Design Partnership Capocommessa: Mowlem Appaltatore per il reticolo spaziale: Space Decks Ltd La copertura interamente vetrata dell'afrio del
 Bentall Centre di Kingston upon Thames (Fig.
 8.69) ё una volta a botte reticolare con luce re-
 lativamente piccola che si allunga per 120 m e
 raggiunge 31 m al di sopra del pavimento della
 galleria commerciale. Nel senso della lunghezza,
 la volta a botte contiene una sezione semicirco-
 lare con arco a tre cemiere con luce di 15,4 m,
 una sezione simile ma di raggio inferiore. sup- portata da pareti reticolari alte 3.75 m e con in-
 terasse fra i supporti di 10,01 m. e un’abside a
 forma di quarto di sfera.25-26 La Fig. 8.70 a mo-
 stra un particolare della planimetria della co¬
 pertura e della vista laterale; la Fig. 8.70 b illu-
 stra il collegamento fra le volte a botte di rag¬
 gio diverso. Le volte principali sono costruite
 con una versione modificata del sistema stan¬
 dard Space Deck modulare piramidale saldato. 8 69 Atrio con volta a botte del Bentall Centre di Kingston
 upon Thames (cortesia Space Decks Ltd) 146
Atrio, Bentall Centre. Kingston upon Thames, Gran Bretagna Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali Alio scopo di alloggiar un sistema a fibre ottiche
 per l it umjnazione decorativa nottuma. si realizz6
 una variante del modulo standard, con una flan-
 gia circolare piatta (diametro 120 mm, spessore
 50 mm con un foro centrale) ai vertici delle pi-
 ramidi rovesciate. La volta a botte di luce 15.4 m ё formata da
 ventiquattro moduli, cor igombrc in altezza di
 495 mm. I moduli non sono quadrati. perch6
 misurano 937,5 mm lungo I'asse della volta e
 formano correnti di 1010 mm nel senso della
 luce dell'arco. Per realizzare un angolo di 7.5°
 fra ciascun modulo, i cantonali d'acciaio del re¬
 ticolo superiore. parallel! all'asse principale della
 volta, usano profilati appositamente prodotti con
 angoli fra le ali di 93.75". Nella volta piu piccola. per mantenere il medesimo angolo fra i moduli,
 si impieg6 lungo la curva della volta lo stesso
 numero di moduli, sempre di altezza di 495 mm.
 In questo caso, i moduli erano di 625 mm lungo
 I'asse principale della copertura e di 698 mm
 lungo I'arco: le pareti verticali erano di 625 mm
 per 625 mm. La Fig. 8.71 mostra la sezicne tra¬
 sversale della volta a botte di 10,1 m e la Fig.
 8.72 mostra i dettagli dei supporti e del fissag-
 gio delle vetrate e dei pannelli a cassetloni.
 Come ё noto, ё necessario ten ere sempre conto
 della possibile dilatazione termica di relicoli spa¬
 ziali. e questa struttura non fece eccezione A
 causa della sua lunghezza totale di ingombro.
 si dovettero in orporare nella volta a botte al-
 cuni giunti di dilatazione. suddividendo la strut- 8.70 a Plan metna parziale della copertura e prospatl
 lalerale ddldlno. b) Vista mrlimnnsionale del Benlall Centre
 die moslra la giunzione della volla a botle di 15.4 m
 con quetla di 10.1 m (cortesia Space Decks Ltd) 147
Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali Atrio, Bentall Centre, Kingston upon Thames. Gran Bretagna aeraton aeraion 10116 fra gli assi della struttura di acciaio. I 8.71 Sezione trasversale della volta a botte a tre cemiere di 10.1 m di luce (cortesia Space Decks Ltd) 8.72 Dettagli costruttivi dei sipporli. del fissaggio dei vetri e dei pannetli a casseltom (cortesia Space Decks Ltd) a t di pressione calotta
 con fissaggio
 a scalto ntonaie del corrente superiore diagonali nodo inferiore diagonali \ grondaia Bullone H.D. tirante tirante pannelto a cassettone
 perforato bullonato
 piastra elastica
 fissata sul nodo
 mlenore di supporlo
 R.H.S canfonale del corrente superiore
 nale4 diagonale4 velro 148
Atrio, Bentall Centre, Kingston upon Thames. Gran Bretagna Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali semlarco tenuto in posizione
 daila gru a lore 8.73 Diagramma del procedimento di тошаддю (cortesia Space Decks Ltd). a) Semiarchi assemblali Sulla piattalomia di lavoro prowisoria Space Deck. b) Un semiarco e sollevato sul supporto permanente e mantenulo in posizione dalla gru a torre c) La seconda nielA e sollovata. posizionata e collegata a lormare un arco completo. tura in sezioni di lunghezza inferiore e lasciando
 un interspazio fra queste campate. Si tenne
 conto. inoltre, della possibility di movimenti dif
 ferenziali fra gli edifici che supportavano la volta
 a botte. Sulla base di un’analisi computerizzata
 di comportamenti strutturali altemativi, si decise
 di costruire la volta come arco a tre cerniere
 (con cerniere agli appoggi e sulla chiave di volta,
 come mostrato dalla sezione di Fig. 8.71) per
 minimizzare gli effetti sfavorevoli sui pannelli ve¬
 trati e di rivestimento. La temperatura massima
 prevista per la struttura della copertura era di 50 °C e I'adozione di un arco a tre cerniere evito
 la generazione di forze eccessive dovute a di-
 lataziom termiche che. in questo caso, si sa-
 rebbero certamente mamfestate. Pei facilitate il шопДО i del reticolo spaziale,
 fu costruita una piattaforma di iavoro prowiso¬
 ria, utilizzando moduli standard Space Deck po-
 sizionati subito sotto le linee d'imposta della
 volta ed estesi su tutta la larghezza della galle
 ria. Questa soluzione consenti la realizzazione
 di altn lavori al di sotto della piattaforma tem-
 poranea, e nsulto piu economica rispetto a un
 ponteggio eretto a partire dal livello pavimento.
 Per montare le volte a botte, si procedette al preassemblaggio di mezze sezioni sulla piat¬
 taforma di lavoro. Quindi. seguendo il procedi¬
 mento mostrato in Fig. 8.73. una mezza sezione
 fu posizionata su uno dei supporti e mantenuta
 in posizione da una gru a torre, mentre I'altra
 meta fu sollevata in posizione e collegata in som-
 mita alia precedente per formare I’arco stabile
 a tre cerniere. La nuova campata venne quindi
 collegata alia trave reticolare adiacente gia com-
 pletata. La dimensione delle sezioni preassem-
 blate era stabilita in relazione alia portata di sol-
 levamento della gru a torre. Nel suo insieme, il reticolo spaziale forni una
 semplice soluzione modulare al problema ar-
 chitettonico del controllo detl'illum laz one all'in-
 terno dell’estesa galleria del Bentall Centre. I
 pannelli a cassettonl di metaiio perforato del
 soffitto. progettati per assorbire il 50% della luce
 diretta del sole, sono supportati agevolmente
 dalla griglia regolare. e le flange circolari dei nodi
 interm alloggiano i centri luminosi a fibre ottiche
 che producono una radiazione a Stella che ri-
 luce contro I'oscurita del cielo nottumo. La strut
 tura primaria e quella secondaria sono combi-
 nate per produrre un sistema funzionalmente
 efficiente. 149
Terminal 2, aeroporto di Manchester,
 Gran Bretagna Anno: 1993 Committente: Manchester International Airport PIC
 Direzione del progetto: T2 Project Managemenl Team. Manchester Airport
 Directorate of Developmenl and Planning. City Architect.
 City Engineer, Auciil Team, Taylor Woodrow Construction Capo commessa: AMEC Projects Lid Coordinatore del progetto,
 architetto e progettista di intemi: Scotl. Brownngg & Turner Ingegnere strutturista: Scotl. Wilson Kirkpatrick Appaltatore per la struttura dl acciaio: William Hare Ltd Appaltatore per II reticolo spaziale: Space Decks Lid 8.74 Visla aerea della slrultura rel colar Nodus
 in coslruzione al lerminal 2 dell'aeroporto di Manchester,
 Gran Bretagna (cortesia Space Decks Ltd) La pressione del traffico sulle esistenti installa-
 zioni dell'aeroporto di Manchester, Gran Breta¬
 gna, richiese la costruzione di un nuovc termi¬
 nal. che venne aperto nel 1993.27 La nuova in-
 stallazione contiene una copertura reticolare di
 6000 m2. Per realizzare tre atri vetrati e un sa-
 lone d'ingresso lungo 115 m ё stato impiegato
 il reticolo spaziale Nodus rivestito con poiestere
 polverizzato, il che ha comportato I'impiego di
 180 tonnellate di acciaio. di 2500 nodi e di 10 000
 aste tubolari. II reticolo. configurato a quadrato
 su quadrato sfalsato, possiede sezioni disposte
 in piano о inclinate per un totale di sedici livelli,
 come si pu6 osservare dalla vista aerea del re¬
 ticolo spaziale in costruzione (Fig. 8.74). In una
 tale situazione di esposizione visiva, il reticolo
 spaziale deve possedere un livello quelitativo
 spinto anche nei minimi dettagli. A questo scopo.
 sono stati usati per i correnti inferiori e superiori
 di tutto il reticolo spaziale, aste circolan cave Bri¬
 tish Steel laminate a caldo. tutte con I'unico dia¬
 metro di 60,3 mm. e diagonali con diametro di 48,3 mm. Per motivi di economia, lo spessore
 di parete dei tubi era variabile in funzione degli sforzi sulle aste. ma la dimensione dei giunti No¬
 dus venne standardizzata per mantenere
 un’estetica soddisfacente. I tre atri sono dotati di support >er metrali. uno
 per ogni due campate del reticolo nel senso
 della lunghezza, mentre il salone d’ingresso ё
 in generate supportato con intervalli di due cam¬
 pate sul retro e di tre campate sul fronte, dove
 esiste anche una s< one a mensola di 4,8 m
 su due campate (come mostrato nella plani-
 metria e nella sezione della copertura nelle Figg.
 8.75 e 8.76). L’assemblaggio del reticolo spaziale venne rea-
 lizzato a terra lontano dall’edificio del terminal
 per evitare interferenze con altri lavori di co¬
 struzione. Dopo I'assemblaggio, il reticolo fu
 sollevato in undici sezioni separate da una gru
 mobile da 500 tonnellate (Fig. 8.77). La sezione
 assemblata piu pesante della copertura era di
 25 tonnellate e la maggiore alzata richiesta per
 sollevare una sezione del reticolo fu superiore
 a 75 m. Sempre con I'impiego di reticoli spaziali Nodus
 si costrui separatamente anche una pensilina 150
Terminal 2, aeroporto di Manchester. Gran Bretagna Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali 8.75 Pis ■ metna della copertura del terminal 2 dell'aeroporto di Manchester Gran Bretagna (cortesia Space Decks Ltd) 8.76 Sezione della copertura
 del terminal 2 (cortesia Space
 Decks Lid) d'ingresso. II reticolo spaziale a doppio strato
 della pensilina forr ce un tema strutturale omo-
 geneo, anche se i reticoli spaziali non sono in
 genere considerati economici se usati, come in
 questo caso. per estendersi in una sola dire-
 zione, come una trave. In questa struttura di co¬
 pertura. supportata da died colonne reticolari
 tubolari. c’erano 885 giunti. Alcune sezioni a
 mensola della pensilina erano sospese a ti-
 ranti/puntoni collegati ai pilastri. La pensilina
 venne rivestita con uno strato singolo di metallo.
 profilato sulle superfici orizzonlali. e con vetri di
 sicurezza stratificati atermici sui bordi a man-
 sarda. Nei suo insieme. il progetto del terminal 2 dell'ae
 roporto di Manchester dimostro la versatility del
 reticolo spaziale Nodus, che consente un det-
 taglio strutturale coerente lungo tutte le sezioni
 esposte e le vetrate della copertura nonostante
 le notevoli differenze di forma. r Jk 8 77 Sollevamento della sezione preassembldta del reticolo spaziale Nodus del terminal 2 ironos'a Space Decks Ltd) i & 151
Piramide, Fantasy Island, Skegness,
 Gran Bretagna Anno: t994 Committente: Blue Anchor Leisure LIcJ Architetto: IDS Sludios ingegnere e appaltatore per li reticolo spaziale: Space Decks Lid Questo progetto illustra I’uso di sezioni leggere
 (Space Decks Ltd Multiframe System) per rea-
 lizzare una grande struttura piramidale, ma forse
 il suo aspetto piu interessante consiste nel fatto
 che tutto il reticolo spaziale ё stato assemblato
 in un adiacente autoparco prima di essere sol-
 levato e trasportato per 100 m nella sua posi¬
 zione finale. La piramide, con una pianta di 50 m x 50 m e
 alta 20 m (planimetria e prospetto in Fig. 8.78)
 venne assemblata a partire da quattro segmenti
 triangolari reticolari conformati a rettangolo su
 rettangolo, e composti da moduli di 2,94 m x
 3,84 m, alti 1,9 m. Per costruire la struttura fu
 necessario impiegare diverse gru. Inizialmente,
 un segmento venne sollevato su support prov- visori e il vertice del triangolo fu mantenuto ag-
 ganciato per confenrgli la corretta posizione in-
 clinata. Un secondo segmento venne quindi sol¬
 levato e collegato al vertice del primo e ai suoi
 supporti prowisori sul lato opposto della pira¬
 mide a base quadrata. In questo modo si venne a creare una stabile
 struttura ad A (Fig. 8.79). sulla quale furono fis-
 sati i due segmenti rimanenti. La piramide com¬
 plete. una volta assemblata, venne sollevata al
 suo vertice da una sola gru semovente e fatta
 oscillare verso la sua posizione finale (Fig. 8.80).
 La resistenza e la leggerezza del reticolo Multi
 frame consentirono che questa delicata opera-
 zione di sollevamento fosse realizzata senza dif-
 ficolta. Ода z ч г n * n к ч г n и n x n и ь к ь и ч и h к n u >; ^ prospetto 20000 I h38- 2941 ВККВЯВпЭЯВ Та'&ГаЪГа^ГАЪ Га^Га^Га^ГаЪ ^ГА^ГА^Га^Га ЪГа^ГаЪГаЪТа ■ммммяотиммммиМ кккккякяк ввккнквпв ГаЪГаЪЪШ^Ж взи¬
 май planimetna dei segmenti plammotria 8.78 Prospetto e plan melria del reticolo spazia e piramidate Multilrame per la Fantasy Island di Skegness. Gran Eretagna cortesia Space Decks Ltd)
 152
Piramide, Fantasy Island. Skegness. Gran Bretagna Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali 8 79 Pirannde paraalmenie
 costruita nei parcheggio auto
 adiacente alia sua posizione
 tnwie. due segmenii sono дй
 collegati в (orniare un telaio
 staDile ad A (corlosia Space
 Decks Ltd) 8.80 Piramide completa dl
 50 m x 50 m sollevata nella sua
 posuione finale da una sola
 giande gru semovenle
 (coiles* Space Decks Ltd) .у-4, /л I*. 4', : ' 'ir‘Jifi/ •>». NNNft ЗЮиЗИ; iZ .’IS/.!* I AimmtaiWFtysfyjSj’j I
 Ilb I •5№г№№№вд&ягкч.а‘'?& ■ Ёа ■ -it—.'аг^г^амамцву Д V /'/ >v aea я : г'*,г «икал
 ■/ДО,*.««ИКИК| 1/Г*/ГУ.в«в!в51ВИ 153
Tettoia per deposito, Lelystad, Paesi Bassi: reticoli spaziali
 costruiti con tondoni di legno Anno: 1986 Architetto: Pieter Huybers Ingegnere: Pieter Huybers/De Bondi Costruzione: Mulder b.v., Apeldoorn II legno ё un materiale usato raramente nella co¬
 struzione delle strutture reticolari spaziali. Alcuni
 esemplari sono stati tuttavia costruiti usando
 quello che ё raramente considerato un mate¬
 riale adatto a edifici a grandi luci, i tondoni. Nelle
 piantagioni di legname ben gestite, gli alberi
 vengono piantati inizialmente I'uno vicinoall'al-
 tro. per costringerli a crescere velocemente e
 diritti. Con I’aumentare delle dimensioni, si rende
 necessario diradare la piantagione per fornire
 piii luce e nutrimento agli alberi. Durante que-
 sto processo di sfoltimento si tagliano molti al¬
 beri del diametro fra 150 e 200 mm, uria di-
 mensione troppo piccola e poco pratica per il
 loro uso come materiale da costruzione iri ta-
 vole. Dopo I’eliminazione della corteccia. si pos-
 sono регб usare come materiali da costruzione
 i pezzi sufficientemente diritti, sotto forma di pali
 cilindrici, che risultano particolarmente adatti
 nelle economiche strutture reticolari in legno.
 Le fibre in una sezione di un tronco d'albero
 corrono solo approssimativamente in serisD lon-
 gitudinale. Di conseguenza, quando la sezione
 trasversale ё tagliata in settori rettangolari piii
 piccoli, la resistenza del legno ё ridotta perche
 alcune fibre non sono piii continue nel senso
 della lunghezza del pezzo. Le sollecitazioni am-
 messe nella flessione, nella trazione e nella com-
 pressione di tavole di legno da costruzione sono
 rispettivamente un terzo, un quarto e due terzi
 di quelle per legname cilindrico scortecciato. II
 legname cilindrico ottenuto per tornitura ё leg-
 germente meno resistente del legname scor¬
 tecciato e, cosa ugualmente importarite, buona
 parte della sezione originate viene semplice¬
 mente asportata e buttata via. Se un tronco cir¬
 colare viene rifilato su quattro lati per ricavare
 una sezione quadrata (Fig. 8.81), I’area utile
 della sezione trasversale ё ridotta del 36%, il
 modulo di resistenza della sezione (correlato di-
 rettamente alia resistenza a flessione della trave)
 ё ridotto del 40%, e il momento d’irierzia della
 sezione (correlato alia deflessione laterale di
 puntoni sottoposti a compressione assiale e a
 flessione) subisce uria riduzione del 57%. Le
 aste dei reticoli spaziali sono soggette princi-
 palmerite a forze assiali e la sezione trasversale
 circolare piena dei tondoni di legno ё ideate per
 resistere a forze di compressione (ed ё proprio
 per questo che si usano tubi d'acciaio о di al-
 luminio circolari nei reticoli spaziali metallici).
 Come in tutte le strutture in legno, il maggior problema da superare ё il progetto di un robu-
 sto collegamento fra le singole aste, particolar¬
 mente fra quelle in trazione; il problema diventa
 assai arduo quando le sezioni sono circolari. La
 difficolta di collegare elementi in legno riguarda
 particolarmente i reticoli spaziali, nei quali ё ti-
 pica la presenza di otto aste che si irradiano da
 un nodo, come nella configurazione a quadrato
 su quadrato. Si rendono dunque necessari giunti
 metallici di forma adeguata. II materiale base per le aste - tondoni - ё rela-
 tivamente economico. Ё quindi logico ricavare
 un sistema di giunzione altrettanto a buon mer-
 cato e semplice. Pieter Huybers dell'Universita
 di Delft, Olanda, ha sviluppato un semplice si¬
 stema di legatura con filo metallico (usando un
 apposito utensile di legatura) per bloccare una
 piastra di acciaio zincato nella fenditura prati-
 cata alle estremita dei tondorii (Fig. 8.82). II pro-
 cedimento per I’installazione delle piastre di col¬
 legamento ё il seguente. Dopo aver intagliato la
 fenditura ed eseguito i fori trasversali, si inseri-
 sce la piastra di collegamento. anch'essa forata. Si introduce quindi nei fori una canna tubolare
 e si fa passare il filo metallico al suo interno. Si
 usa allora I'utensile di legatura per tendere il filo
 a un valore stabilito: i terminali del filo vengono
 attorcigliati e ribattuti nel legno con il martello.
 Sono stati realizzati diversi tipi di connettori a pia¬
 stra: alcuni richiedono un nodo separato. altri pos-
 sono essere cdlegati direttamente fra di loro (co¬
 struzione senza nodi). Reticoli spaziali con pali di
 legno sono stati costruiti a titolo sperimentale о
 per I’agricdtura nei Paesi Bassi e in Gran Breta-
 gna.26 Ad esempio, nel 1984 fu costruito un pa¬
 diglione espositivo reticolare a strato s'ngolo a cu¬
 pola, del diametro di 5,8 m e alto 5,5 m; la stessa
 struttura verine installata a Delft nel 1987. Una
 tettoia per un deposito, di 16,2 m x 10.8 m, co¬
 struito a Lelystad, Paesi Bassi (Fig. 8.83), ha una
 copertura a reticolo spaziale realizzata con ton¬
 doni di larice del diametro di 100 mm. suppor-
 tata da undid colonne di legno. II reticolo, costi-
 tuito da quattro per sei campate e con configu¬
 razione a quadrato su quadrato. fu costruito nel
 1986 usando nodi circolari in acciaio zincato dello
 spessore di 6 mm e piastre di connessione di 6
 mm x 90 mm x 260 mm (Fig. 8.84). Per garan-
 tire la durata, il legno fu impregnate di ctoruro di
 rame e arsenico come preservante. In Gran Bre-
 tagna, sempre nel 1986, fu costruito come pro-
 totipo un edificio agricolo di 8,1 m x 18,9 m alia 154
Tettoia. Lelystad. Paesi Bassi Esempi internazionali ■ Strutture reticolari spaziali area di scarlo indicala
 con II tratteggio)
 ottenuta ricavando
 una sezione quadrata
 da una circolare 8.81 Riduzione della sezione di un pezzo
 di legno da rolonda a quadraia: in questo modo
 si nduce farea del 36%. i modulo di resistenza
 doiia sozione del 40% e il momcnto di inorzia
 dell'area del 57% (disegno di John Chilton) Bridget's Farm, vicino Winchester (una fattoria
 sperimentale del Mimstero deH'agricdtura). Sup-
 portato da dodid colonne, il reticolo spaziale a
 tondoni di legno era alto 1,9 m e comprendeva
 168 aste di legno del diametro di 100 mm e lun-
 ghe 2.5 m. Tutte le aste furono preparate al di fuori
 del cantiere e per assemblare il reticolo furono ne-
 cessari i soli gkjnti bullonati; il reticolo venne quindi
 sollevato con una gru sulle cotonne di legno del
 diametro di 200 mm. Piu recentemente. nel 1985.
 si costrui una torre di osservazione alta 27 m ad
 Apeldoorn, Paesi Bassi. usando tondoni di legno
 con diametro fino a 200 mm. La torre (Fig. 8.85) puo essere considerate un in-
 sieme verticale di reticdi con configurazione a ret-
 tangolo su rettangolo (Fig. 8.86) nel quale i nodi
 di giunzione (Fig. 8.87) sono assemblati a partire
 da quattro componenti identici fabbricati con an-
 gdari standard di acciaio. Una volta assemblati. i nodi consentono di connettere fino a otto aste.
 in dipendenza della configurazione. I progetti appena descritti, anche se di piccole
 dimensioni. dimostrano che si possono costruire
 efficient! strutture tridimenstonali utilizzando un
 materiale che ё spesso considerato. al massimo,
 legname di bassa qualita e, in molti casi, adatto
 solo a essere ridotto in trucioli о in pasta. Non
 с e nessuna ragione. naturalmente. per non usare
 questo tipo di costruzione per progetti architet-
 tonici piu prestigiosi. come ad esempio centri per
 visitaton. musei о progetti a basso consumo ener-
 getico. Poiche il materiale ё economico e larga-
 mente disponibile in Paesi che hanno foreste e
 la tecnica di assemblaggio e relativamente sem
 plice, i reticoli spaziali con aste a tondoni di le¬
 gno possiedono un alto potenziale di sfrutta-
 mento nella costruzione di fattorie, magazzini e
 edifici agricoli nei Paesi in via di sviluppo. 8 82 Attrozzo per legatura usato per assicuraro la piastra
 metallica di giunzione entro un londone (cortpsia Pipler
 Huybers) 8.83 Tettoia per deposit impiantistico di 16.2 m x Ю.8 m costruita a Lelystad. Raosi Bassi (cortesia Pieter Huybors) 155
Esempi mternazionali • Strutture reticolari spaziali Tettoia Lelystad. Paesi Bassi H 84 Nodo circotare di асоаю anualo di 6 mm e ptasle di collegamento di 6 mm * 90 mm * ?60 mm iisrile a I elystad Paesi
 nassi (cortesin Pieiw Huybers) 8.86 Vista tndimensioiiate delta struttura per la torre in
 londoni di legno d Apekloom Pneai Oasst (cortesio Pieler
 Huybers/H Hendnks De Bondi) ■ 8b Torre in tondon ad Appldoom, Paosi Bassi. assemblala g 8/ Nodo tipico per la lone di Apoldoom, Paesi Bassi i.«xi component! di lognu d, jiji'njlro 'fl’Wrb ЙД 12V '* 200 mm (toflcsfci {cnriesia Pieter Huyt№rs/H Hendriks, De Bondi) I’wilei i+.iyuiisi 156
Padiglione, Atlanta, USA (progetto non realizzato) Come abbiamo detto neU'esempio precedente,
 il legno ё poco usato nei reticoli spaziali e. a loro
 volta, questi ultimi sono raramente usati per sup-
 portare coperture a geometria irregolare. Cio-
 nonostante. il legno venne scelto come mate¬
 riale per il progettato padiglione di Atlanta che
 doveva essere costruito per ricevere i visitatori
 della citta durante i Giochi olimpici del 1996. II
 padiglione avrebbe dovuto contenere un inte-
 ressante reticolo spaziale a forma libera con una
 geometria della copertura il cui aspetto sarebbe
 apparso irregolare. La descrizione di massima del progetto origi¬
 nate. presentata agli architetti di Atlanta Scogin
 Elam e Bray da parte del Committee for the
 Olympic Development Atlanta (CODA), preve-
 deva una biglietteria, un caffe e un reparto au
 dio visivo - I’Atlanta Experience - che avrebbe
 dovuto fornire informazioni sulla cittci e sui suoi
 dintorni. Per creare un riferimento ben ricono-
 scibile per il sito, dotato di diritto di sopraeleva-
 zione, ubicato sopra la stazione Peachtree nel
 centra di Atlanta, gli architetti proposero una
 grande pensilina a forma libera, che nel suo
 punto piu alto raggiungeva i 30 m. II committente, CUL)A, invito la Uve Amp and
 Partners International Ltd a collaborare con gli
 architetti per analizzare le modalita di realizza¬
 zione del progetto. I prodotti in legno sono fab-
 bricati dai detentori del diritto di sopraelevazione.
 la Georgia Pacific, con uffici in un alto edificio
 adiacente al sito. Ouesta circostanza, insieme
 alia breve durata prevista per I’edificio (due о tre
 anni) e ai vincoli posti ai sovraccarichi (un extra
 di 1050 kg/m2) che potevano essere applicati
 all'esistente struttura in cemento, condusse alia
 scelta del legno come materiale principale per
 I'area espositiva. per le rampe di accesso e per
 la pensilina di copertura. Inizialmente. la copertura a forma libera venne
 razionalizzata in modo che, mantenendo la forma
 casuale, diventasse possibile definire e comu-
 nicare all'appaltatore una geometria adatta a una costruzione economica. Dopo la misura-
 zione del modello degli architetti. si депегб un
 modello computerizzato (mostrato in prospetto
 nella Fig. 8.88 a), basato su un reticolo avente
 una pianta di 2,4 m x 2.4 m (Fig. 8.88 b). I singoli nodi vennero spostati verticalmente fino
 a ottenere una superficie che approssimasse
 quella del modello fisico. In questo modo, ogni
 elemento a pianta quadrata risultava racchiuso
 da una superficie distorta. Per ottenere jna su¬
 perficie adatta a essere rivestita con pannelli,
 ogni quadrilatero venne diviso in due sfaccetta-
 ture triangolari che potevano essere supportate
 dal reticolo spaziale di legno (Fig. 8.89). Per la struttura di supporto della copertura si
 analizzarono tre possibility due reticoli n alter¬
 native, uno con una maglia superiore triango-
 lare di 2,4 m x 1,2 m, e I'altro con una maglia
 superiore quadrata di 2,4 m x 2,4 m, e una strut¬
 tura ad albero su una griglia di 3,05 m x 3,05 m.
 Gli architetti costruirono modelli per valutare le tre
 alternative strutturali dal punto di vista estetico e
 si scelse, di conseguenza, il reticolo spaziale a
 quadrato di 2,4 m x 2,4 m. II reticolo e il modello
 di copertura sono mostrati in Fig. 8.90. A causa della geometria irregolare del reticolo
 spaziale, si ritenne che i giunti sferici di acciaio
 fossero i piu adatti per collegare le aste di legno
 lamellare con un metodo simile a quello del si¬
 stema Mero Holz, descritto nel Capitolo 3.1 sup-
 porti del reticolo furono sistemati secondo una
 configurazione visibilmente casuale, con co¬
 lonne inclinate di legno lamellare di lunghezza
 fino a 30.5 m. Questa configurazione di colonne
 cruciformi lamellari. fabbricate con due elementi
 a sezione quadrata fissati a un elemento a se¬
 zione rettangolare, uno per lato, forni stabilita
 latefale complete alia pensilina quando questa
 fu collegata al reticolo spaziale rigido a flessione.
 Le dimensioni dei nodi sferici e I’angolo minimo
 ammissibile fra le aste del reticolo furono de-
 terminati dall’lngenieurburo Peter Bertsche in
 Germania. Committente: Committee tor the Olympic Developmenl Atlania
 Architetto: Scogin Elam and Bray. Atlanta
 Ingegnere: Ove Arup and Partners/mgenieurburo Bertsche 157
Esempi internazionali ■ Strutture reticolari spaziali Padiglione. Atlanta. USA (progetto non realizzato) 8.88 a Prospetto
 del modello compiilen/zato
 del padiglione di Atlanta
 (cortesia Scogin Elam
 and Bray 8.88 b Plammetria
 del modello computenzzaio
 del padiglione d Atlanta
 (cortesia Scocj n Elam
 and Bray) 158
Padiglione, Atlanta, USA (progetto non realizzato) Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali 889 Modelo del nveslimento
 del padiglione di Aiianta
 ch mostra la suddivtsiaie
 in sezioni tnangolan
 di ncoperlura delle facce
 a geomeina irregoiare cortesia
 Scogri Bam and Bray) 8 90 Modello del reticolo
 spaziale e del rivestimento
 che illuslra la omplessild
 geornelnca della struttura
 (corlesm Scogin Clam and
 Bray) 159
Stadio Australia, Sydney, Australia Anno: 2000 Committente: Olympic Coofdrnalion Authonly
 Architetto: Bligh Lobb Sports Architects (Sydney)
 Appaltatore: Multiplex Constructions (NSW) Pty Limited Ingegnere: MODUS Consulling Nel dicembre 1998, mentre preparavo questa
 descrizione, lo stadio Australia di Sydney che
 avrebbe ospitato i Giochi olimpici nel 2000 (Fig.
 8.91). era in costruzione.29 II grande stadio, della
 capacita prevista di 110000 posti a sedere, ne
 conterra in realta 80000 (dopo la rimozione dei
 settori temporanei alle estremita dell’arena). La
 forma dello stadio ё dettata dalle distanze vi-
 sive dall'area dei giochi, ed ё approssimativa-
 mente circolare attorno al campo rettangolare,
 con posti al coperto lungo i lati maggiori
 dell’arena. La soluzione adottata per la copertura della zona
 di questi posti a sedere consiste in un reticolo
 spaziale d’acciaio a doppia griglia supportato
 lungo il perimetro esterno dalla tribuna inclinata
 e sull’altro lato da un reticolo ad arco avente
 una luce di 285.6 m (Fig. 8.92). II reticolo spa¬
 ziale supporta elementi secondari. che a loro
 volta sostengono il rivestimento trasparente a
 doppia parete in fogli di policarbonato. Per mi-
 nimizzare I’altezza d'ingombro dello stadio. la
 copertura a doppio reticolo fa parte di una su¬
 perficie a paraboloide iperbolico, che si pro- tende ad arco lungo I'asse maggiore dello sta¬
 dio e s'insella verso il basso lungo I'asse mi-
 nore. Con la sistemazione di un arco sulla su¬
 perficie della copertura se ne aumenta I'effi-
 cienza strutturale e si mantiene libera la visuale
 per gli spettatori situati nelle parti superiori delle
 tribune. I correnti del reticolo a doppio strato
 sono disposti in diagonale (cioe con un angolo
 di 45” rispetto all'asse dello stadio), alio scopo
 di generare la superficie a doppia curvatura con
 I'impiego di linee rette. Si adottb una maglia di 10 m x 10 m (Fig. 8.93), di altezza variabile da
 un massimo di 4 m fino a zero lungo il perime¬
 tro, in accordo con I’inviluppo tridimensionale
 dei momenti flettenti relativo alia superficie. A
 causa delle differenze geometriche fra le posi-
 zioni dei nodi perimetrali del reticolo e le travi di
 supporto della tribuna inclinata, le due parti ven¬
 nero collegate con un elemento reticolare pri-
 smatico (Fig. 8.94). Nella sua forma finale, lo stadio avr& ulteriori su-
 perfici di copertura sopra le tribune di estremita.
 Queste utilizzeranno ancora una maglia di 10 m
 x 10 m e si rastremeranno verso i bordi a par- 8.91 Stadio Australia di Sydney,
 in lase di costruzione in preparazione
 dei Giochi olimpici del 2000 (loto John
 Chilton) LiW? 160
Stadio Australia, Sydney. Australia Esempi internazionali • Strutture reticolari spaziali 8.92 Arco di 285,6 m dt luce che supporla il bordo
 frontale del reticolo spaziale di copertura con superfice
 а рагаЬокж1е perbol dello stadio Australia. Si vede
 chiaramenie la curvalura del relicolo della copertura
 (folo John Chilton) 8.94 Relicolo penmetrale della copertura (ra la doppia
 griglia e la iribuna inclinata Ё in corso I mstallazione dei
 panne I dt pdicarbonaio a doppia parole (loto Jotin li lion 161
Esempi internazionali • Strutture reticoiari spaziali Stadio Australia. Sydney, Australia 8.95 Nodi tiptci dele diagonali della copertura dello Stadio
 Australia a Sydney. Si nota I'uso di piastre orizzontali e di
 pemi di giunzione verticali (cortesia MODUS Consulting) tire dall’altezza massima di 6 m al centro. Prima
 di installare queste sezioni di estremitci, non si
 pu6 sviluppare I’azbne di membrana associate
 con la superficie a sella. Nella configurazione fi¬
 nale della copertura, la trave prismatica peri-
 metrale viene estesa a tormare un ariello com-
 pleto ondulato e il reticolo a doppio strato all’in-
 terno provoca una rilevante azione di mem-
 brana. In questo modo risulta migliorata I’effi-
 cienza strutturale delle sezioni interne. Per anticipare sviluppi futuri, il progetto della co¬
 pertura e dei supporti degli archi consente I’ag-
 giunta di una copertura interna retrattile con un
 peso fino a 6000 tonnellate. Un’interessante ca¬
 ratteristica della copertura reticolare ё che (su
 suggerimento del costruttore, National Engi¬
 neering) le aste sono collegate con pemi ad
 asse verticale, che passano attraverso piastre
 di giunzione orizzontali (Fig. 8.95). Nello strato
 superiore i correnti seguono linee rette; nello
 strato inferiore le variazioni di direzione dei cor¬ renti sono ottenute con una piega nelle piastre
 dei nodi. In origine era stato proposto di costruire il reti¬
 colo a doppio strato collegando in aria singole
 piramidi rovesciate; al contrario. il processo di
 montaggio iniziO con la produzlone a terra di
 elementi assemblati di lunghezza fino a 90 m.
 Questi venivano poi sollevati e tenuti in posi-
 zione con gru, collegati a ciascuna estremitS
 con I’arco e con la trave perimetrale rispettiva-
 mente, prima di essere gradualmente abbas-
 sati e uniti agli elementi adiacenti del reticolo.
 Nonostante I’enorme luce di quasi 300 m e un
 peso di 88 kg/m2, la struttura di acciaio della
 copertura dello stadio Australia dimostra I'eco-
 nomicitci e la funzionalita dei reticoli spaziali.
 Questo progetto, con la sua predisposizione
 per una futura aggiunta di una copertura re¬
 trattile, ci consente di apprezzare meglio I’ar-
 gomento gi& trattato insieme ai reticoli spaziali
 estensibili e pieghevoli nel Capitolo 5. 162
Capitolo 9 ■ Strutture reticolari estensibili Palazzo dello sport Sant Jordi, Barcellona, Spagna Una delle critiche piii frequenti nei confronti dei
 reticoli spaziali ё che essi sono adatti per co-
 perture piane applicate a planimetrie rettilinee,
 ma che diventano antieconomici se usati per
 forme piu complicate di coperture о di piante di
 edifici. Questo argomento 6 fortemente ed ele-
 gantemente contestato dal Palau (Palazzo dello
 sport) Sant Jordi di Barcellona (Fig. 9.1). A se-
 guito di una gara internazionale di progettazione
 tenutasi nei 1983, Arata Isozaki (architetto) e
 Mamoru Kawaguchi (ingegnere) furono incari-
 cati di progettare un palazzo dello sport da
 15000 posti a sedere, che doveva essere co- struito come principale arena coperta per le Olim-
 piadi di Barcellona del 1992. In linea di princi-
 pio, i progettisti vollero awalersi della tecnolo-
 gia del momento, e per questa ragione scelsero
 un sistema “prodotto in massa" ma in senso
 moderno. vale a dire un sistema nei quale la ro-
 botica. il CAD, la fabbricazione assistita dal com¬
 puter (CAM) e le tecniche di controllo numerico
 (CN) consentono la "produzione di massa “di
 piccole quantity con molte varianti. Fu quindi
 adottato un reticolo spaziale "prodotto in Tiassa”
 ma con una forma ragionevolmente complessa,
 per la cui fabbricazione economica e per il cui Anno: 1990 Architetto: Arata Isozaki Ingegnere: Mamoru Kawaguchi Reticolo spaziale: Orona SEO system 9.1 Palazzo dello Sport Sanl Jordi. Barcellona (fotografia di John Chilton) 163
Esempi internazionali • Strutture reticolari estensibili Palazzo dello Sport Sant Jordi, Barcellona. Spagna montaggio si richiedeva I'impiego delle moderne
 tecnologie.30'3’ Tutti e quattro i lat iello stadio hanno planime-
 tria curva e la sezione trasversale ё arcuata lungo
 entrambi gli assi maggiori (Figg. 9.2 e 9.3 a e
 b). Una zona centrale ё costruita con una cur¬
 vature un po’ diversa ed ё anche leggermente
 rastremata nella direzione dell'asse meggiore
 dell'arena. Quest’area ё circondata da un lu-
 cernario continuo ed ё attraversata da lanterne
 convesse piii piccole formando una configura
 zione che si adatta a quella dei correnti supe¬
 riori del reticolo spaziale. In contrasto con il ri-
 vestimento in metallo sagomato, che ё piii co-
 munemente usato per rivestire i reticoli spaziali.
 la copertura ё rivestita con due materiali alter-
 nativi, tegole di ceramica пега e fogli ci zinco
 metallico.32 L'impressione che se ne ricava ё
 quella di un guscio protettivo che fa da scudo
 agli atleti e agli spettatori contro il calore del sole
 estivo di Barcellona. La copertura reticolare ha le dimensioni plani-
 metriche massime di 128 m x 106 m; all'interno
 di queste. la zona centrale, di differente curva¬
 ture. ё approssimativamente di 80 m x 60 m.
 In entrambe le seziom centrale e perimetrale
 della copertura il reticolo spaziale ha un'altezza
 di soli 2,50 m (1/42 della luce minore dell'arena). La conformazione convessa della copertura (vi-
 ste frontali nelle Figg. 9.3 a e b mostra регй
 chiaramente lo sviluppo di una considerevole
 azione di arco (membrana), per cui non risultano
 applicabili i normali rapporti luce/altezza validi
 per le coperture piane. La massima elevazione
 fra il filo superiore dei supporti delle colonne e il
 punto piu alto della copertura ё di 21 m, con
 un'altezza totale sul piano dell'arena di circa
 45 m. La struttura della copertura fu assemblata con
 9190 aste aventi diametro variabile in modo pre-
 valente tra 76 e 267 rnm, anche se furono usati
 in periferia tubi di 406 e 508 mm. Le aste sono
 collegate usando 2403 nodi sferici di acciaio
 fuso con diametro variabile da 100 a 250 mm.
 Tutta la struttura reticolare di copertura appog-
 gia su sessanta colonne tubolari perimetrali di
 acciaio, del diametro di 508 о 609.6 mm in fun-
 zione della loro posizione. II sistema SEO di re¬
 ticoli spaziali (descritto nel Capitolo 3) ё stato
 prodotto da Orona usando tubi fabbricati con
 una precisione in lunghezza di 0,3 mm. e con
 giunti sferici forgiati e forati con trapano a con¬
 tralto numerico computerizzato (CNC), per al-
 loggiare i bulloni di collegamento. Con le mo¬
 derne tecniche di contralto computerizzato delle
 operazioni di taglio e foratura ё stato possibile ЧИШВВ® м:ш{ wami ЪАЪА №30' WX'jAW. !!!Ш! mgssfi Sfl№05.Ki
 9W.S ai эй5Аллллл* 9.2 Rdiunielrm della strutluia della copertura del Palazzo dello sport (cortesia Man oru Kawagucni) 164
Palazzo dello sport Sant Jordi, Barcellona, Spagna Esempi internazionali • Strutture reticolari estensibili sezione longitudinals a prospetto nora prospeito ovfisl 9.3 Palazzo dello sport- a) prospeito nord. b) prospetto ovest e sezione longitudinale (cortesia Mamoru Kawaguchi) fabbricare in modo piu economico i different
 elementi che generavano la forma a cupola.
 Bench6 la forma sia degna di nota. I'aspetto piu
 innovativo del reticolo spaziale ё forse il metodo
 di montaggio, che ё stato sviluppato dall'inge-
 gnere giapponese Mamoru Kawaguchi, ed ё
 conosciuto come sistema Pantadome. Questa
 tecnica, usata per la prima volta per il montag¬
 gio della copertura del World Memorial Hall di
 Kobe, in Giappone, ё descritto in dettaglio piii
 avanti. Essa prevede I'assemblaggio del reticolo
 spaziale in una forma parzialmente ripiegata,
 che viene in seguito raddrizzata nella sua forma
 finale. Questo permise I’assemblaggio, a un li-
 vello prossimo al piano pavimento dell’arena,
 della parte centrale di questa complessa co¬
 pertura prima di sollevarla nella posizione defi¬
 nitive. La sequenza di montaggio mostrata in Fig. 9.4
 inizia con I’assemblaggio della parte centrale
 della copertura su supporti prowisori, a circa 6 m al di sopra del piano pavimento dell'arena
 e direttamente al di sotto della sua posizione pla-
 nimetrica finale. Si costruirono quindi sedici se¬ zioni perimetrali del reticolo spaziale: queste ven-
 nero poi collegate con giunti a cerniera sia alle
 colonne perimetrali sia alia sezione centrale della
 copertura. Anche le colonne perimetrali vennera
 incemierate alia base (tangenzialmente alia curva
 di congiunzione delle basi). Ё interessante no-
 tare che le cerniere erano in posizione assiale
 sulle colonne da 609,6 mm, ma in posizione sfal-
 sata verso il perimetro dell'arena sulle colonne
 da 508 mm. La conseguente eccentricity del
 carico verticale della copertura contribuiva alia
 stability del meccanismo, perch6 "incoraggiava”
 le cerniere a piegarsi in una sola direzione (con
 la copertura verso I'interno delle colonne). Agli
 angoli dell'arena, furono lasciati larghi intervalli
 fra le sezioni perimetrali del reticolo spaziale. In¬
 tervalli piii stretti vennero invece lasciati fra le se¬
 zioni del reticolo spaziale lungo i lati dell’arena.
 La vista planimetrica dell'arena (Fig. 9.5) mostra
 la disposizione dei segmenti del reticolo spaziale
 prima del sollevamento. e i piccoli cerchi indi-
 cano la posizione delle torri di sollevamento. A
 questo stadio. la struttura nel suo complesso
 era meccanicamente molto flessibife. 165
Esempi internazionali • Strutture reticolari estensibili Palazzo dello sport Sant Jordi, Barcellona, Spagna 9.4 Sequenza di montaggio de! Palazzo dello sport con I’uso del sistema Pantadome: 1) montaggio della cupola centrale: 2) montaggio/collegamento dei reticoli laterali. sistemati da Orona e coslruz'one delle lorri di sollevamento e della struttura secondaria; 3) soSevamento parziale; 4) soSevameolo completo; 5) rimoztone delle tom di sollevamento (cortesia Marrxxii Kawaguchi) 166
Palazzo dello sport Sant Jordi, Barcellona, Spagna Esempi internazionali • Strutture reticoiari estensibili 9.5 Sistemazione planimetries dei segmenti della copertura e posizione dele tom di sollevaniento. indicate dai piccoS cerchi (cortesia Mamoru Kawaguchi) Con un'operazione di sollevamento accurata-
 mente controllata da computer, la sezione cen¬
 trale della copertura venne sollevata vertical-
 mente sulla posizione finale fra il 22 novembre
 e il 3 dicembre 1988. Furono usate dodici torri
 di sollevamento, dotate in sommita di un telaio
 tetraedrico per ripartire la forza di sollevamento
 sui due nodi del corrente inferiore del reticolo
 spaziale e per garantire I’articolazione orizzon-
 tale. II processo di sollevamento prevedeva che
 le sezioni perimetrali del reticolo spaziale venis-
 sero innalzate, a partire da un orientamento ini-
 ziale inclinato in basso verso la parte centrale
 dell'arena, alia loro posizione finale indinata verso
 I’alto per supportare la sezione centrale della
 cupola. Durante questa operazione le sommita
 delle colonne perimetrali vennero prima forzate
 verso I’esterno. per consentire alle sezioni peri¬
 metrali del reticolo spaziale di cambiare il loro
 allineamento, per ritornare verticali dopo che le
 sezioni centrali della copertura ebbero assunto
 la loro posizione finale. Negli intervalli fra le se¬
 zioni perimetrali vennero quindi inseriti elementi
 addizionali del reticolo spaziale per completare
 la forma tridimensionale a cupola e per bloccare
 il meccanismo. Le torri di sollevamento furono
 poi smontate, lasciando libero il piano pavimento
 dell’arena. II massimo spostamento verticale
 della copertura durante la rimozione della forza
 di sollevamento e dei puntelli fu di 140 mm. in
 stretto accordo con I’analisi della copertura fatta
 dal computer. Al centra dell'arena, e precisa-
 mente al reticolo spaziale a cupola. 6 sospesa
 una struttura secondaria di 60 m x 22 m in pianta,
 del peso di 22 tonnellate. che porta pannelli elet-
 tranici, schermi video e attrezzature acustiche. Questo complesso venne costruito sul piano
 pavimento dell'arena al di sotto del reticolo spa¬
 ziale a cupola e innalzato nella sua posizione fi¬
 nale con un’unica operazione nel secondo giomo
 della fase di sollevamento. La Fig. 9.6 mostra in
 sequenza fotografica quattro fasi del processo
 di montaggio. Sulle linee principali delle cemiere, quelle che col-
 legano la cupola centrale con i reticoli laterali. e ai
 quattro angoli dell'arena. la copertura porta delle
 strisce vetrate sulle quali ё rappresentato. a du-
 raturo ricordo. il metodo di montaggio. Per assecondare le dilatazioni e le contrazioni ter-
 miche dell'estesa struttura di copertura senza in-
 durre sollecitazioni nel reticolo spaziale. tutte le
 cotonne perimetrali sono incemierate al piede e
 alia sommita. in modo da permettere liberty di mo-
 vimento in direzione perpendicolare al perimetro
 della copertura. Per resistere alle forze laterali sulla
 copertura, come quelle dovute al vento, coppie
 di qplonne adiacenti sono collegate alia sommita
 per-formare rigidi telai a portale (ventidue in totale:
 quattordici longitudinalmente e otto trasversal-
 mente). A causa del numero limitato di colonne di
 supporto, lo spettatore che si trova all'interno del
 Palazzo dello sport Sant Jordi ha I'impressione
 che la copertura reticolare galleggi sulla massa
 delle tribune in cemento armato. Questo sistema di costruzione e di montaggio
 presenta diversi vantaggi. Primo, I’assemblaggio
 della forma complessa della copertura e realiz-
 zato a un livello conveniente dal suolo, dove ё ri-
 dotta I'esposizione ai forti venti e sono minimiz-
 zati i pericoli derivanti dalle lavorazioni in alto. Se¬
 condo, ё possibile completare parzialmente il ri-
 vestimento della copertura e installare i servizi A - teleio di Supporto dell'unita
 di sollevamento
 В - unila di sollevamento
 С = torre standard Acrow
 D = telaio di sollevamento 167
Esempi internazionali • Strutture reticolari estensibili Palazzo dello sport Sant Jordi, Barcellona. Spagna a 9.6 л-d Visla aerea della sequenza di sollevomenio delta
 copertura (cortesia Mamoru Kawaguchi) senza usare costose attrezzature secordarie di
 accesso. Questo stesso metodo di montaggio
 era stato usato pnma per to stadio nazionale co-
 perto di Singapore, dove Mamoru Kawaguchi la-
 vora con I’architetto Kenzo Tange. In seguito ё
 stato usato per la cupola Namihaya del centra sportivo di Mitsushima, nella prefettura di Osaka,
 e nella prtefettura di Fukui. Giappone. per la Cu¬
 pola del Sole di Sabae. cupola circolare del dia-
 metro di 116 m in pianta e superfide a gradini.
 Studi dettagliati di questi due ulteriori esempi sono
 riportati piu avanti. 168
Palazzo dello sport Sant Jordi. Barcellona, Spagna Esempi internazionali • Strutture reticolari estensibili 169
World Memorial Hall, Kobe, Giappone Anno: 1984 Ingegnere: Mamonj Kawaguchi Appaltatore TdkfMiaka Komuien Co. Ltd 9 7 World Memorial Hall di Kobe. Giappone (coricsia
 Mamuru Kawaquc hi) 0 8 Inl^rno rtplla World Manorial Hall (cortesia Mamoru
 Kawayuclu) La World Memorial Hall di Kobe in Giapoone,
 completata nel 1984 in vista delle Universiadi del
 1985 e utilizzata in seguito come salone mul-
 tiuso, ё stata la prima realizzazione del sistema
 Pantadome33 (Figg. 9.7 e 9.8). Le specifiche di
 progetto prevedevano una pista di 160 m, 10000
 posti a sedere e spazi intemi alti almeno 24 m
 per ospitare grandi yacht in esposizione. La so-
 luzione finale si concretizzo in una costruzione
 di circa 70 m x 110m. che aveva a ciascuna estremita un quarto di sfera di 34 m di raggio,
 collegato con una volta cilindrica lunga 40,8 m.
 La volta semicircolare ha il centro a 1 m dal suolo
 e si eleva per quasi 40 m. Nella parte inferiore delle pareti laterali. sono stati
 usati telai rigidi per realizzare il notevole numero
 di vani per le finestre, mentre il resto dell'edificio
 ё coperto da un reticolo spaziale di 1,5 m di al-
 tezza. II reticolo spaziale, con una maglia stan¬
 dard di 2.5 m x 2.5 m impiegava piii di 12000 170
World Memorial Hall, Kobe, Giappone Esempi internazionali • Strutture reticolari estensibili aste tubolari (aventi diametro di 101.6 mm per i
 correnti e di 76.3 mm per le aste di parete). Tutte
 le aste erano saldate ai nodi sferici (di diametro 216,3 mm e 267,4 mm) costaiiti con piastre pres-
 sate di acciaio e diaframmi saldati. La Fig. 9.9 mostra in sezione il metodo di mon¬
 taggio della World Memorial Hall di Kobe. Una
 prima linea di cemiere era situata alia base della
 copertura, una seconda all’interfaccia fra i telai e il reticolo spaziale e una terza all'interno del reti¬
 colo spaziale stesso. Nel corso del montaggio si
 usarono diciotto supporti prowisori alti 6.5 m, si-
 stemati sotto la linea delle cerniere del reticolo
 spaziale. I supporti vennero in seguito utilizzati
 per il sollevamento. In questa fase alcune aste
 della struttura vennero omesse per consentire sia
 la fonmazione del meccanismo sia il suo libero
 movimento durante il sollevamento della cupola.
 Bench6 molti fossero i possibili metodi di solle¬
 vamento del reticolo spaziale assemblato, I'ap-
 paltatore Takenaka Komuten Co. Ltd scelse il col-
 laudato sistema “a spinta". A ogni supporto si si-
 stemarono martinetti da 50 tonnellate per spin-
 gere verso I’alto i puntelli, la cui base si estendeva
 con il progredire del sollevamento. Tiranti prowi¬
 sori collegavano le cemiere alle estremita dei pun¬
 telli (sotto la volta cilindrica centrale) per assor-
 bire le spinte orizzontali e per mantenere la sta¬
 bility. Inizialmente, le sommita dei telai rigidi ve-
 nivano inclinate alPesterno per consentire ai reti-
 coli spaziali di innalzarsi al loro intemo; successi-
 vamente si spostavano verso I'intemo a formare
 una parte della sezione trasversale della cupola,
 quando questa raggiungeva I'altezza definitive.
 Dopo il sollevamento vennero aggiunte le aste
 mancanti per completare la cupola e per bloc-
 care il meccanismo e vennero rimossi i puntelli e
 i tiranti. Le Figg. 9.10 a e b mostrano le variazioni
 di forma riscontrate durante il sollevamento della
 struttura di copertura. In questa fase. i punti di
 “spinta” subirono un innalzamento di 20 m, e I’al-
 tezza della struttura venne quasi triplicate. Per prevenire danni permanenti dovuti a sovra-
 sollecitazioni della copertura in fase di solleva¬
 mento, il processo veniva accuratamente mo-
 nitorato e controllato. Per le incastellature di sol
 levamento si misurarono gli spostamenti oriz¬
 zontali e verticali. il carico e la pressione delle
 unita idrauliche: per la struttura di copertura si
 monitorarono le sollecitazioni con estensimetri
 in 281 posizioni e le deflessioni con strumenti di
 livellazione automatica in 33 posizioni. Una relazione preliminare sugli effetti del cata-
 strofico terremoto “Great Hanshin-Hawaji" di
 magnitudine 7.2 gradi Richter, che colpi la citt&
 di Kobe il 17 gennaio 1995, accertb che “nes-
 sun grave danno venne riscontrato”34 nel reti¬
 colo spaziale della cupola. La performance della
 cupola, costruita su terreno di riporto. a fronte
 delle forti accelerazioni imposte dal terremoto.
 dimostrb I’idoneito dei reticoli spaziali per le strut¬
 ture installate in zone sismiche. linea di cemiere № 2 9.9 Sezione che mostra i tre stadi di montaggio: a) prima de! sollevamento: b) durante I sollevamenlo. c) posizione finale
 (cortesia Mamoru Kawaguchi) 171
Esempi i mternazionali • Strutture reticolari estensib№ World Memorial Hall, Kobe, Giappone 9 10 a Sollevamenlo (Jalla World Memonal Han di Kobe. Giappone. con la copcrtuta m posiaone nptegaia (cortesia Mamoru Kawaguchi) 9 tOb /• I* * ж —I »— - Sollevamenlo della World Memorial Hall di Kobo. Giappone. con la copemira m posizione (male (cortesia Mamoru Kawaguchi) 172
Stadio coperto, Singapore Lo stadio coperto di Singapore (Fig. 9.11), ulti¬
 mate nel 1989. ё una costruzione di forma to-
 talmente diversa dalla World Memorial Hall di
 Kobe, per la quale ё stato utilizzato lo stesso si¬
 stema с montaggio Pantadome. La copertura
 nchiama alia mente la forma tradizionale del letto
 di un tempio orientate, la pagoda, e ha una su-
 perfi ie romboidale di 14 000 m2 con dimensioni
 massime di 219 m x 126 m. Lo stadio completo
 multiuso ospita quasi 12000 spettatori mtomo
 a un’area sportiva di 65 m x 45 m e alloggia "in
 alternative. due carnpi da pallacanestro, cinque
 per pallavolo, quattro campi da tennis coperti e 12 campi per il gioco del volano".35-36
 La struttura reticolare spa2iale ё una combina-
 zione di due reticc I principali “a costola”. che si
 estendono lungo gli assi maggiori del rombo di
 base, e di quattro reticoli spaziali curvi a doppio
 stralo. costituiti ciascuno dalla porzione c* un
 cilindro del diametro di 65 m. Un anello di len-
 sione usato per collegare le estremita dei eti-
 coli a costola totalmente saldati. supports le loro
 spinte verso I'esterno. II supporto permanente
 della struttura ё assicurato da sessantaquettro
 colonne penmetrali e da due paia di colonne in¬
 terne. sistemate a una distanza di 121 m sotto
 i reticoli a costola che si sviluppano lungo I’asse
 maggiore della copertura. Per le superfici com- prese fra i reticoli a costola ё stato usato il si¬
 stema NS Truss della Nippon Steel Corporation,
 con una griglia di 3.0 m x 3.0 m e alta 2.5 m.
 NpI reticolo spa2iale sono state mpiegate 7700
 aste tubolan di acciaio. con diametro vanabile
 da 76,2 mm a 457.2 mm, e nodi di diametro
 compreso fra 150 mm e 490 mm
 A pnma vista, la forma di questa copertura sem
 bra piu compl ata di quella della World Memo¬
 rial Hall di Kobe; al contrario. essa venne divisa
 per la costruzione in solo sette sezioni separate
 e cinque di queste dovevano essere messe in
 posizione col sistema Pantadome. Le due se¬
 zioni della copertura situate agli angoli acuti della
 forma romboidale vennero costruite con metodi
 Iradizionali. La sezione centrale. “il cappello”.
 collegata da quattro linee di cerniere parallele ai
 lati deU'edificio (sostanzialmente una versione ri-
 dotta della copertura completa) venne monlata
 su supporti temporanei e su ponteggi alti 6 m
 rispetto al livello dell'arena. Le quattro seztom
 curve furono costruite nei pressi del profilo delle
 tribune dell'arena, collegandole a un'estremita
 con la linea delle cerniere del cappello centrale
 e all'altra alia linea delle cerniere alia sommita
 delle colonne perimetrali. Una lerza linea di cer¬
 niere era collocata alia base delle colonne peri-
 metrali Quattro piccole aree della copertura ven- 9.11 Lo stadio coperto di
 Singapore (cortesia Mamom
 Kawaguchi) Anno: 1989 Architctto: Kenzo range Associates e RSP Architects
 Planners and Engineers Ingegneri: Momoru Kawaguchi 8 Engineers (stiuttura della copertura).
 Takurru Onmoto Slructural Engineers & Аг-чо; intes. RSP Archiiecis. Planners and Engineers Appaltatori: Ssangyong-Guan Ho Consimrllon .1V
 e Nipixxi Step! Corporation 173
Esempi internazionali • Strutture reticoiari estensibili Stadio coperto, Singapore nero innalzate all'interno delle sezioni gia mon-
 tate. per essere inserite nella copertura dopo
 che questa. con un sollevamento di 20 m. fosse
 stata collocata nella sua posizione finale; I'ope-
 razione venne effettuata per tutta una sett'mana
 alia fine di febbraio 1989. usando un sistema a
 spinta simile a quello della World Memorial Hall
 di Kobe. La Fig. 9.12 mostra la successione di
 alcune fasi del procedimento di montaggio.
 Nell’analisi strutturale della sequenza simulata
 del montaggio si tenne conto di una tolleranza
 massima di 20 mm nell'altezza differenziale dei
 punti di spinta. L'analisi computerizzata dimo-
 stro che in questo caso. per mantenere la sta¬
 bility, non era necessario sistemare barre di tra-
 zione fra punti di sollevamento. L’adozione di
 questo metodo di montaggio della coperlura ё
 dovuta al miglioramento delle condizioni di si-
 curezza che si ottiene con lavori ad altezze m-
 feriori, al migliore controllo della qualita. alia n-
 duzione sia del periodo di montaggio sia della
 necessita di ponteggi. 9 12 Visla tndtmensionale. generala dal compuler dell'assemblaggio. del sollevamento e delle Iasi fina i del monlaggio
 della copertura rnncolaro per ю stadio di Singapore (cortesia Mamoru Kawaguchi) 174
Cupola del Sole, Sabae, prefettura di Fukui, Giappone Nel 1995, il sistema Pantadome venne usato
 per il montaggio della Cupola del Sole, del dia¬
 metro di 116 m, a Sabae, Prefettura di Fukui,
 in Giappone.37 Progettata come sede principale
 dei campionati mondiali di ginnastica del 1995,
 I'arena multiuso ha una tribuna totalmente re-
 trattile da 6000 posti a sedere e pu6 essere
 usata anche per fiere, mostre, concerti e altri
 eventi sportivi. A causa delle intense nevicate che colpiscono
 la regione, la superficie esterna della copertura
 e a gradini, per impedire che la neve scivoli a
 valanga dalla cupola sferica (si veda la foto
 dall’alto della Fig. 9.13). La copertura ё stata iri-
 fatti progettata per trattenere tutta la neve che
 cade su di essa, con un conseguente carico di
 progetto per neve di 600 kg/mz. Per sopperire
 a questo elevato carico. il reticolo spa2iale a
 doppio strato fu progettato con I’obiettivo di ri-
 partire il carico nella maniera piu efficiente. Di
 conseguenza, le forze di compressione piu ele¬
 vate agiscono nello strato inferiore del reticolo
 spaziale. mentre lo scopo dello strato superiore
 e delle aste di parete ё soprattutto quello di evi-
 tare la deflessione laterale dei correnti inferiori.
 Per assicurare un'efficiente trasmissione delle
 forze nello strato inferiore del reticolo. sono stati messi a punto speciali giunti di fusione in ac¬
 ciaio. Inizialmente. il reticolo di copertura venne ripie-
 gato a formare una cupola centrale del diame¬
 tro di 40 m. costruita sul pavimento dell’arena
 e circondata da sedici segmenti radiali della cu¬
 pola inferiore. ciascuno supportato da quattro
 colonne perimetrali. Come nelle precedenti ap-
 plica2ioni del Pantadome. piccole sezoni della
 struttura vennero innalzate fra i segmenti della
 cupola per essere inseriti dopo il sollevamento. I collegamenti a cerniera furono applicati lungo
 il perimetro della cupola centrale sollevata, alia
 sommita e alia base delle colonne perimetrali.
 Per sollevare la struttura della copertira. si ap-
 plicarono sistemi di spinta verticale in otto punti
 lungo il perimetro della cupola centrale. Per bloc-
 care definitivamente il meccanismo strutturale.
 vennero introdotte fra i segmenti radiali le aste
 mancanti dei reticoli spaziali. La Fig. 9.14 mo¬
 stra una serie di sezioni trasversali della coper¬
 tura, a stadi differenti del processo di solleva¬
 mento. Come si vede, le piccole colonne peri¬
 metrali di supporto vengono inclinate a piu di
 50° rispetto alia verticale durante il dispiega-
 mento, per ritornare in posizione verticale nella
 fase finale. Anno: 1995 Architetto: S. Okazaki,
 university di Fukui Ingegneri: Mamoru Kawaguchi & Engineers
 (struttura della copertura) 9.13 Vista aerea della Cupola del Sole di Sabae, Prefettura di Fukui. Giappone. Si vede chiaramente il profilo
 a gradini adottato per prevenire lo scivolamento della neve
 dalla copertura (cortesia Mamonj Kawaguchi) 175
Esempi internazionali • Strutture reticolari estensibili Cupola del Sole, Sabae, Giappone 13=11^ posizione tinaie riiiranlfi il snllfivamfinlo posizione iniziale 9.14 Sequenza di sollevamento della Cupola del Sole di Sabae (cortesia Mamooi Kawaguchi) 176
Cupola Namihaya, Centro sportivo Kadoma,
 Mitsushima, Kadoma,
 prefettura di Osaka, Giappone Ultimato nel marzo 1996. il centro sportivo Ka-
 doma di Osaka. Giappone (Fig. 9.15) ё un com¬
 plesso che comprende un’arena principale da
 6000 posti a sedere. con due piscine (una di
 50 m x 25,5 m per le gare e una di 25 m x 25
 m per i tuffi) e due installazioni ausiliarie. un'arena
 piu piccola e un'altra piscina (Fig. 9.16). Ai fini
 dello studio dei reticoli spaziali ci interessa so-
 prattutto I'arena principale, la cupola Nanihaya
 di110mxl27me alta 42,65 m (Fig. 9.17).
 che ha una planimetria ovale inviluppata da una
 struttura reticolare ovale a doppio strato. La ca¬
 ratteristica architettonica piu rilevante di questa
 spettacolare copertura a cupola ribassata ё I’in-
 clinazione di 5” del suo piano equatoriale. L'ef-
 fetto complessivo della forma deiredificio ё quello
 di un gigantesco disco sepolto per meta nel ter-
 reno. come si pu6 vedere nella Fig. 9.15.
 Poiche la copertura doveva essere sollevata
 usando il sistema Pantadome3337,1'inclinazione
 comport6 ulteriori problemi di montaggio. La
 sezione longitudinale dettagliata che illustra la
 sequenza di sollevamento (Fig. 9.18) mostra
 che i supporti utilizzati per spingere vertical- mente la copertura erano anch’essi inclinati di
 5° sulla verticale. Questa sezione mostra anche
 la disposizione delle cerniere nel reticolo spa¬
 ziale. sia nei correnti inferior! sia in quelli supe-
 riori. La sezione centrale della cupola era costi-
 tuita da un pannello ovale completo di 66 m x
 86 m, mentre la sezione intermedia e quella in-
 feriore erano divise radialmente in quattordici
 segmenti. Con un sistema di sollevamento appositamente
 studiato per questa struttura. la copertura venne
 sollevata per quasi tutta la sua altezza a partire
 dalla posizione a livello dell’arena in un solo
 giorno. La Fig. 9.19 mostra la struttura di co¬
 pertura dell'arena degli sport parzialmente sol¬
 levata; come si pu6 notare, parte del rivesti-
 mento ё gia stato installato. Si vedono chiara-
 mente le diverse parti del reticolo spaziale. se¬
 parate da zone che saranno riempite una volta
 che la struttura sia stata completamente solle¬
 vata e la cupola abbia assunto la geometria pre-
 scritta. Sullo sfondo della sezione centrale della
 copertura sono visibili i puntelli usati per solle-
 vare la struttura. Anno: 1996 Committente: Prefettura di Osaka Architetti: Showa Sekkei Co. Ltd
 Ingegnere: Mamoru Kawaguchi & Engineers
 (strut lura della copertura) CapocommesBa: Takenaka Софога1юп 9.15 Cupola Namihaya del centro sportivo Kadoma.Vista
 estema che mostra cheramente I'mclinazione di 5' della
 struttura di copertura (cortesia Mamoru Kawaguchi 177
Esempi intemazionali • Strutture reticolari estensibili Cupola Namihaya, Centro sportivo Kadoma. Kadoma, Giappone 9.16 Cupola Nan ilia) a plamrnetria e prospetto (corlesia Mamoru Kawaguchi) 178
Cupola Namihaya, Centro sportivo Kadoma, Kadoma, Giappone Esempi internazionali • Strutture reticolari estensibili 9 17 Sezioni longitudinale e trasversale die mos'rano la complessa geomelna del reticolo spaziale a doppia curvatura (cortesia Mamoru Kawaguchi) 9 18 Sezione cue moslra le allrez^alure per la piegatura e il sollevamenlo. con кз lineo dotlo comiero nei correnu infenon e supenon (cortesia Mamoru Kawaguchi) 179
Esempi intemazionali • Strutture reticolari estensibili Cupola Namihaya, Centro sportivo Kadoma, Kadoma, Giappone 9.19 Struttura inleriore del centro sporiivo Kadoma seaone che mosira te attrezzature per la piegatura e il sollevamento.
 con le iinee delle cerniere nei correnti inlenori e supenon (cortesia Mamoru Kawaguchi) A causa dell’inclinazione del piano equatoriale,
 la copertura venne accuratamente analizzata al
 computer in nove differenti fasi del processo
 Pantadome. Secondo questa analisi. alcune sol-
 lecitazioni sulle aste e alcune deforma2ioni della
 cupola potevano diventare molto grandi nel
 corso degli stadi finali del sollevamento, seb-
 bene si fossero mantenute fino a quel momento Note I Tange. K. (1970). Kenzo Tange 1946-69. Aiclvtecture
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 tektskolen entro limiti accettabili. II sollevamento maggiore,
 di circa 28 m, venne realizzato con I'impiego di
 supporti prowisori, martinetti idraulici e cavi
 d'acciaio, e terminato in un solo giorno. La se-
 zione centrale della cupola venne lasciata a 0.6
 m al di sotto della sua posizione finale, perchfe
 si temeva che a quello stadio essa diventasse
 instabile. Nel corso del sollevamento le forze sui t3 Allen. J. (1991). Biosphere 2 - The Human Experiment
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 of the new Bentall Centre. Kingston-upon-Thames. Sur-
 tey. Proceedings of the Institution of CmI Engineers. Stive- puntelli diminuivano gradualmente perchfe il ca-
 rico della copertura veniva trasferito sui supporti
 perimetrali. II trasferimento di forze piii consi-
 stenti awenne pero durante i piccoli passi delle
 spinte verticali finali. che si realizzarono nel corso
 di tre mesi. Durante questo lento sollevamento
 nel campo di 0,6 m. vennero introdotte 1296
 aste nelle zone vuote fra i segmenti della sezione
 mediana e inferiore della cupola, seguendo una
 precisa sequenza di montaggio per mantenere
 la stabilita della struttura. Lafortunata conclusione di questo progetto di-
 mostri) I'adattabilita del sistema Pantadome al
 montaggio di una forma strutturale complessa,
 come una cupola reticolare ovale inclinata. Nello
 stesso tempo, il progetto dimostrd che si deve
 procedere con la massima attenzione per ga-
 rantire la stability della struttura in tutte le fasi
 del processo di sollevamento. Nel corso del 1997 lo stesso sistema di montag¬
 gio venne adottato pa la Nara Convention Hall,
 nella quale le pareti del lungo edificio a pianta len-
 ticolare vennero incemierate alia base, alia som-
 mita e in un punto poco al di sopra della met£
 dell’altezza.37 La struttura venne sollevata fra Г1
 e il 6 dicembre 1997. La grande varieta dei pro-
 getti completati con il sistema Pantadome ha di-
 mostrato la sua notevole idoneita a una rapida ed
 efficiente costruzione di reticoli spaziali ci forma
 complessa. II sistema sara senza alcun dubbio
 largamente usato in futuro pa tali progetti. lures and Buildings. 104. novembre. 369-76. 27 British Steel (Tubes and Pipes) (I994). Case Study 8,
 Manchester Airport Building. 12 agosto. pp. 34-36. 28 Huybers. P. (1990). Thin poles of roundwood lor struc¬
 tural engineering applications in building. Structural En¬
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 tion of Sant Jordi Sports Palace, a venue for Barcelona
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 Shell and Spatial Structures. 33 (109). 69-88. 32 Delgado, R. (1990). Palau D'Sports Sant Jordi Editorial
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 ritage, Present and Future (G.C. Giuliani, ed). vol. 2. pp.
 1059-66. p. 1064, SGE. 35 Dorai. J. (1989) Indoor stadium will be ready ahead of
 lime. The Straits Times, 1” marzo 1989, p. 39. 36 Abe. M„ Aso. Y.. Muto, Y.. Kosaka. T„ Harada, A., Ki-
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 Singapore Indoor Stadium - an Example of Pantadome
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 to the Present. Proceedings IASS Symposium pp. 371 -
 80. Mimar Sinan university. 37 Kawaguchi. M. e Abe. M. (1998). A structural system
 suitable lor rational construction. In Lightweight Struc¬
 tures m Architecture, Engmeenng and Constrjction (R.
 Hough e R. Melchers. eds.) pp. 85-94, LSAA. 180
Parte 3 • Esempi italiani a cura d Francesca Prandoni
numero TO С О) s architetto/i о 0 1 1 183 Gan Carlo Giuliani. Mauro Eugenio Guliani Nuovi editici espositivi. Fiera di Milano 2 188 Costantino Cors'ni. Giorgio Wiskermann Mlestimento per la mostra Monlecatini Fiera di Milano 3 191 G. Canella. P. Bonaretti Istituto tecnico G. Bodoni, Giardino du-ale Parma 4 194 G. Canella. M Achilli Complesso parrocchiale San Fliccardo Pampuri. Peschiera Borromeo (Milano) 5 197 G. Canella. F. Clemente, A. Sandroni FSstrutturazione del Palazzo di Giustizia. Ancona 6 201 G. Canella. M Achilli Piazza con centro servizi. Monte d'Ago 2. Passo di Varano (Ancona) 7 204 L. Rolla Collegamento acrco al 4° pian^del Paazzo del intormazione. M lano 8 206 G ancarlo Marzorati Edifico ABB Italia. Sesto San Giovann (Milano) 9 210 Giorgio Wiskermann Ponte aereo in uno slabilunent Casalpusterlengo (Lodi) 10 212 Giancarlo Ragazzi Ennco Hotter Copertura dello stadio G. Meazza. Milano 11 220 Italairport. Milano Aerostazione passeggeri Malpensa 2000 II sistema Vestrut 12 225 Antonio Volpe. Ettore Venirella Nuova stazlone doganaie. OraSje (confine Ira Bosnia-Erzegovina e Croaziaj 13 ?29 Francesco Saggese. Raffaele Dandoto Copertura dell atno di una scuola. Casoria (Napoli) 14 233 Sebastiano Cimmarusti Copertura della nuova stazione marittina al porto di Bari Questa parte ё stata curata da Francesca Prandoni. L'esempio "Nuoviedifici espositivi, Fiera di Milano" ё di John Chilton.
 182
Nuovi edifici espositivi, Fiera di Milano John Chilton I nuovi allestimenti per la Fiera di Milano, situata
 in un’area riservata vicina al centra della cittci e
 adiacente a un'importante arteria stradale, com-
 prendono tre grandi padiglioni che ospitano aree
 espositive su due piani e un parcheggiosul tetto
 a terrazza (Fig. 1). I padiglioni, che coprano
 un'area di circa 650 m x 100 m, contengono
 motti elementi prefabbricati, principalmente com-
 ponenti in cemento. per velocizzare il montag-
 gio. II piano superiore riveste particolare inte-
 resse per questa nostra opera, perche ё costi-
 tuito da una struttura reticolare spaziale com¬
 posite a doppio strato.1-2 II piano espositivo ё sospeso a 15 m dal piano
 terra, su campate quadrate supportate agli an-
 goli da colonne che costituiscono una griglia di
 20 m x 20 m. Per i solai dell’area espositiva era
 specificato un sovraccarico di 15 kN/m2. Quando
 si presero in considerazione I'elevato valore del
 carico, la conformazione quadrata dele cam¬
 pate. gli accessi richiesti per i servizi elettrici e
 meccanici e la necessaria separazione antin-
 cendio fra le aree espositive superiore e infe-
 riore. si ritenne conveniente adottare per il so-
 laio una struttura di forte spessore, a doppia or-
 ditura e con soletta in cemonto. La soluzione adottata utilizza lastre inferiori e
 superiori in cemento. separate dalle diagonali
 dei reticoli spaziali in acciaio, che formano nel
 loro insieme una struttura reticolare composita
 con un'altezza d'ingombro di 2,74 m. La Fig. 2
 mostra la pianta e la sezione di un solaio; il qua-
 drante in alto a sinistra illustra il sistema a pan-
 nelli della lastra inferiore di cemento e il qua-
 drante in alto a destra presenta la disposizione
 dei pannelli prefabbricati e le controventature
 d'angolo. I quadranti in basso a sinistra e a de¬
 stra descrivono la posizione dei nodi di fusione
 nella lastra superiore e inferiore rispettivamente
 e la disposizione delle aste d'acciaio "di parete”.
 Le lastre inferiori di cemento sono state post-
 tensionate e gettate in situ a pannelli. La lastra.
 con uno spessore proprio d soli 60 mm, pos-
 siede nervature alte 0,3 m e larghe 0,55 m, che
 alloggiano i cavi di pretensionamento in una ma-
 glia di 2,5 m x 2,5 m. e i nodi di fusione in ghisa
 sferoidale affogati nel cemento nei purti di in-
 tersezione della maglia. Fra le lastre in cemento
 inferiore e superiore, ogni campata di 20 m x
 20 m contiene strutture di controvento a se-
 miottaedro/tetraedro in acciaio tubolare, in una
 maglia di 2,5 m x 2.5 m, e strutture tetraedri- che laterali in una maglia di 1,25 m x 2.5 m.
 L'altezza del reticolo fra le lastre inferiore e su¬
 periore era di 2,35 m. Dopo I’installazione dei
 cavi di armatura pretensionati e dei componenti
 in acciaio del reticolo, si procedette alia gettata
 della lastra inferiore in cemento in una cas-
 saforma metallica riutilizzabile. Anche la lastra
 superiore venne gettata in situ, su uno stampo
 metallic» permanente sagomato a pannelli e di
 spessore di soli 50 mm. Lo stampo permanente
 era sostenuto dai nodi di fusione superiori, sem-
 pre in una griglia di 2,5 m x 2,5 m. La Fig. 3 mo¬
 stra una visione tridimensionale del solaio com¬
 plete; la Fig. 4 presenta una vista dettagliata dei
 componenti in acciaio e di pretensionamento
 (prima della gettata di cemento) e il collega-
 mento realizzato fra solaio e colonne. Agli an-
 goli, ulteriori elementi di controvento e compo¬
 nenti in ghisa collegano i nodi adiacenti del so¬
 laio ai supporti sistemati nelle rientranze delle
 colonne prefabbricate in cemento. Questi ele¬
 menti sono articolati in modo da non interferire
 con il sollevamento del solaio fra le colonne, ma
 possono essere in seguito distesi per realizzare il supporto sulle colonne. La procedura di mon-
 taggio della struttura spaziale a traliccio ё mo-
 strata in Fig. 5 e puo essere sintetizzata nelle
 seguenti fasi. 1 Preparazione della cassaforma smontabile
 di 20 m x 20 m fra le quattro colonne; preas-
 semblaggio dei segmenti del reticolo spa¬
 ziale completi dei relativi nodi. 2 Sistemazione dei segmenti preassemblati
 del reticolo spaziale sulla cassaforma. si¬
 stemazione delle barre di armatura preas-
 semblate e dei cavi di pretensionamento. 3 Gettata, pretensionamento e indurimento
 del cemento della lastra inferiore; installa-
 zione di condutture. cavi elettrici ecc. 4 Montaggio dei pannelli prefabbricati e dell'ar-
 matura per la lastra superiore. 5 Gettata di cemento per la lastra superiore. 6 Sollevamento della lastra ortotropica com¬
 plete usando martinetti idraulici. 7 Posizionamento finale, estensione degli ele¬
 menti retrattili d'angolo all’interno delle rien¬
 tranze delle colonne; collegamento alle co¬
 lonne. Le fasi da 1 a 5 sono state realizzate a terra,
 prima di sollevare ciascun solaio di 480 tonnel- Anno: 1996 Commlttente: Erne Autonomo Fiera Milano Coneuienti strutturlstl: Gian Cano Giuliani, Mauro Eugenio Giuliani Progetto strutturale: Redesco srl, Milano Costruzlone: Consorzio llaca. Milano (CMC/Recchi/
 G. Maltauro/E. Frabboni/CGC/ Mallei Telesis/Kone) 183
Esemp italiam Nuovi edifici spositivi, Fiera di Milano 1 Percorso pubblico alia quota + 7.00 2 Amnwzalo alia quola + 7,00 (qui sono collocate
 le lunnonl noellrve e di servaio in pos'izione
 bancenlrica rispelto ai due livelli esposilivi) 3 Padiglrani espositivi a quola + 0.00 6 Pefcorsi veicoian d sorwio p<ania »l 1“ JjBUI prosixillo 1 Edifici esposilivi alia Fiera di Milano, piania e prospello di un iipico padigiione (cortesia G.C. Giuliani. Redesco sri) 184
20,00 x 20,00 Nuovi edifici esposit'ivi. Fiera di Milano Esempi Italian! laslra mtencre laslra superiors □□□CF elemenli
 di conlrovenlo pannelli a cialda
 prefabbricali A-A 1 giunii inferiori i sislemazione dei giunti supenon
 e deiie asie л acciaio * - - 8 04 sezione A-A 2 Pianla e sezione di una tipica campala del solaio
 (cortesia G C. Giuliani. Redesco srl) 3 Rappreserttazione Iridimencionale di un lipico colaio 20 m x 20 m. vislo dal basso (cortesia G.C. Giuliani.
 Redesco srl)
Esempi italiani Nuovi edifici espositivi, Fiera di Milano 4 Visia deiwglidla delle asie di acdato e dell'asseniblaggio
 completalo delle slmtture d'angolo del solaio. Nolare il passaggio atiraverso i nodi dei liranii
 di preiensionamenlo (cortesia G.C. Giuliani. Redesco srl) + 15.00 i з 5 inslallaziom esposihve per la Hera di Milano. Fas di moniaggio
 ecoslruzione di un solaio (cortesia G.C. Giuliani. Redesco srl) 1 Ргерагалопе della cassalorma mobile in acciaio e preassemblaggio
 degli elemenn del relicoto spaziale 2 Pos lonanienio del relicolo spaziale. delle armalure e dpi cavi
 di preiensionamenlo 3 Geltata della laslra infenore. mstallazione dei servizi 4 Pos zionamcnio dei pannell prolabbncali e armamenlo della laslra
 supenore 5 e 6 Gdlala dolli laslra superiore e sollevanienlo dell'iniera sezione complelata del solaio
 7 Eslenaone degli e emenh relrallili d'angolo 9 coilegamenlo alle cotonne late sulla sua collocazione finale a 15 m di al-
 tezza. La sistemazione dei pannelli prefabbricati
 sui reticoli spaziali preassemblati (fase 4) ё mo-
 strata nella Fig. 6. Una caratteristica importante della costruzione
 del solaio ё costituita dai giunti di fusione, che
 agiscono come connettori a taglio fra la lastra di
 cemento e le aste di acciaio. Delle tre soluzioni
 considerate per questi giunti - fabbricazione da
 lamiere saldate e billette lavorate a macchina. о
 getti di acciaio о di ghisa sferoidale - fu scelta
 I'ultima, sia per la sua economicitci sia per la pos¬
 sibility di monitorare i difetti usando controlli a ul-
 trasuoni non distruttivi. Tutti i nodi hanno una
 porzione annegata nella lastra di cemento e alette
 orientate per connettersi con le diagonali *ubo
 lari d'acciaio. Nella lastra inferiore, la sezione an¬
 negata nel cemento porta dei fori per il passag¬
 gio dei tiranti; nella lastra superiore essa в costi
 tuita da un piii tradizionale incastro a tagjio. A
 causa dei different! diametri dei pemi di collega-
 mento con le diagonali tubolari e dei diversi spes-
 sori richiesti per sviluppare gli sforzi di progetto,
 ё stato necessario prevedere 28 diversi tipi di- 6 Inslallazioni espositive per la Fiera di Milano. Fase Л del'assemblaggio/
 coslruzione del solaio: insiallaziono dei pannelli prelabbricah prima delta geliala
 della bstra supenore (co'tosu G С Giuhant R^dp^ro srl) 186
Nuovi edifici espositivi, Fiera di Milano Esempi italiani уяйшттт ;l' Ml 4.2 1?».7вза SEZIONE A-A SEZIONE B-B -» \ 8 Tipi< i nodi di fusione della lastra superiore. in ailesa
 di monlaggio In pnmo piano sono vis bill esempi di asio
 luboiari di acciaio iconesia John Chillon) versi di nodi di fusione. Le dimensio dei nodi
 sono state accuratamente controllate, e I'impiego
 di trapani e macchine utensili automatiche ha ga-
 rantito che i ton per i perni fossero disposti cor-
 rettamente rispetto al centro del giunto, con una
 to 1РГЯП7Я rii +0,ft mm. I a Fig. 7 mostra i rietta-
 gli di fabbricazione per un tipico nodo della la¬
 stra inferiore. nel quale sono stati predisposti i
 fon per il passaggio dei cavi di pretensionamento,
 e per un nodo tipico della lastra superiore. con i
 collegamenti e i supporti per la cassaforma pre-
 fabbricata del pavimento. Un tipico nodo supe-
 nore finito ё mostratc nella Fig. 8. Le dimensioni dei tubi di acciaio per le aste di
 parete variavano in funzione delle forze appli¬
 cate. I diametri variavano da 75 a 270 mm e
 quelli superiori da 75 a 140 mm. Erano richiesti
 solo nelle icinanze degli angoli per trasmettere
 il carico ai supporti. Fer adeguarsi alle variazioni
 delle dimensioni delle aste e delle piastre per le
 alette di collegamento. sono stati prodotti 30
 differenti tipi di aste. usando la tecnologia auto-
 matica CAM per ottenere la tolleranza richiesta
 nella distanza fra i fori dei perni di collegamento.
 Questa struttura di solaio dimostra la capacity dei
 reticoli spaziali di adattarsi ad applicazioni carat-
 terizzate da carichi elevati, al di fuori del loro piii
 comune ruolo di supporti leggeri di coperture a
 grande luce. Essa mostra come tecnologie e ma¬
 terial gia collaudati possano essere usate insieme
 in maniera innovative e con il miglior vantaggio
 reciproco, per risolvere in modo economico il pro-
 blema dei solai a graride luce. 7 Nuov edifici espositivi per la Fiera di M lano: dellagh coslruiiivi per un lipico nodo di fusione inferiore e supenore
 (cortesia G.C. Giuliani. Redesco sri) 187
Allestimento per la mostra Montecatini,
 Fiera di Milano Anno: 1965 Committente: Montecanni Progetto archltettonlco, progetto delle strutture
 e direzione lavori opera strutturall: Coslanlino Corsim
 Giorgio Wiskemann N La Mostra della Montecatini. intitolata “Una casa
 tutta di chimica” fu inaugurate nell'aprile 1965
 alia Fiera di Milano. L'allestimento della mostra segue la base di un
 percorso creativo-filosofico ben preciso che ri-
 calca teorie fortemente sentite in quegli anni di
 interrelazioni spazio-emozionali. In particolare,
 la casa modello della mostra prospetta diversi
 ambienti modulari e variabili tramite la movi-
 mentazione di pareti attrezzate in modo diverso
 in base alle funzioni richieste e quindi trasfor-
 mando questi ambienti. In linea generate i di¬
 versi spazi sono definiti in partenza per conte-
 nere, all'interno delle pareti attrezzate. le com-
 ponenti necessarie alia specifica destinazione
 d’uso: la cucina con i suoi apparecchi, lo stu¬
 dio con la parete libreria ecc. II tema della chi¬
 mica accompagna ogni ambiente. inserendosi
 con le sue componenti ritenute presenti ancor
 piu nel nostro futuro: “fe pareti verranno inserite nell'industrializzazione edilizia e fornite dall'indu-
 stria chirnica in materiale plastico stampato per-
 с1тё difficilrnente potremo ottenere le caratteri-
 stiche necessarie da altri materialf'. Ne deriva la preferenza per un materiale di de-
 rivazione chimica creato appositamente per I'uso,
 contrariamente a quello naturale, spesso carico
 di limitazioni. L'idea quindi che la mostra. con I'interpretazione
 del progettista, ha voluto trasmettere al pubblico
 ё stata quella di un futuro con case e abitazioni
 caratterizzate da nuovi materiali piu che da nuove
 forme, con la chimica grande protagonista.
 L'aspetto interessante diventa quindi la propo-
 sta di per s6 piu che il dettaglio tecnico. La strut-
 tura ё, infatti, semplicemente ricavata da spez-
 zoni di profilati assemblati in cantiere tramite viti
 e bulloni. Viene cosi messa in risalto e interpre-
 tata la tendenza di quegli anni a stabilire un rap-
 porto tra struttura e suo intemo. 9 ii piasiico deli aiiesiimenio che.
 con il conlrasio ciei bianchi e nen. espnme
 chiaramenle percorsl volumi e Irasparenee
 della slmllura (foto Ugo Muilas) 188
Allestimento per la mostra Montecatini, Fiera di Milano Esempi taliani 11 Coniinuazione del percorso airmiemo della mosira ncca
 di alleslimenli dive si dove la slrutlura relicolare (unge
 da elemenio progeiiunlp print pair- e praliciiinnilp unico
 ((olo Ugo Mulas) 189
Esempi italiani Allestimento per la mostra Montecatini, Fiera di Milano II filo conduttore, in gran parte confermato nel
 tempo, ё stato tradotto in pratica da un allesti¬
 mento del tutto particolare e innovat'vo che,
 con un quasi totale impiego di strutture retico-
 lari. ha caratterizzato e interpretato il messag-
 gio chiave. La trasparenza e la leggerezza della struttura ha
 consentito I'interpretazione immediata e la let-
 tura del contenuto di ogm singolo ambiente:
 stanze "attrezzate", dove I'uso di componenti
 reticolari ha reso agevole la modularita e la fles-
 sibilitd dell'allestimento stesso. La struttura reticolare, impiegata in questo caso
 per le peculiarits di flessibilita delle componenti,
 modularita. trasparenza e quindi alta creativita.
 ha potuto travalicare I'aspetto statico e costruttivo
 per fomire una lettura altamente tecnologica e,
 al contempo. immediata. Diverse ambientaziom
 e ancor piii “cellule” ottenute dalle diverse com-
 binazioni statiche delle strulture impiegale hanno
 generato blocchi apparentemente simili ma dif-
 ferenti. 12 Un'immaglne suggestive dolla slrutlura rolicolaro
 che da ogm Uiftorenle angoUworte consoole visoni nuovp.
 La sequenzialiia del prohlali sembra altirare II vlsilatore
 all'inlemo (11 percorso (lolo Ugo Mulas) t3 Mtxlulo di iiiie) blrull ira iGlicolaie sfiullalo
 ccxne f>icroa area studio (lolo Uyo Mulas) 190
Istituto tecnico G.B. Bodoni, Giardino ducale, Parma L'inserimento di un complesso architettomco in
 un’area verde con connotazione storicae mo-
 numentale ha caratterizzato e valonzzalo I'in-
 tera trasformazione morlologica del Giardino
 ducale di Parma nell'area dell'ex fiera dovs I'isti-
 tuto e collocato. In posizione frontale rispetto al
 Palazzo ducale e all'interno del giardino. I'isti
 tuto s'inserisce perfettamente anche tra altre
 connotaziom storiche, come il vicino ospedale
 quattrocentesco e il bordo settentrionale dei
 bastioni. Una pianta simmetrica. con accenno a un pro-
 nao centrale. e due ali sono accompagriate in prospetto da superlici rientranti a formare gio
 chi di luce, cadenze e sfumature di colore. L'im-
 pianto “a navata” richiama volutamente la par-
 tecipazione omi taria di un'architettura pub-
 blica come elemento determinante 1'imposta
 zione pedagogica. Un corpo laboratori e un corpo aule si affac-
 ciano con i Ironti interni verso la navata centrale
 che accoglie e collega quegli spazi defimti di
 “connettivo" in un sistema di rampe e balldtoi
 La navata ospita due palestre al piano terreno,
 un'aula magna-auditorium e una biblioteca a
 quota 9,60 m. Anno: 1985-2001 Committente: Islilulo lecnico G.B. Bodoni Рлгпы Progetto architettomco G. Canolla. P Bonarolli Collaborator!: I Okpanum Progelto delle strutture
 Г Г)е M r meld rrr. if N , f ti n 14 .T( A\ ч (It Й fSiSSM . ът'-ж -yy— ^ wm* ift шШ 14 islilulo lecnico
 G. Bodoni: visla da sud-esl
 del ironio verso il Giardmo
 ducale (foto Slelano
 Topunloli) •Vi 15 Islilulo lecnico
 G. Bodoni: spaccalo
 assonometrico
 chiaramenie vlsibfli
 le travalure reiicotan
 sopraslanli la paleslra (Sludio Canefla Aclull ^ Arrhilelli) 191
Esempi italiani Istituto tecnico G.B. Bodoni, Giardino ducale. Parma А.Г"-г“ Rl ■'V -V-iT w »- ’ \ 1 \\ iJ I J 11 1J 1 j ■“ — -fmarimnl 16 Isliluio lecrnco G.B Bodoni prospeth nord e sud (Studio Caneiia Actulli Architelli Oltre a un sistema di quattro rampe che collega
 i van dislivelli tra i corpi. un sistema di rampe-
 ballatoi funge da elemento capace di collegare
 otti :amente e visivamente I'edificio nelia sua to¬
 tality (sia in senso architettonico sia nel suo si-
 gnificato pedagogico di arlicolazione funzionale
 e di continuity spaziale dell'intero edificio). La zona palestre. a piano terreno, prospetta a
 nord con quella regolamentare del campo di pal-
 lacanestro con gradinate per circa 300 spetta
 tori e. a sud, con la palestra per la gimastica e
 1‘attrezzistica e i campi da gioco omologati per
 categorie inferiori. Soprastante la palestra maggiore, a nord. a quota 9.60 m. si trovo I'aula magna auditorium con eala
 musica e spazi di servizio, a sud. sopra la pale¬
 stra minore la biblioteca con le diverse sale. II sistema strutturale reticolare sovrasta e do-
 mina senza appesar ti 1a la zona della biblioteca
 con una travatura che racchiude e ricisegna lo
 spazio sottostante seguendo un percorso so-
 speso leggero e, alio stesso tempo, caratteriz
 zante I'intero ambiente nel suo sviluppo spaziale
 anche verticale. Grand travi con finiture bluastre cadenzano lo
 spazi э quasi a richiamare una sorta di cupola
 leggera sulla parte centrale della navata. La struttura reticolare impiegata ;ome coper-
 tura della palestra segue una sequerza di tra-
 vature parallele sempre di colore blu anche se.
 in questo caso, meno imponenti nella distribu-
 zione e nello sviluppo. t T Isliluio lecn G. Bodom. visla mlcma ifclla paleslra dove I'uso delle Iravalure reticotan
 dppare climrniiiGiilp. Disl.uvn disposizione defle siesse caratlenzzano I'nmbionie senza
 log Kjffi la leggerezza dello spazio (loto Stefan Topunloti) 192
Istituto tecnico G.B. Bodoni. Giardino ducale, Parma Esempi italiani «*1 of-j 'Л cfJ «Ь pi, I ■ i- Д- 18 Islilulo lecnico G.B Bodoni: pianle piani nalzato/pnmo (a) e terzo (b) (Sludio Canella Achilli Archilelli): 1 aule 2 laboraiori 3 palestra minore 4 palestra maggiore con tribune 5 biblioleca 6 aula magna-auditonum 19 Istitulo tecnico G.B. Bodoni: I'inlemo della biblioteca.
 soprastanle la paleslra. dove I'impiego di Iravi relicoian
 bluastre diviene elemenlo slrutlurale decoralivo
 (foto Slefano Topunloli) 193
Complesso parrocchiale San Riccardo Pampuri,
 Peschiera Borromeo (Milano) Anno: 1985-92 Progetto architettonlco: G. Caneila
 M Achilli Collaborator!: E. Mezzelb. I Okpanum Progetto delle strutture: F De Miranda Un arrpo centro residenziale lacp, con sviluppo
 lungo la strada provinciate Paullese tra Bettola
 eZeloforamagno (Peschiera Borromeo, Milano),
 occupa un impianto incrociato di due tridenti
 contrapposti per 1160 abitanti. Lungo le dia¬
 gonali si sviluppano quattro nuclei residenziali
 e i servizi prescelti La parte a ovest ё occupata dal complesso par¬
 rocchiale San Riccardo Pampuri, dove la chiesa
 domina un impianto di tipo centrale. Una pianta quadrata, dunque, del mitata da
 quattro torn angolari con superfici e destina-
 zioni diverse: fonte battesimale, canonica, uffici
 e cella campanaria. II padiglione centrale, in legno lamellare, filtra
 molta luce attraverso il suo fronte e il sistema
 di copertura a doppia falda. Entrambi sono "di-
 segnati" da un sistema di travature reticolari
 pure lignee che attenuano il passaggio altrimenti
 eccessivo della luce consentendo alio stesso 20 San Riccardo Pampun pianta piano lerreno; I impianlo quadralo e delimitate dale torn angolari di diversa
 dimensione (Studio Caneila Achil i Architetti) 194
Complesso parrocchiale San Riccardo Pampuri, Peschiera Borromeo (Milano) Esempi italiani 21 Complesso parrocchiale San Riccardo Pamp in:
 spaccalo assonomelnco coo apertura verso il tronte della chiesa
 (Sludio Canella Ach II Archiletti) 22 Modello ligneo con pianla quadrata delimitate da qualtro lorn angolar (foto Stetano TopunloM 23 II Ironte pnncipale del complesso parrocchiale suggestivo e imponenle che racchiude m una linea semplice
 l omcchiment dd dlsegno dalo dalla slrullura reieolare lignea (lolo Sletano Topunloli) 195
Esempi italiani Complesso parrocchiale San Riccardo Pampuri. Peschiera Borromeo (Milano) tempo una buona e suggestiva illuminazi ne na-
 turale. II passaggio della luce attraverso il padiglione
 centrale distingue cosi virtualmente I’aula feriale
 da quella festiva. oltretutto inglobata nelle parti
 ribassate comprensive di quelle tra le torri an-
 golari. La copertura collega le torri angoiari tra-
 mite un sistema di travature reticolari in legno
 lamellare e i matronei, disposti in quota, cilatano
 in particolare il salone parrocchiale sul tronte
 ovest. La doppia falda di copertura del salone
 sporge dal perimetro definendo cosi il portico
 dell'accesso assiale deii'aula liturgica. 24 n salone deii'aula lilurgica coperto a doppia lalda
 dllraverso un suggeslivo sisiema di Iravalure reticolari
 anch'esse In legno lamellare (loto Stefano Topuntoli) 25 L'aula di assemblea caratleriz^iUi dalln pjrte pm
 spiovcnle dpllu coporlura с dalla velrala del Ironic
 pr ncipale die nilra la luce dal disegno del sisiema
 di travalura relicolare L iinpicyo del legno Limcll.jo
 si accosta i>erlelMiiienle alia destinazione d'uso
 e alia pure та delle linee (lolo Stelano Topnntolil 196
Ristrutturazione del Palazzo di Giustizia, Ancona In seguito al rifiuto da parte dei progettisti di de-
 mohre e ricostruire completamente I’edificio, fu
 deciso di restaurare I'involucro estemo, peral-
 tro di notevole valore storico ambientale (anche
 se di scarso rilievo tipologico-architettoriico) per
 ricreare al suo interno una nuova piazza pedo-
 nale coperta. La ristrutturazione e la parte in¬
 terna nuova hanno soddisfatto pienamente esi-
 genze strutturali di tipo sismico, rese necessa-
 rie oltre che dall’adeguamento alle norme anti-
 sismiche anche in seguito alle lesioni causate
 dal terremoto del 1972. Le torri a pianta quadrata disposte in corri-
 spondenza dell’intersezione dei quattro corpi
 di fabbrica preesistenti servono come struttura
 antisismica di controvento e sono I'involucro
 verticale dei gruppi scale-ascensori. degli im-
 pianti e dei servizi. Una rete di impalcati, i cui
 terminali perimetrali sono sorretti da una strut¬
 tura di consolidamento verticale a diedri (man-
 cando un sistema di pilastri a piano terreno
 verso la parte interna), rimane indipendente nella
 ripartizione dei piani rispetto a quella preesi-
 stente. Gli impalcati, appesi lungo il fronte in¬
 terno per mezzo di tiranti metallici a quattro
 grandi travi reticoiari, sono stati realizzati con
 struttura mista (in cemento armato e metalhca)
 per ridurne il peso nei confronti delle travi reti¬
 coiari di sostegno. Queste ultime, realizzate al
 piano della copertura. sono costituite da profi-
 lati di acciaio saldati e sono vincolate con ap-
 poggi in parte scorrevoli ai quattro nuclei con-
 troventati. I solai di tipo metallico sono vinco-
 lati in parte alle travi dell'impalcato in csmento
 armato e in parte sospesi alle travi reticoiari me-
 diante i tiranti. I piani, uniti e alio stesso tempo
 arretrati a risega dalla muratura di bordo, si af-
 fiancano cosl a un’intercapedine perimetrale a
 tutt'altezza. La prosecuzione degli stessi piani
 verso I'intemo diviene un insieme di balconate
 sostenute a loro.volta da un sistema di quattro
 travi a traliccio di sostegno per gli sbalzi dell'in-
 vaso della piazza coperta interna. Le trevi a tra¬
 liccio sono di supporto a una copertura con
 tamburo aerabile e a un lucemario in lastre e
 cupole di policarbonato a doppia parete Jesterna
 in opalino traslucido e interna trasparente). II
 motivo a cerchi del lucernario ё ripreso come
 proiezione sulla pavimentazione in porfido della
 piazza interna sottostante. La distribuzione delle diverse funzioni ё risul-
 tata cosi piuttosto libera ai vari piani e in par- ticolare I’ultimo con i tralicci perimetrali esistenti
 e quelli interni si ё arricchito notevolmente di
 luce. Per conservare integro I’atrio originario d’in-
 gresso dell'edificio ё stato necessario eliminare
 alcuni pilastri lungo il fronte esterno dell'edificio
 stesso. Tra gli impalcati a quota 6,60 e 9,90 m ё stata
 inserita una trave reticolare in accia о in grado
 di superare la luce di 22,40 m, equivalente alia
 maggiore dimensione in pianta delle strutture
 dell'atrio. Anno: 1975-89 Commlttente: Provmcia di Ancona Progetto archltettonico: G. Caneila. F. Clemente e A. Sandroni Collaborator: M. Ferrari Progetto delle strutture: A Casliglion G. Grandori. V. Petrmi 26 Rslrullura inedel
 Palazzo di Giuslizia di
 Ancona: spaccalo
 assonomelnco
 dell'intervenlo con le torn i corpi di labbrica
 e le strutlure a diedri (Sludio
 Caneila Achilli Archrtelli) 197
Esempi italiani Ristrutturazione del Palaz о di Giustizia. Ancona 27 Rislrulluraaone del Palazzo di Giustizia di Ansona- sezioni pnncipali La lettura alle diverse quole Si accompagna alle componenli delle slrullure reticolan impiegale
 (Studio Canella Achilli Archil in) 198
Ristrutturazione del Palazzo di Giustfzia, Ancona Esempi italiani 28 Facaala nord del Palazzo di Giuslizia (lolo S'elano
 Topunloli) '<T 29 La cone inlema coo la piazza coperta: gli impalcali
 sono appesi Iramile tiraritl melalta alia qiiallio Iravi relico-
 lari soltoslanti la copertura (lolo Slelano Topuntoi) 199
Esempi it; I an Ristrutturazione del Palazzo di Giustizia. Ancona 30 RislmlliiM/ionR id Pdlaz/o di Giuslizia di Ancona,
 il sistema di copertura con le Iravalure relicolan
 Le Iravi a Iraliccio sono di supporto alio copertura
 con larrtxvo ai ibile e al lucernario in lastre e cupole
 di pollcarbonalo toto Stelano Topunloli) 31 Rislrullurazione del Palazzo di Giuslizia di Ancona:
 suygesliva imniriyine del lucernario amcchilo dal molivo dei
 conlrasli di pieni e vuoli delle coniponenli slrullural
 e dalle (raw relicolan di penmelro (loto Stelano Topjnloli) 200
Piazza con centra servizi,
 Monte d’Ago 2, Passo di Varano (Ancona) Tra i numerosi quartieri sorti sulle colline intorno
 ad Ancona, dopo il terremoto del 1972 e la frana
 del 1982. quello di Monte d'Ago 2 (piu preci-
 samente Q2. in localita Monte d'Ago) appar-
 tiene a un progetto di riqualificazione sociale
 concentrato su scelte architettonico- urbani-
 stiche mirate. In particolare. la piazza con il cen-
 tro servizi, si trova in una posizione urbanistica
 strategica, vicina a svincoli. stazione ferrovia-
 ria e soprastante un grande parcheggio e con-
 densata in numerose attivita distribuite su tre
 livelli indipendenti. Concentrate a sud si tro-
 vano le attivita di partecipazione collettiva, a
 nord quelle terziarie e residenziali, a ovest quelle
 commerciali mentre, a est, un'ampia balconata
 si rivolge verso il paesaggio della valle sotto-
 stante come nella tradizione dei centri collinari
 umbri e marchigiani. Le attivit& di partecipazione collettiva (distribuite
 e risolte con precisi riferimenti storico-stilistici me-
 dievali e rinascimentali della piazza centroitalica)
 sono raccolte in una costruzione a prisma do-
 decagonale (con un lato di 9,70 m e un diame-
 tro di 37,50 m) direttamente collegata a ogm
 piano a tre torri a base quadrangolare con lato
 di 6.30 m. L'edificio a prisma ospita, a quota -4,50 m, il
 mercato coperto, vicino al parcheggio e. in
 corrispondenza del livello piu basso della
 piazza; a quota 0,00 m, la palestra polispor-
 tiva con n une per 500 spettatori; tra gli 11,30
 e i 14,80 m, I'auditorium con il teatro (d'im-
 pronta elisabettiana), il cinema e I'aula magna
 e gradinate per 440 spettatori: a quota 7.80
 m, le aule di riunione e i laboratori polivalenti;
 a quota 11,30 m. la piazzetta soprelevata con
 la terrazza-foyer dell’auditorium trasformabile
 in platea per il trasferimento all’aperto: a quota 12.50 m, i palcoscenici intemo ed esterno men¬
 tre. a quota 14,80 m, la biblioteca all'interno
 di un coperto poligonale soprastante un por¬
 tico che delimita la piazzetta lungo sei lati. Nelle
 torri sono invece concentrati i disimpegni ver¬
 tical!. Dalla strada d'immissione al parcheggio (quota 59.50 m). una ram pa pedonale a tomanti si svi-
 luppa con tratte gradualmente ridotte per rag-
 giungere prima il livello intermedio della piazza
 a quota 64,00 m, poi le aule di riunione a quota 71,80 m e per finire, seguendo I'andamento del
 poligono, a livello della piazzetta soprelevata.
 Le attivita terziarie, all’interno di un corpo di tre pian fuon terra e uno porticato, comprendono
 le zone di archivio e un parcheggio pubblico e
 privato nei due piani interrati e di maggiore esten-
 sione. I corpi trasversali e ortogonali dell'edificio ospi-
 tano gli uffici e i gruppi scale-ascensori. Le residenze occupano un edificio composto
 a sua volta da quattro elementi di una linea
 spezzata di quattro piani, ognuno servito al
 piano seminterrato da autorimesse e cantine.
 Le attivita commerciali, invece, si concentrano
 in un fabbricato con livelli sfalsati longitudinal-
 mente in modo da da consentire I'affaccio di-
 retto dei negozi verso la piazza (64,00 m) e alle
 diverse quote della strada ascendente che col¬
 lega la provinciate con I'asse nord-sud. I colle-
 gamenti vertical!, dati da un sistema di rampe,
 ascensori, scale e montacarichi, ё associato ai
 ballatoi con affaccio verso la piazza e la strada.
 L’impiego di strutture con travi reticolari si con-
 centra ne complesso delle attivita di partecipa¬
 zione collettiva e. in particolare. nell’edificio a
 pianta dodecagonale. L'auditorium con il palcoscenico e il teatro co- Anno: 1984 CommiRente: Amnnnislrazione comunale Progetto architeRonico: C. Canella, M Achilli Collaborator!: E. Mezzetti Progetto delle strutture: F. e M. De Miranda 32 Piazza con cenlro servizi a Monie d'Ago 2. Passo di
 Varano iTodello dell'inlervenlo vislo dall'allo:
 la copertira copre I'audilonum e parzialmenle il lealro
 nil aperto .lolo Slelano Topunloli)
Esempi italiani Piazza, Monte d’Ago 2, Passo di Varano (Ancona) 33 Piazza con centra servizi a Monte d Ago 2.
 (Sludio Canella Achdli Architeltn sezioni: 1 mercato coperto 2 palestra con tribune 3 leatro coperto 4 lealro all'aperlo 5 palcoscenico passante 6 biblioteca L’lmpiego delle Iravature reticolarl 6 laalmenle visible
 ai iivetli dell'audilorkim e della copertura a cuspide
 e. a Quota infenore. della palestra 34 Spaccalo assonomelnco scoperte le aree della palestra con parte della Iravatura
 reticolare e la struttura reticolare a ponle che attraversa il teatro coperto <i quota supenore
 iStudio Canalla Aclu li Arrhitfilli) 35 Vista da sud-ovesl del coniplesso delle alt vita collettive con t'edihcio a pianla
 dodecagonale e le torn quauungolari itolo Stelanc TopuntoW 202
Piazza, Monte d'Ago 2, Passo di Varano (Ancona) Esempi italiani perto. a quota 11,30 m. e attraversato nella parte
 superiore da una struttura reticolare a ponte che
 copre parzialmente il terrazzo per gli spettacoli
 all'aperto confinante e la sala biblioteca. La zona
 centrale soprastante il palcoscenico ё costituita
 da una cuspide a quattro lati rivestita con pan-
 nelli modulari sandwich composti da due lamiere
 d'acciaio zincato e preverniciato e tre costoloni
 di irrigidimento. ogni modulo di 90 cm. La co¬
 pertura ё agganciata alia cuspide tramite tiranti
 in ferro. La palestra, assieme a tutte le attivit& sportive
 indoor, si sviluppa a livello della piazza princi-
 pale a quota zero. Soprastante I’anello di disimpegno deii'aula
 sportiva. che percorre tutto il perimetro, a quota 7,80 m, e nella parte libera dalla copertura par-
 ziale della soletta. un corridoio pensile si af-
 faccia sull'aula sportiva attraverso parapetti co-
 stituiti da strutture reticolari portanti in profilati
 tubolari di ferro con pannelli in rete elettrosal-
 data ondulata, entrambi zincati e verniciati. 37 Vedula interna della palesira: le imponenli strunure reiicolan. a quoia 7.80 m. lungono da parapetti
 ixjr il corrnloio che atiraversa e prospetta sull aula sonosi into (loto Stolano Topiintoii) 36 Visia dal palcoscenico del teatro coperto verso
 la siiuiliifa reticolare a ponte che aiiraversa la sala
 e nprende il motivo del reticolo della copertura a cuspide
 suilo sfondo. La struttura a ponte 6 aqganaata tramite
 tiranti in ferro alia copprtura (loto Stefano Topuntoli) s 203
Collegamento aereo al 4° piano del Palazzo
 deirinformazione, Milano N Anno: 1990 Committente: linmt)Mi;i№ №1.1ГК>|)<)1| Progetto architottonico, progetto delle strutture
 e direzione lavorl opere strutturali' L Roila Realizzazione: Impresa Caslolli lllustrd/iooi per genlils concessions di L Rolla II Palazzo dei Giornali. lo siorico e monumen-
 tale Palazzo dell'lnformazione in piazza Cavour
 a Milano, дй palazzo de “II Popolo d'ltalia” e
 sede del quotidiano fondato da Mussolini nel
 1914, fu costruito nel 1939 su progetto di Gio¬
 vanni Muzio e la collaborazione di Mario Sironi
 per la parte pittorica e scultorea degli interni e
 della tacciata. Le mtnime e controllate trasformazioni subite
 negli ann si sono sempre attenute a interventi
 non invasivi e sobri rispetto al contorno. Per-
 sino le parti comum e meno in vista hanno mari-
 tenuto il rigore deirimpostazioneoriginaria. Uno
 dei cortili interni necessitava di un collegamento
 diretto al quarto piano di due unita. Tramite una
 semplice e lineare passerella aerea il collega¬
 mento ё stato ottenLito per risolvere diversi pro-
 blemi logistici senza peraltro modificarne I’este- tica generate e arricchendo anzl II contorno di
 un nuovo elemento. Tre elementi strutturali reticolari si susseguono
 m sequenza creando un effetto di modularita
 leggero e, al contempo. adatto per il riferimento
 architettonico vagamente ndustnale alia strut¬
 tura nel suo complesso. La struttura risolve il problema delle paret late-
 rali della passerella e svolge parte della funzione
 statica, mentre la superficie a parapetto ё com-
 pletata dall'altemanza di semplici tondini me-
 tallici e da un gnghato (tipo Keller) per il ta rtpo-
 namento della superficie triangolare inferiore del
 modulo strutturale. La struttura viene completata dalle travature tra-
 sversali, dalle necessarie piastre di raccordo tra
 le travi, dai travetti e da una copertura a volta in
 policarbonato. c) II particolare con le travalure relicolan. i tondini.
 il grigliato e la copertura d) L nitemo della passerella verso I'esienxi 38 Collegamento aereo a) 4 piano dpi Palazzo
 dell Intormazione. a Milano,
 a) sezione trasversale
 I)) piantn 204
Collegamento aereo al 4° piano del Palazzo dell'lnformazione, Milano Esempi italiani 39 Collegamento aereo al 4° piano del palazzo dell'lnformazione
 a Milano: la Iravatura relicolare si npeie in trp moduli con
 dimpnsioni mliosto importanii per creare un elemento strulturale
 e architettomco alio stesso tempo A sinisira la rtps< ri/ione tirtle
 component 40 Collegamento aereo al 4° piano del Palazzo del'lnformazione a Milano: dcliagli 205
Edificio ABB Italia, Sesto San Giovanni (Milano) Anno: 2001 Committente: ABB Italia. Sesto San Giovanni (Mi) Progetto archltettonlco: Giancarlo Marzorati Progetto delle strutture: Slcfano Rossi Coetruttore: Citta Verde s.r.i. - Gruppo Pasini Esecutore struttura metallica: Soc. Cornetal - Parma 41 L'elegante editicio della ARB nalia che. nonoslante le
 dimensioni. si sviluppa in modo armomoso lungo una pianta
 a S e per dieci piani fuori terra (foto studio Brambi'lasca) N Un importante e imponente edificio, sedd della
 ABB Italia a Sesto San Giovanni (Milano), si svi¬
 luppa con estrema armonia lungo un sinuoso
 percorso con pianta a S su dieci piani fuori terra,
 oltre a due interrati. Una struttura travi-pilastri completamente in ac-
 ciaio, accompagnata da solette di impalcato
 con lamiera grecata e calcestruzzo, fondazioni
 e vani scala in cemento armato, si sviluppa in
 altezza senza alcun controvento e quindi con
 spazi intemi completamente liberi. Diverse teme
 di arco, corrispondenti alia disposizione radiale
 delle colonne, formano gli allineamenti a S. La
 struttura deU'edificio ё di tipo “pendolare”, con
 la parte metallica gravante orizzontalmente sui
 vani scala ai quali sono scaricate completamente
 le azioni onzzontali. In particolare, le fondazioni, a travi rovesce in
 corrispondenza dei tre allineamenti sottostanti
 I’ingombro dell'edificio e a plinti isolati nei due piani interrati dell’allargamento, contano 950 m3
 di calcestruzzo armato con un’incidenza di 65
 kg/m3. Le fondazioni dei vani scala, invece, sono pia¬
 stre nervate in cemento armato in grado di tra-
 sferire le azioni orizzontali al terreno e, grazie alle
 notevoli dimensioni (920 m3 di calcestruzzo ar-
 mate con un’incidenza di 40 kg/m3), garantire
 la stabilita al ribaltamento dell’intero edificio.
 Torri in cemento armato a sezione chiusa, alte
 52 m e costituite da 1300 m3 di calcestruzzo,
 contengono i vani scala. I muri. spessi 30 cm,
 hanno sezione chiusa per resistere alle notevoli
 torsioni indotte dalla struttura metallica con le
 azioni orizzontali del vento. Le travi e delle colonne sono in acciaio compo-
 ste da profili a doppio T uniti tra loro al taglio da
 bulloni. In genere le travi sono indipenderti dalla
 soletta tranne quella di spina centrale prowista
 di pioli. 206
Edificio ABB Italia, Sesto San Giovanni (Milano) Esempi italiani <12 Pianta de la siruttura
 metaliica "pendotare
 che grava orizzontalmente
 sui vam scala (Studio
 G. Marzorati) 43 Pianta delle (ondaziont a
 plinn isotali oell allaigamento dei
 due piam interrati e a iravi
 rovesce pef i ire a! di sottodel
 reale ingombro dell'edrticio
 (Studio G. Marzorati) 207
Esempi italiani Edificio ABB Italia. Sesto San Giovanni Milano) 44 Edihoo ABB Italia a Sesto san Giovanni sezone
 trasversale deli'iniefo editicio e particolare di una lorre
 (vano scala) a sezione ctnusa SludioG Marzorati I CC*\HlLftA£UMO IECMCO TC7T0 WfWJO г«имэ «*«лло ГПЛ1Й ГРИМУ а* пало
 г piano ГИДЛО
 г Рино
 ГНАЛО PUMO пяял
 ГЛГГЯЛАГО
 7**wr(fvuro , 45 а Ь La posizione delle imponenti iravi retolan (b) in acciaio <n ler/o uvello. ricevono gli otto piani di
 colonne che non amvano alia hall (Sindio G. Marzorati) 46 Un'immagine delle travi reticolari in acciaio all'intemo
 della halt e corrispondenti al terzo livello (foto Studio
 Brambdlasca) 208
Edificio ABB Italia, Sesto San Giovanni (Milano) Esempi italiani 47 Modello di analisi tridimensionale a elemenii Гш l
 con azioni verticall di peso propno e accideniali e onzzontali
 della spinta del vento di 100 kg/m2 48 La hall nella parte aperta e libera da cotonne (foto Studio Brambillasca) La hall d’ingresso si sviluppa in altezza per tre
 piani secondo uno schema statico decisamente
 interessante. Al terzo piano, infatti, massicce
 travi reticolari in acciaio trattengono ben otto
 piani di colonne che corrispondono a quelle che
 non raggiungono la hall. I solai sono solette in calcestruzzo (gettate su la-
 miere grecate con sola funzione di casseroa per-
 dere) impostate su una luce media di 250 cm,
 pari all'interasse delle travi metalliche secondarie. II calcolo strutturale ha seguito un'analisi tridi¬
 mensionale a elementi finiti dove travi e colonne
 metalliche sono stati modellati con elementi “pia-
 stra". II modello ё basato su azioni verticali di
 peso propi io e accidentali con azioni orizzon-
 tali dovute alle spinte del vento di entita pari a
 100 kg/mz. azioni struttura indeformata freccia massima 2.2 cm 49 Schemi staiici retetivi alia travatura reticolare con luce
 di 130 cm e un’azione concentrate di 4000 kN:
 modeilazione di calcoto, struttura indeformata. siruttura
 deformata e diagramma dene azioni asslall 209
Ponte aereo in uno stabilimento,
 Casalpusterlengo (Lodi) Anno: Commtttente: Lever Umi ilaica S.pA. Casalixistertengo Progetto archltettonlco: Giorgio WiskGrmann Progetto strutturale: Giuseppe Cantoni La necessita di creare, lungo la strada princ:-
 pale dello stabilimento. un ponte di attraversa-
 mento coperto come collegamento pedonale
 e di trasporto materiale interno, ha indotto nel
 1989 lo studio di una struttura idonea alio
 scopo. I carichi previsti sul tunnel aereo comprendono,
 oltre a quelli propri della struttura e a quelli con-
 templati dalla normativa (neve e vento ecc.).
 quelli delle passerelle di ispezione e dei nast'i
 trasportatori dei materiali dello stabilimento.
 Una luce di circa 45 m (con una sezione di 330 x 260 cm) copre il collegamento tra due edtfici
 tramite il tunnel che impiega una struttura reti¬
 colare prevaletemente metallica. L'accaio im-
 piegato per profili, piatti, lamiere e tubi ё sup-
 portato da un modesto uso di calcestruzzo e
 dall'alternanza di chiusure a tamponamento in
 vetro retinato e glasal bianco. La struttura ё supporata dalle briglie inferiore e
 superiore e utilizza protili in accaio a diverse
 giunzioni e. pur completa di un involucre di chiu-
 sura. mantiene visibile il tipico gioco delle com-
 ponenti reticolari. 50 Stabii mento Lever Uml a Casalpusterlengo (Lodi)
 ponte aereo che si adatta perfettamente per stile. tonaMS
 e colon agli ediftci retrostanii Risalta il motivo geometnco
 della struttura reticolare alternato alle lesene di vetro
 colorato 210
Ponte aereo in uno stabilimento, Casalpusterlengo (Lodi) Esempi italiani ллиллъЬ. »*/«» cea • MB(«I <« >> ft ITT I i— s I a 0» 4 SJ O’ ■ -4(uWuii [ кун <p О энлрф вп *йй ф О ММ PN U ф О I I а* лс *ц ift -о о я.** 0 L J С “ 3 {V* — Vi , лГжмС*!*. ос/ши G I РЧ Ш Л* И. о О *** _€Ш_ФО€ О- 3 ] П 1 $ J / V«6«f0 Jtcft _ ръ°л со яр ъА, л tvjo Ф <30**30 if. ftfy/l *ib не tta сам t/fSiico i ftt pbiial&B W*SO у > tfl v ti‘ * **4- .Д hi Л. Vs. * J4S0 jwe 51 Stabilimento Lever Und: disegno di una sczione tipo del ponte aereo con la dispose one mtema di canalczazionl per cavi eteitnci e nastn irasporlatori (Studto G Wiskermann) p*imcoL*nc o»vj9t* »POKTt 5UO OVC5T 62 Stafrhmento Lever Unfl: diverse vtste de> fronti del ponte aereo sta verso ф ecfito cOtegat (con i retetivi appogg*). sia della lunghezza (Studo G. Wtskennann) 211
Copertura dello stadio G. Meazza, Milano Anno: 1990 Commlttente: Comune di Milano Progetto architettonico: Giancarlo Ragazzi. Ennco Hoffer (Edilnord Progetli) Progetto e dlrezlone lavori opere strutturali
 In cemento armato e ferro: Leo Fin/i, coordinators Progetto e realizzazione: Umberto Balzarotti. Ennco Bascialla. Riccardo Del Col.
 Bruno Fra. Fihoeno Finzi ed Edoardo Nova Direzione artistica: Giancarlo Ragazzi Dlrezlone lavori comunali: dr. ing. Giovanni Salvi (lavon).
 dr ing. Giulio Slua (impianti eiettnci).
 geom. Gancarto Meroni (impianti temnici) Collaudo statlco In corso d'opera: G. Bailio. A. Migiiacci. 53 Stadio Meazza: il graticcio costiimto da iram prmcipali,
 miermedie. controvenli e siecche L'ampliamento dello Stadio Giuseppe Meazza,
 eseguito in occasione dei Mondiali 90, ha com-
 preso, tra le altre, I’opera di copertura degli spalti
 preesistenti e nuovi consistente in una struttura
 metallica importante per dimensione e vincoli
 logistici. La copertura Una struttura metallica di copertura per le tri¬
 bune di 295 m x 203 m (con un’apertura cen-
 trale, ma non simmetrica in senso trasversale,
 di 121 m x 73 m in corrispondenza del campo 212
Copertura dello stadio G. Meazza, Milano Esempi italiam da gioco) ё costituita da un graticcio di travi re¬
 ticoiari alte 9,50 m e poggia su sole quattro torn
 d'angolo situate ai vertici di un rettangolo di
 205 m x 148 m. II graticcio (Figg. 53 e 54) comprende le travi
 principali di collegamento tra le torn aggettanti
 verso I'estemo per 45 m su tre lati, le travi in-
 termedie disposte a interasse (37 e 41 m nei
 due sensi) e intersecanti quelle principali e ag¬
 gettanti verso I'esterno per 25 m sui due lati
 corti, i controventi a losanga posizionati all'estra-
 dosso della parte interna alle quattro tom e, in-
 fine, le stecche di collegamento tra le briglie in¬
 ferior!' delle mensole esterne. Le strutture "zattere". appese lungo il contomo
 delle maglie all’intradosso delle travi, reggono il
 manto di copertura traslucido. Si tratta di graticci
 di travi reticoiari (dimensioni massime 37 m x О
 m e 2.30 m di altezza con maglie di 4,60 m x
 4,10 m) costituiti da angolari sciolti e bullonati. zincati a caldo. La copertura in lastre alveolari di
 policarbonato ё sorretta da centine curve in lega
 di alluminio fissate a converse portanti in lamiera
 zincata a caldo. L'accesso agli impianti di illuminazione e la diffu-
 sione sonora sono consentiti da una serie di pas-
 serelle disposte nello spessore delle zattere. Le travi principali sono completamente saldate e
 hanno briglie larghe 5 m composte da quattro
 cassoni quadrati (con 700 mm di lato) collegati
 fra loro da calastrelli sempre a cassone (Fig. 55)
 sostituiti nelle zone piu sollecitate da parti piene,
 utili a sopportare I'azione assiale delle briglie.
 Tra i cassonetti di briglia sono inseriti due ordini
 di montanti a cassone (700 m x 400 mm) che
 formano due travi a I accostate e rendono i piatti
 laterali complanari con quelli verticali delle briglie
 e con i fazzoletti di attacco delle diagonali. I montanti in corrispondenza dei quattro ap-
 poggi (2200 m x 2200 mm) consistono in la 54 il graticcio collega con le travi le quattro tom dalle quali
 aggettano rav principali e intermedia 64 70 296080 campo stadio esistente piazzale Axum 68.50 V 0 ? via Fetonte 0 00
 V I contrappeso
 via Patrocio ^ contrappeso trotter 213
Esempi italiani Copertura dello stadio G. Meazza, Milano sooo ,100 ,1» ,?» . Л» f700 f 700 r«0 □ d c-c п_п 70 V , p № 55 Parncolari delle travt portanti che. interamente saldate. hanno briglie larghe 5 m A-A [‘ •. - fill f f^1ftu7?n 56 Apparecchi di appoggio mobili cosliturti da un Dasamento inferiore da un disco
 intcrmedio e da uno di gonuna miere di 50 о 60 mm di spessore con il lato in¬
 feriore chiuso da una lamiera di grosso spes¬
 sore (300 о 360 mm), che distribuisce il carico
 sull'apparecchio di appoggio. Le estremitS delle mensole, con funzione di cas-
 sone portazavorra, sono pannelli nervati uniti da
 tiranti capaci di resistere alle pressioni del cal-
 cestruzzo nelle fasi di getto. Le travi intermedie hanno briglie composte da
 un unico cassone (1000 m x 700 mm) cosi
 come i montanti (1000 m x 400 mm о 1000 m
 x 1UUU m). Le diagonali sono piatti accostati se
 sempre tese. oppure profili a H se corrpresse.
 L'intero carico della copertura viene trasferito
 alle torri tramite quattro apparecchi d’appoggio
 (due da 5000 e due da 75001) di notevole va-
 lenza per le enormi dimensioni mai prima im-
 piegate in Italia. Un appoggio fisso e due mo¬
 bili, mono e bidirezionali, consentono a la strut¬
 tura di muoversi con le variazioni di temperatura
 e di resistere alle azioni orizzontali del vento. Gli apparecchi d'appoggio mobili (Fig. 56) com-
 prendono: un basamento inferiore parte della strut¬
 tura in cemento armato rivestito superiormente da
 un lamierino in accia'io inox, un disco intermedio
 poggiante su uno strata di PTFE (e per gli appoggi
 unidirezionali su una barra guida in graco di tra-
 sferire le forze laterali al basamento inferiore); in-
 fine, un disco in gomma confinato lateralmente da
 un anello e superiormente da una piastra solidale
 all'aneilo. La gomma compressa dal disco inter¬
 medio reagisce come un liquido incomprimibile
 distribuendo cosi il carico in modo uniforme e con-
 sentendo le rotazioni intomo a ogni asse.
 L'appoggb fisso, molto simile, ё pnvo del piano
 intermedio di scorrimento. II vincolamento degli apparecchi d'appcggio alia
 struttura e realizzato mediante pemi conici su- 214
Copertura dello stadio G. Meazza, Milano Esempi italiani periori e bulloni inferiori che ne consentono lo
 smontaggio. La possibility di sostituire gli ap-
 parecchi ё data dall'alloggiamento per i marti-
 netti previsto fra la sommitci della torre e I'intra-
 dosso della copertura. La carpenteria pesa 106001 di struttura princi-
 pale e 19001 di struttura secondaria appesa su
 una superficie coperta di 3800 m2 circa. II peso
 delle travi principali al sollevamento vana da 1100
 t per le travi sui lati corti a 21001 per le rimanenti. II progetto strutturale Obiettivo progettuale principale ё stato il rag-
 giungimento del mimmo peso in rapporto ai di-
 versi vincoli esistenti con un uso attento di ma-
 teriale specffico (lamiere in acciaio Fe 510 С con
 spessore £ 40 mm) e la compensazione delle
 importanti sollecitazioni in campata alle travi (tra-
 mite zavorramenti delle parti cieche degli sbalzi
 delle travi principali con 51401 complessive). I
 contrappesi sono in grado di bilanciare (come
 momento flettente al centra delle travi principali)
 un carico verticale uniformemente distribuito di
 circa 140 kg/mz. Tra le numerose analisi numeriche, rese ne-
 cessarie dall'entitci e complessitS stessa dell'in-
 tervento. la componente strutturale con relativi
 effetti flessionali locali impegna quasi totalmente 10 stato di sforzo mentre le sequenze costrut-
 tive determinano lo stato di sforzo reale. 11 largo impiego di procedure di calcolo auto-
 matico ha potuto fare riferimento a un pro-
 gramma di generazione dei dati del modello a
 elementi finiti, capace di modificare geometria,
 carichi e propriety elastiche, a uno о piu solu-
 tori a elementi finiti per risolvere problemi di
 grande entita in campo lineare e nonlineare e.
 infine, a un sistema di postprocessing per com-
 binazioni di carico e in particolare di verifiche
 secondo normativa in modo sistematico (il pro-
 gramma Steeiver impiegato verifica la resistenza
 in un numero significativo di sezioni intermedie
 e, per ogni elemento, compie verifiche a stabi
 lita e svergolamento). II risultato ottimale ha dato con diverse iterazioni
 effetti flessionali locali minimi nei nodi e ha tenuto
 conto della stabilita globale della struttura tramite analisi nonlineari agli autovalon о graduali. L’ana-
 lisi di stabilita, о linearized buckling analysis, ha
 ricercato il minimo moltiplicatore critico dei cari¬
 chi verticali (autovalore) associato a una defor-
 mata critica (autovettore) sulla base di un livello
 di carico iniziale pari a zero (Fig. 57).
 Modificando la geometria (con I'introduzione
 al modello di imperfezioni iniziali relazionate alia
 deformata critica) i carichi di progetto sono
 cresciuti con un sistema incremental che ha
 tenuto conto delle nonlinearitci geometriche.
 Un’analisi onerosa per tempi e risorse che ha
 pero consentito il raggiungimento di una co-
 noscenza completa del comportamento strut¬
 turale e della possibility di comparazione tra
 piu sistemi per garantire la massima sicurezza
 nei risultati. Le verifiche hanno seguito il me-
 todo degli stati limite e ulteriori raffronti fra i
 due approcci hanno permesso la verifica della
 corrispondenza. II montaggio Diversamente dalle normali coperture metalli-
 che. la presenza di soli quattro appoggi a terra,
 ha reso determinante il peso della struttura nei
 carichi di progetto. Da qui I'importanza delle fasi di montaggio gia
 nei calcolo come condizione determinante le
 differenti configurazioni di sollecitazioni per peso
 proprio. Partendo quindi sempre da un unico
 modello (Fig. 58) si ё proceduto in modo inverso
 smont^ndo pezzo per pezzo la struttura cosi
 da prevedere I'entita delle forze da considerare
 con I’aggiunta di ogni nuovo elemento e gli spo-
 stamenti sia localizzati sia globali della struttura
 stessa. II montaggio ё partito dal posizionamento delle
 due travi principali con relativi apparecchi di ap-
 poggio sui lati corti (fili 3 e 8) e con la sovrap-
 posizione delle due travi lunghe (fili С e G). Le travi code hanno diagonali convergent verso
 il nodo inferiore della trave mentre quelle lunghe
 verso il nodo superiore cosi da ridurre tempi di
 montaggio e messa in sicurezza (Figg. 59 e 60).
 Le travi 3 e 8 sono state messe insieme in dima
 e trasportate in prossimita dello stadio in un’unica
 soluzione, le travi С e G (Fig. 60 b) divise in tre 215
Esempi italiani Copertura dello stadio G. Meazza, Milano 58 Sequenze ci montaggio eseguite in senso inverso
 (smontando la struttura pezzo a pezzo) tramile modello
 di calcolo f JaL_@L ($> ©- 216 I9C.I3 VIA F EDNT6
Copertura dello stadio G. Meazza, Milano Esempi italiani troncf sono state unite dopo il trasporto in con-
 dizioni spaziali disagevoli (Fig. 61). Le travi inter-
 medie lunghe. notevolmente snelle, sono state
 montate successivamente e con strallature prov-
 visorie, di cui quella verso via Patroclo era a lo-
 sanga simmetrica larga a) centra 12 m (per il poco
 spazi disponibile) con profili HE 120A tesi me-
 diante martinetti idraulid in posizione estrema cosi
 da compensare la variazione di tensione data dal
 peso propn della trave (trave tilo D, Fig. 62). Lo spazio verso via Piccolomini. di soli 7 m. ha
 richiesto una strallatura asimmetrica (trave filo
 F. Fig. 63). con puntone centrale di 6 m, ca-
 pace di resistere a trazione e a compressione,
 composta da tubi di 16" e dotata di martinetti
 su un’estremitci per regolare il tiro. Questa stral¬
 latura. in grado di sollevare la trave con punti
 di sospensione a 160 m. non ne permetteva il
 rilascio su 205 m. Ai terzi della luce, per stabi-
 lizzare la trave. sono quindi stati posti dei pun-
 toni di ritegno collegati alia briglia inferiore della
 trave G. Le travi interne sono state inserite sui
 due lati corti (fill 4 e 7) successivamente al mon-
 taggio di quelle lunghe intermedie e ad alcune
 trasversali. Per evitare che parte del peso pro-
 prio delle travi lunghe venisse portato da quelle
 code, montate successivamente. sono risul-
 tate determinant le opere di forzatura basate
 sull'applicazione con appositi martinetti di forze
 di circa 7001 nelle briglie inferiori, il tutto ope-
 rando in quota per non occupare il campo da
 gioco. Le zattere complete di manto traslucido e di
 passerelle per un peso totale di 1001, ven vano
 completate in dima e trasportate con carrelli
 idraulici motorizzati in prossimita dello stadio
 per essere poi sollevate con gru e spostate con
 un carroponte appositamente costruito. Mon¬
 tate le strutture metalliche, sono state com-
 plptate le zavorre Le modalita costruttive Un’unica sorveglianza per un lavoro suddiviso tra
 diverse officine ha permesso il rispetto dei tempi
 e di prefabbncazione. Gli elementi di briglia. ad
 esempio. venivano assemblati in dimensioni tra-
 sportabili e completi di calastrelli e fazzoletti di at
 tacco per le diagonali. Era effettuato un controllo
 attento dei cianfrini e delle sequenze di saldatura
 per evitare problemi di lamellar tearing ed equili
 brare le giuste tensioni. I cassonetti venivano saldati a parziale penetra 59 Le travi cone hanno diagonal onveryenti verso
 il nodo inlcnore della trave mentre quelle lunghe verso
 quello superiore cosi da agevolare lempi e sicurerza
 nel montaggio 60 a. b Harlicolari della movimentazione di una zattera
 per consentime II passaggio sopra le linee Iranvianp is slato
 nlcrposio nn conlrapposo tra zitlnra e carrelli 217
Esempi italiani Copertura dello stadio G. Meazza. Mlano i'l SoHevamento di una ratlera coinplela di manlo
 trjslucido e di pjbserd Irannle gru e cjrroporiip latlo ad hoc G2 Vis.td ddll intetno ileBo siadio. di parte dflle/.шпр
 una monlatd в I'allra n lase Up poseronanienlo zione con saldature longitudinali (con procedi-
 mento ad arco sommerso) lungo due spigoli e
 a completa penetrazione dei fazzoletti e delle
 giunzioni di cont и & dei calastrelli con sistema
 manuale о semiautomatico. Le diverse parti,
 sabbiate a metallo quasi bianco, sono state pro-
 tette all'estemo con primer zincante e sulle parti
 da saldare con inibitore antiruggine e anticor-
 rosione. In cantiere I'assemblaggio delle travi veniva
 eseguito, in verticale per quelle principali (con
 supporti ad altezza var abile per una monta di
 1.20 m) e in orizzontale per le intermedie.
 Diversi cicli protettivi (con uno strato intermedb
 di smalto epossidico e uno finale poliuretanico per uno spessore totale di 170 micron) prece-
 devano la fase si sollevamento in quota delle travi.
 L'uniformitS degli spessori, verificata con stru-
 menti elettromagnetici, garantisce per died anni
 la condizione Re3 della “Scala Europea dei gradi
 di arrugginimento per pitture anticorrosive”. Le
 zattere venivano mvece utilizzate forate e zincate
 a caldo e assemblate in caitiere. Le converse, in lamiera piegata da 3 о 4 mm di
 spessore (con nervatura a omega e saldate in
 corrispondenza delle centine), sono fissate alle
 briglie di estradosso della zattera tramite bul-
 loni. Le cenline. invece, sono fssate alle con¬
 verse con staffe in lega di alluminio e bulloni di
 acciaio inox Due profili estaisi sovrapposti. di 218
Copertura dello stadio G. Meazza. Milano Esempi italiani cui uno superiore con funzione di pressore e
 uno inferiore portante. compongono le centine.
 Tra i due profili e la lastra in policarbonato зиаг-
 nizioni silicomche e in dutral garantiscono defor-
 mazioni termiche e tenuta all'acqua. Com chiu-
 sura e irngidimento lungo i bordi infenon delle
 lastre si trovano dei profili sovrapposti. I controlli non distruttivi Progettisti, direzione lavori e collaudatore in
 accordo tra loro e con la supervisione de I'lsti-
 tuto Italiano della Saldatura. hanno predispo-
 sto i controlli in tre fasi riguardanti le specifi-
 che di approwigionamento materiali e di con-
 trollo durante la prefabbricazione. i controlli
 nella fase di assiemaggio in cantiere a pie
 d'opera e quelli durante il montaggio in quota
 a struttura finita. Due grandi categorie di controllo sono relative
 a: • controlli dimensbnali comparati con modelli
 fisici e matematici ed eseguiti con misura-
 tori ottici о topografici; • controlli non distruttivi dei materiali e delle saldature (controlli magnetoscopici. con li-
 quidi penetranti e con ultrasuom). La prima categoria, relative a tutte le fasi di co-
 struzione. ha reso necessario confronti con i
 modelli di calcolo parziali e globali e con mo-
 delli fisici. Per la seconda categona sono state fissate per
 centuali di controllo fino al 100% per le zone piu
 mpegnate о sollecitate a trazione о con tipolo-
 gie di giunto particolan e con percentuali stati-
 stiche nelle allre. I controlli. anche in questo caso.
 sono stati eseguiti da ditte esteme indipendenti
 oltre che dall'lstituto Italiano della Saldatura.
 Anche i controlli dei cicli di verniciatura e zin-
 catura sulle copp'ie di serraggio dei bulloni nelle
 giunzioni e sui npristini di verniciatura delle zone
 di struttura deteriorate con il montaggio sono
 stati eseguiti in maniera statistica. Un ultenore monitoraggio della struttura in corso
 d'opera e in seguito alia chiusura del cantiere 6
 stato imposto da progettisti. direzione lavori e
 collaudatore. Un controllo periodico degli ap-
 parecchi di appoggio e dei loro spostamenti,
 della geometria delle travi e dello stato generate
 dei rivestimenti ё, comunque, indispensabile per
 entita e valore della struttura stessa. 63 a. b Vedule dall'alto deira coperU.ra con le zatlere
 complete dt tastre in poticarfronalo e fo? Iravi principal! 219
Aerostazione passeggeri Malpensa 2000 Anno: 2000 Commlttente: Sea Malpensa 2000 Progetto architettonico: Italairporl. Milano Progetto dl riferimento delle strutture: F Martinez у Cabreia. Milano Progetto delle strutture In cemento armato: Reico Realizzazioni di ingegneria S.p.A. Milano Progetto eeecutivo delle strutture in acclalo: Leo Fmzi. Edoardo Nova Ennro Basoialla. Umbeno BaUarolti (Milano) Progetto esecutlvo della struttura reticolare dl copertura: ♦ aspetti architellonici e tecnologici
 Etiore Venlrella • aspelh strut! ir Federico Ma/zolani, Ftaffaple Landollo. Stelano Mazzolani Collaudo delle opera strutturall: F Martinez у Cabrera 64 Malpensa 2000- pianta generate dell'aereostazone L'impiego della struttura reticolare spaziale (ideata
 dall'architetto Ettore Ventrella) unitamente all'en-
 tite della costruzione stessa hanno fatto parte
 di un complesso lavoro d'equipe. Un corpo principale di circa 600 m, piegato alle
 estremitS a 45°, ё collegato tramite lunghi corri-
 doi a tre satelliti (di tre piani fuori terra con una
 magliadi 12 m x 12 m e di circa 5200 m2 ognuno)
 per I'imbarco/sbarco dei passeggeri. L’edificio di tre piani fuori terra, oltre a un inter-
 rato, ha una maglia di m 14,40 m x 12,00 m ed
 ё in acciaio eccetto i corpi scala, molte solette
 e la parte inferiore la quota + 1.40 m. Le strutture in acciaio II corpo principale ё costituito da telai a nodi ri-
 gidi (con campate di 12 m in senso trasversale
 e di 14,4 m in senso longitudinale). le cui travi
 hanno profili a HE non collaboranti con la so¬
 prastante soletta in calcestruzzo. Le colonne dei telai collegano le piastre di base
 a quota +1,25 m con I'estradosso dei vari so-
 lai e della copertura. Anche le colonne sonc pro¬
 fili HE disposti a croce per equilibrare snelezza
 e resistenza in entrambe le direzioni.
 Longitudinalmente a 3 m di interasse, le travi
 secondarie appoggiano e collaborano con la
 soprastante soletta in calcestruzzo fatta di pre¬
 dalles e travette in acciaio a traliccio, in modo
 che possa sopportare direttamente il proprio
 peso oltre a quello del getto per 14 cm totali su 3 m di luce. La copertura ё libera da ingombri
 di colonne per spazi fino a 9820 m2 (si tratta di
 due aree da 62 m x 158,4 m) oltre a un'area
 centrale di 2678 m? (di m 62 m x 43,2 m), gra-
 zie travi maestre di 60 m di luce, disposte su 12 fili trasversali, e altre travi maestre di 12 m
 di luce disposte sui rimanenti 12 fili. Le travi
 maestre terminano a sbalzo creando, a coppia,
 una sorta di galleria per le apparecchiature e le
 canalizzazioni degli impianti tecnologici. Lecop-
 p'te di travi sono collegate da piastre reticolari P777771 posizione travi da 60 m
 югата posizione travi da 12 m
 (v) struttura Vestrut 220
Aerostazione passeggen Malpensa 2000 Esempi italiani 65 Sezione trasversale con travi di luce 60 m 66 Sezione trasversale con Iravi di luce 12 m spaziali ognuna di 43.2 m di luce con un'am
 piezza di 78,7 m. Travi reticolari alte circa 7 m costituiscono le
 travi maestre da 60 m di luce e i correnti supe¬
 rion e inferiori con i montanti e le diagonali di pa-
 rete, sono costituiti da profili a doppio T a piatti
 saldati larghi 80 cm. Travi reticolari alte 2.80 m
 costituiscono invece le travi maestre di 12 m di
 luce con correnti superiori ed inferiori e aste di
 parete con profili a H. Una lamiera recata tipo Hi-bond (con calce-
 struzzo per il piano di calpestio e senza calce
 struzzo ma con isolante per quello di copertura)
 poggia su strutture secondarie di 14,4 m di luce,
 travi e travette ortogonali con 2,4 m di interasse. La struttura 6 divisa in 11 blocchi da died giunti
 di dilatazione posti trasversalmente. Le forze orizzontali del vento e quelle fittizie [pari
 a 1/80 di quelle verticali secondo le norme CNR
 UNI 10011) sono sostenute dall’intelaiatura a
 travi e colonne. Le strutture in acciaio, svinco-
 late dai corpi scala in calcestruzzo, consentono
 montaggi indipendenti. Telai a nodi rigidi, in senso trasversale e longi-
 tudinale con campate di 12 m di luce, coslitui-
 scono le strutture di piano e delle coperture dei
 satelliti assimilabili a quelle del corpo principale: 67 Nodo npco iravi-cokxma 221
Esempi italiani Aerostazione passeggeri Malpensa 2000 ^ 3*00 | MB | с 68 ipologie di copertura a) sduzione a trahcci iriangolun con prolili tubolan b) soluzione a iraltcci triangdari con profili aperti
 in lamiera piegata c) soluzione adottata tipo Veslrut le colonne, invece, sono realizzate con due pro¬
 fili HE posti in croce. La copertura Per una luce di 43,20 m sono state pensate tre
 possibili strutture di copertura. La prima con travi reticolari saldate a un inte-
 rasse di 4,80 m e con sezione triangolare larga
 e alta 2.40 m: travi con doppia tralicciatura a V
 e passo di 2,40 m. La seconda con la sola variante dell'uso inte¬
 grate di profili aperti i lamiera piegata e giun-
 zioni di nodo bullonate. La terza, poi utilizzata. ё la struttura spaziale re-
 ticolare (brevetto Vestrut) costituita da due ma-
 glie inferiore e superiore di 2,40 m x 3,60 m
 ognuna e sfalsate tra loro di mezza maglia. L'al-
 tezza spaziale 6 di 2,80 m con quattro diago¬
 nal facenti capo a ogni nodo. Tutte le aste sono
 tubola e i nodi sono peculiari del sistema Ve¬
 strut. Questa soluzione ё stata realizzata in con-
 cessione esclusiva dalla Centro Acciai S.p.A. di
 Bitonto (Ba) su brevetti di Ettore Ventrella. La struttura spaziale Vestrut II nodo del sistema Vestrut. descritto ed esem
 plificato piu avanti, 6 staticamente e tecnologi-
 camente una cerniera e tutte le aste sono as-
 semblate nei giunto tramite un unico pemo cen-
 trale. Ci6 consente un'unica operazione di av-
 vitaggio per unire un massimo di 12 aste con¬
 vergent! in un nodo. II giunto ё composto da due calotte semisfenche.
 per contenere i termina delle aste di ccrrente e
 di parete. e da una piastra centrale. La piastra centrale serve per collegare tramite una
 dentatura posta sui bordo le due calotte, per con-
 sentire tramite la variazione di altezza il rispetto nei
 nodo della convergenza delle aste nello stesso
 punto e per permettere, infine, il bloccaggio delle
 aste di corrente durante I'assemblaggio di quelle
 di parete. I terminali delle aste hanno forma cilin-
 drica "a martello' о sono awitati in raccordi co-
 nici saldati e poi bloccati con controdado. Ogni asta presenta una filettatura destrorsa su
 un estremo e sinistrorsa sull’altro per permet-
 terne la regolazione sia durante la produzione
 sia dopo il montaggio. Variando la piastra cen-
 trale ё possibile I'inserimento di 12 aste con¬
 vergent! nei nodo. La struttura spaziale dell'aerostazione Malpensa SEZIONE 1-1 SEZIONE 2-2 1 2™ 1 222
Aerostazione passeggeri Malpensa 2000 Esempi italiani 2000 ha complessivament unasuperfiaedi circa
 18000 m? e un peso proprio di circa 21501, si
 suddivide in 6 piastre a doppio strato (di cui 5
 allineate e una obliqua). alte 2,80 m, ognuna
 con dimensioni di 76.80 m x 42.00 m. pog-
 giate sul lato lungo. Lungo i 42 m le piastre
 presentano una curvatura con una contro-
 freccia d> 66 cm. Una zona interna all'aerostazione di 9300 m2 e
 libera da pilastri ё ottenuta dall'accoppiamento di
 due travi portanti con tre piastre spazah
 La parte centrale della st uttura spa/iale pre-
 senta un moduto piramidale alto 2.80 m con
 base rettangolare di 2,40 m lungo I’appoggio x 3,60 m nel verso dei 42 m. L’ultimo modulo di appoggio ha una base di
 2,40 m x 3,00 m e il corrente inferiore inclinato
 rispetto al reticolo inferiore. I giunti hanno un diametro di 300 mm e sono
 di uguale tipo eccetto quelli di appoggio e di
 bordo inferiore. Le aste principal! hanno dia¬
 metro esterno di 219,1 rrm e spessore varia-
 bile da 5 a 9 mm. quelle secondarie e diagonali
 hannc diametro esterno di 139,7 mm e spes¬
 sore di 5 mm. La facciata dell'aerostazione, in
 parte sospesa alia struttura spazia e, avrebbe
 interferito con essa lungo i 42 m, se non fosse
 stato creato un infisso telescopico per lo scor-
 rimento durante gli abbassamenti per effetto dei
 carichi accidentali. II giunto-cerniera Vestrut ha
 evitato quei problemi strutturali denvanti dall'ap-
 poggio della struttura spaziale su travi di luce
 60 m in continuo movimento dovuto ai carichi
 accidentali e agli abbassamenti successivi a se-
 guito di eventuali carichi fissi. II car'ico di esercizio delle struttura e di 570 Kg/m2
 comprensivi del peso proprio. dei carichi del si-
 stema di copertura e di parte della facciata, del peso degli impianti e del sovraccarico acciden¬
 tal di progetto con sforzi di esercizio nelle aste
 piu sollecitate di circa 1201, con coefficiente di
 sicurezza pari a 2.2. II montaggio Conci di struttura di 42 m di lunghezza (ognuno
 di superficie media di 320 nr con un peso me¬
 dio di 351) sono stati precedentemente assie-
 mati al suolo e successivamente sollevati a un'al-
 tezza di 30 m tramite mezzo di sollevamento
 con sbraccio massimo di circa 35 m adeguato
 alia portata richiesta. I collegamenti in quota delle travi sono stati fatti con i terminali asportati dalle aste correnti da assemblare lasciati a sbalzo e con estremita a filettatura destrorsa. II collegamento tra travi e aste ё awenuto con I'awicinamento e la rota- zione delle stesse, leggermente corrette nella posizione in fase di montaggio per ottenere la centratura degli appoggi. L’intera struttura ё stata montata in 120 giorni solari con una resa di 130 kg/ora per operaio.
 s- Dati tecnici L’immobile interessato dalle strutture in acciaio, di
 circa 1240 000 m2. due terzi dei qua# gia costruiti.
 ha comportato la messa in opera di 29000 t di
 acciaio. pari a 23,4 kg/m3 vuoto per pieno. Le
 strutture pertinenti alia prima fase comprendono
 120 720 m2 di solai e :operture reticolari Ve¬
 strut. Alle prime corrisponde in media I’utilizzo
 di 140 kg/m2 di acciaio mentre alia seconda ne
 corrispondono 120. 69 Visia trasversate anlecedente il montagqio delle iravi
 di 12 m Material! utilizzati 4» te slrullure in genera • prolilati. larghi patti e lanuere per strutture saldate
 Fe510CUNI EN t0025 • Idem per strutture Ix Kite Fe 510 В UNI EN t0025 • buitom t0.9 UNI 3/40 • dadi8GUNI3740 • loodede Fe 360 В UNI 3740 I • crxinetton acaanycalcesinizro a pdo lipo Nelson SI 37-3KDIN 17 tOO
 | • eletlrodi nvestrti о equivaJenti per saldatura automatica о semiaulomalca E 52 4 В UNI 5152 | Per la struttura spaziale Vestrut
 I • aste a sezicme arcotere cava и'ассяю
 Fe 510 С UNI 7806 • barre temiinali e rxxJi slenct a completo ripristno
 della resetenza delle asle coBegdle i ассаю specale
 39 NCiMo3 UNI 78Л5 • buloni di acco*ipiamnenlo 10 9 UNI 3740 je componenti del nodo e le boire tenmnah sono state ottenule nxxlioiile stampaggc a caido a parlve da colata I oontmua 223
II sistema Vestrut II giunto sfenco Vestrut ё. dal punto di vista sta-
 tico e tecnologico. una cerniera. Dopo il bloc-
 caggio, tutte le aste convergent nel nodo hanno
 possibility di ruotare nello spazio, essendo re-
 golabili prima, durante e dopo aver effettuato il
 montaggio, senza alterare le tensioni all'interno
 della struttura. La rotazione e la regolabilita delle aste rende pos¬
 sible realizzare qualsiasi tipo di geometna, anche
 irregolare, utiiizzando il solo nodo standard. Ё consentito I'awitaggio contemporaneo nel
 nodo di un massimo di 12 aste utiizzando
 un'unica vite mentre sono escluse saldature per
 la realizzazione di tutti i collegamenti tra i com-
 ponenti del sistema. Tutti i componenti del sistema (giunti, terminali
 e aste) sono ricavati mediante il solo stampag-
 gio a caldo; I'affidabilita ё data dalla semplifica-
 zione dei trattamenti termici e protettivi dei sin-
 goli elementi m fase di produzione e dei controlli
 sui montaggi finali. Caratteristica principale del sistema ё la cemiera
 perfetta realizzata nel giunto di convergenza deJe
 aste che, nelle ipotesi di verifica statica dell'in-
 tera struttura reticolare spaziale, divieneuna par-
 ticolarita fondamentale. Intatti, in sede di calcolo strutturale. i nodi di con¬
 vergenza delle aste del reticolo spaziale sono
 ipotizzati come "cermere perfette”, al fine limi-
 tare le caratteristiche di sollecitazione Celle aste
 al solo “sforzo normale”. In caso contrario. nell’ipotesi di ‘ nodi incastri”, si
 verificherebbero sforzi aggiuntivi nelle aste dovuti
 a "taglio" e “momento" durante gli abbassamenti
 della struttura per effetto dei carichi accidental!.
 Tale mconveniente si verifica in quasi tutti gli al-
 tri collegamenti tridimensionali esistenti. in quanto
 essi sostanzialmente rappresentano. dal punto
 di vista tecnologico, degli "incastri". In questo sistema tutte le aste sono scttoposte
 esclusivamente al solo sforzo normale in qualsiasi
 condizione di carico e grazie alia caratteristica del
 nodo cerniera ё possibile effettuare regolaziom
 delle aste sia prima del montaggio sia dopo la
 posa in opera della struttura. I terminali awitati alle
 aste hanno una filettatura destrorsa da un lato e sinistrorsa dall'altro. La regolazione awiene quindi
 mediante la rotazione delle aste intorno al propno
 asse dopo I’inserimento nel nodo. Tali regolazioni hanno lo scopo di: • correggere eventuall difettl dimenslonall delle
 aste; • creare superfici curve; • realizzare controfrecce nella struttura; • effettuare centraggi in corrispondenza degli
 appoggi. Per effetto della caratteristica di nodo a cerniera
 ё pertanto possibile sia inserire nella stessa strut¬
 tura aste di lunghezza diversa consentendo la
 realizzazione di strutture spaziali a doppio strato
 con moduli di base irregolari. sia variare I'altezza
 della struttura a doppio strato indipendente-
 mente dalla dimensione del modulo di base,
 qualunque sia la geometria adottata.
 L'awitamento contemporaneo di tutte le aste
 convergent! nel nodo awiene mediante I’inseri-
 mento dellunico perno centrale mentre. nel caso
 di otto aste convergent!, si usa la piastra cen¬
 trale standard. II sistema prevede I’inserimento di una piastra
 centrale optional che raccoglie i terminali di al-
 tre quattro aste di corrente per cui ё possibile
 I'inserimento contemporaneo di dodici aste con
 un unico perno. Per facilitare il montaggio contemporaneo, ё
 possibile awitare all'interno del nodo un dado tipo basso in modo da consentire il bloccaggio
 delle sole aste diagonali. indipendentemente da
 quelle di corrente. Gli assemblaggi di tutti i componenti del sistema
 Vestrut awengono senza I'uso di saldature: il col-
 tegamerito del terminate all'asta awiene mediante
 awitaggio sia direttamente sul tubo rastremato
 a caldo. sia attraverso un tappo filettato awitato
 al tubo. Cio rende il sistema affidabile in tutti i suoi
 componenti, in quanto I'assenza di saldature tra
 aste e coni di raccordo esclude i controlli radio
 grafici richiesti dalla normative. Tutti i componenti di tale nodo sono ottenuti
 esclusivamente con procedimento di stampag-
 gio a caldo e questo rende omogenea la strut¬
 tura molecolare dell'acciaio che li compone, es¬
 sendo continua la disposizione delle fibre nella
 sua particolare forma. Ё noto che le lavorazioni
 meccaniche con asportazione di truciolo deter-
 minano interruzioni nell'andamento delle fibre
 dell'acciaio, a svantaggio dell'omogeneita e della
 resistenza del materiale. La particolare forma del giunto Vestrut in tre ele¬
 menti consente di ottenere un trattamento termico
 omogeneo in tutte le sue molecole, in particolare
 quando si raggiungono dimensioni tali da non con¬
 sentire rinvenimenti al cuore del materiale. Questi giunti sono sottoposti a trattamento di zin-
 catura elettrolitica per tutta la loro superfiae: quando
 i nodi presentano fori filettati, I'accumulo di acidi
 all'interno di essi nel corso del trattamento, de¬
 termine zone ossidate sul prodotto trattato. I tre esempi che seguono sono I’appicazione
 del sistema reticolare spaziale Vestrut. Per me-
 glio capire le peculiarita del sistema adottato
 premettiamo ai tre cast una breve descrizione
 delle caratteristiche del sistema stesso. 70 Monlnggio del nodo Veslrul 224
Nuova stazione doganale, Orasje
 (confine tra Bosnia-Erzegovina e Croazia) Un’ampia struttura di tipo reticolare spaziale ё
 stata impiegata come copertura per la stazione
 doganale di OraSje al confine tra Bosnia Erze
 govina e Croazia. II modulo base impiegato (di 3,00 m x 3,00 m e
 un'altezza di 1,90 m) ё servito per creare una
 piastra a doppio strato di modulo semiottae-
 drico regolare con lati lunghi 88,50 e 42,00 m.
 L'intera piastra - circa 3700 m2 - ё sostenuta
 da otto tom in acciaio, con collegamenti diretti - alia quota d'imposta della travatura reticolare - e con 12 stralli per ciascuna torre collegati
 all'estremita superiore della torre stessa. Ogni torre ё. a sua volta. composta da quattro
 pilastri a sezione circolare cava con diametro
 406,4 mm, spessore 8.0 mm e alti 12,0 m, tra
 loro collegati da calastrellati angolari posti alia
 stessa quota della struttura spaziale. in modo
 da confondersi con il reticolo della travatura re¬
 ticolare stessa. Dell'intero progetto risulta di particolare inte-
 resse e rilievo il collegamento realizzato tra la
 struttura reticolare spaziale e i pilastri di so-
 stegno. Per soddisfare la volontci progettuale
 di non creare un'interruzione nella maglia mo-
 dulare, si sono dovute "innestare” le aste della
 struttura spaziale direttamente all'interno del
 pilastro circolare, senza nessun elemento di
 separazione. La difficolta ё stata superata cambiando la ti-
 pologia del nodo in corrispondenza degli ap-
 poggi; infatti, le aste convergenti su pilastri sono
 caratterizzate all'estremita da terminali di tipo-
 logie differenti: da un lato il term ale a martello
 del sistema Vestrut e dall'altro un perno folle.
 Quest ultimo ё prowisto di due dadi serrati alia
 punta che consentono di awitare il perno stesso
 all'interno di una ‘ borchia saldata su! pilastro.
 L'intento di realizzare dal punto di vista strut-
 turale un collegamento valido e, alio stesso
 tempo, elegante dal punto di vista architetto-
 nico, ha costretto orogettisti a superare le dif
 ficolt& tecnologiche di realizzazione di questo
 piccolo elemento di raccordo, che. inclinato
 nello spazio secondo due direzioni e saldato su
 una superficie curva. e stato chiamato ad as-
 solvere il compito di trasferire gli sforzi dell'in-
 tera struttura reticolare ai pilastri di sostegno.
 Tali difficolta si sono ancor piu evidenziate per
 il fatto che la progettazione di tutta I'opera 6
 stata realizzata a Napoli dalla Vestrut, mentre
 la costruzione ё stata affidata anche alia Z.P. UMEL con sede a Tuzla. La prima azienda, spe-
 cializzata nella reali; zazione di strutture retico-
 lari spaziali, si ё occupata della costruzione di
 tutti gli elementi della travatura reticolare, degli
 stralli, degli arcarecci di sostegno alia lamiera
 di copertura e di tutti i particolari di collega¬
 mento. mentre le torr sono state realizzate
 dall'azienda bosniaca. II montaggio della struttura ё stato eseguito in
 quattro fasi, una per ogni coppia di pilastri, co-
 struendo quattro strutture indipendenti e poi col-
 legandole in quota a formare un unico organi-
 smo statico. Per il sollevamento di ogni concio
 di struttura sono state utilizzate contempora
 neamente due autogru che. dopo aver portato
 in quota la struttura spaziale, hanno atteso che
 ogni asta di collegamento ai pilastri fosse op-
 portunamente fissata alle “borchie”. Anno: 2000 Committente: UMrLdd TUZLA Progetto architettonico e strutturale: Antonio Volpe. Ettore Ventrella (Napoli) Esecuzione e montaggio delle opere:
 Vestrut S.r.i. Napoli, Z.P UMEL. Tuzla lllustrazioni: Vestrut S.r.l s 71 La struttura spaziale
 di copertura e stata montata
 e coHegata alle torn in modo da non
 creare alcuna interruzione
 della maglia moduiare stessa
Esempi italiani Nuova stazione doganale, Orasje 72 Piania della copertura 73 Collegamento Ira pdastri e struttura reticolare Vestrul 226
Nuova stazione doganale, OraSje Esempi italiani 227
Esempi italiani Nuova stazione doganal OraSje 1) Pottfionara lacatenadei nodied in
 cofrantl tfrfonofi al mierniee 2) Роашопдеа la prntfft central) »u* nodi
 e btoccarie con 11 controdado M20 йлйо twuo M20 p<a»b* canvat* lor1 caiotta tnfonoft vito ТЕ MZOxieO ■jal Ф prmalase dmta bntso M20 3) Preparare separetamenie It pnmd в pradapofr* и gancto рм Й tovavamonto 41 Ровидодо i« p*r*midi sui
 corrtsixxxtonb modi* Л base
 btoccarta con la cakxu supanon dai
 nodo a aarrara d dado M20. ganoopot i
 aoBovamonto -Ф J . 14 V /Iх seconds fase Y i * dado alio M?0 ptaalra canirata
 catoiUi mfanore . caJotto eupenora
 <2 Ci О dado basso M?0 pmUe cantraia ч»Лс 75 Schema di completamenio della piaslra della strullura relicolare 5) Pownonara i cwrenti aupanori sm
 vuba deto pearmdi coa ottanuta 6t CompMaradlnodoconlacakXta
 auponore a sarrara «1 dado M?0 7) Continua/a a poiUtona/a l coirenb
 dai raitcofo пЦккуо nconnnoando
 со» daJU pnma law Ппо al
 comploLimonto deCrrtwa pta*l/a 1er/d fase dodo alto M20 -S*.
 ■ ! cakxu wiper** dado ano M2Q 76 Modulo di quattro pilastn nella struttura reticolare Vestrut Nella toto. particoUre
 di uno doi qualtro pilaslri delle olto 1em: i] collegamento tra i pilastn awiene tramite
 angolon calasirellan alia stessa quota della struttura spaziale 228
Copertura dell’atrio di una scuola,
 Casoria (Napoli) La struttura spaziale di copertura al connettivo
 della scuola elementare in via Duca D’Aosta a
 Casoria (Napoli) ё stata realizzata con una pia¬
 stre a doppio strato di modulo semiottaedrico
 irregolare a formare un tronco di cono il cui dia-
 metro di base ё 17,60 m. Le dimensioni del mo¬
 dulo di base variano da un massimo di 3056
 mm a un minimo di 1249 mm, con un'allezza
 costante di 1,40 m. La travatura reticolare, che poggia puntualmente
 su sei pilastri in cemento armato. tra di loro col-
 legati da una trave in acciaio posta circa ur me¬
 tro piu in basso rispetto alia quota d'imposta della
 struttura spaziale, ё stata progettata in maniera
 tale da consentire le dilatazioni dovute alle varia-
 zioni termiche; in particolare, su sei vincoli uno e stato ipotizzato come cerniera, mentre i rima
 nenti cinque sono stati considerati dei carrelli.
 La complessita della geometria ha reso neces-
 sario lutil'izzo di un nodo ottenuto per lavora-
 zioni meccaniche: prima tornito, poi fresato,
 quindi forato; infine, ciascun foro ё stato filet-
 tato. II terminate dell'asta, sempre ottenuto da
 lavorazioni meccaniche, ё composto da un
 perno folle vincolato da una spina a una boc-
 cola esag nale per consentime I'awitamento
 all’interno dei fori filettati del nodo. L'intera struttura ё stata assemblata sul piano di
 campagna e poi issata in quota utilizzando un au-
 tognj da 1401. La copertura, infine, ё stata rea
 lizzata con lastre di policarbonato compatto mon-
 tate su centine di alluminio. AnnD: 2001 Progetto architettonico: Francesco Saggese Ratfaele Dandolo Progetto struttura spaziale: Antoni volpe. tloro Venirella Esecuzione e montaggio delle Dpere:
 VestrutS.r.l Napoli
 Credendu Costruzioni Napoli lllustraziom:
 vesirui S.r i. 77 Atrio dpHa scuola
 etemeniare d Casoria
 compleiato 229
Esempi italiani Copertura deH’atrio di una scuola. Casoria (Napoli) 78 Esemplare di uno dei v; pi di nodi Vestrut (al cenlro) e schemi dei cinque tipi di fori e di quello cemtrale di tipo 3 230
Copertura dell'atrio di una scuola. Casoria (Napoli) Esempi italiam 79 Modellino tndirnenslonale della scuola elementare di Casoria 80 Slruiiura spaziale assemblaia della copertrura dell'alno della scuola elementare dl Casoria prima del solievamenio n quoia con autogru 231
Esempi italiani Copertura deH’atrio di una scuola, Casoria (Napoli) 81 Scuola elemeniare di casona- schornp d appoggio della copertura 8? Vista della copertura linita con lastre di policarbonalo montate su centine
 di allumimo e. al di sotto. la struttura reticolar 83 La struttura spaziale vista dal basso, con il modulo
 spn lotlaeflnco e I appoggi sui pilastri 232
Copertura della nuova stazione marittima
 al porto di Bari La copertura piana della nuova Stazione Marit¬
 tima al Porto di Bari consiste in una struttura re¬
 ticolare spaziale vincolata con piastre e tirafondi
 alia sottostante struttura intelaiata in cemento
 armato (i vincoli sono realizzati in corrispondenza
 di ogni nodo a livello di grcnda). L'organismo
 statico oggetto di verifica ё sito nel Comune di
 Bari e non classificato in zona sismica. La struttura reticolare spaziale in acciaio. tipo Ve¬
 strut, interamente bullonata. в composta da giunti
 sferici snodabili a cerniera e aste tubolari a se-
 zione circolare da essi assemblati, in modo da ot-
 tenere moduli semiottaedrici (di lato 2,60 m) con
 tetraedri interposti. Essa ha dimensioni esteme di
 39.0 m x 39,0 m con un’altezza di 1.89 m ed ё
 poggiata su quattro torrini intelaiati in cemento ar¬
 mato che racchiudono i corpi scala. Per rendere indipendente la struttura dai feno-
 meni della dilatazione termica sono distribuiti al
 contorno le seguenti tipologie di vincolo a cer¬
 niera (reagente nelle direzioni X. Y e Z), a car-
 rello unidirezionale (reagente nelle direzioni Z e
 X о Y) e a carrello bidirezionale (reagente solo
 in direzione Z). II problema consisteva. infatti, nel creare un si-
 stema di appoggi adatto alia dimensione della
 struttura poggiante su soli quattro punti. La co-
 pertura si mantiene. infatti. solo sul punto piu
 centrale di ognuna delle quattro torri (con car
 relli fissi). Risultando in teoria gli appoggi pochi,
 soprattutto in relazione alle azioni orizzontali del
 vento date dall'ubicazione dell'intervento, i tre
 nodi restanti di ognuna delle torri sono vinco-
 lati in orizzontale consentendo cosi. come un Anno: 2000 Committente: Aiilontci Portuale di Ban Progetto: Sebastiano С mmarust
 Collaborator!: Ivan Salerno (strutture): Domenico Monarellr nnpianti a lluido.
 Donato Mastroseno (iinpianii eletlnci) Progetto struttura spaziale: Antonio Volpe, bllore Venlrella Esecuzlone e montaggio delle opere: Vestml S.r l. Napoli. Uniplani S.r I . Ban Itiustrazioni: Vestrut S.r.l. 84 Prospetti dal lato del mare
 e dal lato della terra гг PROSPtTTONORMST Л/.Т0 »**<£» ЕЗЕЗЕЗЕЗИЕЗИИЕЗЕЗЕЗЕЗЕЗЕЗЕЗ
 ■■ □□ PR0SPETT0SUCK)VtSr LAlOTtRRA 233
Esempi italiani Copertura della nuova stazione marittima al porto di Bari 85 U canliere deH'intera strullura con la copertura
 reliccdare spaziale (schematizzata qui sopra) poggianle
 sui quattro tomni perimetrali contenenti i corpi scala "pendolo in orizzontale”, vincoli e movimenti alio
 stesso tempo. Tali tipologie, distribute al contorno, consen-
 tono alia struttura reticolare di espandersi e con-
 trarsi rispetto alia struttura inferiore senza che
 vi siano trasmesse significative sollecitazioni.
 Tutti i collegamenti sono ottenuti mediante filet-
 tature realizzate su macchine a controllo nu-
 merico, per cui non esiste nei sistema alcun tipo
 di saldatura tra i vari componenti. La tipologia strutturale adottata permette. per-
 tanto, I'esecuzione della maggior parte delle la-
 vorazioni in officina (dove esistono condizioni ot-
 timali per il lavoro e adeguate strumentazioni per
 il controllo delle saldature), riservando in can-
 tiere I'assemblaggio dei nodi mediante un solo
 pemo per ognuno di essi. Le lavoraziom preva-
 lenti. cui devono essere sottoposti gli elementi
 di acciaio, sono: la marcatura, il taglio, la fora-
 tura, le saldature (delle flange alia base dei pila- 234
Copertura della nuova stazione marittima al porto di Bari Esempi italiam 87 ParhcoJare di un wtcok) cii aggancto alia lorre soltoslante stri) e il trattamento superficiale. Le dimension!
 massime degli elementi strutturali. interamente
 realizzati in officina, sono contenute e non creano
 problemi di trasporto. Per il calcolo della struttura si e fatto principale
 riferimento a tutte le normative per il calcolo,
 I'esecuzione e il collaudo delle opere in cemento
 armato normale, precompresso e. per le strut¬
 ture metalli :he. ai criteri generali per la verifica
 di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e so- vraccarichi, oltre ai vari decreti e circolari.
 I materiali rispettano pci aratte i tche e trat-
 tamenti protettivi delle varie norme UNI e in par¬
 ticolare tubi (aste della travatura e pilastri). la-
 miere (flange e costole di rinforzo). bulloni, nodi
 (della travatura reticolare spaziale) e tirafondi.
 Tutti gli elementi strutturali di acciaio sono pro-
 tetti contro la corrosione in base alle norme UNI
 con zincatura a caldo о elettrolitica in bagno de-
 bolmente acido. 88 Арроддю impiegati ai var odr. lesi. unidirezionali.
 txdlrezionaii e specaii. dove i divers vmcoli rendono
 la slrultura indipendenie dalla dilata/юпе lermica Note 1 Giuliani. M f (1995). innovative composit spatial stnic-
 lures (or New Milano Fair Exhibilion facilities In Spatial
 structures: Heritage. Present and Future (G.C. Giuliani
 ed) vd 1. pp. 451 66 IAAS Intemaiional Symposium 2 Giuliani. M.E. (1995) Innovative composite spate) struc-
 lures for New Milano Fair Exhibition facit lies IAAS BuBe-
 lir. 36(3) 16/ 82. 86 Slrultura reticolare spa/ial composla dai moduli
 semi ttaedrici con gli mieiposti leiraedn 235
Normative italiana Alberto Galeotto Indice Introduzione
 Norme tecniche
 Regole tecniche Introduzione Significato delle sigle Le norme tecniche sono documenti volontari,
 elaborati in modo consensuale dalle parti in-
 teressate ed approvati da un organismo rico-
 nosciuto per legge (I'UNI - Ente Nazionale Ita-
 liano di Unificazione). Definiscono lo "stato deH’arte" di prodott. ser¬
 vizi e processi, per migliorare la comunica-
 zione tecnica, I'economicita di produzione ed
 utilizzo. la commerciabilitS. la sicurezza d'uso
 e di rapporto con I’ambiente. e quindi il ivello
 qualitativo, nell’interesse dei produttori. dei
 consumatori e dell'intera collettivitd. Nascono come specifiche tecniche vobnta-
 rie, ma il loro valore “socio-economico” pud
 essere tale da indurre le Autorita competenti
 '^epirle in prowedimenti legislativi: in tal caso I'osservanza della norma, diventata “re-
 gola tecnica". ё obbligatoria. Vengono identificate mediante un codice al-
 fanurr^rico: una sigla in lettere. seguita dal
 numero, dalla data di pubblicazione e dal ti-
 tolo della norma. Le sigle in lettere hanno il
 seguente significato: UNI Le norme il cui numero distintivo non ё inte
 grato da alcuna sigla particolare oltre a "UNI"
 sono quelle elaborate direttamente dagli Or-
 gani Tecnici dell'UNI. UNI EN Norme elaborate dal Comitato Europeo di Nor-
 mazione (CEN). obbligatoriamente recepite
 nei Paesi dell’Unione Europea, in quanto ac-
 cettate come tali da una maggioranza quali- ficata di membri votanti, tradotte in italiano
 oppure adottate integralmente in una delle lin-
 gue ufficiali del CEN (inglese. francese о te-
 desco). Non consentono la presenza a livello
 nazionale di norme che non siano in armonia
 con il loro contenuto. UNI ENV Norme europee di natura “sperimentale" pub-
 blicate nei casi in cui lo stato dell'arte richiede
 una verifica "sul campo” dei contenuti tecnici
 della norma. Le regole tecniche sono i prowedimenti legi¬
 slativi (decreti. circolari, leggi) emessi dalle Au¬
 torita competenti. Sono sempre di osservanza
 obbligatoria. Vengono identificate dalla tipo-
 logia del prowedimento. dalla data di emis-
 sione e dal titolo. 237
Norme tecniche Criter! generali di progettazione ed azioni sulle strutture UNI EN 1991-1 31/10/1996 UNi ENV 1991-2-1 31/10/1996 UNI ENV 1991-2-2 01/04/1997 UNI ENV 1991 2 3 31/10/1996 UNI ENV 1991-2-4 01/03/1997 UNI ENV 1991-2-6 01/10/2000 UNI ENV 1991 -2-7 01/09/2000 UNI ENV 1991-3 01/09/1998 UNI ENV 1991-4 01/03/1997 Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed
 azioni sulle strutture - Parte 1: Basi di
 calcolo Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed
 azioni sulle strutture - Parte 2-1: Azioni
 sulle strutture - Massa volumica. pesi
 propri e carichi imposti Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed
 azioni sulle strutture - Parte 2-2: Azioni
 sulle strutture - Azioni sulle strutture
 esposte al fuoco Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed
 azioni sulle strutture - Parte 2-3: Azioni
 sulle strutture - Carichi da neve Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed
 azioni sulle strutture - Parte 2-4: Azioni
 sulle strutture - Azioni del vento Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed
 azioni sulle strutture - Parte 2-6: Azioni
 sulle strutture - Azioni durante la co-
 struzione Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed
 azioni sulle strutture - Parte 2-7: Azioni
 sulle strutture - Azioni eccezionali do-
 vute a impatti ed esplosioni Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed
 azioni sulle strutture - Parte 3: Cari¬
 chi da traffico sui ponti Eurocodice 1 - Basi di calcolo ed
 azioni sulle strutture - Parte 4: Azioni
 su silos e serbatoi Strutture metalliche uni 8634 31/12/1985 UNI CNR 10011 01 /06/1988 UNI ENV 1993-1 1 30/06/1994 UNI ENV 1993-1-1: 01/10/1998
 1994/A1 UNI ENV 1993-1-2 01 /05/1998 UNI ENV 1993-1-3 01/01/2000 UNI ENV 1993-1-4 01/10/1999 Strutture di leghe di alluminio - Istru-
 zioni per il calcolo e I’esecuzione Costruzioni di acciaio - Istruzioni per il calcolo. I'esecuzione, il collajdo e
 la manutenzione Eurocodice 3 - Progettazione delle
 strutture di acciaio - Parte 1-1: Re-
 gole generali - Regole general e re-
 gole per gli edifici Eurocodice 3 - Progettazione delle
 strutture di acciaio - Parte 1-1: Re¬
 gole generali - Regole general e re¬
 gole per gli edifici Eurocodice 3 - Progettazione delle
 strutture di acciaio - Parte 1 -2: Re¬
 gole generali - Progettazione della re-
 sistenza all’incendio Eurocodice 3 - Progettazione delle
 strutture di acciaio - Parte 1 -3: Re¬
 gole generali - Regole supplementari
 per I'impiego del profilati e delle la-
 miere sottili piegati a freddo Eurocodice 3 - Progettazione delle
 strutture di acciaio - Parte 1 -4: Re¬
 gole generali - Criteri supplementari
 per acciai inossidabili 238
Regole tecniche Strutture di acciaio Legge 5 novembre 1971, n. 1086 Norme per la discipline delle opere di con¬
 glomerate) cementizio armato. normale e pre-
 compresso ed a struttura metallica Ministero dei Lavori Pubblici Decreto 16 gennaio 1996 Norme tecniche relative ai criteri generali per
 la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei
 carichi e sovraccarichi Ministero dei Lavori Pubblici Circolare 4 luglio 1996, n. 1562 AA.GG./S.T.C.
 Istruzioni per I’applicazione delle «Norme tec¬
 niche relative ai criteri generali per la verifica
 di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e
 sovraccarichi» di cui al Decreto Ministeriale
 16 gennaio 1996 Ministero dei Lavori Pubblici Decreto 9 gennaio 1996 Norme tecniche per il calcolo. I'esecuzione
 ed il collaudo delle strutture di cemento ar¬
 mato. normale e precompresso e per le strut¬
 ture metalliche Ministero dei Lavori Pubblici Circolare 15ottobre 1996, n. 252 AA.GG./S.T.C.
 Istruzioni per I'applicazione delle «Norme tec¬
 niche per il calcolo, I’esecuzione ed il col¬ laudo delle strutture di cemento armato, nor¬
 male e precompresso e per le strutture me¬
 talliche» di cui al Decreto Ministeriale 9 gen¬
 naio 1996 Ministero dei Lavori Pubblici
 Decreto 14 febbraio 1992 Norme tecniche per il calcolo, I'esecuzione
 ed il collaudo delle strutture di cemento ar¬
 mato, normale e precompresso e per le strut¬
 ture metalliche Ministero dei Lavori Pubblici
 Circolare 24 giugno 1993, n. 37406/S.T.C.
 Istruzioni per I’applicazione delle «Norme tec¬
 niche per il calcolo. I’esecuzione ed il col¬
 laudo delle strutture di cemento armato. nor¬
 male e precompresso e per le strutture me¬
 talliche» dicui al Decreto Ministeriale 14 feb¬
 braio 1992 Ministero dei Lavori Pubblici
 Circolare 23 ottobre 1979, n. 19777 Competenza amministrativa: Legge 5 no¬
 vembre 1971, n. 1086 - Legge 2 febbraio
 1974, n. 64 Consiglio Nazionale delle Ricerche
 Norme Tecniche n. 10024/1986 Analisi mediante elaboratore: impostazione
 e redazione delle relazioni di calcolo Varie Decreto del Presidente della Repubblica 22 apnle
 1994, n. 425 Regolamento recante discipline dei proce-
 dimenti di autorizzazione all'abitabilita, di col¬
 laudo statico e di iscrizione al catasto Ministero dei Lavori Pubblici
 Circolare 20 luglio 1989, n. 1603 Legge 5 novembre 1971, n. 1086, art. 20:
 Autorizzazioni a laboratori per prove sui ma¬
 terial! Decreto del Presidente della Repubblica 21 aprile
 1993, n. 246 Regolamento di attuazione della direttiva
 89/106/CEE relative ai prodotti da costru¬
 zione 239
Bibliografia AA. W„ 1998. Costruzioni in acdaio. Istruzioni
 peril calcolo, I'esecuzione, ilcollaudoelama-
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 spaziali. Un originate sistema costruttivoper
 grigliati metallici multistrato, Giuseppe La-
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 Atlante dell'acciaio, Utet, Torino. Wilkinson C., 1995, Supersheds. The Architec¬
 ture ofLong-Span Large Volume Buildings,
 Architectural Press, Oxford. 241
Indice analitico Acciaio. t3 coefficienie di dilatazione termica. 41
 in getli. 41
 Algebra Formex. 36
 Aliuminio coefficienie dt dilatazione termica. 41
 Analisi dei relicoli spa/iali nei confronli
 del fuoco. 67 di stabi ltd (linearized bucling analysis).
 215 Arco a gradini. 64 Arena nazionale coperta per lo sport,
 Birmingham. 40. 44.63
 appoggio scorrevole per nodo, 83f
 Asle con estremiia a cemiera, 24
 dei correnli, 23
 di pareie. 23 cdlegamento a cemiera. 48
 Asle standard, 43
 canlonali, 53 comportamenlo slmtturale. 61 deflessione lalerale. 61 f Mero. 43f lubolan. 42. 44 profilati a U. 53 profilati Universal Beam. 53 proniati Universal Column. 53 Bambu. 43
 Biosphere 1.125
 Biosphere 2.50.63
 btomi. 125
 Bonarelli. P.. 191
 Borchie. 225 Bullone di collegamento del sislema
 Cairns, 52f
 Bulloru ad alia resistenza, 113
 di collegamento. dimensioni, 44 CAD (computer-aided design). 36
 Campata slrutturale quadrala, 115
 Carico supportalo dalle asle in un reticolo
 spaziale. 26
 Casa Nusatsum. 83
 Cedro, 118,120f
 Centro commerciale Highgale a Johannesburg con sislema ABBA
 Deckspace. 57, 571
 Centra commerciale Southgate a Johannesburg con sislema ABBA-
 Deckspace. 57.57f
 Centro esposilivo Anhembi Park
 di San Paolo del Brasde. 66
 Cemiera, 61
 Cilte spaziale. 85f
 City Tower di FiladeHia, 83
 Colonne adalbero. 116
 tubolari ad albero, 144
 Conder Harley System 80. 144
 Configurazione della maglia. 34
 Connettore universale diWachsmann, 15.15f Connetlori a piaslra. 154. 155f
 Conirazioni lermiche. 167
 Copertura a doppio reticolo a parabolide
 iperbolico. 160
 relicolare a forma d'onda 36f
 Space Deck. 62
 Coperture piane. el mmaz те dell'acqua
 ptovana. 117
 Crystal Palace. Londra, 13.115
 CUBIC Space Frame. 24.29.29f. 31.39.
 56. 56f. 58. 58f. 59.59f. 60. 90. 122.
 124 Hall 3 dell International Conventio
 Center. Birmingham, 60
 Hangar FFV Aerolech, aeroporto
 di Slansted. 59
 Tealro del Politecnico Trent
 di Nottingham. 60
 Cubollaedro. 961
 Cubottaedro Ironco. 96f
 Cupola a quasi cnstallo. 94
 del Sole. Sabae. 168
 geodetica di Buckminster Fuller, 17f
 Namihaya. Milsushima, 168
 Cupole. 13.64 geodeliche. 76.95
 Curtain wall. 109.144
 Cuscini gonfiali. 05 Defiessioni
 valori crilici. 41
 valore massimo. 38
 Dlatazione termica. 116
 Olalazioni lermiche. 129. 167
 Dodecaedro. 27f, 28
 Dodecaedro Ironco. 96f
 Dodecaedra-icosaedro. 96f
 Duality tra poliedri. 96f Edifici con reticolo spaziali poliedrico. 83
 mullipiano. 83
 Edificio COAST a quasi-crislalli, 92, 93f
 Elementi in legru. giunzione. 13
 Equazione di Maxwdlf
 (o principio di Foppl), 27
 Esaedro (o cubo). 27f. 28
 Esaedro ollaedro. 96f
 Esaedro Ironco. 96f
 Expo 67 di Montreal, 17 "L'uomo esploralore". 18. 19f
 “L'uomo pradullore". 18. 18f, 19f
 relicoli spaziali multislrato. I9f
 Expo 70 di Osaka, 20.103
 Expo Tower. 21
 Festival Plaza. 22
 Padig tone Toshiba IHI. 21,221
 Takara Beautilion, 21,22f
 Expo 92 di Siviglia Padiglione del Venezuela. 72. 73f. 74f.
 75f. 76 Padiglione del Esiremadura, 139f Fattore di corda, 99
 Fineslra-lucemario, 133
 Fineslre a sopracciglia. 133
 Fless'ione. 24
 secondaria. 24
 Ford Rulunda Building. 15. 15f
 Forma delle luci/frazione di carico totale
 assorbila. rapporto. 26f
 Forme poliedriche stabili. 28
 rigidelelraedrche 14
 Forze assiali di compress'ione. 24
 di Irazione, 24
 Frequenza. 99 Galerie des Machines. 13
 Galleria d'arte Yale , Universiri di Yale. 83
 Geomelria a quas crislal о 91.92f
 cella unilaria sollile, 92, 92f
 cella unilaria spessa. 92.92f
 faccia base rombica, 92f
 Geomelne multidimensionali. 91
 Georgia Dome di Atlanta. UISA. 30. 50f
 Geoiecnnic Centre per Gold Fieis
 con sistema ABBA Deckspace. 57
 Ghisa. 13
 G nil a nodo. 24
 di fusione. 186
 NK.90 "senza nodi". 50
 sferici fusi. 44
 Giunlo del sislema Mai Sky. 51 f. Nodus. 47.47f
 ORTZ. 136f
 "per eslerno'. 50
 "per mlerno". 50
 sferico. 104f. 105f
 Vestnil, 224, 224f
 Graham Bell, slmllure reticdan. 14f Hangar FW Aerotech. Stansled. 63
 Hartford Civic Centre. Coliseum. 29. 66 Icosaedro. 27f. 28
 Icosaedro Ironco. 96f
 icosidodecaedro, 96f
 impaccamenli di sfere. 14f
 Inlegral Glazing System 126 Kt Space Truss. 42 Lamellar tearing. 217
 Legname come materiale da coslruzione
 13 Legno. 108,154
 lamellare 41
 Luce, melodi di copertura, 23
 Luci. rapporto di forma. 25 Mallone. come materiale
 da coslruzione. 13
 Megareticolo. 891 Megaslrutture (o citte spaziali), 83, B5. 86f Membrana Trocal. 129 Membrane di polieslere. 105
 Irasparenli di ETFE. 106
 Metalli. come materiale da coslruzione. 13
 Melodi di Fuller per trasformare poliedri
 in cupole geodeliche. 98f. 99
 "push-up", 90
 Melodo panladome. 66
 Moduli CUBIC Space Frame. 53
 Hexmod. 85. 86f. 87f. 88f
 Space Deck, 53
 impilaggio, 541
 montaggio, 54f
 Modulo di elasliciia (o di Young), 26. 41
 Monlann Vierendeel, 111, 112f
 Musee des Beaux Arts di Montreal. 90. 91 f Natural Fire Models. 67
 Naulilus. 42f
 Nodi. 28 Triodelic. 48. 48f i indr с 48
 di fusione. 1871
 MeroKK. 129
 sferici, 42
 slerici cavi, 46
 Nodus. 46
 NS Truss. 46
 Oktaplatte. 46
 Orbik. 46
 SDC. 46
 Spheroboal. 46
 Tuball. 46
 Veslrul, 46
 sfenci compatn. 43
 slandardTM, 118
 Veslrul. 230f
 Nodo a cerniera, 224
 circolare, I56f
 Harley. 5lf
 Moduspan. 49.49f
 standard Mero KK. 43f
 Iravi-colonna. 221f
 Northern Foods Nottingham. 29.29f Oclel Truss. 50
 Ollaedro. 27f. 28
 Ollaedro Ironco. 96f Palazzo dello sport Sanl Jordi Barcellona,
 66. 77. 127. 133
 copertura. 44. 45f
 Perez Pinero Padiglione esposilivo, 69, 70f
 Tealro smontabile 7If
 Piastre, 49 Pietra. come materiale da ostruzione. 13
 Poliedri archilmedei 96. 971
 cubollaedro. 971 243
Indice analitico cubottaedro Ironco. 971
 dodecaedro Ironco. 971
 esaedro Ironco. 97f
 icosidodecaedro. 97(
 Icosidodecaedro Ironco. 971
 ollaedro Ironco. 971
 rombicosidodecaedro. 971
 rombtcuboUaetiro. 97i
 letraedro Ironco. 97f
 come schemalizzazione della sfera. 96.
 981 plalomci (o regolan). 271. 28.95.95f
 cubo. 95, 95f
 dodecaedro. 95.95t
 icosaedro. 95. 951
 oltaedro. 95.95f
 lehaedro.95.951
 semiregolan. 96. 97f dodecaedro rombico. 971
 liiancolaedro. 971
 Polieslere nnlorzalo con vetro (GRP). 41
 Posiprocessing. 215
 Produzione di massa mpdiante tecniche
 mlormatizzale. 163
 PSA Projects di Edimburgo, copertura
 con sistema Space Deck. 55f Quasi cnslalli 92 Resslenza alia flessione dei giunli. 27
 dei materia i 13
 nominate. 31
 Reiicoli acostda. 173 8 doppio slrato. 14.31
 a due strati con aste di parole inclinati, 24
 con asle di parete non mclinati. 24
 a singoto stralo. 31
 configuration 31
 elletto del fuoco. 31
 indipendenii deflessione. 25(
 multistrato a Ire vie. 84f
 oltaednci letrcdrici chiusi 84( Space Deck
 supporli 55
 Irasporto. 55
 Reiicoli spaziali a doppio siralo. 32 quadrato su quadrato. 32.33f
 quadralo su quadrato diagonal. 32.331 quadrato su quadrato sfalsati, 32. 331, 37f. 38f
 tnanq i su esagoni. 33.331
 Iriangolo su Iriangolo sfalsato. 33. 33( a pezzi singoli. classilicazione. 42
 a rele pieghevole. 69.69f
 ad asle e nodi. 35
 aerostazione Malpensa 2000. 220. 220t. 2123f
 allestimento per la moslra Montecalin. Fieradi Milano. 188.188). 189t. 1901
 analisi numeriche. 215
 bordo a comic ne. 391
 bordo a mansarda. 39, 391
 bordo di tipo specials. 391
 bordo squadralo. 39f
 calcolo delle sollecitazioni. 35
 collegamento aereo. Palazzo
 dell'informazione M lano 204.204(,
 20Ы complesso parrocchiale San Riccardo
 Pampur Peschiera Borromao. 194. 1941. 1951. 1961
 copertura dello stadio Meazza. Milana
 212. 2121. 213f, 2l4f. 217f. 218Г.
 2191
 curvature. 64.641
 a cupola. 651 a forma libera. 641
 a gradmi. 641
 a sella. 651
 aspiovenie 641
 uniforms. 641
 dilaiazioni icrmiche. 62
 edificio ABB Italia. Sesto san Giovanni,
 206. 206». 207t. 2081.2091
 esiensibili. 69 assemblaggio. 1741
 sistema di montaggio. 1661
 sdlevamenlo. |711. 172f. 1761
 lattore di maggiorazione
 alia resistenza. 68
 geometric complesse. 36
 in tondonl di legno, 154
 Istituto lecnico G. Bodoni. Parma. 191. 19H. 1921. 1931
 material!. 41 bambu. 41. 411
 calcestruzzo, 41
 legno. 41 materie plastiche rinforzale. 41
 velro. 41
 Mero. 44 metodi di montaggio. 65 preassemblaggio delle umtd. 66
 modulan. 53.58
 moduli. 53
 piramide. 53
 modulo tetraedrico. 83
 multislrato. 39 in allumimo. Pyrarrus and Volcano.
 191. 20. 20t
 nelle zone sismiche. 68
 Nuovi edffici esposilivi, Fiera di Milano. 183. 1841. 1851. 1861
 particolari costmttivi dei supporli. 62
 Piazza con centra servizi. Monte
 d'Ago. Passo di varano. 201.2011.
 2021. 2031
 pieghevoli. 39.80 piscina San Pablo, a Siviglia. 80.801
 ponte aereo nello stabilimento Lever
 Uni Casalpusterlengo. 210. 210t. 21 If precisione dimensionale, 63
 profili dei bordi. 38
 protezione dal fuoco. 67
 protezioni anhncendio. 31
 regolarita della geomelria. 31
 resistenza ai cancfii sismici. 131
 al fuoco. 66
 retratti i. 69
 ridondanza. 29 nstrutturazione del Palazzo d Giustizia
 di Ancona. 197. I97f. 198f. 199f. 2001
 riveslimenll. 64
 SPACEgnd. 55. 56
 stability. 27 supporli ad albero, 38. 38f
 svantaggi, 31
 coslo, 31
 sviluppi futuri. 83
 tempi di montaggio. 31
 ubicazione dei supporli. 37
 ai nodi mfenon,'37
 a nodi supenon. 37
 Umbat. 55
 vanlaggi. 28 componetili modulan, 30
 facility d i montaggio. 30
 instailazioni di servizio. 28
 liberty di scetta nell'ubicazione
 dei supporti. 30
 regolaritd della geomelria, 30
 npartizione del cartco. 28
 robuslezza. 29
 veirate. 64
 vincolati ai nodi inferiori. 29 Reticolo a doppio siralo
 ortogonale, 122
 tensegrily. 9 if. 94
 a due strati. 24
 a moduli d radati 131
 a stralo smgolo. 23
 con correnli irregolan. 341
 progettazione, 35
 Reticolo spaziale. 24.24f. 25
 a doppio stralo. 118. 133
 a pezzi singoli
 Nodus. 46
 Triodelic. 48
 a Iripto stralo. VJ7
 copertura con vein. 115.125
 Mero. 40 modulare Space Deck, 53
 multislrato. 108f
 Nodus. 111. 150.151
 preassemblaggio. 15H
 Orona SEO. 44. 45f nvestimento di polieslere. 46
 trattamenti superficial! 46
 PG System. 116
 nduzione della luce. 38 della massima freccia verlicale. 38
 senzanodi. 125
 sistema ORTZ, 134
 R nforzi laterali di controvento. 23
 Rivoluzior ndusinale, 13
 Rombicuboltaedro. 96f San Pietro in Roma. 13 Santa Мала del Fiore a Firenze. 13 Scultura a quasi-cristailo a Lingby, 93,93f. 94 Sistema a reiicoli spazial serie 80 Conder
 Harley. 51
 ABBA Deckspace. 44.53
 ABBA Spider Frame. 57. 58f
 Cains. 52. 90 di montaggio Panladome, 76. 76f. 77.
 77f, 76f di sollevamenlo a spinta. 171 di trazione integrate. 91 duplex, 41 Hariey. 22 Mai Sky. 52 Mero. 14.421.63 Mero DE. 53 Mero Holz. 41.43. 44f. 157
 Mero KK. 42. 43. 127
 modulare ABBA Deckspace, 64
 CUBIC Space Frame. 64
 Nenk. 14
 Space Deck, 64
 SPACEgnd, 64
 Multi-hinge. 50.63. 125
 giunto senza nodi. I26f
 Nodus. 20. 21f. 42. 63 al centra espositivo nazionale
 di Birmingham. 48
 all'aeroporto di Manchester. 48
 NS Truss. 173
 Octet Truss. 15
 Orona. 66
 Orona SEO. 43 Panladome. 165. 170.173.175. 177.
 180
 Piramilec, 16f
 reticolare a due vie
 deflessione. 251
 di reiicoli intersecanti. 25f
 di travi Vierendeel intersecanti. 25f
 Space Deck. 14.53.53f
 assemblaggio. 55
 TM Truss. 44 Tridireclionelle S.D.C.. 16f Triodefic. 42. 64
 UNIBAT. 22. 53
 Unislrut/Moduspan. 42
 Vestrui. 224 copertura nuova slazione manitima
 al porto di Bari. 233.233f. 2341. 235f
 Nuova slazione doganaie. OraSje. 225. 225f. 226f. 227f. 228f
 Scuola elemeniare. Casoria 229.
 2291. 2311. 2321 Sislemi a subslrutture ABBA. 56
 con ccrrenli conlmui 50
 sistema Harley. 50
 sistema SPACE-grid. 50
 sistema Umbat. 50
 reticolari a pezzi singoli. 42
 spaziali. 42 spaziali. componenti standard. 30
 ■senza nodi", 64
 struttural modulan. 31
 Solai composili. 90 Soletta in cemenlo armalo a cessattom 23 SPACE gnd. 22 Spelln di nsposta 68 Spherobat. 16 Spiovente ad angolo. 64 Stadio Anoeta di san Sebastian. 361 Stadio di Spalato. sistema Mero. 44. <i51 Stadio nazionale coperto. Singapore. 168 Standard Fire Models. 67 Struttura d'acclao, nduzione della
 condensazione. 132
 reticolare in lega di allumimo. 41
 spaziate a traliccio. montaggio. 183
 Veslrut. 222
 Strutiure a facce piane stabili. 27f
 a parete piena. 28
 ad aste e nodi. 28
 bidirezionali. 23 combinale ad asle e a facce piane. 28
 d copertura retratt li 81 Skydome a Toronto. 81.82f
 esiensibili. 69. 70f assemblaggio reticolare "a forbice".
 701 meccanismo “a forbice". 70t
 volla a botte tndimensionale
 pieghevole, 701
 reticolan. 7
 geomelna. 23
 moitaggio, 1491
 stabili. 27f
 sviluppo iniziale. 13
 tridimensionaii, 13
 reticolari esiensibili Palazzo dello sport Sant Jordi.
 Barcellona.163. 163f. 165f.
 1681.169f
 Cupola del Sole. Sabae. 175.1751
 Cupola Namihaya. Kadoma. 177. 177f. 1781, 1791.1801
 Stadi coperto, Singapore, 173,1731
 Wold Memorial Hall. Kobe. 170.
 170t reticolan spaziali. 13 Arena nazionale coperta per lo
 sport. 127.127f. 128f. 130
 Biosphere 2. deserlo di Sonora. 125. 125f. 1261
 Casa Nusatsum a Bella Coola
 Valley. 107. 107f, 108f
 Cattedrale di Cristallo. Garden
 Grove. 109.109f. 401
 Centro esposmvo nazionale e
 arena intemazionale.
 Birmingham. 11’ * 244
Indice analitico Cenlro Jacob K. Javits. New York. M5. 1151. 1171
 Cenlro sportivo. Palafolls. 133. !33f. 134f. 1361. 137f
 Cupola Ogum. Kyushu. 11B. 1181.
 1191 Expo 70 di Osaka. "Symbol Zone". 103. 103f. 1041
 Expo 92. Siviglia. 138. 138f
 Expo 92 Siviglia. Padiglione delle
 Nazioni Unite 143. 1431
 Expo 92. Siviglia. Padiglione ONCE. 140. 1401. I41( Hangar di manutenzione. aeroporlo
 di Santiago del Cite. 131.131f
 Hangar FFV dell'Aerotech. aeroporlo di Stansled. 122.122t,
 123f, 124f
 Markethal alno con volta a bone.
 Benlali Cenire, Kingston upon
 Thames. 146, I46f
 Markethall. cenlro commerciale
 Eagle. Derby. 144.1441.145t
 Padiglione ad Allanta. 157.158f.
 1591 Piramide. Fanlasy Island, Skegness.
 152. 152t. 1531 245 rapporlo uce/altezza. 62
 Salone Meishusama. Giardino
 sacro di Shiga. 113. 113(. 114f
 Stadio Australia. Sydney, 160. 1601.
 1611 Terminal 2, aer oporto di Machesler. 150. 1501
 Telloia per deposito, Letyslad, 154.
 1551 Torre in londoni ad Apeldoom. 156
 lensegnty. 90.91
 Suddivisione geodetica. 99
 Superfo indvnensionai a doppia curvalura.
 54 Superficie
 a sella. 64 copertura a tassello. 321
 Takara Beaubllion 24 Taloo di Edimburgo. sisiema Mero. 30.30t
 Tavole, 41
 Тей. 24 spaziali. 24.61
 Telao mu I strato, 24
 spaziale. 7.24.25
 Teirpio di Todai-ji a Nara, Giappone. 13 Terminal 2 dell'aeroporlo di Manchesier.
 66 etraedri e loro combinazioni. 18(
 Teiraedro. 27f. 28
 Telraedro Ironco. 96(
 Telraedro-letraedro. 961
 Tolleranze. 103
 Tondom. 41. 154 Torre di osservazione di Bemn Bhreagh,
 USA. 14
 Torre Eiffel a Pangi, 13
 Tralicci piam. 23
 Tralicci spaziale. 24
 Trapano a conlrollo numerico
 computerizzato. 164
 Trave ad amma piena semplicemente
 appoggiata. 24f
 deflessione verticale 26
 reiicdare semplicemente appoggiala.
 24f Travi ascalola. 113 ad amma piena soKecitate a flessione. 23
 piane. 23
 reticolari. 13 Vierendeei. 58
 Tria igolazione della strullura. 24
 Tndimaiic, 16
 Tnodetic. 16, 171
 TRY 2004. 87.88f. 89f Umbat. t6 moduli piramidali. 161 Volta abottefoarco). 36f ,37.64. 146.146). 147. I48f
 a paraboloidi iperbolici. 37
 Volte. t3 a cupola. 37 a stiperfici a forma nbera. 37
 Wri-ld Memorial Hal di Kobe. 165
 Zattere. 217.218.2181
Indice dei nomi Achilli М.. 194. 201
 Allen John. 125
 Allan. Michael, 81
 Attwood. Charles W.. 49
 Augustine. Margaret. 125 Baer. Steve, 92
 Baizarotti, Umberto. 212.220
 Barbary. Gilbert 140
 Bascialla. Ennco. 212. 220
 Bell. Alexandre Graham, 13. 14,83
 Bertsche. Peter. 157
 Bonarelli. P.. 191
 Borrego. John, 7 Buckminster Fuller, Richard. 14. is. 17. 18, 50, 76.83,91,95,99
 Burgee. John. 109
 Burt. Michael, 83 Calatrava. Santiago. 71 Candela. Felix. 20 Canella. Guido. 191. 194. 197.201 Cantoni. Giuseppe 210 Castiglioni, A.. 197 ChSteau Stephane du. 7.16,55.56 Cimarrusti Sebastiano, 233 Clemenie. F . 197 Cobb Freed. 115 Corsini. Costantino, 188 Dandoio. Ratfaeie, 229
 De Miranda. F.. 191. 194, 201
 De Miranda. м 201
 Del Col Riccardo. 212
 Denings. 14. 15 El-Sheikh Ahmed 52
 Escrig. F6)ix. 71.80. 138 Ferran. М.. 197
 Finzi, Bruno. 212
 Finzi, Filiberlo. 212
 Finzi. Leo. 212, 220
 Fisher, R.E.. 109 Gabnel. J Francois. 83.85
 Gemts. Joop. 42
 Giuliani. Gian Carlo. 183
 Giuliani. Mauro Еидепю 183
 Gonzalez Reinaido. 131
 Grandon. G, 197 Hanaor, 9t
 Hawss. Phil, 125
 Hernandez, C.H., 7t
 Hotter, Enrico. 212
 Huybers. Pieter. 41. 49. 154 Isozaki. Arata. 133, 163 Johson. Phlip. 109 Kahn Louis 83 Kawaguchi. Mamoru 66. 77.163. 165. 188, 170, 175
 Kikutake, Kiyonon, 21
 Kuroowa, Kisho. 21.22 Laivani. Haresh. 92
 LarxJolfo, Ratfaeie, 220
 Leonardo da Vinci 69 Makowski ZS 21,62
 Marlinez-Calz6n J . 133
 Martnez у Cabrera F., 220
 Marzorati. Giancarto, 206
 Matej, Sebastian. t40 Matsui. Gengo. 118
 Mazzolani. Fedenco. 220
 Mazzolani. Stetano. 220
 Mengenringhausen. Max, 14. 43
 Mezzetti. E., 194. 201
 Mills. Edward D. 111
 Miyazaki. Koji, 92
 Monacetli, Domenico. 233
 Morale, Javier. 143
 Motro Ren& 62.91 Noble. A.H.. 56
 Nooshm H., 36
 Nova, Edoardo, 2t2. 220 Obata Kassabaum, Helmuth. 127
 Okazaki. S.. 175
 Okpanum. 1.. 191. 194 Paxton, Joseph, 13
 Pearce Peter. 50.63.125
 Pei I.M.. 83.115 P6rez Pinero. Emilio. 69,691 70. 71. 72,
 721.80 Pelrini V. 197
 Peyn Antoni, 20 Ragazzi. Giancarlo. 212
 Reitzel Enk. 92
 Riquelme. Cayo Cesar. 131
 Riquelme, Rodrigo A.. 131
 Robbie. Rodenck G.. 81
 Robbrn. Tony. 92 Rodriguez Gautier. Jos6 Ramon. 143
 Rolla. Luca. 204
 Rossi. Stelano. 206 Saggese Francesco. 229 Salerno. Ivan. 233
 Salvador Dali, 721
 Sanchez. Jose. 80
 Sandroni. A. 197
 Satterwhite. Randall G.. 107 Tamborrel. Castenada. 20
 range. Kenzo. 21. 103. 168. 173
 Taylor. Ronald G 56 131
 Tsuboi. Yoshikatsu. 21
 Tyng. Anne Griswold. 83 Uiufiuela. Louis, 143 Vaicarcel, 71. 138 Ventrella. Fttore, 220. 225. 229, 233 Videla. Ralael В , 131 Volpe. Antonio. 225. 229. 233 Wachsmann. Konrad. 15
 Weithhofer. Pablo. 131
 Wester Ture. 28
 Wiskermann. Giorgio. 188 210 Yarza. Are. 87
 Yoh. Shoe«, 118 Ziegler, 71. 72 247 ================================================================== Весьбетон www.allbeton.ru Проект Открытый доступ Электронная Библиотека Строителя. Версия 4. Релиз 2013 Постоянное место хранения файла на сервере http://www.allbeton.ru/mw/Файл:False__не ANSI__grande atlante di architettura №14 atlante delle strutture reticolari (решетчатые пространственные конструкции).djvu редактор - Сергей Ружинский ~~~False__не ANSI__grande atlante di architettura №14 atlante delle strutture reticolari (решетчатые пространственные конструкции).djvu